(Italia/1914-1916) di Giulio Antamoro, Ignazio Lupi, completato da Enrico Guazzoni (111'). Accompagnamento al piano di Daniele Furlati
La vita di Cristo di dimensioni epiche, girato in Italia e in Egitto. Le civiltà terrene sono ridotte a poca cosa dalla nuova religione, come quando vediamo il Cristo vivente che medita sui poteri del Padre di fronte alle monumentali rovine di un tempio egiziano. Lungo il film, si possono individuare belle trasposizioni in movimento di celebri pitture religiose di Leonardo, Raffaello, Michelangelo e molti altri.
(Le Petit Prince, Francia/2015) di Mark Osborne (108'). Animazione. Dai 6 anni in su
Del classico di Antoine de Saint-Exupéry questo film coglie in pieno l'essenza e lo spirito. E lo fa nella forma del ‘racconto nel racconto'. Seguiamo infatti due storie, quella di una bambina vessata da una madre opprimente e maniacale e quella a lei raccontata dal nuovo vicino di casa, un anziano aviatore che, tanti anni prima, aveva incontrato proprio il Piccolo Principe. Una doppia pista narrativa sottolineata sul piano stilistico dall'alternanza di animazione tridimensionale con un'evocativa stop motion d'antan.
(USA/1973) di Norman Jewison (108')
È la celeberrima versione cinematografica della rockopera firmata da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, nata come concept album nel 1970 e giunta l'anno successivo sulle scene di Broadway. Gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo riletti nello spirito hippy-pacifista dei primi Settanta. Predomina il punto di vista scettico e materialista di Giuda (Carl Anderson) e il Gesù di Ted Neely è candido, fragile, ma capace d'ira. Naturalmente non mancarono le polemiche. Qualche numero ha oggi un'aura piacevolmente kitsch, ma resta irresistibile, non solo musicalmente. (aa)
(Emil und die Detektive, Germania/1931) di Gerhard Lamprecht (74'). Avventura. Dagli 8 anni in su
In viaggio per Berlino, il piccolo Emil è narcotizzato e derubato. Una banda di coetanei lo aiuterà a pedinare a far arrestare il ladro. Prima trasposizione per il grande schermo di un classico della letteratura per l'infanzia di Erich Kastner, questa briosa (grazie alla sceneggiatura del giovane Billy Wilder) commedia muta realizzata dalla UFA si distingue per lo stile semi-documentaristico con cui sono rappresentati gli esterni della Berlino prenazista.
(Persuasion, GB-USA-Francia) di Roger Michell (104')
Dal romanzo postumo di Jane Austen. Nell'Inghilterra dei primi dell'Ottocento la bella e aristocratica (ma decaduta) Anne e il capitano Wentworth vivono un'appassionata quanto tormentata storia d'amore. A far da cornice la magnifica campagna inglese, il sontuoso castello avito di lei, i balli, il mare. Impianto teatrale, interpreti squisiti, costumi curatissimi. I toni delicatamente ironici da commedia sentimentale prevengono la stucchevole calligrafia di altri adattamenti austiniani. Promosso da Salaborsa e Jane Austen Society of Italy
(Italia/1964) di Pier Paolo Pasolini (137')
"La mia lettura del Vangelo non poteva che essere la lettura di un marxista, ma contemporaneamente serpeggiava in me il fascino dell'irrazionale, del divino, che domina tutto il Vangelo. [...] I soldati di Erode come potevo farli? Potevo farli con i baffoni, i denti digrignanti, vestiti di stracci, come i cori dell'opera? No, non li potevo fare così. Li ho vestiti un po' da fascisti e li ho immaginati come delle squadracce fasciste o come i fascisti che uccidevano i bambini slavi buttandoli in aria". (Pier Paolo Pasolini)
La proiezione delle 17.00 sarà preceduta dalla presentazione del libro Cristo mi chiama ma senza luce (Le Mani, 2015). Intervengono il curatore Roberto Chiesi, Marco Antonio Bazzocchi (Università di Bologna), Ivan Grossi (Associazione Amici dell'Osservatorio
della Pro Civitate Christiana di Assisi) e Margherita Caruso (interprete della Madonna giovane nel film, che introdurrà anche lo spettacolo delle ore 20).
