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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 50 min fa

Zabriskie Point

Ven, 08/09/2019 - 09:59

(Italia-USA/1970) di Michelangelo Antonioni (110')

Uno studente ribelle in fuga da un'accusa di omicidio e la giovane segretaria di un ricco uomo d'affari s'incontrano nel deserto e fanno l'amore. Lui viene ucciso dalla polizia, lei immagina la deflagrazione termonucleare della villa del boss, che si sbriciola al ralenti come i falsi miti del consumismo capitalista, in uno dei finali più metaforicamente allucinatori della storia del cinema. L'apocalisse dell'America e dell'occidente. "Forse il mio film è la storia di una ricerca, di un tentativo di liberazione, in un senso interiore e privato, ma a confronto con la realtà provocatoria dell'America intera" (Michelangelo Antonioni).


"Nel 1970 la Nuova Hollywood si trova a dover affrontare inconsciamente un dilemma: distinguersi dalla controcultura hippie degli anni Sessanta e fare in modo che un'altra Hollywood possa esistere e prosperare. È molto interessante perché nessuno allora poteva immaginare che la spinta rivoluzionaria degli anni Sessanta si sarebbe esaurita così rapidamente. Già a partire dal 1970 le questioni che avevano dominato il decennio precedente non avevano più alcun interesse o rilevanza. Molti dei film usciti nel 1970 erano stati girati nel 1969, eppure la rottura è netta in questo anno cerniera. Per esempio un soggetto che era stato al centro del dibattito pubblico era quello della radicalizzazione dei movimenti di protesta all'interno dei campus universitari: si fecero cinque film su questi movimenti, come Zabriskie Point. È successo che la maggior parte di quei film sono rapidamente caduti nell'oblio: a partire dal 1970 nessuno era più interessato a questo fenomeno che sembrava già datato. Ci furono anche molti film intorno alla figura di un uomo rispettabile che si fa corrompere da una hippie sfrenata: anche questa è una cosa che non interessa più a nessuno perché era già sorpassata nel 1970".

(Quentin Tarantino)

Lingua originale con sottotitoli

Beyond the valley of the dolls

Ven, 08/09/2019 - 09:55

(USA/1970) di Russ Meyer (109')

Il più folle, esagerato, costoso film di Russ Meyer, relizzato, dopo tanto cinema indipendente, con i fondi di un grande major (la 20th Century Fox). Scritto dal regista con il critico Roger Ebert, che lo definì il primo "rock-camp-horror-exploitation-musical" della storia del cinema, è una violenta, parossistica, ironica satira del mondo dello spettacolo che mette alla berlina Hollywood e i suoi miti. Pseudo sequel di La valle delle bambole, film di Mark Robson tratto dal romanzo di Jacqueline Susann. L'autrice si dissociò e chiese i danni ai produttori. "Qualsiasi film che si ritenga possa danneggiare la reputazione di scrittore di Jacqueline Susann non può essere poi così male". (Vincent Canby)

Lingua originale con sottotitoli

Il tagliagole

Ven, 08/09/2019 - 09:51

(Le Boucher, Francia-Italia/1970) di Claude Chabrol (93')

Dordogna. Il tenero amore tra un timido macellaio e la direttrice della scuola del villaggio viene funestato da una serie di orribili delitti. È lui il colpevole? Uno dei vertici del cinema hitchcokiano e grandguignolesco di Claude Chabrol, che trova nella credibilissima descrizione della provincia e dei suo abitanti la sua grande forza narrativa ed emotiva. Pur pervasa da un suspence angosciosa perfettamente costruita, è soprattutto una sconvolgente e struggente love story.

