concerto
Gruppo gruppo nasce tra le pareti di casa, dalla passione di padre e figlio per il Rock sia classico che progressive, eseguito però con i celli acustici ed elettrici, con qualche puntatina al Jazz e al Ba-Rock... ! Ospite speciale della serata, il grande batterista "Red" Roberto Rossi.
Enrico Guerzoni- violoncello
Tiziano Guerzoni - violoncello
Roberto Rossi - batteria
presentazione del volume di Fabio Levi | Gianni Sofri ne parla con l’autore
Primo Levi. Cosi fu Auschwitz. Testimonanze 1945 -1986
di Fabio Levi (Einaudi 2015) Gianni Sofri ne parla con l’autore
Il Rapporto su Auschwitz, scritto nel 1945 da Leonardo De Benedetti e Primo Levi, è tra i primi resoconti sulla concreta realtà dei campi di sterminio offerti al pubblico italiano. Frutto della collaborazione tra un medico e un chimico, scritto con il taglio scientifico di un referto sulle condizioni igienico-sanitarie dei prigionieri internati a Monowitz, presenta un quadro agghiacciante dei molti metodi consapevolmente adottati dai nazisti per procedere alla sistematica e massiccia eliminazione di uomini, donne e bambini, in primo luogo ebrei. L’eccezionalità del documento consiste anche nella determinazione con la quale i suoi due autori cercarono di farne occasione di conoscenza e di riflessione, sforzandosi di diffonderlo, a stampa o anche in forma dattiloscritta, nei primi mesi dopo il loro ritorno dalla deportazione.
in scena la fiaba senza tempo di Peter Pan, con la compagnia Fantateatro
CUBO in collaborazione con Fantateatro vi invita a festeggiare insieme il martedì grasso con la fiaba senza tempo di Peter Pan.
Appuntamento alle 20:30 presso l’Unipol Auditorium; prenotazione obbligatoria a: laboratori@cubounipol.it
presentazione del volume di Katja Petrowskaja
Forse Esther (Adelphi 2014) | presentazione del volume di Katja Petrowskaja
ne parla Anna Foa, Università di Roma. Letture di Roberto mercadini e Carla Christiany
in collaborazione con l’Istituto di Cultura Germanica, Bologna
Si sarà proprio chiamata Esther quella bisnonna che, nella Kiev del 1941, chiese fiduciosa a due soldati tedeschi la strada per Babij Jar, la fossa comune degli ebrei, ricevendone come risposta una distratta rivoltellata? Forse. E dell'intera famiglia, dispersa fra Polonia, Russia e Austria, che cosa ne è stato? Il monolite sovietico conosceva l'avvenire, non la memoria. Per ricostruire quella ramificata genealogia, quel vivace intreccio di culture e di lingue – yiddish, polacco, ucraino, ebraico, russo, tedesco – Katja Petrowskaja intraprende, sulle tracce degli scomparsi, un intenso viaggio a ritroso nella storia di un Novecento sul quale incombono la stella gialla e quella rossa.
laboratorio per bambini dai 5 ai 12 anni
In occasione della mostra personale dello street artist ZED1, POP for KIDS propone il workshop "L’altra faccia del mare”
I bambini lavoreranno con il team di POP for KIDS e, ispirandosi all’opera di 10 metri esposta in galleria, andranno a dar vita ad una “balena” dalla doppia identità.
Sulla base del progetto Second Skin dell’artista lavoreranno su due strati di carta ognuno con un significato diverso. Il messaggio del workshop è quello “non sempre la verità è ciò che sembra”.
Il workshop durerà circa 2 ore dalle 16.00 alle 18.00 e verrà offerta una merenda.
La presenza dei genitori è libera e facoltativa.
Chiara Guidi legge Ritornare! In Italia! | FFJelinek
Lettura di Chiara Guidi di Ritornare!In Italia! il testo che Elfriede Jelinek ha scritto appositamente per il Festival Focus Jelinek
Segue incontro con Chiara Guidi e Renata Caruzzi.
