(A Clockwork Orange, GB/1971) di Stanley Kubrick (137')
Arancia meccanica fu realizzato a costi ridotti, usando come sceneggiatura lo stesso romanzo di Burgess sulla cui base regista e attori davano libero corso all'immaginazione. Tanto il futuro di 2001 assumeva le sembianze di una tecnologia asettica proiettata nel cosmo, tanto l'avvenire piccolo borghese dell'Inghilterra di Alex DeLarge promette solo fatiscenti periferie metropolitane, ascensori rotti, graffiti osceni, barbarie e ultraviolenza. La scimmia preistorica, divenuta feto astrale alla fine di 2001, non sfocia nel superuomo, ma regredisce fino a ritrovare le proprie origini, neonato bestiale 'senza legge' (A-lex). Il film ha la grottesca tonalita di una satira (o 'fiaba', come preferiva chiamarla Kubrick) memore di Swift e di Voltaire: tutto finisce in farsa, compresa la stessa violenza, che malgrado la sua distanziata coreografia non manco di destare uno scandalo senza precedenti. (as)
In occasione dello spettacolo Arancia meccanica, regia di Gabriele Russo, in scena al Teatro di Casalecchio di Reno dall'11 febbraio al 12 marzo.
In collaborazione con Teatro Arena del Sole e ERT - Emilia-Romagna Teatro Fondazione
di e con Flavio Oreglio e David Rondino
Flavio Oreglio e David Rondino realizzano un “incontro a due col libero pensiero” e utilizzando i linguaggi della canzone d’autore, della poesia e del monologo.
di Peppino e Titina De Filippo, regia di Andasavia Saponaro
La commedia, portata sulla scena per la prima volta dai fratelli De Filippo negli anni trenta, mostra ancora oggi elementi di estrema attualità. La carrellata di personaggi maschili e femminili mette in evidenza caricature più o meno delineate di una società, che seppur diversa nei costumi e negli stili di vita, si ripropone in quelli che sono i tratti tipici del suo Dna. Sfilano sul palco con passo deciso: la zitella alla disperata caccia di un fidanzato, lo scapolone d'oro, la bella senz'anima, il figlio di papà, la svampita dai vestiti firmati e l'adolescente in piena crisi ormonale.
Suspense
Musée de l’OHM (Opening Here Museum) è un comò del XIX secolo, opera dell’artista italiana Chiara Pergola, che lo ha trasformato facendone la sede di un museo di arte contemporanea. Le iniziative e le mostre che OHM ha ospitato, ne hanno progressivamente arricchito e cambiato la forma, materializzando la complessità dei rapporti che intercorrono tra opera e museo.
Chiara Pergola ha inaugurato OHM nel 2009 con l’happening Significato (galleria neon>campobase) e con Mostra Personale ne ha aperto l’attività espositiva presso il Museo Civico Medievale di Bologna dove si trova tuttora, in collaborazione con MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna. Nel 2010 ha costituito l’associazione museale omonima, che ha delegato annualmente ad un direttore la scelta degli artisti. Questa modalità di creazione dell’opera - che si può intendere come una forma di scultura sociale, ha portato al contempo ad accrescere l’attenzione verso OHM come organismo museale.
Con l’installazione Suspense, a conclusione di questo percorso, l’autrice colloca il simbolo del museo in una condizione di attesa e di domanda: Cosa è possibile? Cosa deve accadere?