proiezioni alle ore 17.00, 20.00, 22.30
(A Perfect Day, Spagna/2015) di Fernando León de Aranoa (105')
Nel 1995 quattro operatori umanitari impegnati nei Balcani devono rimuovere un cadavere da un pozzo che serve l'acqua a un'intera comunità, ma la macabra operazione è più complicata del previsto. Nel cast compaiono i bravi Benicio del Toro e Tim Robbins. "Aranoa è riuscito a trovare un magico equilibrio tra dramma e umorismo, serietà e leggerezza, gravità e ironia componendo un racconto eroicomico dai toni picareschi e dai dialoghi eccellenti; con uno stile suo personale ma che, a tratti, fa venire in mente i fratelli Coen" (Roberto Nepoti).
(Sirokkó, Francia-Ungheria/1969) di Miklós Jancsó (80')
"Riprendendo la gelida simmetria dei film precedenti, è composto di sole tredici inquadrature, alcune lunghe dieci minuti, ciascuna delle quali rappresenta una sequenza molto elaborata. Queste carrellate sono, di fatto, il soggetto del film, che apparentemente ritrae la cellula fascista croata (ustascia) che nel 1934 assassinò re Alessandro I di Jugoslavia durante un viaggio in Francia. Come sempre, Jancsó è interessato alla geometria più che alla geopolitica e privilegia i comportamenti microsociali rispetto ai grandi affreschi". (J. Hoberman)
TERRE MORTE
(Italia/1962) di Carlo di Carlo (10')
"Più che uno studio sul Gargano e i suoi poveri abitanti, è un esperimento di linguaggio cinematografico polimorfo e complesso. [...] La denuncia politica acquista maggior mordente perché viene risolta interamente nella forma". (Federico Rossin)
ISOLA DI VARANO
(Italia/1962) di Carlo di Carlo (10')
"Film gemello di Terre morte, ne riprende l'oggetto - ma qui ai contadini si sostituisce una comunità di pescatori pugliesi - e ne spinge ancor più in là la ricerca linguistica. La musica concreta rende quasi inabitabile e astratto un paesaggio fatto di povertà e
abbandono". (Federico Rossin)
ETTORE
(Italia/1966) di Carlo di Carlo (10')
Ettore, un giovane di venticinque anni, attore. Nevrotico e alienato, è incapace di avere un rapporto ‘normale' con gli uomini e con le cose. Trova un lavoro dove deve esprimere se stesso. E ne ha paura. Il ‘gioco' è finito. Realtà o illusione. Sogno o immaginazione?
ATTO SENZA PAROLE 2
(Italia/1966) di Carlo di Carlo (12')
Trascrivendo l'atto unico di Samuel Beckett, di Carlo "inventa un linguaggio filmico appropriato al testo [...]. L'adattamento dei due protagonisti alla realtà e agli impulsi esterni e fisici che li spingono all'azione, vengono espressi per mezzo di continue effrazioni alle norme di ripresa cinematografica". (Alberto Boatto)
FANTAPITTURA DI PRAMPOLINI
(Italia/1969) di Carlo di Carlo (10')
Nell'anno dello sbarco sulla Luna, di Carlo ricostruisce l'avventura pittorica, ai confini della fantascienza, di Enrico Prampolini e delle sue immagini portentose nelle quali aveva previsto le conquiste degli spazi ultraterrestri.
UN SISTEMA INFALLIBILE
(Ein todsicheres System, Italia/1976) di Carlo di Carlo (60')
Questa storia di un uomo alla ricerca di un metodo sicuro per vincere alla roulette ma travolto da un dramma sentimentale è "il capolavoro del cinema di Carlo di Carlo. [...] Il lavoro sull'immagine, sul suono, sul colore, sulla composizione dell'inquadratura, sul
gioco degli attori, sulla musica mira a una cinematografia cristallina in cui lo spettatore diventa, a tutti gli effetti, protagonista assoluto" (Flavio De Bernardinis). Prodotto dalla ZDF - come molto nuovo cinema tedesco - è stato acclamato alla Mostra di Venezia 1976.
