in occasione dell’uscita del suo nuovo libro “Intrigo italiano. Il ritorno del commissario De Luca” (Einaudi)
Dialoga con l'autore Gianpiero Rigosi.
Quando il commissario De Luca, appena richiamato in servizio dopo cinque anni di quarantena, si sveglia da un incidente quasi mortale, non gli occorre troppo tempo per mettere in fila le tante cose che non tornano. Da lunedí 21 dicembre 1953 a giovedí 7 gennaio 1954, con in mezzo Natale ed Epifania, mentre la città intirizzita dal gelo scopre le luci e le musiche del primo dolcissimo consumismo italiano, tra errori, depistaggi, colpi di scena il mosaico dell'indagine, scandita come un metronomo, si compone. E ciò che alla fine ha di fronte non piace affatto a De Luca. Per il ritorno del suo primo personaggio, amatissimo dai lettori, Lucarelli ha saputo evocare una Bologna che non avevamo mai visto cosí. E ha saputo tessere il piú imprevedibile, misterioso e divertente romanzo, dove la verità profonda di un'epoca che non è mai interamente finita emerge nei sentimenti e nella lingua dei personaggi.
in occasione dell’uscita del suo nuovo libro “Il mestiere dell’aria che vibra” (Ponte alle Grazie)
Interverranno Antonio Taormina e Alessandro Vanoli.
In queste pagine, Marco Tutino, uno dei più importanti compositori del panorama italiano contemporaneo, già Sovrintendente e Direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna, racconta la passione per il suo lavoro, la genesi delle sue opere e i segreti del palcoscenico, le scelte tecniche e le fatiche organizzative che stanno dietro un singolo allestimento o una stagione teatrale, gli incontri felici e i feroci scontri con il potere, in tutte le sue incarnazioni. La musica non è un oggetto, accade, che è un’altra cosa. Un quadro, esiste. Una scultura, esiste. Persino un libro esiste. La musica no. Si manifesta, sempre diversa, veste il tempo di suono, oppure torna in un luogo immanente e invisibile. In mano, tangibile, solo una partitura, piena di segni che non sono che piccole tracce misteriose che dovrebbero consentire agli interpreti, vocali e orchestrali, di far vibrare l’aria. Mentre la sua storia di musicista e di sovrintendente poco avvezzo ai compromessi si intreccia con la storia nazionale, sfilano le grandi opere antiche e moderne che compongono il grande repertorio lirico, complete di istruzioni per l’uso. E, tra le righe, affiora la danza gioiosa e leggera della creazione artistica, fatta di ispirazione e di artigianato, di rigore e di abbandono, di piccole, improvvise illuminazioni.
in occasione dell’uscita del suo nuovo libro “Il commissario Soneri e la legge del Corano” (Frassinelli)
Ne parlano con l’autore Gian Mario Anselmi ed Elisabetta Gualmini.
Per la prima volta da molti anni, il commissario Soneri si trova spiazzato; ma non è il tipo di delitto su cui sta indagando, un omicidio apparentemente banale, a turbarlo. È il contesto. Tutto comincia con l’assassinio di Hamed, un giovane tunisino che viveva nella casa di Gilberto Forlai, 76 anni, cieco, e che proprio nella casa di Forlai viene trovato morto. Seguendo le tracce di sangue di Hamed, Soneri si addentra sempre più nel mondo della comunità islamica di Parma, nelle lotte di periferia dove la tensione tra immigrati e italiani è sempre più alta e minacciosa, e dove tutto si confonde. Quanto pesano le questioni etniche e il radicalismo religioso, quanto pesa la politica, e quanto pesa invece la dimensione criminale e in primo luogo il controllo del mercato della droga? L’unica cosa che accomuna tutto e tutti sembra essere soltanto l’odio, sempre più manifesto e spudorato, sempre più palpabile: un odio che sta minando le basi di una città, di una società intera. Varesi, come sempre, non si limita a scrivere noir serrati e coinvolgenti, che tengono avvinto il lettore fino all’ultima pagina, ma utilizza il genere per illuminare i luoghi più scuri e inquietanti della nostra società, e per svelarne le contraddizioni.
maratona della serie tv del regista David Lynch | seconda stagione
L'evento è in collaborazione con Serial K - Le serie tv in radio.