Lingua originale con sottotitoli

Il ginocchio di Claire

Ven, 08/09/2019 - 09:47

(Le Genou de Claire, Francia/1970) di Éric Rohmer (105')

Quinto dei sei Racconti morali rohmeriani, "il più plasticamente sensuale, il più luminoso e il più ambiguo"(Fieschi). Jérôme, diplomatico in procinto di sposarsi, corteggia per scommessa la liceale Laura ma si sente attratto da un'altra adolescente, Claire, innamorata a sua volta del coetaneo Gilles. Sulla falsariga delle Relazioni pericolose di Laclos, Rohmer intreccia personaggi e sentimenti sullo sfondo dello lago di Annecy fotografato da Néstor Almendros. "Sia una riflessione su come si costruisce una storia che una psicologia della seduzione, costruito con un'intelligenza, cinematografica, e non solo, sopraffina". (Paolo Mereghetti)

Lingua originale con sottotitoli

Radiazioni BX: distruzione uomo

Ven, 08/09/2019 - 09:42

(The Incredible Shrinking Man, USA/1957) di Jack Arnold (81')

Appuntamento speciale del nuovo ciclo di matinée domenicali dedicato alla fantascienza degli anni Cinquanta che si svolgerà da ottobre a dicembre. Nella fantascienza le dimensioni contano: lo sa bene Jack Arnold, che nel 1955 cattura il pubblico nella tela del gigante Tarantula e due anni dopo fa rimpicciolire il protagonista di questo Radiazioni BX. Un restringimento graduale e inarrestabile che trasforma l'ordinario (la casa, gli oggetti, il gatto) in mostruoso (L'invasione degli ultracorpi è dell'anno precedente) fino a giungere a una dimensione infinitesimale dai connotati divini. Prima sceneggiatura di Richard Matheson (che in disaccordo con alcune scelte registiche volle eliminare il proprio nome dai crediti). (aa)

Lingua originale con sottotitoli

Lettera al Cremlino

Ven, 08/09/2019 - 09:37

(The Kremlin Letter, USA/1970) di John Huston (113')

Spy-story molto anni Settanta, di quelle in cui si perde il filo alla terza sequenza e poi chi lo ritrova è bravo. Il pretesto (macguffin avrebbe detto Hitchcock, falcone maltese aveva già detto Huston) qui è una lettera spedita a Mosca dal governo americano, e probabilmente intercettata dai cinesi. Molti piaceri arrivano dal cast: Max von Sydow colonnello dell'Armata Rossa, Orson Welles come un Falstaff sovietico al cospetto delle Nazioni Unite, George Sanders omosessuale travestito nella peccaminosa San Francisco. Nel turbinare di luoghi e intrighi, batte comunque il cuore di Huston, "specialista in lavori da talpa e in calcoli da studente di matematica" (Roger Tailleur). (pcris)

Lingua originale con sottotitoli

La vita privata di Sherlock Holmes

Ven, 08/09/2019 - 09:33

(The Private Life of Sherlock Holmes, GB/1970) di Billy Wilder (125')

L'eroe di Conan Doyle versione Wilder: nella meravigliosa scenografia vittoriana di Alexandre Trauner, l'avventura romantica del detective che si perde per una donna e viene meno al mito della razionalità. Grandi dialoghi di I.A.L. Diamond: "Forse faccio una domanda indiscreta, Holmes, ma lei è mai stato innamorato?". "Sì, Watson". "Davvero lo è stato?". "Davvero lei sta facendo una domanda indiscreta".

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Alberto Urso - Solo Live

Ven, 08/09/2019 - 09:29

Teatro EuropAuditorium - Stagione 2019/2020

Dopo il successo ottenuto a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, con oltre 2.000 presenze, il tenore e polistrumentista Alberto Urso si esibirà al Teatro EuropAuditorium con il suo Solo live, accompagnato da un’orchestra.

Dal 2 ottobre è inoltre online il video del nuovo brano dell’artista, “E poi ti penti”, scritto da Kekko Silvestre, il quale fa da apripista all’album “Il Sole ad Est” in uscita la prima settimana di novembre.