Sono stati alla direzione di OHM: Massimo Marchetti (2010-2012), Marc Giloux (2013) ed i curatori Mario Manfredini, Fulvio Chimento, Lelio Aiello, Elisa Del Prete, Katia Baraldi, Carmen Lorenzetti (2014). OHM ha ospitato mostre di: Alessandra Andrini, Riccardo Beretta, Luca Bertolo, Chiara Camoni, Barbara Cardella, Debora Cavazzoni, Giulia Cilla, Daniela Comani, Cuoghi e Corsello, Caroline Demarchi, Giuseppe De Mattia con Archivio Aperto, Francesco Di Tillo, Dragoni Russo, Alessandra Frisan, Francesco Fuzz Brasini, Il Prufesur, Sungho Kosugi, Matej Kren, Jean Louis Lagnel, Marine Leautaud, Jiyoun Lee, Cesare Leonardi, Hiroki Makino, Giancarlo Norese, Astridur Josefina Olafsdottir, Giada Patarini, Cesare Pietroiusti, Mili Romano, Martina Scalvini, Orlando Tignatello, Rui Zhang. A questi autori si aggiungono con contributi in collezione: Riccardo Camoni, Claudio Cappi, Roberto Daolio, Paola, Falasco, Emilio Fantin, Giorgio Forni, Lorenzo Mazzi, Luigi Presicce, Anna Rossi, Valentina Vetturi.
Promosso daMusée de l’OHM, Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Medievale
Orari durante ART CITY Bolognavenerdì 23 gennaio h 9.00 - 20.00
sabato 24 gennaio h 10.00 - 24.00
domenica 25 gennaio h 10.00 - 20.00
da martedì a venerdì h 9.00 -15.00
sabato, domenica e festivi h 10.00 -18.30
lunedì chiuso
intero € 5,00 - ridotto € 3,00
nei giorni di ART CITY: gratuito per i possessori del biglietto di ArteFiera
(USA, 1930) di Lewis Milestone (105’)
Film tratto dal romanzo di Erich Maria Remarque considerato universalmente come un classico dell'antimilitarismo, nonché una denuncia delle atrocità della guerra.
(Australia, 2005) di diChristian Carion (115’)
Un gatto può chiamarsi Felix per un tedesco e Nestor per un francese, ma rimane sempre lo stesso: libero e indipendente. Così come un soldato può indossare una divisa scozzese, tedesca o francese, ma resterà sempre un uomo: con una famiglia, dei sentimenti, delle speranze.
E' questa la morale del film di Christian Carion che, ispirandosi a un fatto realmente accaduto durante la Prima Guerra Mondiale, racconta la storia di due cantanti lirici che si recano sul fronte tedesco la vigilia di Natale per allietare con il loro canto le truppe. Ma dopo la prima strofa di Stille Nacht, il "nemico" scozzese risponde accompagnando la canzone con la cornamusa. Basta poco perché i soldati escano dalle trincee per incontrarsi su quello che, fino ad allora, era il terreno di guerra. Anche il reggimento francese si unisce per festeggiare. Champagne, sigarette, cioccolato, foto e ricordi vengono condivisi fra abbracci e sorrisi. Il prete scozzese che aveva suonato la cornamusa celebra la messa. All'Ave Maria intonato dalla cantante, i soldati non riescono a trattenere le lacrime: una sequenza che, anche per la costruzione sui primi piani, sembra un omaggio al finale di Orizzonti di gloria. Ma la guerra è una macchina inarrestabile, che non può perdonare la "disobbedienza"...
(Australia, 1981) di Peter Weir (110’)
Il film narra uno dei tragici episodi della sanguinosa battaglia di Gallipoli, campagna della prima guerra mondiale dove, tra il 1915 e il 1916, tra gli altri, persero la vita 8.587 uomini dell'ANZAC, parte del corpo di spedizione comprendente soldati dell'esercito australiano e neozelandese.
La storia è incentrata sul valore della vita e la leggerezza con cui è bruciata dalla ferocia della guerra.
progetto espositivo di Eugenia Vanni
Rinviai la mia partenza, il titolo del progetto espositivo appositamente ideato da Eugenia Vanni per gli spazi espositivi del Museo internazionale e biblioteca della musica deriva da una suggestione: in senso narrativo induce a pensare che l’autore si sia trattenuto qualche giorno in più in un luogo grazie a piacevoli circostanze. Indica un approdo momentaneo dell’artista nel museo e che lascia per breve tempo tracce del suo passaggio.