Oggi in programma dal 12 al 16 episodio.
Entrata libera con tessera AICS 2016/17 al costo di 8€.
inaugurazione di Contesto la nuova stagione di DOM ( febbraio – aprile 2017)
Un progetto speciale aprirà la serata di inaugurazione, intitolata Senza Limite. Il primo appuntamento di questa nuova programmazione è dedicato a uno dei temi più scottanti e attuali, di notevole dibattito pubblico e politico, ovvero le frontiere e i confini. Attraverso la presentazione del progetto fotografico Bordelands, gli autori Giuseppe Fanizza e Giulia Ticozzi ci raccontano la ricerca a lungo termine che li ha portati a girare il mondo e a “mettere a fuoco” con il loro obiettivo fotografico, le trasformazioni delle frontiere europee.
Alle 19 ci sarà dunque la presentazione della mostra. Giuseppe Fanizza, Giulia Ticozzi assieme a Febo Del Zozzo di Laminarie e a Claudia Mattogno, architetta e docente di Urbanistica all’Università La Sapienza di Roma, discuteranno del filo conduttore di tutti gli appuntamenti del calendario di Dom, entrando poi nello specifico lavoro dei due fotografi.
Dicono gli autori che il “contesto non esiste. O se viene in essere, in fotografia, lo fa per negazione: l’inquadratura seleziona una porzione di un contesto confinando quest’ultimo fuori da sé, condannandolo all’inesistenza. Quello che rimane in-quadrato, il soggetto, acquista la sua soggettività proprio nel momento in cui perde il suo contesto tramite il processo di selezione fotografica. Può essere così trasportato e riprodotto in altri mille “contesti” come le mostre, i libri, gli schermi, l’informazione, la narrazione. Consci di questo, basiamo la narrazione sulla continua confusione tra contesto ed oggetto: parliamo di territorialità statale guardando i confini che ne fanno da contesto; parliamo dei valori che intendiamo salvaguardare in Europa guardando il contesto storico e il territorio mutato dagli uomini; parliamo della nostra paura dell’altro guardando le infrastrutture che servono per trattenerlo lì, ai bordi del contesto. In fin dei conti vogliamo forse liberarci del peso dell’inquadratura e fare esistere solo il “contesto” sotto forma di paesaggio, sociale, umano perché all’uomo fa da contesto.” Con la propria inquadratura la mostra pone una riflessione sul significato attuale di confine, ridefinendone l’immaginario. Cambiamenti mondiali stanno provocando l’intero spostamento di persone provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente inducendo Governi e Parlamenti a prendere misure sempre più rigide sul controllo delle barriere geofisiche degli stati europei.
Al termine dell’incontro, la serata proseguirà con il dj e produttore sardo Carlo Mameli (a.K.a. Bxp) che si occuperà del ‘Bordone’ sonoro di accompagnamento realizzato con un synth analogico handmade. La performance si baserà su una patch auto generativa in cui il sistema modulare sarà un’entità a sé stante. Le melodie verranno auto generate dal synt stesso, protagonista della performance.
di Maarten van Rouveroy (Olanda\2014, 53’)
Il film racconta la storia della Artic Sunrise una nave con ventotto attivisti di Greenpeace salpata per protestare contro la prima trivellazione per l'estrazione di petrolio nell'Oceano Artico.
Sequestrati dalle forze speciali russe, i "30 dell'Artico" finirono su tutti i giornali del mondo, al centro di una disputa internazionale, con il rischio di una condanna a 15 anni di prigione. Nonostante questo, la loro lotta per tentare di fermare l'estrazione di petrolio nell'Artico non si è mai piegata.
di Larry Fink
Inaugurazione della mostra Fink on Warhol: New York Photographs of the 1960s del fotografo americano Larry Fink. Fino al 30 aprile saranno esposte in mostra 15 opere fotografiche in bianco e nero che costruiscono un dialogo tra il fervore sociale e politico della New York degli anni ’60 e la figura artistica e nichilista di Andy Warhol e dei personaggi della Factory.
