(No, Cile-Francia-USA/2012) di Pablo Larraín (118')
Il film rievoca uno degli snodi fondamentali della storia cilena: il referendum indetto da Augusto Pinochet nel 1988 per estendere di altri otto anni la sua permanenza al potere, e che invece porterà alla caduta del regime, aprendo la strada verso la democrazia. Larraín segue i passi della campagna per il no, condotta da un giovane e intraprendente pubblicitario (interpretato da Gael García Bernal). Con pochi mezzi e l'obiettivo di cambiare il paese. Vincitore della Quinzaine des Réalizateurs di Cannes 2012.
Copia in HD
(El club, Cile/2015) di Pablo Larraín (93')
Dopo la trilogia sulla dittatura di Pinochet (Tony Manero, Post mortem e No - I giorni dell'arcobaleno), Pablo Larraín si conferma regista delle zone buie, degli angoli remoti. Come quello in cui vengono esiliati (ma non denunciati) dalla Chiesa alcuni religiosi che si sono macchiati di crimini. Echi di Buñuel e Ferreri in "un film appassionante e disturbante come pochi. Diretto e insieme segreto, tenebroso ma anche beffardo" (Fabio Ferzetti), che colpisce per "l'atmosfera malata che vi regna, da girone infernale, tutto il non detto e il gioco incrociato degli sguardi, la dannazione della memoria, l'appello dei sensi" (Maurizio Porro). Orso d'argento alla Berlinale 2016. (ac)
(Nosferatu, Eine Symphonie des Grauens, Germania/1921) di Friedrich W. Murnau (106'). Accompagnamento di Daniele Furlati al pianoforte e di Frank Bockius alla batteria
"Il film capitale del cinema muto". Dal Dracula di Bram Stoker, la storia immortale di Nosferatu, il non-morto che semina la peste, assorbe e spegne le forze vitali, attenta all'equilibrio dell'universo, finché un sacrificio femminile farà sorgere l'alba sulla città liberata. "Sul piano formale, il film si allontana dall'espressionismo e lo trascende: prima d'ogni altra cosa per l'importanza che vi ha la Natura, per l'impressionante varietà di esterni reali che ne accrescono il romanticismo magico. Murnau s'abbandona totalmente al suo gusto della polifonia e del contrappunto, sul piano drammatico e cosmico. Nosferatu è prima di tutto un poema metafisico" (Jacques Lourcelles).
Accompagnamento di Daniele Furlati al pianoforte e di Frank Bockius alla batteria
(USA/1939) di Victor Fleming (101'). Fantastico. Dai 4 anni in su
Una favola musical che trova la sua ragion d'essere in un'immortale canzone, Over the Rainbow, e in una voce che s'impenna limpida sulla soglia estrema dell'infanzia. Un film di fondazione dell'immaginario americano: "Non ebbe gran successo all'uscita. Ci vollero vent'anni per recuperare i costi. Ma poi finì per essere trasmesso così spesso in televisione che l'America si ritrovò ipnotizzata a fissare uno strano riflesso di sé" (Peter von Bagh). Judy Garland s'aggira inquieta nella terra di nessuno che precede l'adolescenza, finché un tornado la solleva in volo dal grigio Kansas e la trasporta oltre l'arcobaleno. Lo schermo s'accende di colori e forme ai bordi dell'allucinazione, le immagini si compongono in allegorie, le scarpette rosse schiacciano streghe cattive
come Eva la testa del serpente. La morale che tanto dispiacque a Salman Rushdie, "nessun posto è bello come casa mia", avrebbe dominato almeno due decenni successivi di cinema americano. (pcris)
Fantastico. Dai 4 anni in su
(Argentina-Cile-Spagna-Francia/2016) di Pablo Larraín (107')
Pablo Larraín si confronta con il grande poeta latinoamericano Pablo Neruda. Il racconto si concentra sulla rottura con il presidente Videla, la contrapposizione con il prefetto Peluchonneau e la fuga che lo trasformò in un simbolo di libertà. Larraín mescola storia e invenzione, poliziesco e farsa e prova a cogliere quell'intreccio inestricabile di poesia e impegno che contrassegnarono la vita di questo gigante della letteratura. "Neruda è un falso biopic. Neruda amava le storie poliziesche. E questo è più un film ‘nerudiano' che un film su Neruda" (Pablo Larraín).
