l'arte a Santo Stefano come non l'avete mai vista!
Sulla simbologia medievale a Santo Stefano e il suo forte legame con Gerusalemme si è scritto molto. Questo complesso però è anche uno straordinario scrigno di opere d'arte, che spesso rimangono in ombra rispetto alla simbologia medievale. Ilaria vi condurrà alla scoperta di affreschi e quadri conservati nelle chiese e nel museo.
Ritrovo alle ore 15.30 davanti all'ingresso della chiesa, in piazza S. Stefano.
L’Associazione chiede un contributo di di 8€ per adulti e 4€ per bambini sotto i 12 anni. Minimo 10 partecipanti.
La visita si terrà anche in caso di maltempo. Prenotazione obbligatoria al numero 348 1431230 (pomeriggio e sera). Iniziativa rivolta esclusivamente ai soci. Sarà possibile associarsi al momento della visita guidata compilando l'apposito modulo e ricevendo la tessera (da presentare alle visite successive). La quota associativa è di 10 euro e la prima visita guidata è in omaggio.
Visita guidata: origini, capolavori, curiosità
Conosciuta dai tutti i bolognesi come luogo di sepoltura dei propri cari, la Certosa ha le sue origini alla metà del XIV secolo come monastero certosino di San Gerolamo. Cimitero cittadino a partire dal 1801, si è arricchita di monumentali sepolcri che ne fanno il principale museo a cielo per l’arte bolognese tra Otto e Novecento. Ma non parleremo solo di tombe: le storie delle persone che riposano nella parte monumentale sono ricche di avventura, passione e ironia!
Ritrovo ore 10.30 in via della Certosa 18 (ingresso chiesa). §
L’Associazione chiede un contributo di 8€ per adulti e 4€ per bambini sotto i 12 anni.
Per ogni ingresso saranno devoluti 2€ per il restauro del Cimitero Monumentale.
Minimo 10 partecipanti. La visita si terrà anche in caso di maltempo.
Prenotazione obbligatoria al numero 348 1431230 (pomeriggio e sera).
Iniziativa rivolta esclusivamente ai soci. Sarà possibile associarsi al momento della visita guidata compilando l'apposito modulo e ricevendo la tessera (da presentare alle visite successive).
La quota associativa è di 10€ e la prima visita guidata è in omaggio.
di Mario Perrotta
Dopo il grande successo riscosso ai più importanti festival italiani (Primavera dei Teatri, Da vicino nessuno è normale, VolterraTeatro, Lunatica Festival) arriva il secondo movimento del Progetto Ligabue, che vede coinvolti sulla scena otto interpreti, attori-danzatori, per regalare voce, suono e fatica fisica al mondo interiore di Ligabue, alle sue ossessioni, trasformando in corpi danzanti e parlanti gli animali, i volti e i paesaggi del suo immaginario pittorico, la Svizzera mitica dei suoi sfondi, ma anche la forza dirompente dei suoi colori.
Dopo aver lavorato sull’uomo Ligabue nel primo spettacolo, ora il focus è sull’artista e il suo paesaggio interiore, alla ricerca di quel corto circuito che avvenne nella vita di Antonio Ligabue, quando le linee verticali delle montagne svizzere vennero a contatto con le linee orizzontali delle pianure padane, generando nell’anima un contrasto esplosivo continuamente denunciato dal pittore nei suoi dipinti.
Teatro dell’Argine in collaborazione con Teatro Sociale di Gualtieri/Comune di Gualtieri/Festival Internazionale di Arzo (CH)/dueL/Olinda
con Mario Perrotta, Micaela Casalboni, Paola Roscioli, Lorenzo Ansaloni, Alessandro Mor, Fanny Duret, Anaïs Nicolas, Marco Michel
musiche di Mario Arcari
di e con Saverio La Ruina
Le botte, gli stupri sono la parte più fisica del fenomeno; l’uccisione della donna la parte conclusiva. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spegne il sorriso e la capacità di sognare. Una polvere opaca che confonde, fatta di parole che umiliano e feriscono, di piccoli sgarbi, di riconoscimenti mancati, di affetto sbrigativo, talvolta brusco.
