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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 2 min 48 sec fa

Elling

Lun, 11/17/2014 - 09:05

(Norvegia/2001) di Petter Naess (89'

Dopo due anni in un istituto psichiatrico, Elling, quarantenne fragile e problematico, è reinserito in società insieme al suo compagno di stanza Kjell Bjarne. Una commedia leggera sui temi del disagio e della marginalità. "È il tipo di storia che nelle mani sbagliate sarebbe potuta diventare stucchevole e melensa, ma il regista Petter Naess ha il tocco giusto. Dà al film asprezze e chiaroscuri, tratta la malattia mentale senza sentimentalismi, fa dei suoi eroi degli uomini e non delle macchiette, e comunque riesce a trovare un lieto fine" (Roger Ebert).

Al termine incontro con operatori del settore e associazioni. Nell'ambito del programma Prisma (Azienda Usl di Bologna), coordinato dall'associazione UmanaMente, in collaborazione con Gli amici di Luca e Passo Passo.

Paese mio

Lun, 11/17/2014 - 09:05

(Italia 2014 di Riccardo Marchesini (74').

Una giovane band emergente della bassa bolognese decide di mettersi in viaggio verso quei paesi della propria terra che hanno dato i natali ad alcuni dei più famosi cantanti, scoprire le loro radici, i loro esordi e capire dove e perché tutto è veramente cominciato. Un viaggio attraverso canzoni, ricordi, testimonianze di amici, parenti e protagonisti raccolte in un territorio dove nel giro di pochi chilometri si incontrano band longeve come i Nomadi, rockstar come Ligabue e Vasco, cantanti melodiche come Orietta Berti, bluesman come Zucchero e re del liscio come Casadei.

Introducono Riccardo Marchesini e i Palco Numero Cinque, band protagonista del film 

Lamerica

Lun, 11/17/2014 - 09:05

(Italia/1994) di Gianni Amelio (125'). Introduce Michele Caianiello

"Lamerica, Litalia, Lalbania: il titolo di un film, nato con l'apostrofo, come il suono di una suggestione lontana ma inevitabile, e rimasto con l'apostrofo per i tre anni di scrittura e lavorazione del film, che un bel giorno diventa una parola tutta intera, più elementare e più sognante, Lamerica scritta come l'avrebbe scritta un emigrante, come ha detto Gianni Amelio, e come gli è venuto in mente aveva scritto Elsa Morante nella Storia. Un titolo che sintetizza tutto il senso del film, che addirittura è più bello, emblematico ed essenziale del film finto: una storia di emarginazione ed emigrazione, di ricchi e furbi e di poveri e disperati, che scava nella memoria collettiva di un paese (il nostro) che solo fino a cinquant'anni fa andava altrove in cerca dell'America". (Emanuela Martini)

Introduce Michele Caianiello

Nell'ambito del ciclo Cinque decenni di migrazioni, in collaborazione con Scuola di Giurisprudenza - Università di Bologna

Copia in 35mm

Corvo rosso non avrai il mio scalpo

Lun, 11/17/2014 - 09:05

(Jeremiah Johnson, USA/1972) di Sydney Pollack (116'). Introduce Michele Fadda

Basato su due fonti letterarie: Crow Killer: The Saga of Liver-Eating Johnson di Raymond Thorp e Robert Bunker e Mountain Man di Vardis Fisher, Corvo rosso non avrai il mio scalpo (ma quanto più efficacie è il titolo originale Jeremiah Johnson) viene girato nello stato dello Utah, dove la tribù dei Crow si era davvero installata. Sceneggiato da John Milius (il senso panico della natura, la forma duello, la violenza, ma anche il senso dell'onore, del rispetto) e diretto felicemente da Sydney Pollack (probabilmente il suo film migliore), è un'ode che oscilla tra mito, cultura, wilderness, violenza: i pilastri su cui si basa la storia americana. Un film di lunghi silenzi, in cui sentiamo il respiro della natura. E ritroviamo tutto questo sul volto di Robert Redford. (rc)

Copia in HD

Stella

Lun, 11/17/2014 - 09:05

(Francia/2008) di Sylvie Verheyde (102'). Introduce Emy Beseghi

(Francia/2008) di Sylvie Verheyde (102')

1977. Stella, undici anni, è al suo primo anno in una prestigiosa scuola media di Parigi. Per lei è l'ingresso in un mondo nuovo. Quasi un miracolo, per una ragazzina che vive in un caffè frequentato dalla classe operaia, che cambierà la sua vita per sempre. "Stella è una sorta di 400 colpi al femminile. C'è la stagione inquieta che segna il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, la Francia anni Settanta delle periferie, [...] il contrasto fra chi è una figlia del popolo, a proprio agio fra ubriaconi e disoccupati, e la disciplina, i professori, i compagni di classe [...]. Stella ricalca le esperienze della regista e fin da subito si apprende la durezza del vivere, e il suo lento risvegliarsi di fronte a un mondo intellettuale e sociale, le letture, i quadri, le amicizie, le prime feste, i primi turbamenti sentimentali" (Stelio Solinas).