(From Russia With Love, GB/1963) di Terence Young (118')
Tra i capolavori della serie ispirata a Ian Fleming. Tutt'una scintilla Sixties: la guerra fredda si scioglie tra le lenzuola dove l'agente Tatiana Romanova mette alla prova l'ars amatoria di James Bond. Non ancora pop, i colori e l'intrigo hanno un fasto da commedia d'alta classe hollywoodiana con il giusto twist d'amoralità britannica. Le Bond girls sono l'elegante e ironica Daniela Bianchi, unica italiana nel prestigioso mazzo (le altre saranno poco più che comparse) e la terrificante Lotte Lenya dagli stivaletti a scatto assassino. La lunga sequenza del treno si potrebbe rivedere all'infinito. (pcris)
Copia in HD
(Italia/1963-2008) di Pier Paolo Pasolini, a cura di Giuseppe Bertolucci (83')
L'‘ipotesi di ricostruzione' del progetto originario di Pasolini, curata da Giuseppe Bertolucci con la Cineteca di Bologna e il Fondo Pasolini, ha dimostrato che La rabbia (1963) avrebbe dovuto essere un lungometraggio autonomo pasoliniano, un ‘poema cinematografico' in prosa e in versi, che evoca gli eventi più emblematici degli anni compresi fra il secondo dopoguerra e l'inizio del boom economico, come la decolonizzazione del terzo mondo, la guerra d'Algeria, l'incubo del nucleare. Un film basato esclusivamente sul montaggio di materiali di repertorio: cinegiornali, fotografie, riproduzioni di dipinti e disegni, frammenti di film. (rch)
Copia in 35mm
precede
IL CARRETTIERE
(Borom Sarret, Senegal/1963) di Ousmane Sembène (22')
Primo cortometraggio di Ousmane Sembène, il ‘padre del cinema africano', capace di dare voce al suo popolo "trasformando la macchina da presa in un'arma contro l'oppressione, l'ipocrisia e la corruzione" (Samba Gadjigo). La storia di un umile carrettiere di Dakar a cui il carretto viene sequestrato, privandolo dell'unica fonte di guadagno, è un atto di denuncia delle condizioni di miseria della popolazione senegalese.
(Irlanda/2016) di John Carney (106'). Drammatico, Commedia. Dai 13 anni in su
Dopo il bell'esordio con Once e il simpatico Tutto può cambiare (dove Keira Knightley e Mark Ruffalo portavano la musica del cuore nell'East Side di New York), John Carney s'impegna una volta di più a dimostrare che il film musicale ha ancora un suo sonoro perché, e lo fa scavando nell'autobiografia. Irlanda di metà anni Ottanta, giovani fan divisi tra i Cure e gli Spandau Ballet, tra il sogno di raggiungere Londra e i patemi familiari, tra la scuola e la voglia di creare una loro band. Dal "Village Voice": "Sing Street è il film più romantico attualmente in circolazione, traboccante di musica, di divertimento e dei brividi del primo amore". (pcris)
Drammatico, Commedia. Dai 13 anni in su
(Cile-Messico-Germania/2010) di Pablo Larraín (98')
Una dissoluzione esistenziale diventa anche fisica, materiale: il protagonista lavora all'obitorio di Santiago del Cile nel settembre 1973, durante il golpe. Trascrive le autopsie di corpi che aumentano di giorno in giorno. La sua vita vuota e scialba, in seguito all'arrivo del cadavere eccellente di Allende, prende una svolta inaspettata, facendolo in qualche modo rinascere, ‘post mortem' altrui, perché lo rende protagonista di un evento storico, paradossalmente partecipe della contemporaneità.