Rob Mazurek tromba, flauto, electronics Chad Taylor batt. perc. Rob Mazurek 50 anni (quasi) suonati, nel 2015 celebrerà il suo 50° compleanno i primi 30 anni di carriera all’insegna della creatività. Il compositore, band leader, project leader, trombettista e polistrumentista americano continua una carriera straordinaria che lo ha visto emergere come protagonista assoluto di quella splendida stagione di creatività che da ormai un decennio ha reso Chicago la patria della musica contemporanea più interessante, viva e fremente di energia e di poesia. La collaborazione tra Rob Mazurek e Chad Taylor, che celebrerà 20 anni nel 2016 e che si può esprimere dal duo alla grande orchestra è una delle più interessanti uscite dal fertile ambiente chicagoano. Con il nome Chicago Underground ha al proprio attivo già ben sette uscite discografiche, incluso il più recente “Locus”. Il repertorio del duo spazia tra le composizioni di entrambi i musicisti e pura improvvisazione con svariati strumenti, tra cui cornetta, percussioni, elettronica, mbira, flauto e voci.
Sid Avery Photographs
ONO arte contemporanea presenta Hollywood Snapshot. Sid Avery Photographs personale di Sid Avery (1918 – 2002), il fotografo americano che negli anni ‘50 ci ha restituito il ritratto più intimo dei divi hollywoodiani.
Sessant’anni fa, nel 1955 moriva James Dean, il bello e dannato di Hollywood, vero e proprio simbolo di quella Gioventù Bruciata che aveva incarnato nel film omonimo uscito nelle sale proprio in quello stesso anno. E a immortalare il mito, era presente Sid Avery, fotografo statunitense che seppe fare della snapshot il suo marchio di fabbrica, realizzando alcuni degli scatti più iconici dei più grandi divi hollywoodiani del dopoguerra. Audrey Hepburn, Marlon Brando, Paul Newman, Elizabeth Taylor o Frank Sinatra, tutti vengono ritratti con la stessa intensità, a metà strada tra lo scatto rubato e la foto posata, caratteristica che da sempre è stata peculiare di Avery, tanto che può essere considerato un pioniere dell’istantanea nel patinato mondo di Hollywood, introducendo uno stile “candid” inusuale per il ritratto divistico. Facendo incursione nella vita ordinaria e privata delle star, ne mostra il lato più intimo, quello che normalmente rimaneva nascosto dietro alle luci dei riflettori. Negli anni Cinquanta infatti, la ritrattistica più patinata e tradizionale non ha più l’appeal di un tempo e Avery sa cogliere in pieno questa inversione di rotta: nelle sue immagini, lo iato tra persona e personaggio che fino a qualche anno prima era stato enfatizzato da suoi colleghi come George Hurrell e Laszlo Willinger, lascia il posto ad un clima quasi familiare che pone l’accento sull’umanità dei divi ritratti e non più sul loro essere “dei” da adorare. Nonostante questo Hollywood è sempre Hollywood, una fabbrica di sogni che possiede nel suo DNA quell’idealizzazione e quella tensione verso un mondo da favola perfetto che faceva però parte di quella stessa cultura, fatta di «normalità fuori dal comune», di quello stesso mito che Avery ha contribuito a costruire: “[Avery’s] photo shoots ... did their part to create a Hollywood star mythology suitable for the family-friendly Eisenhower era”. E questa costruzione del mito è stata resa possibile anche e soprattutto dall’intimità stessa che legava Avery alle star di Hollywood, con le quali aveva rapporti veri e propri di stima e di amicizia, che gli permettevano quel punto di vista privilegiato, dall’interno, che ci ha restituito poi nei nelle sue, davvero innumerevoli, immagini. Sono infatti oltre 350.000 quelle realizzate tra il 1946 al 1961, poi comparse nei più popolari magazine dell’epoca, come Look, Life, Saturday Evening Post, Silver Screen e Colliers. Alla fine della sua carriera fonda “Hollywood Photographer's Archive (HPA)” oggi MPTV dai cui archivi queste immagini provengono, con l'intento di preservare il lavoro dei primi fotografi professionisti di Hollywood. Una collezione dei suoi lavori è stata raccolta nel libro Hollywood at Home: A Family Album 1950-1965 (Crown, 1990), dove i divi vengono catturati nella loro quotidianità, lontani dal glamour e dalla fama.
La mostra si compone di una quindicina di scatti di Sid Avery.
immagine © Sid Avery / mptvimages.com
laboratorio per bambini da 3 a 10 anni
Per il ciclo Il Sabato dei ragazzi, laboratorio per bambini da 3 a 10 anni, in occasione del Carnevale. Nelle sale dell'antico palazzo dei cardinal legati i bambini mascherati potranno creare nuovi costumi e partecipare ad un'antica e blasonata festa.