di e con Marco Baliani e Maria Maglietta
Identità è una parola puntaspilli dove vanno a infilarsi e a convergere una pluralità di temi, di sostanze, ma anche di racconti. Lo spettacolo mette in scena conflitti e pone domande, senza dare soluzioni univoche, riflettendo su come la parola identità si presti ad essere relativizzata e modificata a seconda dei contesti: identità religiosa, identità etnica, identità sessuale, identità nazionale, identità genetica, identità biologica; dalla modernità in poi, questa parola è stata esaltata o negata, piegandosi ad essere di volta in volta una classificazione burocratica, una schedatura poliziesca, un valore per cui lottare, una richiesta di riconoscimento, un’affermazione.
di Pietro Floridia | Teatro dell’Argine
«Non so se sia bello o se sia brutto, ma una delle ragioni per cui continuo a fare teatro con i rifugiati è questa: che dal niente ti trovi davanti, magari, Sherazade. Quella de Le mille e una notte, quella che con i racconti si tiene in vita. Ce l’hai davanti in carne e ossa. Solo che, a ‘sto giro, tiene in vita non se stessa, ma la nipote malata. E allora succede che, per uno come me, che invece sente di non tenere in vita proprio nessuno col suo teatro, coi suoi racconti; che non sente affatto di curare o, in qualche modo, essere antidoto per il mondo malato che ci circonda, questi incontri con persone per le quali la frase “È questione di vita o di morte” non è un modo di dire; per le quali l’aggettivo “necessario” non è una bella parolina che ci piace mettere di fianco alla parola “teatro”; ecco: questi incontri a me fanno lo stesso effetto che stare di fronte a un fuoco. Chissà che, per un attimo, non riesca a sfuggirlo ‘sto gelo da mancanza di senso, da parole, parole, parole. E per un attimo mettere in circolo un po’ di questo calore, di questo fuoco» (Pietro Floridia).
di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella
A partire dalla suggestione di Hamlet Travestie, riscrittura burlesque settecentesca di John Poole in cui la parodia ribadisce l’autorità dell’Originale, passando per Don Fausto di Antonio Petito, lì dove invece l’Opera diventa vicenda matrice di altre vicende, immaginiamo una famiglia napoletana a noi contemporanea, i Barilotto, in un quadro di sopravvivenza quotidiana: il lavoro, la casa, i debiti, i figli. Ognuno vincolato al legame con l’altro, in una stasi violenta in nome dell’unità. Dissociato, se ne sta Amleto, il figlio senza padre, ad alimentare un conflitto di dubbi e paure. Intorno a lui, la vicenda shakespeariana diventa il canovaccio di un’improbabile tragedia redentiva, una fallimentare distribuzione di ruoli e di pesi, in una famiglia fuori di sesto.
Punta Corsara/produzione 369gradi | in collaborazione con Teatro Franco Parenti e con il sostegno di Armunia /Inequilibrio Festival, Fuori Luogo - La Spezia, Olinda
spettacolo vincitore del premio In-Box 2014
Lo spettacolo si confronta con lo spettatore su un’urgenza generazionale e sociale, quella dell’emigrazione (o della fuga) dall’Italia, e lo fa passando per vari codici, dal monologo al video alla relazione diretta con il pubblico. Vi si narra un’impresa, quasi un’odissea, quella di un giovane attore/padre/uomo italiano, che alla fine assomiglia a quella di molti altri padri e uomini di qualunque professione in questo presente globale e disumanizzante.
Blue Desk con il sostegno di Carrozzerie n.o.t. | con il patrocinio di Roma Capitale
uno spettacolo di Simone Amendola e Valerio Malorni
con Valerio Malorni
spettacolo interpretato dai lavoratori e lavoratrici dell’azienda La Perla
Teatro dell’Argine in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil
Come una Perla è il racconto corale di una crisi e di una rinascita: quella della storica azienda di intimo del bolognese, che tra il 2008 (anno in cui viene rilevata da una holding statunitense) e il 2013 (quando subentra l’imprenditore italiano Silvio Scaglia) è passata dal dramma di un imminente fallimento alla speranza di un rilancio. Lo spettacolo prova a restituire questa alterna vicenda di dolore e gioia attraverso la viva voce dei protagonisti: Come una Perla nasce infatti da un percorso laboratoriale realizzato all’interno dell’azienda con una ventina di operaie e di operai, la cui memoria emotiva ha creato i diversi momenti dello spettacolo, ora più intimi e dolorosi, ora persino buffi. Ed è proprio la loro voglia di raccontare e di raccontarsi a donare all’intero spettacolo un’aria di sincera autenticità, rendendo indimenticabile un’esperienza tanto partecipata.