Copia in 35mm
(Soshite Chichi Ni Naru, Giappone/2013) di Hirokazu Koreeda (120'). Seguirà un approfondimento sui temi del film con gli psicoanalisti Daniela Battaglia e Luigi Foroni presso la Biblioteca Renzo Renzi.
La scoperta dello scambio di due bambini avvenuto alla nascita in ospedale sconvolge le esistenze di due famiglie giapponesi di diversa estrazione sociale. Amore contro biologia, un'alternativa impraticabile. "Koreeda aveva due strade davanti a sé: far salire la temperatura emotiva del suo straziante racconto fino a travolgere i personaggi stessi, oppure legare lo stile di regia (limpido, quasi sereno) alla dignità dei protagonisti, abbracciandoli tutti con uno sguardo diretto e solidale" (Roy Menarini). Sceglie la seconda, e con discrezione e leggerezza sottrae la narrazione all'eccesso melodrammatico. Gran premio della giuria a Cannes 2013.
Seguirà un approfondimento sui temi del film con gli psicoanalisti Daniela Battaglia e Luigi Foroni presso la Biblioteca Renzo Renzi.
(USA/1960) di Robert Drew (53')
segue
FACES ON NOVEMBER
(USA/1964) di Robert Drew (12')
Kennedy nel 1960, durante le primarie del Wisconsin che lo videro sfidare il senatore Hubert Humphrey. "I quattro che nel 1960 si riunirono per realizzare Primary sono una sorta di Beatles del documentario. Robert Drew, Richard Leacock, D.A. Pennebaker e Albert Maysles hanno trasformato il genere producendo un'ineguagliabile serie di classici. [...] Non è esagerato affermare che prima di Primary non esisteva il documentario come oggi lo intendiamo, e cioè come schietta osservazione della realtà" (Thom Powers). Il 22 novembre 1963 Kennedy veniva ucciso. Faces of November documenta il funerale: la compostezza di Jackie e della famiglia, la commozione di tanta gente comune, lo sgomento di una nazione.
Copie in HD
(Body Heat, USA/1981) di Lawrence Kasdan (113'). Introduce Leonardo Gandini
La torbida relazione tra Kathleen Turner e William Hurt in una torrida estate americana. Fonte d'ispirazione sono il noir classico e l'hard boiled di James M. Cain, in particolare Double Indemnity e l'adattamento di Billy Wilder. Ci sono la femme fatale, l'omicidio del marito, lo scambio d'identità, il doppio gioco. Ma Brivido caldo ha "una forza che trascende le sue fonti" (Roger Ebert). Oltre ad accrescere ed esplicitare la componente erotica, inaugura un atteggiamento consapevole, allusivo nei confronti del genere (si parla, non a caso, di neo-noir), una "maniera nostalgica" (Frederic Jameson) propria di un cinema che guarda al passato come a un catalogo di figure e di stili. (aa)
Introduce Leonardo Gandini
In collaborazione con il Corso di Iconografia del Cinema - Università di Bologna
Copia in HD
(El verdugo, Spagna-Italia/1963) di Luis García Berlanga (89')
"Già all'epoca e ancora oggi il più perfetto e maturo dei film di Luis García Berlanga, in Spagna La ballata del boia ebbe strenui difensori e acerrimi nemici per ragioni più politiche che cinematografiche. Il film inizia come commedia di costume dai toni un poco macabri, si trasforma in assurdo incubo del reale e termina in muta tragedia dell'irreversibile. Questa terribile parabola sui rischi del non saper dire 'no', continuando a fare piccole concessioni e sperando nella fortuna, costituisce anche un ritratto durissimo della Spagna progressista. La ballata del boia rimane un'opera assolutamente viva". (Miguel Marías)
precede
UOMINI SUL VAJONT (Italia/1959) di Luciano Ricci (14')
Alcune fasi della costruzione della diga del Vajont, tristemente nota per il disastro del 1963. Il documentario mette particolarmente in luce la dimensione umana degli operai che stanno lavorando all'impresa.