Introduce Emy Beseghi

Copia in 35mm

In fondo agli occhi

Ven, 11/14/2014 - 15:12

di e con Gianfranco Berardi Gabriella Casolari

In fondo agli occhi affronta le tematiche della crisi e della malattia da questa prodotta, sviluppandosi su due assi complementari: la cecità, malattia cui è affetto Gianfranco Berardi, e la cura, reale esperienza che Gabriella Casolari, in scena e nella vita, vive. La cecità diviene, metaforicamente, il filtro attraverso cui analizzare la nostra contemporaneità: a essere cieco è un intero paese, rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via uscita. Chi è più cieco di chi vive senza un sogno, senza una prospettiva davanti a sé, di chi, con questa consapevolezza, non può far altro che cedere alla disperazione?

Una barista, Italia, donna delusa e abbandonata dal suo uomo, e Tiresia, suo socio e amante, non vedente, raccontano in scena la propria storia, i sogni mancati, le debolezze e le speranze. Sono perennemente in crisi come il paese in cui vivono, logorati dalla propria esistenza oltre che dal proprio rapporto. La finzione, il mescolamento di vissuti da bar, di frammenti autobiografici e di fantasie drammaturgiche e registiche scrive Berardi ci hanno portato qui in fondo agli occhi quelli di chi scrive, quelli di chi ascolta, quelli di chi legge, quelli di chi piange, quelli di chi ride, di chi guarda ma non vede, quelli di chi sogna, quelli di chi vede ma non si accorge, quelli di chi cerca, quelli di chi un giorno finalmente rivedrà.

Vocazione

Ven, 11/14/2014 - 15:04

ideazione e regia Danio Manfredini | La Corte Ospitale

Danio Manfredini, una delle voci più intense del teatro contemporaneo italiano – vincitore di tre premi Ubu e del Premio Lo Straniero 2013 come «maestro di tanti pur restando pervicacemente ai margini dei grandi circuiti e refrattario alle tentazioni del successo mediatico» – presenta il suo ultimo lavoro in cui intraprende un percorso di ricerca sul tema dell’attore di teatro e della sua vita. In Vocazione l’artista traccia dunque un quadro della figura dell’attore, dei vari stadi che attraversa e che lo conducono alla creazione, di come i piani della vita si contaminano con quelli dell’arte e viceversa.

A partire dal repertorio teatrale in cui autori come Cechov, Shakespeare, Mariangela Gualtieri, Testori o ancora Bernhard trattano esplicitamente la condizione dell’attore, Manfredini, affiancato in scena dal suo storico compagno di viaggio Vincenzo Del Prete, estrae frammenti per ricercare la condizione dell’artista teatrale e la delicatezza del momento che sta attraversando.

«Metto a fuoco questo soggetto – scrive – in un momento in cui sembra inutile, non necessario, occuparsi di teatro, di arte e di conseguenza dell’attore- autore-regista teatrale, figura che sembra in disuso. (…) Fosse anche, come si dice, che il teatro è destinato a sparire, ci tocca dare luce al tramonto. Sarebbe comunque un privilegio, glorificare il momento del tramonto, così vicino al buio».

Politicamente scorretto

Ven, 11/14/2014 - 15:03

dibattiti, incontri, proiezioni e spettacoli teatrali per la X edizione di sfida culturale a servizio della verità, della giustizia e della legalità.

Politicamente Scorretto è stato ideato dall’Assessorato alla Cultura di Casalecchio di Reno-BO (ora Istituzione Culturale “Casalecchio delle Culture”) con la collaborazione dello scrittore Carlo Lucarelli e dal 2005, con una serie di appuntamenti trasmessi anche in diretta web grazie al Cineca, dà voce – da un territorio, quello di Bologna e provincia, ferito da stragi spesso impunite, complotti mai svelati, segreti di Stato ancora coperti – a quell’Italia che non dimentica, a quei cittadini che chiedono, ora e sempre, giustizia.