(Italia/1977) di Carlo di Carlo (90')
Di Carlo esordisce nel lungometraggio adattando un romanzo di Juan Carlos Onetti. "La storia, nell'arco di una notte di chi, non potendo evitare la sconfitta, non si rassegna alla disfatta. Perché si può perdere gettando il seme di una vittoria futura" (Mino Argentieri). "Divaricando il proprio sguardo verso Antoniobi, Morandi e Mondrian, di Carlo inchioda e analizza l'impotenza dei suoi personaggi medianti luci, linee e colori che li avvolgono e li imprigionano svuotando di senso ogni loro azione" (Gian Piero Brunetta).
Copia in HD
docu-fiction che conduce lo spettatore all'interno di un viaggio volto a scoprire quella particolare forma di comunicazione non verbale che è la gestualità. Espressioni, gesti, movimenti tipici di un popolo, quello siciliano, che nel tempo ha imparato a farsi capire con il corpo in tutto il mondo.
Luca Vullo
Autore cinematografico versatile realizza documentari, cortometraggi, videoclip musicali e spot pubblicitari.
Artista poliedrico con competenze nell'ambito dell' educazione e del sociale si occupa da anni di "Media Education". Ha iniziato un tour di successo con proiezioni del documentario La Voce del Corpo e seminari sulla comunicazione non verbale italiana presso le università del Regno Unito (UCL, Bristol , King's College, Cambridge) e altre aree del pianeta(Australia, USA, Germania, Danimarca, Norvegia etc). Attualmente è impegnato al suo nuovo documentario sull'emigrazione italiana a Londra INFLUX realizzato in collaborazione con il Ministero degli Esteri, Ambasciata Generale e Consolato Generale d'Italia a Londra.
prima assoluta
Luigi Malerba (Parma 1927 – Roma 2008) ha scritto bellissimi libri sempre pieni di intelligenza e comicità, seguendo filoni diversi, mai banali, mai allineati. Fra i tanti suoi libri Il serpente (1963), Salto mortale (1968), Le rose imperiali (1974), Le galline pensierose (1980, ora nelle edizioni Quodlibet). Ha lavorato come sceneggiatore per il cinema e la televisione, ed è stato regista del film Donne e soldati (1955) di argomento buffo medioevale, a cui si è ispirato Monicelli per L’armata Brancaleone. Le galline di Malerba pensano, parlano, si danno da fare, ad imitazione degli esseri umani, moltiplicandone la comica stupidità e il fallimentare anelito filosofico.
Ermanno Cavazzoni voce
Mirko Monduzzi chitarra elettrica, casio sk1, flauto a coulisse, violino, campanelli, cuffia, flauto, zither
testi di Luigi Malerba
nell’ambito di Lune del lunedì - Letture stravaganti per strumenti altrettanto (secondo anno - febbraio>marzo>aprile 2016)
realizzato con il sostegno del Gruppo Hera
a cura di Ermanno Cavazzoni
Riprende Lune del lunedì, dopo la stagione del 2012, e così anche questo progetto di AngelicA, come altri in corso, diventa una realtà stabile, un laboratorio che ha fatto e continuerà a fare incontrare scrittori e musicisti.