Di origini siciliane, Alberto Urso, classe ‘97, sviluppa la sua passione per la musica a soli 8 anni quando il papà lo porta per la prima volta a sentir cantare un amico tenore. Grazie al suo slancio verso la musica e alla sua predisposizione naturale al canto e grazie al sostegno della sua amata nonna Rosetta, studia e si diploma in teoria e solfeggio presso il conservatorio di Messina e consegue la Laurea magistrale in Canto lirico al conservatorio di Matera. Suona il pianoforte, il sax e la batteria. Si è tatuato sul braccio sinistro lo spartito del brano "O sole mio" insieme a Euterpe, dea della musica. Il 9 maggio 2019 ha pubblicato con la major Universal Music Italy (Polydor Records) il suo primo disco intitolato "Solo", 9 inediti e 2 cover ("Guarda che Luna" di Fred Buscaglione" feat. Arisa e "Adesso tu" di Eros Ramazzotti). Alberto Urso ha vinto quest'anno la 18esima edizione di "Amici", talent show di Maria De Filippi. A settembre ha pubblicato il suo nuovo singolo "E poi ti penti", scritto da Kekko Silvestre, brano apripista dell'album "Il Sole ad Est" (il suo secondo) in uscita a novembre. Dal 21 settembre è tutor della squadra Blu del talent "Amici Celebrities".

Info biglietti e prevendita


Informazioni
Telefono: +39 051 372540
info@teatroeuropa.it

La Signora dell'auto con gli occhiali e un fucile

Ven, 08/09/2019 - 09:29

(The Lady in the Car with Glasses and a Gun, Francia/1970) di Anatole Litvak (103')

L'ultimo film di Anatole Litvak è un rocambolesco e intricato gioiello di suspence, tratto da un romanzo di Sebastien Japrissot e ambientato negli splenditi paesaggi tra Marsiglia e Avignone. Una segretaria inglese, in vacanza in Costa Azzurra con l'auto del suo capo, si ritrova catapultata in una situazione kafkiana: viene riconosciuta da persone che non ha mai incontrato prima, in luoghi che non ha mai visitato. La scoperta di un corpo nel bagagliaio farà precipitare gli eventi verso un insospettabile finale.

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L'uccello dalla piume di cristallo

Ven, 08/09/2019 - 09:24

(Italia-RFT/1970) di Dario Argento (98')

Sodoma e Gomorra è la ‘catastrofe biblica' che s'abbatte sulla Titanus nel 1962. Lo splendore del Gattopardo aveva dato il suo contributo allo sfascio. Tempo di riposizionamenti, dalla produzione alla distribuzione. Le strategie di casa non cambiano: cinema di genere, da cui germina qualcosa d'imprevisto. Debutta Dario Argento con la storia d'uno scrittore americano a Roma, di un serial killer, di un certo particolare che sfugge alla visione. È l'inizio d'una poetica e d'una retorica (suoni distorti, rumori amplificati, impermeabili neri). Nuovi autori crescono. (pcris)

"Di tutte le strardinarie opere prime di quell'anno, non ce n'è nessuna che abbia saputo incidere in profondità nel paesaggio cinematografico di un paese come L'uccello dalla piume di cristallo. A partire da quel momento e per molti anni il giallo ha dominato completamente il cinema di genere italiano. Quel modo squisito di mostrare storie di omicidi coi guandi neri è qualcosa che ha completamente cambiato la prospettiva del genere. Bisogna precisare l'origine del nome: ‘giallo' in italiano è il colore dei romanzi polizieschi a buon mercato che si vendevano all'epoca come il pane. Il nome è poi stato esteso ai film. È diventato un genere a se stante, coerente e un punto di riferimento. Dario Argento nella fattispecie è diventato un dio, un idolo per i fan dei film horror e dei thriller degli anni Settanta. [...] Dario Argento ha dato una nuova identità ai film di genere che a loro volta si ispiravano a Hitchcock o Bava, ma attraverso una lettura in termini visivi e grafici nettamente più interessante rispetto ai suoi predecessori."

(Quentin Tarantino)

Dicktatorship - fallo e basta!