Io sono il vento

Ven, 11/14/2014 - 14:58

di Jon Fosse regia Lukas Hemleb con Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni

La particolarità di Lukas Hemleb è di aver attraversato con il suo lavoro sia i confini geografici sia le barriere estetiche. La sua carriera registica ha inizio a Francoforte e Berlino poi, passando per il Belgio, il Camerun e la Nigeria, arriva in Francia dove collabora con prestigiosi teatri come l’Odéon, la Comédie‐Française, il Bouffes du Nord, firma regie liriche e collabora con compositori contemporanei. Per il suo nuovo lavoro ha deciso di lavorare su un testo dello scrittore e drammaturgo Jon Fosse, considerato il maggiore autore drammatico norvegese dopo Ibsen. La drammaturgia di Fosse è sorprendente: i personaggi non hanno contorni definiti, i dialoghi sono balbettii e silenzi, le storie e gli ambienti sconfinano nell'astrattezza e nella rarefazione del sogno. Ma da questi elementi sgorga sempre una forte tensione drammatica.

Io sono il vento mette in scena il dialogo fra due uomini, il primo presumibilmente morto e il secondo in cerca del motivo per cui l’altro abbia deciso di mettere fine alla propria esistenza. In che modo quest’uomo ha iniziato a vedere il suicidio come unica soluzione? L’incomprensibilità di questo gesto estremo non è solo legata alla fine di un’esistenza, non rimane un gesto fine a se stesso; l’uomo rimasto in vita infatti, attraverso questo dialogo immaginario, riesce a capire molto più in profondità il senso della vita.

Io sono il vento
di Jon Fosse
regia Lukas Hemleb
con Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni
scene e costumi Pietro Babina

Emilia Romagna Teatro Fondazione, Maison De La Culture D'Amiens

Giornalisti di Guerra

Ven, 11/14/2014 - 14:58

incontri con i protagonisti della scena giornalistica italiana

La crisi internazionale, il sempre più difficile rapporto con le fonti. Il futuro di una professione che vede davanti a se prospettive incerte, impongono una riflessione e la conoscenza di nuovi strumenti di lavoro. Ne parlano i più importanti protagonisti della scena giornalistica del nostro Paese durante un ciclo di incontri organizzato dal Corso di laurea in Scienze della Comunicazione in collaborazione con l’insegnamento di Comunicazione Giornalistica | Università di Bologna.

Programma:

26 novembre - Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera
03 dicembre - Lucia Goracci, inviata del TG3
10 dicembre - Pier Luigi Camilli, in ricordo del videoreporter morto a Gaza nell’agosto scorso
17 dicembre - Fabio Bucciarelli, fotoreporter

Tutti gli incontri sono aperti al pubblico

DALLALTO

Ven, 11/14/2014 - 14:41

Bologna si accende DALLALTO. Capodanno 2015 a Bologna con il Vecchione di Andreco e il dj-set degli M+A e dj Scratchy

A Bologna, si festeggia l'arrivo del nuovo anno in Piazza Maggiore con il rogo del Vecchione d'artista, ideato quest'anno da Andreco e la musica degli M+A che si esibiranno eccezionalmente DALLALTO del balcone centrale di Palazzo d’Accursio.

DALLALTO è il titolo della serata di Capodanno che avrà inizio alla grande alle 22.30 con Barry Myers alias dj Scratchy, tourdj dei leggendari Clash e delle tournée mondiali di Joe Strummer & The Mescaleros, The Pogues e Gogol Bordello. La sua selezione musicale spazierà dal punk allo ska, passando per il rock'n'roll. Attorno alla mezzanotte, si affacceranno dal balcone gli M+A, la giovane band che quest’anno ha ottenuto un ottimo successo di critica e pubblico a livello internazionale che li ha portati a esibirsi sul main stage del Festival di Glastonbury, uno dei più importanti appuntamenti in Europa per quanto riguarda la musica e le arti performative. Di ritorno dal Regno Unito, si sono esibiti a Milano e Bologna in occasione di Unaltrofestival. Il duo elettronico italiano composto da Michele Ducci e Alessandro Degli Angioli, proporrà uno spettacolo a metà tra il dj-set e il live.