Nel 2016 Lune Del Lunedi’ - letture stravaganti per strumenti altrettanto - presenterà nuove produzioni, tutte in prima assoluta, che prevedono la partecipazione di autori che incontreranno musicisti congeniali per cercare una consonanza tra voce che legge e musica. L’interesse di Ermanno Cavazzoni riguarda la parola in relazione alla musica, come reciproco rinforzo. La sua ricerca va verso una leggera comicità che invade la musica in continuità con la parola: strumenti anomali e strumenti classici, oggetti sonori, voci sgraziate, difetti elettronici, melodie, melodie, e dove si può melodie. La parola parla alla musica e viceversa, come due entità vive e mobili. Quando la musica è chiusa in una forma diventa prevedibile e di gesso, se la portiamo fuori, entriamo in un gioco che fa immaginare mondi diversi da quelli suscitati dalle arti nella loro forma originale.
AngelicA offre la possibilità a Ermanno Cavazzoni di espandere queste idee all'interno del Centro di Ricerca Musicale - Teatro San Leonardo (fondato nel 2011) con alcuni musicisti che da tempo ricercano nuove strade sonore. Cavazzoni ha un ruolo anche di aiuto arrangiatore, scompositore e regista minimale di questi incontri dove si esplorano nuove forme letterario-musicali.
Ermanno Cavazzoni (Reggio Emilia 1947) è scrittore e sceneggiatore. E' docente di estetica, poetica e retorica all'università di Bologna. Nelle sue storie predomina il gusto del paradosso e l'attenzione a figure marginali ed eccentriche, che meglio rappresentano la visionarietà dell'esistenza umana. È membro dell'OpLePo (Opificio di Letteratura Potenziale) ed è stato co-direttore della rivista Il Semplice (Feltrinelli, 1995-96) e de Il Caffè Illustrato (dal 2001). Nel 2007, insieme con alcuni amici (Gianni Celati, Ugo Cornia, Jean Talon) ha dato vita alla collana di narrativa "Compagnia Extra" per la casa editrice Quodlibet. Al suo romanzo più noto, Il poema dei lunatici (1987), si è ispirato il regista Federico Fellini per il soggetto del film La voce della luna (1990). Ha scritto anche: Le tentazioni di Girolamo (1991), che ingloba le peculiarità del suo stile tendente al surreale; I sette cuori (1992); Vite brevi di idioti (1994), un originale collage di personaggi strampalati; Cirenaica (1999); Gli scrittori inutili (2002); Storia naturale dei giganti (2007); Il limbo delle fantasticazioni(2009); Guida agli animali fantastici (2011); Il pensatore solitario (2015, Premio Mondello 2015 per la sezione Critica letteraria).
Per AngelicA ha curato tra l'altro il libretto dell'Opera "Galleria San Francesco" di Tristan Honsinger (2002).
Ingresso 7€
5€ per studenti dell'Università di Bologna e Conservatorio G. B. Martini Bologna
La biglietteria del Centro di Ricerca Musicale aprirà 30 minuti prima dell’inizio del concerto
ONO Arte Contemporanea presenta Rock Poster Art, mostra di locandine rock provenienti dalla collezione privata di Stefano Marzorati e delle cover di album punk di Vanna Vinci. Forma di espressione artistica strettamente connessa con l’ambito musicale, l’arte del manifesto rock nasce negli Stati Uniti negli anni ’60 come mezzo per la promozione dei concerti e cresce e si sviluppa nel corso degli anni Settanta per assumere in seguito nuove forme come, per esempio, negli anni ’80, i flyer dei concerti punk realizzati con le fotocopiatrici Xerox. In anni recenti, quello che possiamo definire come un vero e proprio “movimento” vede una vera e propria rinascita con l’utilizzo sempre più diffuso, a livello creativo e produttivo, dell’antica arte della serigrafia (screenprint). Negli