Le fotografie che ritraggono Andy Warhol ed alcuni dei più celebri esponenti della Factory, tra cui Lou Reed e i Velvet Underground, Ingrid Superstar, Susanna Campbell e Gerard Malanga, sono state scattate nell’arco di tre giorni della primavera del 1966, quando Larry Fink fu incaricato di realizzare un servizio per l’East Side Review. Coprono invece un arco temporale più esteso, dal 1964 al 1968, gli scatti che documentano un’America percorsa dalle tensioni politiche e sociali legate alle lotte per i diritti civili e al movimento di protesta antimilitarista. Le immagini in mostra, così come l’intero corpus fotografico da cui provengono, tornano ora per la prima volta alla luce.
(Ri)leggere Jolanda Insana
Una serata dedicata alla grande poetessa siciliana che tanto ha influenzato le voci femminili contemporanee con la sua poetica viscerale. Il programma della serata comprende le proiezioni degli ultimi due reading a cui la poetessa ha partecipato in vita, ad Ancona e Sasso Marconi, interventi critici di Luigi Socci, Simonetta Sambiase, Pier Paolo Amodeo, Marinella Polidori e letture di Alessandro Brusa, Chiara Calderone, Margaret Collina, Anna Franceschini, Angela Grasso, Loredana Magazzeni, Michela Turra, Maria Luisa Vezzali.
Festival Bologna in Lettere in collaborazione con Le Voci della Luna
concerto
Tre musicisti uniti da approcci musicali extraeuropei: Mina è flautista ma suona anche bansuri, duduk, danmoi, fujara; Zanotti percussioni e cordofoni africani, tamburi andini, oggetti e tanto altro; Frana, specialista dell’oud turco, ne suona anche una variante elettrica oltre a liuto, rabab afgano ed altri strumenti a plettro. Il trio esplora il territorio elettroacustico estendendo le possibilità sonore dei propri strumenti con effetti, loop ed elettronica dal vivo.
FABIO MINA: flauto, duduk, khaen, bansuri, danmoi, koncovka, electronics
PEPPE FRANA: oud elettrico, oud, electronics
MARCO ZANOTTI: bombos, pandeiro, kamalen'goni, m'bira, percussioni, electronics.
Omaggio a Garcìa Lorca
Uno spettacolo che miscela musica, canto e teatro. García Lorca vive il dramma dell’inevitabilità della morte con una inesauribile domanda di felicità. Questi sono alcuni dei temi della fecondissima produzione musicale, teatrale e poetica dell'autore spagnolo che ritroviamo nello spettacolo di Amarcanto che presenta il Romancero Gitano, una tra le produzioni più alte di Lorca, eseguito su partitura del maestro Mario Castelnuovo Tedesco.
Cristiano Califano - chitarra
Franco Palmieri - regia
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri ottobre/dicembre 2016
omaggio a Garcìa Lorca
Gabriele Via e Valentino Corvino propongono un viaggio nella poesia musicale e nella musicalità poetica in omaggio all'opera di Federico García Lorca.
Recital in atto unico con selezione di testi del poeta andaluso e musiche originali di Valentino Corvino. Di e con Gabriele Via e Valentino Corvino. Progetto a cura di ABC Arte Bologna Cultura.
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri ottobre/dicembre 2016.
di Marco Danieli (Italia\2016, 101')
Quello di Giulia è un mondo antico e sospeso, fatto di rigore e testi sacri, che esclude con ferocia chi non vi appartiene. Quando Giulia incontra Libero scopre di poter avere un altro destino: la scelta di un storia d'amore purissima e inevitabile comporterà per lei una totale esclusione dal mondo dei Testimoni di Geova al quale appartiene.
personale di Renato Barilli | Set Up Caravan
La mostra Incontri e scontri con il reale, personale di Renato Barilli che si presenta al pubblico nella veste di artista con un centinaio di dipinti mai esposti a Bologna, tutti a tempera su carta Fabriano.