di Roberto Bolaño
«Questa sarà una storia del terrore. Sarà una storia poliziesca, un noir, un racconto dell’orrore. Ma non sembrerà. Non sembrerà perché sono io quella che la racconta. Sono io a parlare, e quindi non sembrerà. Ma in fondo è la storia di un crimine atroce». Questo è l’inizio del romanzo Amuleto di Roberto Bolaño, uno dei massimi scrittori latinoamericani del secondo Novecento.
La voce è quella di Auxilio Lacouture, una donna realmente esistita, che rimase imprigionata per dodici giorni, in compagnia delle poesie di Pedro Garfias e dei propri ricordi, nella toilette per donne della facoltà di lettere e filosofia di Città del Messico, dopo l’irruzione dell’esercito nel campus, il 18 settembre 1968. Attraverso la storia di Auxilio, Bolaño ripercorre la storia di un intero Paese.
Archètipo in collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana
con Maria Paiato
regia di Riccardo Massai
Teatro dell’Argine in collaborazione con CIMES Dipartimento di Musica e Spettacolo Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Un testo di Matéi Visniec, I cavalli alla finestra, il cui tema centrale è la guerra; la scrittura qui si fa visionaria e ci conduce in un universo sgangherato e beffardo, surreale e insensato. Un universo fatto di vittime che si credono eroi, di vecchi derelitti alla ricerca del proprio giorno da leoni, donne sacrificate al grido di battaglia. Una danza macabra, affascinante e grottesca, dove il tempo scorre avanti e indietro mangiandosi le lancette dell’orologio, le porte sbattono come granate e i cavalli sinistramente, nell’ombra, tramano.
Una drammaturgia potente e solida, che ha al proprio centro l’assurdità di ogni conflitto.
Teatro dell’Argine in collaborazione con CIMES Dipartimento di Musica e Spettacolo Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Una storica produzione del Teatro dell’Argine dal drammaturgo franco-rumeno Matéi Visniec, il cui nome ha cominciato a circolare in Italia grazie anche a questo spettacolo.
Del sesso della donna come campo di battaglia rilegge la violenza delle guerre interetniche alla luce di una sensibilità acuta e penetrante, alternando riflessione e rappresentazione, monologo e dialogo, referto scientifico e analisi introspettiva, per delineare due indimenticabili figure di donna alle prese con un dramma irriducibile, in un teatro della parola che riesce a dare evidenza fisica al dolore.
Teatro dell'Argine | spettacolo per ragazzi da 11 anni
Uno spettacolo che racconta, dal punto di vista di quattro adolescenti, un universo fatto di emozioni vissute all’eccesso, un mondo dove “o tutto o niente”, un mondo dove se detesti il tuo sedere lo copri con sette maglioni, se non sopporti la Pazzaglia vorresti darle fuoco alla macchina, e se ami la Cecchini ti spari 2000 chilometri e la raggiungi in gita scolastica e le dici che è per sempre. Perché a questa età è così. Fino in fondo. Senza mezze misure. Sempre sul filo. In equilibrio.
di Giulia D’Amico, Pietro Floridia, Valentina Kastlunger e Andrea Paolucci
con Caterina Bartoletti, Lorenzo Cimmino, Giovanni Malaguti, Ida Strizzi
regia Andrea Paolucci.