Ven, 08/09/2019 - 09:18

(Italia/2019) di Gustav Hofer e Luca Ragazzi (90')

Gustav e Luca vivono insieme da tanti anni. Un giorno, a colazione, una battuta infelice rischia di mettere in crisi il loro rapporto di coppia: possibile che Gustav non si sia mai reso conto che Luca è un maschilista? La discussione è il pretesto per iniziare un'analisi ironica ma puntuale del loro - e nostro - paese. Un viaggio alla scoperta delle storie di ordinario sessismo dell'Italia di oggi, tra integralisti cattolici, improbabili raduni per ‘uomini veri', esperimenti scientifici rivelatori. Un documento esilarante e preoccupante del maschilismo latente, e non, imperante in Italia.

Incontro con Gustav Hofer e Luca Ragazzi
Rassegna promossa da FICE Emilia-Romagna

Fiorella Mannoia - Personale Tour

Gio, 08/08/2019 - 17:14

Teatro EuropAuditorium - Stagione 2019/2020

Stagione ricca di novità e soprattutto di nuova musica per Fiorella Mannoia. "Si riparte - ha scritto Fiorella sui suoi profili social - "Personale" è il titolo del nuovo progetto, nuovo album e nuovo tour. Da maggio ci si rivede nei teatri..."

Dopo la data dello scorso maggio, Fiorella Mannoia torna domenica 27 ottobre 2019 al Teatro EuropAuditorium di Bologna, per una seconda imperdibile tappa del suo Personale Tour prodotto e organizzato da Friends & Partners.

Info biglietti e prevendita


Informazioni
Telefono: +39 051 372540
info@teatroeuropa.it

Renato Zero - Zero il Folle Tour

Gio, 08/08/2019 - 16:01

A più di due anni dall’ultimo progetto live e discografico, Renato Zero torna con una nuova tournée, “Zero il Folle in Tour” che toccherà molte città italiane da nord a sud. Ad anticipare il tour un nuovo album di inediti intitolato “Zero il Folle” in uscita ad ottobre, realizzato a Londra con la produzione e gli arrangiamenti di Mr. Trevor Horn.

Renato Zero salirà sul palco dell'Unipol Arena di Casalecchio (Bo) sabato 21 e domenica 22 dicembre 2019.

info biglietti

La ragazza del bagno pubblico

Gio, 08/08/2019 - 14:49

(Deep End, GB-Germania Ovest/1970) di Jerzy Skolimowski (88')

Chiameremo questo film meraviglioso con il suo vero titolo, Deep End. In Deep End c'è tutto quello che potreste chiedere a un film: buona musica (i Can, Cat Stevens, e - perché no - Wagner), uno splendore come Jane Asher, una messa in scena estremamente efficace, libera, in cui risulta davvero palpabile la
lezione dei ‘nuovi cinema' sparsi ovunque nel mondo. C'è tutta l'astuzia di Jerzy Skolimowski nel girare gli esterni a Londra e gli interni a Monaco, mantenendo una dinamica molto swinging London. Ma è soprattutto percepibile la fisicità e l'isteria di un cambiamento radicale dei costumi sociali. (Rinaldo Censi)

Lingua originale con sottotitoli

Love Story

Gio, 08/08/2019 - 14:39

(USA/1970) di Arthur Hiller (99')

"Where do I begin / To tell the story of how great a love can be". Da dove cominciare per raccontare un film che forse oggi è un po' dimenticato, ma che è stato un cult degli anni Settanta e oltre, e che è sinonimo di grande amore tragico? Quell'amore che vince le differenze di classe, l'ostilità dei genitori, le ristrettezze economiche. Quell'amore che è sufficiente all'uno e all'altra per sopravvivere. Ma che non può vincere la malattia, la morte. Love Story è il sorriso luminoso di Ali McGraw, lo sguardo mite di Ryan O'Neal, il rotolarsi nella neve, il ricordare ciò che è perduto. E sono le note strazianti di Francis Lai (Oscar per la colonna sonora, il testo fu poi scritto dopo il film da Carl Sigman), indimenticabili come il vero amore. (aa)