Le opere sono distribuite in cinque serie tematiche:1. Ritratti di personaggi del mondo dell’arte; 2. Altri ritratti; 3. Cartoline turistiche; 4. Dentro e fuori casa; 5. Per le vie della città.
Il motivo di fondo è quanto già espresso nella sua precedente mostra alla Galleria Stefano Forni. Viene riconosciuto che oggi il vincolo principale tra noi e la realtà è assicurato dalla fotografia, soprattutto se realizzata col mezzo rapido del cellulare. Ma a quell’immagine neutra e oggettiva è forse il caso di ridare una consistenza sensibile di tessuti, stoffe, carni, da qui l’utilità di una ripresa col colore e i pennelli, anche se condannata a ricalcare certi procedimenti tipici dei “peintres de la vie moderne”. E dunque, si tratta di una resurrezione dell’atto del dipingere, come oggi risulta da più parti, anche per decelerare sugli svolgimenti della ricerca e riportarli a modalità più tradizionali.
In occasione della mostra si terrà un ciclo di conversazioni con Renato Barilli che ritorna nei panni di docente per avvicinare il pubblico alla comprensione delle opere esposte con un excursus dall'Impressionismo a oggi. Il prezioso contributo dal titolo Ritorno ai Pittori della vita moderna si articola in tre appuntamenti: venerdì 24 febbraio, venerdì 3 e 10 marzo alle ore 17.00.
Orari: dal giovedì alla domenica, dalle ore 11.00 alle 19.00 e su appuntamento
intervista spettacolo
Piera Degli Esposti torna in teatro e torna nella sua città, Bologna, dopo quasi dieci anni di assenza dalle scene, anni in cui non ha smesso di recitare prestando il volto a personaggi delle serie televisive Rai più amate come Tutti pazzi per amore e Una grande famiglia. Eppure raggiunse il successo alla fine anni 70 con un’indimenticabile interpretazione di Molly cara, il monologo dell’ultimo capitolo dell’Ulisse di Joyce, per cui Eduardo De Filippo sentenziò «Chesta è o vierbo nuovo» consacrandola come la più particolare e significativa delle attrici di avanguardia. Per citare il “Dizionario dello spettacolo del 900” di Baldini&Castoldi, «con il suo viso scomposto e di una espressività singolare, quasi una maschera cubista, e con il suo modo di stare in scena da duellante» Piera ha rappresentato un punto di svolta nell’interpretazione della stessa femminilità in teatro.
L’occasione preziosa di rivederla sul palcoscenico è data da WikipierA, un'intervista dal vivo, condotta da Pino Strabioli, un’idea nata dopo la fortunata trasmissione di Rai Tre Colpo di scena e dopo una sorprendente serata alla rassegna romana I Solisti del Teatro.
La grande attrice ripercorre più di 50 anni di carriera: dagli amori impossibili e quelli possibili, il rapporto profondo e controverso con la mamma, la passione per Bologna, gli incontri fondamentali come quello con la scrittrice Dacia Maraini e il regista Marco Ferreri; Lucio Dalla, De Chirico e poi ancora le tappe della carriera. Un’intervista che sarà uno spettacolo, fra brani di grande teatro e ricordi. Da Joyce a D’Annunzio, da Beckett a Campanile.
Dice di sé Piera Degli Esposti: «Preferisco essere raccontata in vita che da morta. Lo spettacolo è il dietro le quinte di un'attrice, la formazione, le bocciature iniziali e poi i consensi. Penso che ai giovani possa servire vedere che si può costruire un cammino andando controcorrente».
di Pau Faus (Spagna\2016, 86′) | Mondovisioni 2017
L’appassionante percorso di Ada Colau durante un intero anno, dall’inizio della sua candidatura con il movimento “Barcelona in comú” fino alla trionfale elezione a sindaca della capitale catalana. La cronaca privata degli eventi, compreso il video-diario della Colau, e l’accesso privilegiato al cuore della inedita coalizione, ci mostrano riflesse in uno straordinario evento politico locale questioni più generali: una storica vittoria elettorale che diventa modello del cambiamento possibile nell’Europa meridionale, e il conflitto interiore di una persona che si appresta a incarnare quel potere che lei stessa ha sempre messo in discussione.