Copie in HD
(Nawet nie wiesz, jak bardzo cie kocham, Polonia/2016) di Pawel Lozinski (76'). Incontro con la psicoanalista Chiara Blevi
Non c'è dubbio che per Pawel Lozinski fare film sia un'esperienza catartica. E dai forti risvolti edipici. Tre anni dopo Father and Son (che descriveva un viaggio con il padre-regista Marcel Lozinski che segnò la rottura dei loro rapporti), in questo documentario esplora la ricomposizione di un conflitto per troppo amore tra una madre e una figlia, attraverso l'aiuto del celebre psicoanalista Bogdan De Barbaro. L'intenzione è quella di "mostrare il processo della terapia", riprendendo con discrezione e senza interventi di montaggio le sedute in studio. La macchina da presa indugia bergmanianamente sui primi piani delle protagoniste, registrando ogni minima variazione di espressione e di stato d'animo. (ac)
Copia in HD
Incontro con la psicoanalista Chiara Blevi
(Italia/1984) di Paolo e Vittorio Taviani (157')
Il volteggiare di un corvo è il sottile trait d'union che lega quattro racconti (più un prologo e un epilogo) ispirati ad alcune delle Novelle per un anno di Pirandello. Storie di campi e contadini, di miseria e sfruttamento, di erotismo e superstizione, in cui i Taviani "hanno rinunciato a ogni residuo realistico per suggerire una sorta di tempo bloccato, privo di identità storica, in cui i personaggi sembrano provenire, più che da una Sicilia arcaica, dalle primitive regioni dei sentimenti e dei vizi umani" (Francesco Bolzoni).
In occasione degli spettacoli, in scena all'Arena del Sole, Fantasmi (di Luigi Pirandello, regia Nanni Garella dal 14 al 26 febbraio) e L'uomo dal fiore in bocca (di Luigi Pirandello, regia di Gabriele Lavia, 21 e 22 febbraio). Per chi presenta il biglietto d'ingresso al film sconto del 30% sull'acquisto di un biglietto per lo spettacolo.
Copia in 35mm
di Damian Pettigrew (Francia/Gran Bretagna/Italia, 2002, 105′)
Nell’intervista rilasciata a Pettigrew, Fellini racconta, con estrema chiarezza, le sue verità sull’arte, sul cinema, sulla vita. Completano il ritratto, oltre ad alcuni rari filmati di back-stage, le divertite testimonianze dei suoi “burattini”, di coloro cioè che hanno recitato e lavorato per lui: l’entusiasmo incontenibile di Benigni, l’affetto di Terence Stamp, il risentimento glaciale di Donald Sutherland. A un grande creatore corrisponde sempre una grande personalità. Attraverso le parole del regista riminese, si entra nel vivo di una visione profonda e personalissima. Quella di Fellini è una saggezza umana, semplice, priva di compiacimenti, illuminante. Fellini era una forza creatrice incessante e inarrestabile, ed è proprio nelle immagini, nelle invenzioni, nelle “bugie” che si rivela nella sua vera essenza. Il suo è un vero potere da incantatore: ad ascoltarlo parlare, si è pervasi dalla stessa magica sensazione che si prova a vedere un suo film.