"Negli Stati Uniti si è scoperto il grande cinema d'autore mondiale a partire dagli anni Cinquanta. Questi film sono stati proiettati nelle grandi città e molto ben accolti. Gli Americani hanno scoperto il cinema di Bergman, Rossellini, Fellini, Kurosawa... Sia da parte della critica che del pubblico si è scatenata una vera e propria mania nei confronti di questi autori. Questa è stata una grande fonte di ispirazione. Tuttavia bisogna considerare che i grandi cineasti americani dell'epoca non avevano assolutamente una libertà comparabile a quella di un Fellini o di un Bergman. Dovevano adattarsi agli schemi imposti da Hollywood cercando di esprimersi il più liberamente possibile. Con l'avvento della Nuova Hollywood hanno finalmente potuto disporre di questa libertà, facendo proprie le tecniche e le modalità espressive che si andavano diffondendo nel cinema mondiale per fare film in un modo nuovo. C'è un esempio che potrei fare, che può apparire strano ma che è invece assai pertinente a questo proposito: il modo in cui Arthur Hiller ha girato Love Story. Questo film, che è stato uno straordinario successo ed è stato ottimamente accolto, in definitiva funziona soprattutto grazie all'autentica alchimia che esisteva fra i due attori. Per ottenere questa alchimia e catturarla in modo diretto, Hiller si è concesso di girare in un modo che io non avevo mai visto né nel suo cinema né nella Hollywood classica: ovvero mettendo da parte il montaggio per riprenderli in lunghi piani sequenza con delle focali lunghe, lasciandoli esprimere liberamente, con semplicità. Si trattava di qualcosa di inedito nel cinema americano, reso possibile dalla frequentazione del cinema d'autore internazionale"

(Quentin Tarantino)

Lingua originale con sottotitoli

Estasi

Gio, 08/08/2019 - 14:33

(Ekstase, Cecoslovacchia-Austria/1933) di Gustav Machatý (82')

Nel giardino dell'Excelsior, quella sera, si udiva il respiro degli spettatori attentissimi, si udiva un brivido correre per la platea". Così l'allora giovane critico Michelangelo Antonioni a proposito del film-scandalo della Mostra del Cinema di Venezia 1934, opera summa di un regista raffinato e cosmopolita (dalla natia Praga a Hollywood - dove fu assistente di David W. Griffith e di Erich von Stroheim - con successive tappe in Austria, Germania e Italia). A turbare il castigato pubblico del Lido furono la prima scena di nudo integrale nella storia del cinema maggiore, protagonista la statuaria e meno che ventenne Hedy Kiesler (la futura Hedy Lamarr) e le numerose allusioni erotiche. Attraverso il gioco sapiente del montaggio e l'espressività estrema di una recitazione quasi da film muto, Machatý mette a punto la lezione delle avanguardie cinematografiche tedesche e sovietiche in una sinfonia d'amore tragica e fatale, glorificazione della natura e dei sensi. Restauro da Národní filmový archiv presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata

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Viburno rosso

Gio, 08/08/2019 - 14:28

(Kalina krasnaya, URSS/1974) di Vasilij Šukšin (110')

Dopo anni di galera, Egor torna al suo villaggio. Vorrebbe cambiare vita, anche grazie all'amore per Ljuba, ma glielo impediranno i pregiudizi della gente del posto e l'odio dei suo vecchi compari. Ultimo film di Šukšin (morto quarantacinquenne per un'ulcera perforata) che adattò un suo racconto riservando a se stesso e alla moglie i ruoli da protagonisti. Molto amato da Fassbinder, questo dolente dramma sociale sulla perdita di radici è probabilmente il suo capolavoro, quello dove è più riuscito l'equilibrio tra la spinta edificante-sentimentale e quella umoristica, tra il vigore narrativo e lo sguardo lucido e dimesso con cui l'autore guarda all'ineluttabile destino dell'uomo.