Teatro dell'Argine
Uno spettacolo che racconta, dal punto di vista di quattro adolescenti, un universo fatto di emozioni vissute all’eccesso, un mondo dove “o tutto o niente”, un mondo dove se detesti il tuo sedere lo copri con sette maglioni, se non sopporti la Pazzaglia vorresti darle fuoco alla macchina e se ami la Cecchini ti spari 2000 chilometri e la raggiungi in gita scolastica e le dici che è per sempre. Perché a quell’età è così. Fino in fondo. Senza mezze misure. Sempre sul filo. In equilibrio.
spettacolo per bambini dai 6 ai 10 anni
Siamo in un teatro durante la prova generale di uno spettacolo. Proprio mentre il primo attore sta per interpretare la scena madre con l’aiuto dell’anziana suggeritrice, irrompe in scena il direttore con un drammatico annuncio: il teatro chiude per sempre per mancanza di pubblico. Mentre gli attori sconsolati abbandonano il teatro, la suggeritrice fa un incontro straordinario: un’ombra. Non l’ombra di qualcuno, un’ombra sola, che non appartiene a nessuno e che nessuno vuole. Ci penserà la nostra protagonista ad aver cura di lei prendendola con sé: cosa sarà mai avere un’ombra in più? Ma se le ombre diventano due, poi tre, poi quattro, poi molte di più? La cosa inizia a farsi strana, molto strana. E si sa: le stranezze non sono mai piaciute alla gente. Riusciranno le ombre ad aiutare la loro amica a trovare un altro lavoro?
spettacolo per bambini dai 4 ai 10 anni
Nuovi personaggi invaderanno la cameretta della piccola Nina, sconvolta dall’arrivo del terribile “Laltrocoso”, il fratellino di pochi mesi. Un altro viaggio che porterà la nostra protagonista a esprimere e comprendere i propri sentimenti nei confronti del nuovo arrivato, un’avventura per Nina e per tutti gli spettatori fra risate, lotte, spaventi e acrobazie divertenti.
spettacolo per bambini dai 4 ai 10 anni
Continua il viaggio delle tre buffe amiche vagabonde Zobeide, Sassonia e Teulalia sul carretto delle storie. Questa volta sarà proprio Sassonia a immergersi nella storia che sta leggendo.
Eh sì, perché Sassonia è un po’ sbadata e distratta e fa poca attenzione a quello che le viene detto e questo, a volte, può essere un bel guaio. Soprattutto se ti sei persa nel bosco e l’unico a cui chiedere informazioni è un lupo affamato. E così, tra boschi, carretti, lupi, nonne e cacciatori, le buffe avventure delle nostre beniamine si incrociano e si mescolano con la fiaba di Cappuccetto Rosso, ancora una volta opportunamente riveduta e “scorretta”!
spettacolo per bambini dai 4 ai 10 anni
l viaggio delle tre buffe amiche vagabonde Zobeide, Sassonia e Teulalia sul carretto delle storie. Quanto lavoro c’è da fare su un carretto! Dice il proverbio: chi fa da sé, fa per tre! Zobeide è talmente d’accordo con questo motto che incarica la povera svampita Sassonia di fare tutto da sola, mentre lei se ne va con Teulalia a divertirsi! Ma... Un momento... Questo mi ricorda qualcosa...
E così, le buffe avventure delle nostre beniamine di nuovo si scontrano e si mescolano con celebri fiabe, facendoci rivivere questa volta la bellissima storia di Cenerentola opportunamente riveduta e “scorretta”!
European Robotics Week 2014. Laboratori alla scoperta della robotica che si nasconde nella vita di tutti i giorni
15:30 Missione spaziale!
Sonde, razzi, satelliti... Quanti robot ha inventato l’uomo per studiare il cielo! All’interno del planetario, scopriremo a cosa servono e come funzionano, per poi ricreare un fedele Sistema Solare... in miniatura. [da 7 anni]
16:30 [4-6 anni]
17:30 [2-3 anni]
Io Robot
Come l’artista Ettore Sottsass, ci divertiremo a comporre un robottino dalle sembianze umane, assemblando liberamente oggetti composti da materiali tra i più disparati e dalle mille forme geometriche.
17:00 Food Factor
I robot del cibo Proveremo a risolvere alcune questioni legate all’approvigionamento di alimenti, programmando dei robot! Apprenderemo così, in modo divertente, le basi della robotica. [da 8 anni]
stare bene con gli altri: laboratorio per bambini
Ricostruiremo le tappe di una missione umanitaria per le emergenze alimentari. Le azioni e le scelte di tutti contribuiranno a identificare i corretti alimenti da portare, l’itinerario da seguire, i rischi da evitare e tutto quanto necessario per il successo della missione. [6-10 anni]