Una scultura, realizzata in collaborazione con il liutaio Pietro Gargini, è composta dal legname grezzo (Acero dei Balcani, Abete Rosso ed Ebano) che occorre per la realizzazione di un violino: i pezzi di legno, non ancora lavorati, sono stati scelti dall'artista all'interno del laboratorio del liutaio e poi lavorati come se fossero uno strumento finito. Sono stati lisciati perfettamente a rasiera, poi trattati con la preparazione che si usa per gli strumenti finiti e verniciati. Ciò che di solito avviene al termine del lavoro, è accaduto all'inizio, prima che il legno potesse acquistare la forma dello strumento. In questo modo, sono state valorizzate forme completamente casuali, che hanno acquistato una natura visiva che non riguarda più l’artigianato ma l'arte.
Interventi di natura pittorica trovano la loro collocazione a fianco di opere conservate nel museo: una serie di volti dipinti ad olio di sculture e nature morte composte sia da pittura che da oggetti fisici esterni ad essa. La mostra affronta tramite la pittura e la scultura, le tecniche di belle arti utilizzate all'interno degli spazi in rapporto ai grandi temi della storia dell’arte sempre presenti nelle sale, come la natura morta e il ritratto.
Le arti visive e le arti applicate sono state per questo museo i veicoli di trasmissione dei personaggi, dei documenti musicali e di tutto l'insieme di oggetti e strumenti raccolti nel tempo. La musica, con la sua esistenza è capace di muovere tecniche artigianali ed artistiche complesse, per costruire i mezzi che servono per tramandarla ed esprimerla.
martedì 20 gennaio h 19.00
Promossa daIstituzione Bologna Musei | Museo internazionale e biblioteca della musica
Con la collaborazione di Pietro Gargini, liutaio
venerdì 23 gennaio h 9.30 - 20.00
sabato 24 gennaio h 10.00 - 24.00
domenica 25 gennaio h 10.00 - 20.00
da martedì a venerdì h 9.30 -16.00
sabato, domenica e festivi h 10.00 -18.30
intero € 5,00 - ridotto € 3,00
(Italia/1970) di Francesco Rosi (101')
Film liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu “Un anno sull'Altopiano”.
Altipiano D’Asiago, 1916. Il Generale Leone, uomo legato alle tattiche di guerra ancorate al passato, manda allo sbaraglio i suoi uomini, imponendo una spietata disciplina. Fra migliaia di povere vittime, il Tenente Sassu ed il Tenente Ottolenghi, interventisti, il primo nazionalista, il secondo socialista, prenderanno coscienza dell’inutile strage. E' un film crudo e duro, di chiara impronta pacifista e antiautoritaria, che mette in luce la follia della guerra in sè e critica la mentalità militarista retorica e ideologica che la giustifica ed esalta (il mito dell'eroismo, la bellezza della guerra, la mistica del sacrificio, ecc…) presente allora come oggi.
(USA/1957) di Stanley Kubrick (87')
Prima guerra mondiale, fronte franco-tedesco. Un'operazione suicida fallisce, e il generale che l'ha ordinata chiede la testa di tre sottoposti come punizione. Una cerniera nell'opera di Kubrick, che per la prima volta parlo della sua volonta di coinvolgere il pubblico in un'esperienza il cui significato non fosse comunicabile verbalmente (si veda lo sconvolgente e ambiguo finale). Un teorema sul potere, realista e disincarnato. La guerra rivela e divide due spazi: lunghi carrelli in profondita nell'angusta trincea, carrelli laterali e avvolgenti negli immensi saloni dal pavimento a scacchiera del castello. A fare da pedine, gli uomini.
un progetto di Giuseppe De Mattia e Luca Coclite, a cura di Claudio Musso
Il progetto Casa a Mare verrà presentato in anteprima durante Arte Fiera 2015 presso Blocco 24.