di Federica Di Giacomo (Italia/Francia, 2016, 89′)
La Chiesa risponde all’emergenza spirituale nominando un numero crescente di preti esorcisti ed organizzando corsi di formazione. Padre Cataldo è un veterano, tra gli esorcisti più ricercati in Sicilia e non solo, celebre per il carattere combattivo ed instancabile. Ogni martedì Gloria, Enrico, Anna e Giulia seguono, insieme a tantissimi altri, la messa di liberazione di padre Cataldo e cercano la cura ad un disagio che non trova altrove risposte né etichette. Fino a dove ognuno di noi, credente o meno, è disposto ad arrivare purché qualcuno riconosca il nostro male? Cosa siamo disposti a fare per essere liberati qui ed ora? È la storia dell’incontro fra la pratica esorcista e la vita quotidiana dove i contrasti tra antico e contemporaneo, religioso e profano, risultano a tratti inquietanti a tratti esilaranti. Un film non sulla religione ma su come la religione può essere vissuta.
Vincitore del premio Orizzonti alla 73 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Questioni di cuore
Le lettere del cuore di Natalia Aspesi sul Venerdì di Repubblica dopo essere state raccolte nel libro Amore mio ti odio (Edizioni Il Saggiatore) diventano uno spettacolo. Un viaggio attraverso la vita sentimentale e sessuale degli italiani nel corso degli ultimi trent'anni. I tradimenti, le trasgressioni, le paure, i pregiudizi. Migliaia di storie intorno all’amore e alla passione che, incredibilmente, non cambiano con il passare dei decenni e l’evoluzione del costume. Dalla ragazzina infatuata per un uomo tanto più grande di lei alla donna che ama essere picchiata, dalla signora che s’innamora di un sacerdote alla moglie tradita e abbandonata, dal giovane che si scopre gay al maschio orgoglioso della sua mascolinità. Tutti hanno imbracciato la penna (più recentemente la tastiera del pc) per scrivere a Natalia Aspesi chiedendo un consiglio, un parere. E le risposte, argute, comprensive, feroci, spesso sono più gustose dal leggere delle domande. A dare voce, colore, sfumatura e diversi gradi d'intensità sul palco a questa corrispondenza silenziosa Lella Costa.
Da un’idea di Aldo Balzanelli.
Nell’ambito di LabOratorio San Filippo Neri Febbraio – Giugno 2017
L’esercito delle cose inutili
Una favola bellissima che mette in contatto due periodi cruciali dell'esistenza umana: il passaggio dall'adolescenza all'età adulta e quello dall'età adulta alla vecchiaia. Il ragazzino Guglielmo, introverso e bullizzato, intrattiene una corrispondenza con Raimond un asino greco che i genitori gli hanno regalato per Natale adottandolo a distanza. Raimond sulla sua isola era un asino che portava pesi ed era felice di farlo: la vecchiaia lo relega tra gli inutili, quelli che si crogiolano svolgendo attività improduttive per passare il tempo. Il rapporto col ragazzo gli da un'ultima missione insperata proprio quando credeva di non averne più. E la vicinanza di Raimond infonde fiducia al ragazzo che non trovava il coraggio di spiccare il volo.
Dall'omonimo libro di Paola Mastrocola (Edizioni Einaudi).
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri ottobre/dicembre 2016
La lavatrice del cuore. Lettere di genitori e figli adottivi
“Ma tu non lo sai che quando noi donne diventiamo mamme, in qualsiasi modo lo diventiamo, riceviamo in dono una lavatrice del cuore?” L’adozione raccontata attraverso le testimonianze di chi l’ha vissuta direttamente o indirettamente. Dalle lettere raccolte per la categoria Lettera di un’adozione 2013, nasce La Lavatrice del cuore, spettacolo teatrale scritto da Edoardo Erba ed interpretato da Maria Amelia Monti. Il racconto dell’esperienza di Edoardo e Maria Amelia si affianca a quello di altre coppie, di papà e mamme che raccontano il proprio viaggio, in un’alternanza tra prosa e lettura di grande intensità i cui non mancano momenti ironici.
Produzione Festival delle lettere, in collaborazione con ItaliaAdozioni.
A cura di Edoardo Erba
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri ottobre/dicembre 2016