A mezzanotte, come vuole la tradizione bolognese, si accenderà il rogo del Vecchione, disegnato quest’anno da Andreco, artista attivo in Italia e all’estero. Tra le tante attività di quest’anno, Andreco ha partecipato al Festival NuArt in Norvegia, uno dei più importanti festival internazionali dedicati alla street art e all’urban art, realizzando installazioni e murales.

Il Vecchione, opera effimera per definizione, sarà allestito in Piazza Maggiore a fine dicembre e vivrà per pochi giorni prima del rogo che lo brucerà, chiudendo simbolicamente l'anno passato. Come l'anno passato, a fine serata sarà disponibile un servizio navetta che collegherà il centro della città con i principali locali dove sarà possibile continuare i festeggiamenti.

Il Capodanno in Piazza Maggiore è ideato e sostenuto dal Comune di Bologna e organizzato da Estragon, media partner Radio Bruno.

Dopo aver assistito in Piazza Maggiore al djset di M+A e al rogo del Vecchione il pubblico potrà raggiungere le altre feste della città prendendo il DALLALTO bus, il servizio navetta gratuito per i locali della città – Cassero, Locomotiv, Estragon, Covo Club, Sottotetto, Link – e ritorno. Il DALLALTO bus parte da Piazza dei Martiri / angolo via dei Mille ed è attivo dalle 01.00 alle 05.00 con corse ogni 15 minuti (l’orario di termine del servizio navetta coincide con l’orario di inizio delle corse degli autobus di linea).

Le fermate previste sono:
Piazza dei Martiri angolo via dei Mille (partenza e capolinea)
Porta San Donato (zona universitaria)
Cavalcavia Mascarella (Locomotiv)
Parco nord (Estragon)
San Donnino (Covo)
CAAB (Link)
San Sisto (Sottotetto e Ostello della gioventù)
San Donnino (Covo)
Parco nord (Estragon)
Cavalcavia Mascarella (Locomotiv)
Porta San Donato (zona universitaria)
Piazza dei Martiri (Cassero)

Errare divinum est

Ven, 11/14/2014 - 14:40

il Natale sbagliato con Clelia Sedda. Nell'ambito di BO ON | Bologna si accende

Appuntamento che anticipa l’edizione 2015 dell’Error Day.

Spettacolo psicoterapeutico a base di assunzione di errori, per l'Anno che V’Errà.
Comico, teologico, filosofico, canoro e candido è un evento preparatorio per l'ErrorDay, di e con Clelia Sedda, Roberta Giallo e altri ospiti d'errore.
...e a seguire:
Ridò
Venite col vostro regalo sbagliato. A ritmo di musica potrete riciclarlo passandolo alla persona al vostro fianco. Quando la musica finisce ci si trova con un nuovo regalo sbagliato.

Quando bisogna intervenire con urgenza e non sappiamo quale strada percorrere, proprio allora: “il gioco si fa duro e i giochi cominciano a durare” (Alessandra Berardi).
E noi che facciamo?
Continuiamo a provarci.
La nostra convinzione che vi sia una connessione deterministica tra causa ed effetto, uno stretto legame tra un evento e un altro, quella stessa presunzione che ci fa scambiare per conseguenze gli effetti, ci porta il più delle volte a fare previsioni sbagliate.
Spesso l’unica strada che crediamo di dover percorrere è quella che non conduce da nessuna parte.
Allora non ci resta che sbagliare, per passare con estrema disinvoltura da un insuccesso a un fallimento, da una cantonata a un abbaglio, da una gaffe a una caduta (di gusto e di ginocchia), da una poesia a una canzone, da una invenzione a una scoperta.
La novità di oggi è l'errore di domani, e viceversa.
Il vero comune denominatore dell’umanità è l'errore, particella di verità che ci dice da che parte non dobbiamo andare, divieto che siamo obbligati a ignorare soprattutto quando, quell'errore, ci piace.