anni Novanta, con l’avvento del CD la copertina di grande formato del vinile non è più il mezzo principale per ispirare l’immaginazione dell’ascoltatore e il poster diventa la tela per illustrare la scena rock. Il rock ispira l’arte e l’arte ispira il rock. Fiorisce una “scuola” di autori che unisce tradizione e innovazione, e che trova i suoi rappresentanti di spicco in nomi come Johnny Ace, Coop, Art Chantry, Alan Forbes, Derek Hess, Mark Arminski, Frank Kozik, Chuck Sperry, Emek, Jermaine Rogers, Todd Slater, Chuck Sperry. Sempre più numerosi studi grafici e di stampa concentrano le loro energie sull’arte del manifesto e sulla sua produzione. Ma non sono solo gli artisti statunitensi a popolare questo scenario: il fenomeno si allarga all’Europa, e quindi anche all’Italia, dove emergono ben presto i talenti di studi come Malleus, Bri, Clockwork Pictures. Prodotti artigianalmente e rigorosamente in serie limitata le serigrafie rock sono diventate materia di collezionismo. Sono oggetti che coniugano l’espressione artistica con l’aspetto promozionale, la provocazione estetica e, talvolta, il messaggio sociale. Sono un territorio vasto e senza confini dove gli autori riversano le più svariate influenze: street art, graffiti, art nouveau, cinema, fumetti, cultura hot rod, per citarne alcune. Dagli anni del “flower power” all’era del punk anarchico ogni stile di musica ha creato nuovi stili nel design. A completare la mostra, le più famose cover di dischi punk, realizzate da Vanna Vinci, comparse ne “La bambina filosofica. NO FUTURE” (Bao Publishing). La bambina filosofica è la creatura più famosa di Vanna Vinci e le opere esposte in mostra ne mostrano l’incursione in 16 copertine punk, dalle quali ne sono state tratte delle tirature limitate. In occasione della mostra, giovedì 30 marzo alle 18,30, Vanna Vinci in conversazione con Pierfrancesco Pacoda presenterà il libro La Bambina Filosofica. NO FUTURE (Bao Publishing). La mostra è composta da 12 locandine in edizione limitata e da 16 disegni di Vanna Vinci. In mostra saranno esposte le opere di Shepard Fairey, Gary Panter, Todd Slater, Ken Taylor, Gavin Beattie, Crosshair Design, Rockets Are Red, Brian Ewing, Gary Grimshaw, Lil Tuffy, Fabio Meschini (Clockwork Pictures), Justin Hampton, Lars P. Krause, Zum Heimathafen, Mike Wohlberg.
dal martedì al giovedì 10.00 - 13.00 e 15.00 - 20.00
venerdì e sabato 10.00 - 13.00 e 15.00 - 21.00
domenica 16.00 - 20.00
LUNEDì CHIUSO
27 e 28 marzo chiusi
ONO Arte Contemporanea presenta Rock Poster Art, mostra di locandine rock provenienti dalla collezione privata di Stefano Marzorati e delle cover di album punk di Vanna Vinci. Forma di espressione artistica strettamente connessa con l’ambito musicale, l’arte del manifesto rock nasce negli Stati Uniti negli anni ’60 come mezzo per la promozione dei concerti e cresce e si sviluppa nel corso degli anni Settanta per assumere in seguito nuove forme come, per esempio, negli anni ’80, i flyer dei concerti punk realizzati con le fotocopiatrici Xerox. In anni recenti, quello che possiamo definire come un vero e proprio “movimento” vede una vera e propria rinascita con l’utilizzo sempre più diffuso, a livello creativo e produttivo, dell’antica arte della serigrafia (screenprint). Negli anni Novanta, con l’avvento del CD la copertina di grande formato del vinile non è più il mezzo principale per ispirare l’immaginazione dell’ascoltatore e il poster diventa la tela per illustrare la scena rock. Il rock ispira l’arte e l’arte ispira il rock. Fiorisce una “scuola” di autori che unisce tradizione