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New York, New York

Gio, 08/08/2019 - 14:23

(USA/1977) di Martin Scorsese (155')

La New York inventata dal cinema anni Quaranta, lucida di pioggia, scintillante di insegne al neon, tra i coni di luce e le volute di fumo dei jazz club. Scorsese trova i giusti colori per le memorie del bianco e nero: un film stilisticamente splendido, e tra i suoi più belli. "Poiché i vecchi set di Hollywood non esistevano più, li feci costruire da Boris Levin, che era stato scenografo in I misteri di Shanghai e West Side Story. Cercai di ispirarmi ai film di Vincente Minnelli per i movimenti di macchina e tentai anche di spingermi più in là". Il film "è semplicemente la storia di due persone che si amano e che sono entrambe creative": come dire, la personale declinazione di un'eterna storia americana, da È nata una stella a La La Land. (pcris)

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Lo Sceicco bianco

Gio, 08/08/2019 - 14:18

(Italia/1952) di Federico Fellini (85')

Due sposini in viaggio di nozze dalla provincia alla capitale romana. L'apparizione sull'altalena del bianco sceicco Alberto Sordi, divo divino solo sulla carta dei fotoromanzi. E dunque le illusioni del mondo dello spettacolo. Le benevoli prostitute della capitale, tra cui la Cabiria di Giulietta Masina. C'è già tutto il mondo felliniano in questo primo film firmato unicamente dal regista riminese (Luci del varietà è codiretto con Lattuada). "Per la sceneggiatura mi rifeci ai racconti che avevo scritto per il ‘Marc'Aurelio' in cui si riflettevano i miei pensieri sulla natura spietata delle storie d'amore, sull'amore giovanile che si confronta con la realtà dolceamara, sulla luna di miele che si irrancidisce, sulle delusioni dei primi tempi del matrimonio e sull'impossibilità di riuscire a conservare i romantici sogni iniziali" (Federico Fellini).


segue
THE HILLS OF MARLIK (Tappeha-ye Marlik, Iran/1964) di Ebrahim Golestan (15')

"Un sito archeologico nell'Iran settentrionale risalente a 3000 anni fa è contemporaneamente zona di scavi e terreno concimato dai contadini. Ulteriore esempio del lavoro documentario di Golestan su elementi classici, in cui il passato e il presente si toccano, il film mostra un'evidente continuità tra le varie manifestazioni umane colte dalla macchina da presa, infondendo vita negli oggetti inanimati. Guardandolo è impossibile non pensare a Les Statues meurent aussi (1953) di Resnais: entrambi i film tracciano delle connessioni tra l'uomo, l'arte e la morte, e sono caratterizzati da un approccio storico insieme poetico e politico". (Ehsan Khoshbakht) Restaurato da Ecran Noir Productions e Fondazione Cineteca di Bologna in collaborazione con Ebrahim Golestan e National Film Archive of Iran. Con il sostegno di Mahrokh Eshaghian e Genoma Films

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Elisa | Diari Aperti Live

Gio, 08/08/2019 - 14:17

tour nei palasport

Dopo l'intimità dei teatri in primavera, da novembre Elisa parte alla conquista dei grandi spazi dei palasport con un nuovo tour che arriverà all’Unipol Arena di Casalecchio lunedì 9 dicembre 2019.

Reduce dal successo della sua tournée internazionale che l’ha vista esibirsi nei più importanti club del Nord Europa, Elisa prosegue così il viaggio del suo apprezzatissimo progetto discografico “Diari Aperti”, pubblicato a ottobre scorso per Island Records e certificato Disco di Platino. L’album contiene i singoli di successo che hanno dominato le classifiche radio in questi mesi: "Se piovesse il tuo nome", Disco Doppio Platino, “Anche Fragile” e “Vivere tutte le vite”, rispettivamente Platino e Oro. Protagonista dell’estate in radio con il suo duetto con Carl Brave, “Vivere tutte le vite”, e dal 21 agosto sul grande schermo con il colossal Disney “Il Re Leone” in cui doppia e canta il personaggio chiave di Lana (voce di Beyoncé nella versione americana), Elisa con la nuova tournée ancora una volta mostrerà la sua voglia sprimentare e quel suo eclettismo che le permette di spaziare dall'inglese all'italiano, dall'elettronico all'acustico, in maniera unica e vincente.

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