FaustIn and out

Ven, 11/14/2014 - 14:39

di Elfriede Jelinek. Sotto sopra dentro fuori il Faust di Goethe | FFJelinek

Una riscrittura al femminile del Faust di Goethe che percorre e intreccia tre livelli di significato: filosofico, politico e della cronaca, secondo una tecnica consueta per Elfriede Jelinek, scrittrice austriaca Premio Nobel per la letteratura nel 2004. L’autrice riprende la vicenda, accaduta in Austria, del padre che ha tenuto segregata per anni la figlia nella cantina di casa costringendola a un rapporto incestuoso, ponendola però in una dimensione fisica e metaforica che prevede un alto e un basso, un fuori e un dentro. Per questo FaustIn and out è stato definito dalla stessa autrice “dramma secondario”, ovvero una specie di commentario teatrale all’opera di Goethe. Il tentativo di questa messinscena è di invertire le parti: il Faust originale come commentario del testo della drammaturga austriaca. La tragedia di Margarethe del Faust diviene pertanto il punto di partenza. C’è qualcosa dell’avanspettacolo nel testo della Jelinek che fa di Faust il palcoscenico di un cabaret. La vittima qui è il protagonista, come di là lo era il carnefice. Ma poi, chi è davvero la vittima? E chi il carnefice? Faustin and out,inedito in Italia, è stato appositamente tradotto da Elisa Balboni e Marcello Soffritti, direttore del Dipartimento di interpretazione e traduzione dell'Università di Bologna. La produzione è nata all’interno del Festival Focus Jelinek.

FaustIn and out                                                                                                 
dentro fuori sopra e sotto il Faust di Goethe
di Elfriede Jelinek
regia Fabrizio Arcuri
traduzione di Elisa Balboni e Marcello Soffritti
con Angela Malfitano, Francesca Mazza
Matteo Angius, Sandra Soncini
Tra un atto e l’altro e Accademia degli Artefatti in collaborazione con Festival Focus Jelinek

Svenimenti

Ven, 11/14/2014 - 14:28

un vaudeville dagli atti unici, dalle lettere e dai racconti di Anton Cechov

In pochi altri autori come in Anton Cechov l’opera si intreccia così fortemente con la propria biografia e la propria epoca: il grande drammaturgo russo è stato, assieme a Stanislavskij, un precursore di un teatro fondato sulla verità e sul realismo psicologico, e nei suoi testi la vita è entrata così come l’autore l’ha vissuta. Andare ripescare nell’immenso repertorio di racconti, atti unici e lettere di Cechov significa tornare alla fonte dei suoi più celebri capolavori trovandone i caratteri, le invenzioni, le atmosfere e immergersi in nuvole di teatro puro abitato da antieroi malinconici, intrappolati nella steppa di qualche provincia russa.

Accanto alla quotidianità trapela il ritratto di un’epoca e comprendiamo meglio questo artista pieno di contrasti: un malinconico con un innato senso della comicità, un solitario che in campagna rimpiangeva lo scintillio di Mosca e di San Pietroburgo, un uomo inquieto che mentre denunciava la mancanza di un luogo tranquillo per sé amava scrivere sentendo nella stanza accanto gli strepiti e i canti di una famiglia d’origine anomala e stravagante. Il titolo Svenimenti è un omaggio a Mejerchol’d che aveva intitolato Trentatré svenimenti la sua rilettura di tre atti unici di Cechov, «parola che allude – scrive Elena Bucci – ai punti di crisi emotiva e di perdita di controllo dei personaggi, urlo o gioia, pianto o riso ma comunque resa all’incomprensibile emozione della vita».

Svenimenti
un vaudeville dagli atti unici, dalle lettere e dai racconti di Anton Cechov
progetto, elaborazione drammaturgica Elena Bucci e Marco Sgrosso
regia Elena Bucci
con Elena Bucci, Gaetano Colella, Marco Sgrosso
CTB Teatro Stabile di Brescia / Le Belle Bandiere

Souvenir d'Italie – Lumières

Ven, 11/14/2014 - 14:26

nell'ambito di BO ON | Bologna si accende

Installazione di Luca Vitone per “ON14|15, Do elephants ever forget?”, progetto di arte contemporanea che invita artisti italiani e internazionali a realizzare opere site specific, azioni e performance in luoghi pubblici della città di Bologna.

Una luminaria pubblica, composta da cinque sculture luminose monumentali, collocata in via Matteotti sul ponte che attraversa i binari della Stazione Centrale di Bologna. L'opera prosegue una ricerca che l'artista porta avanti da tempo, in riferimento a memorie storiche, vicende politiche, caratteri architettonici e modalità di fruizione collettiva. 