Casa a Mare è il contenitore di un immaginario parallelo. Una seconda vita che replica gli oggetti, le abitudini, le ossessioni della prima attraverso un meccanismo di riconversione capace di fondare una nuova scala di valori. I luoghi in cui si collocano gli interventi degli artisti sono di per sé “elementi scelti”, objet trouvé ripescati da una memoria collettiva.
La logica del riutilizzo che sottintende l’esistenza stessa di Blocco24 (e dei mercatini dell’usato in generale) è parte integrante della filosofia del ripescaggio che sta alla base del progetto Casa a Mare. Come un’abitazione reale, Casa a Mare è munita di apposite “stanze per gli ospiti”, si apre cioè alla collaborazione con altri artisti la cui ricerca interseca i temi del progetto o il cui contributo risulta necessario alla creazione dell’atmosfera.
Il primo ospite di Casa a Mare sarà Dominique Vaccaro, artista e musicista. Dopo questa prima tappa il progetto proseguirà come laboratorio dinamico includendo eventi, performance e nuovi dispositivi di esposizione.
Laboratorio di esplorazione sensoriale per bambini dai 5 anni
Facciamo finta che...sono un piccolo seme... Costruiremo giardini in miniatura (in scatola) e prepareremo il terreno per seminare il nostro desiderio con frammenti di elementi naturali.
Laboratorio a cura di Silvia Moscati.
incontra i fan e firma le copie del nuovo album "Le cose che non ho"
Incontro e firmacopie del nuovo album "Parole in circolo"
Jurij Gianluca Ricotti presenta il suo libro
Un viaggio nei cartoni giapponesi degli anni '70, ripercorso attraverso le avventure di uno dei suoi più famosi protagonisti: Goldrake. Tutta la storia dal 1978 al 1980 di Atlas Ufo Robot, come era conosciuto in Italia, uno dei più grandi successi televisivi della Rai.
Incontro e firmacopie del triplo cd+dvd "Dei megli dei nostri megli"
Artisti nel mondo | Putti, De Maria, Rizzoli, Sarti, Romagnoli, scultori tra Otto e Novecento in Certosa
Giovanni Putti, Giacomo De Maria, Pasquale Rizzoli, Diego Sarti, Giuseppe Romagnoli: sono gli scultori che lavorano tra Otto e Novecento nella Certosa, spesso considerati poco più di artisti "locali". Attraverso puntuali confronti la conferenza rivelerà i nostri come artisti aggiornatissimi su quanto di più all'avanguardia stava succedendo nel mondo dell'arte e della scultura in ambito internazionale.
Appuntamento ore 16.30 presso la sede de La Fameja Bulgneisa, via Barberia 11. La partecipazione è libera. A cura di Didasco, info: 348.1431230
Protagonisti e opere tra '800 e '900 | percorso per immagini
Oggi come allora la città felsinea è crocevia della cultura nazionale. Negli anni a cavallo del XIX e XX secolo a Bologna operano molti artisti, protagonisti della scena culturale italiana ed europea. Un percorso per immagini con Roberto Martorelli - Istituzione Bologna Musei.
concerto di compositori britannici
Musiche di Benjamin Britten, Rebecca Clarke, Madeleine Dring, Gustav Holst, Lisa Lehman, Jeremy Nicholas, Betty Roe, Ian Venables.
Barbara Vignudelli - soprano
Giulia Manicardi - pianoforte
di Anton Cechov, con Guido Ferrarini
Un vecchio attore di successo dopo i brindisi succedutisi a una serata a lui dedicata, si addormenta e viene dimenticato in camerino.
Svegliandosi il vecchio attore si accorge di non essere rimasto solo. È un’occasione unica per lui e per il suo compagno d’avventura per riflettere sulla vita, sugli anni che passano, sull’arte dello stare in scena e per far rivivere alcuni momenti di grandi testi shakespeariani, in una struggente e appassionata interpretazione che sembra essere il suo doloroso “canto del cigno”.