e innovazione, e che trova i suoi rappresentanti di spicco in nomi come Johnny Ace, Coop, Art Chantry, Alan Forbes, Derek Hess, Mark Arminski, Frank Kozik, Chuck Sperry, Emek, Jermaine Rogers, Todd Slater, Chuck Sperry. Sempre più numerosi studi grafici e di stampa concentrano le loro energie sull’arte del manifesto e sulla sua produzione. Ma non sono solo gli artisti statunitensi a popolare questo scenario: il fenomeno si allarga all’Europa, e quindi anche all’Italia, dove emergono ben presto i talenti di studi come Malleus, Bri, Clockwork Pictures. Prodotti artigianalmente e rigorosamente in serie limitata le serigrafie rock sono diventate materia di collezionismo. Sono oggetti che coniugano l’espressione artistica con l’aspetto promozionale, la provocazione estetica e, talvolta, il messaggio sociale. Sono un territorio vasto e senza confini dove gli autori riversano le più svariate influenze: street art, graffiti, art nouveau, cinema, fumetti, cultura hot rod, per citarne alcune. Dagli anni del “flower power” all’era del punk anarchico ogni stile di musica ha creato nuovi stili nel design. A completare la mostra, le più famose cover di dischi punk, realizzate da Vanna Vinci, comparse ne “La bambina filosofica. NO FUTURE” (Bao Publishing). La bambina filosofica è la creatura più famosa di Vanna Vinci e le opere esposte in mostra ne mostrano l’incursione in 16 copertine punk, dalle quali ne sono state tratte delle tirature limitate. In occasione della mostra, giovedì 30 marzo alle 18,30, Vanna Vinci in conversazione con Pierfrancesco Pacoda presenterà il libro La Bambina Filosofica. NO FUTURE (Bao Publishing). La mostra è composta da 12 locandine in edizione limitata e da 16 disegni di Vanna Vinci. In mostra saranno esposte le opere di Shepard Fairey, Gary Panter, Todd Slater, Ken Taylor, Gavin Beattie, Crosshair Design, Rockets Are Red, Brian Ewing, Gary Grimshaw, Lil Tuffy, Fabio Meschini (Clockwork Pictures), Justin Hampton, Lars P. Krause, Zum Heimathafen, Mike Wohlberg.
dal martedì al giovedì 10.00 - 13.00 e 15.00 - 20.00
venerdì e sabato 10.00 - 13.00 e 15.00 - 21.00
domenica 16.00 - 20.00
LUNEDì CHIUSO
27 e 28 marzo chiusi
di Arthur Miller, regia Massimo Popolizio | produzione Compagnia Orsini
Il prezzo fotografa con spietata lucidità e amara compassione le conseguenze della devastante crisi economica avvenuta negli Stati Uniti nel 1929. Figli di un padre che ha subito drammaticamente questa crisi due fratelli si incontrano dopo alcuni anni dalla sua morte per sgomberare un appartamento in cui sono accumulati i mobili e gli oggetti raccolti dal padre nel corso della sua vita e che sta per essere demolito. Un vecchio broker è chiamato per stabilirne il prezzo. Dietro questo semplice spunto emergono tutte le incomprensioni e le menzogne che la paura della perdita improvvisa del benessere possono esercitare su chi si dibatte nella crisi. Miller tratta questo tema con la sua consueta maestria facendoci scoprire un capolavoro che pur venendo da lontano ci porta ai nostri giorni così pieni di incertezze.
giorni feriali ore 21
sabato ore 19:30
domenica ore 16
IL PREZZO (THE PRICE)
di Arthur Miller
traduzione di Masolino D’Amico
regia Massimo Popolizio
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton
scene Maurizio Balòi
costumi Gianluca Sbicca
luci Pasquale Mar
produzione Compagnia Orsini
Un'occasione speciale per il pubblico bolognese per ascoltare nell'intimità del famoso jazz club cittadino le elaborate trame world e le acrobazie sonore di uno dei più importanti gruppi italiani a livello internazionale.