La luminaria è composta da una sequenza di tre forme simboliche che hanno attraversato la storia e hanno caratterizzato culture diverse, dall’antico Egitto passando per le religioni monoteiste a tutte le relative eresie e diversioni. In particolare il triangolo, l’occhio e il circolo di raggi sono forme semplici e potenti che possono sia valere singolarmente che combinarsi in modi diversi. Da due punti di visione speciale però, in via Matteotti 6 e in via Indipendenza all’altezza della fermata degli autobus davanti all’Autostazione, le tre forme viste in prospettiva combaciano l’una con l’altra, formando il simbolo massonico adottato dalla Loggia P2, il cui progetto eversivo è tragicamente legato all’attentato che ha provocato la strage del 2 agosto 1980 sul primo binario della stazione di Bologna. La memoria di quel giorno è ancora viva ed è una parte importante dell’identità di Bologna e del senso di condivisione che lega la sua cittadinanza. 'Souvenir d’Italie – (lumières)' è dedicata alla memoria collettiva, memoria d’elefante che tutto contiene e nulla dimentica, e a tutte le nostre memorie personali, frammentate e lacunose, parziali e partigiane, dirette o ereditate, proponendosi come monito, promemoria e vera e propria lampadina accesa sulle tante storie sotterranee e occultate del nostro paese che ancora continuano e riverberano sul presente e su cui dobbiamo pretendere che venga fatta piena luce.

Opening: 13 dicembre 2014, ore 18
Ponte di Galliera

La Befana in Cineteca: Tempi moderni

Ven, 11/14/2014 - 14:15

(Modern Times, USA/1936) di Charlie Chaplin (87'). Nell'ambito di BO ON - Bologna si accende

Ultima apparizione di Charlot, con la sua comicità sempre attuale. “Modern Times appare come la sola favola cinematografica che sappia cogliere lo sconforto dell’uomo del XX secolo di fronte alle meccaniche sociali e tecnologiche. [...] È vero che nel 1936, con il cinema parlato, si erano imposti dei nuovi stili comici, da una parte quello della commedia americana (Frank Capra), dall’altro, il delirio assurdo del fratelli Marx.

Il film di Chaplin, completamente muto, appariva allora desueto e anacronistico. Ma il tempo, cancellando le prospettive, rivela chiaramente che al di là degli stili, l’importante è lo stile. È più che lo stile, il genio”. Così diceva il critico francese, André Bazin. Proponiamo il film nella sua versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e dal laboratorio L’Immagine Ritrovata. Versione originale con traduzione in oversound.

Martina Consonni e Shizuka Salvemini

Ven, 11/14/2014 - 14:05

composizioni per pianoforte a quattro mani di J. Brahms (1833-1897)

Le due giovani pianiste, formatesi entrambe all’Accademia Pianistica Internazionale di Imola, interpretano i Sedici Valzer op. 39 e una scelta di Danze Ungheresi di Brahms.

L’introduzione al concerto è a cura di Giuseppe Modugno.

I Sedici Valzer op. 39 (1865) di Johannes Brahms composti in origine per pianoforte a quattro mani (e successivamente elaborati anche per pianoforte solo), sono un tributo sia alla danza tipica di Vienna, che alla musica di Franz Schubert.
Le famosissime Danze Ungheresi (1858-68/1880) portano un’impronta di miscuglio culturale mitteleuropeo, tra il folklore magiaro e quello zigano che godevano di una certa fortuna nei caffè e ristoranti viennesi della seconda metà dell’Ottocento. Ebbero un successo di pubblico immediato e furono oggetto di numerose trascrizioni.

In collaborazione con l’Accademia Pianistica Internazionale di Imola e la Regia Accademia Filarmonica di Bologna.

Stagione Concertistica di Santa Cristina - VIII edizione

Concerto di Capodanno 2015 con l'Orchestra Senzaspine

Ven, 11/14/2014 - 13:52

BO ON | Bologna si accende.

La giovane orchestra diretta da Tommaso Ussardi proporrà un programma con musiche di Čajkovskij, Bizet, Richard Strauss, Mozart, Giuseppe Fortunino e Francesco Verdi.
Il concerto, a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili, è promosso da Arci Bologna e Antoniano Onlus, in collaborazione con il Comune di Bologna.

Alessandro Tardino

Ven, 11/14/2014 - 13:50

Stagione Concertistica di Santa Cristina

Alessandro Tardino - pianoforte

Musiche: trascrizioni di S. Rachmaninov

In collaborazione con: Accademia Pianistica Internazionale di Imola e la Regia Accademia Filarmonica di Bologna

Solisti dell'Accademia dell'Orchestra Mozart

Ven, 11/14/2014 - 13:44

Stagione Concertistica di Santa Cristina

Musiche di:
R. Schumann, J. Brahms e A. Klughardt

In collaborazione con: Accademia Pianistica Internazionale di Imola e la Regia Accademia Filarmonica di Bologna.

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