Quinta edizione della rassegna di Mondovisioni, i documentari di Internazionale, grazie alla collaborazione tra Kinodromo e Sfera Cubica che porta in città 6 tra i documentari più interessanti della scena mondiale, in collaborazione con CineAgenzia.
di Stephanie Soechtig (Usa\2016, 106′) | Mondovisioni 2017
Un amaro riepilogo di eventi e opinioni che hanno segnato l’infinito dibattito sul possesso di armi negli Stati Uniti, e insieme la denuncia il cinico immobilismo della politica, anche di fronte al continuo aumento di morti per colpi d’arma da fuoco e sparatorie di massa. Attraverso da una parte l’esperienza delle famiglie colpite dalle stragi di Newtown, Aurora, Isla Vista e Tucson, o dalla violenza quotidiana in città come Chicago, e dall’altra gli interessi della potente lobby della National Rifle Association e le ossessioni dei suoi membri, il quadro impressionante di un tema che resta determinante nella campagna presidenziale e nell’attualità americana.
Quinta edizione della rassegna di Mondovisioni, i documentari di Internazionale, grazie alla collaborazione tra Kinodromo e Sfera Cubica che porta in città 6 tra i documentari più interessanti della scena mondiale, in collaborazione con CineAgenzia.
Lezione a cura di Alain Bergala, critico, docente e cineasta, collaboratore dei "Cahiers du cinéma", tra i maggiori esperti del cinema di Jean-Luc Godard.
Lezione a cura di Alain Bergala, critico, docente e cineasta, collaboratore dei "Cahiers du cinéma", tra i maggiori esperti del cinema di Jean-Luc Godard.
(USA/1963) di Elia Kazan (174')
Elia Kazan, partendo da un proprio romanzo, torna in Anatolia per portare sullo schermo le origini familiari e il sogno dell'America. "Ho cercato di fare un film che sembrasse una leggenda. È per questo che Stavros e Vartan stanno su una montagna a tagliare il ghiaccio. La montagna ‘pulita' era un simbolo delle loro aspirazioni. [...] Quando giravo il film mi dicevo che l'America era un sogno di libertà assoluta in tutti i campi. Su questo ho voluto dire due cose. Una è che l'America aveva delle responsabilità nei confronti di questo sogno: il sogno ha una responsabilità nei confronti di chi sogna. L'altra riguarda ciò che la gente ha conquistato quando è arrivata qui, concretizzando il suo sogno, e cioè la libertà di far soldi. Il denaro diventava la loro arma" (Elia Kazan).
(Lord of the Flies, GB/1963) di Peter Brook (92')
Lasciamo perdere che l'apologo nero di William Golding finirà a far da canovaccio ai reality tv in cui vecchi arnesi della civiltà dello spettacolo vengono portati in gruppo su un'isola deserta, per esibirsi a soggetto e a favore di telecamera. Il film che Peter Brook trasse dal romanzo nel '63, pur nella sua rigida quadratura ideologica, continua a fare un bel po' d'impressione: quei bambini inglesi, beneducati e soli che regrediscono fino all'idolatria, all'efferatezza e ai rituali di sacrificio dicevano che ogni società naturale è basata sullo spargimento di sangue, piccoli alfieri feroci della più radicale critica culturale coeva. (pcris)
(Tystnaden, Svezia/1963) di Ingmar Bergman (95')
Due sorelle (Ingrid Thulin e Gunnel Lindblom) e il figlioletto della seconda, sono in viaggio in una città straniera, dove si parla una lingua incomprensibile. Cupo teatro espressionistico di accuse, rancori, in una dimensione allucinata dove campeggiano i volti, ma anche la contrapposizione fra il corpo frigido e sofferente di Ester e quello sensuale e avido di Anna. (rch)
Copia proveniente da Svenska Filminstitutet