L'organetto diatonico del leader Riccardo Tesi sarà affiancato dalla chitarra manouche di Maurizio Geri , il sax spumeggiante di Claudio Carboni e le eccentriche percussioni di Gigi “fast foot” Biolcati per un originale viaggio musicale tra folk, jazz e canzone d'autore.
concerto di Quartetto Noûs | La Soffitta 2016 - XXVIII anno
Il programma presenta tre esiti indiscussi della scrittura quartettistica del Novecento: le brevissime Sei bagatelle di Webern (1913), la cui condensazione formale e costruttiva riesce ad esprimere, come ebbe a scrivere Arnold Schönberg, “un romanzo in un solo gesto, una gioia in un solo respiro”; ilQuinto quartetto di Bartók (1934), ove le tensioni armoniche e la ricerca ritmico-metrica si coniugano ad una personalissima riproposizione della lezione formale beethoveniana. Infine ilPrimo quartetto di Ligeti (1954), nel quale l’eredità bartokiana viene integrata in una scrittura attenta alla radicalità linguistica delle avanguardie compositive dei primi anni ’50.
Quartetto Noûs
Tiziano Baviera, Alberto Franchin, violini; Sara Dambruoso, viola; Tommaso Tesini, violoncello
Musiche di Béla Bartók, Anton Webern, György Ligeti.
LA SOFFITTA 2015 - XXVIII anno, promossa dal Centro la Soffitta del Dipartimento delle Arti (DAR) - Università di Bologna.
Davide Brillante chitarra
Matteo Raggi sax tenore
….plus swingin’ guests
di Matthew Warchus (Gran Bretagna, 2014, 120’)
Tratto da una storia vera e ambientato in Gran Bretagna nel 1984 durante l'era Thatcher, il film è una commedia divertente e amara che porta lo spettatore al celebre sciopero dei minatori inglesi, che andò avanti per circa un anno. Un gruppo di attivisti gay e lesbiche decide di raccogliere soldi per aiutare i minatori. Ma c'è un problema: tutti i sindacati sono imbarazzati nel ricevere aiuto dagli omosessuali. Gli attivisti non demordono, trovano un piccolo paese sperduto nel Galles e vanno di persona dai minatori, con i quali iniziano un rapporto di aiuto reciproco. Non senza problemi... Pride è interpretato da attori inglesi famosissimi come Imelda Staunton, Bill Nighy, Andrew Scott, Dominic West, Joseph Gilgun e Paddy Considine.
a cura di Antonio Grulli
La Galleria de' Foscherari è lieta di annunciare la mostra Piero Manai - Luigi Presicce, Autoritratto con maschere 1899 a cura di Antonio Grulli, che inaugura giovedì 31 marzo alle ore 18:30. La mostra mette in dialogo il lavoro di due artisti di generazioni differenti come Piero Manai (Bologna 1951-1988) e Luigi Presicce (Porto Cesareo 1976 - vive tra Porto Cesareo e Firenze).
Lo spunto iniziale del progetto è il dipinto del 1899 di James Ensor Autoritratto con maschere, che entrambi gli artisti hanno utilizzato come riferimento per un loro lavoro. Manai in un momento cruciale della sua vita si relaziona con l’opera del maestro belga ridisegnando le oltre cinquanta maschere in altrettanti frammenti di carta intelata. Presicce invece attinge all’iconografia del dipinto per uno dei suoi tableaux vivant. L’opera di Ensor è inoltre indicativa del percorso dei due artisti in mostra, accomunati da una ricerca incentrata sull’utilizzo del corpo come momento di introspezione personale e come materiale di creazione artistica. Corpo che diventa elemento centrale di un teatro fatto di scomposizioni e rielaborazioni anatomiche, continue messe in scena, fonte di allegorie e simboli che talvolta alludono al nostro rapporto con la morte.
Mentre l’opera di Piero Manai è rimasta quasi sempre all’interno della pratica del disegno e del dipinto, Luigi Presicce spazia abbracciando anche la scultura e la performance. Ma per entrambi è cruciale il rapporto con la fotografia (e il video nel caso di Presicce), nel primo come suggestione iniziale per la creazione del lavoro, mentre nel secondo soprattutto come opera finale in cui spesso ricadono e confluiscono le sue azioni performative e i suoi tableaux vivant.
Oltre ai due lavori legati al dipinto di Ensor saranno in mostra una serie di altre opere, realizzate in differenti linguaggi, che metteranno a confronto, facendoli dialogare, i due artisti.