A cura di RTI Senza Titolo e ASTER. Prenotazione obbligatoria: edubolognamusei@comune.bologna.it
incontro pubblico in occasione della mostra The Opening alla galleria P420
In occasione dell'inaugurazione della mostraThe Opening alla galleria P420 di Bologna (20 febbraio h 18.30), Franco Vaccari (Modena, 1936) e Sanja Iveković (Zagabria, 1949) incontrano il pubblico al MAMbo. La conversazione è moderata da Marco Scotini.
L’importante lavoro di avanguardia di questi due artisti, entrambi già attivi negli anni Settanta, ha determinato il superamento del concetto di performance e lo sviluppo di una nuova definizione di happening, basata sul dialogo tra artista e pubblico, da questo momento anch’esso attivo, anzi fondamentale, nell’ideazione e nella realizzazione dell’opera.
Anteprima Future Film Festival
La vita della fattoria sta iniziando a diventare noiosa. Giorno dopo giorno, il Fattore dice a Shaun quel che deve fare; così, Shaun architetta un piano per prendersi un giorno libero: ma si deve stare attenti a quel che si desidera! Insieme al gregge, elabora un’idea geniale: una dopo l’altra, le pecore saltano la staccionata così che il Fattore, contandole, si appisoli. Dopodiché, muovendosi silenziosamente, lo portano in una vecchia roulotte parcheggiata in un angolo del campo ricreando tutte le condizioni tipiche della notte.
Quando Bitzer le scopre, ormai la frittata è fatta; cercano quindi di riportare il Fattore fuori dalla roulotte che, a quel punto, inizia a muoversi dirigendosi precipitosamente verso la strada, con il Fattore avvolto in un sonno profondo ancora al suo interno. Bitzer si scaglia all’inseguimento della roulotte, che punta dritta verso la Grande Città. Shaun e il gregge rimangono alla fattoria, ma il caos prende il sopravvento: Bitzer e il Fattore non si vedono più.
A quel punto, decidono di lanciarsi alla ricerca dei due per porre rimedio al problema che hanno creato. Shaun ritroverà il Fattore prima che se ne perdano le tracce per sempre?
live
Il Trio Bobo è il progetto fusion ideato e creato dai musicisti della sezione ritmica di Elio e Le Storie Tese nel 2004 - ovvero Faso al basso eChristian Meyer alla batteria - assieme al chitarrista Alessio Menconi.
(Francia/2008) di Daniel Leconte (108')
Per aver pubblicato le famigerate vignette danesi che nel 2005 incendiarono il mondo musulmano, Philippe Val, l'allora direttore di Charlie Hebdo, fu incriminato per incitamento all'odio. Daniel Leconte ha seguito tutte le fasi di quel processo cogliendone le implicazioni politiche, mediatiche e ideologiche. Ci sono gli avvocati, i testimoni, le riunioni di redazione, le manifestazioni di sostegno, le prese di posizione di intellettuali e uomini politici, le reazioni dell'accusa e dei paesi musulmani. Una riflessione sull'Islam, sulla libertà di stampa, ma anche un tentativo di risposta alle sfide lanciate dall'integralismo a tutte le democrazie. (ac)
(GB-Francia-Canada/2014) di Paul King (95')
A seguito della visita dell'esploratore Montgomery, con la sua buonissima marmellata di arance, una famiglia di orsi peruviani coltiva da anni il mito dell'Inghilterra, patria del buon gusto e paese ospitale. Quando il piccolo della famiglia approda nell'ambitissima meta, scopre una Londra ben più complicata del previsto. A trovarlo alla stazionedi Paddington e a prendersi cura di lui saranno i Brown. Prodotta da David Heyman (Harry Potter), questa fiaba è tratta dai libri di Michael Bond sulle avventure dell'orso Paddington, protagonista anche di due serie televisive realizzate negli anni Settanta e Novanta. Commedia. Dai 6 anni in su
(Italia-Francia/1973) di Francesco Rosi (112')
Vita e morte di Salvatore Lucania, in arte Lucky Luciano, dai primi passi nella mafia newyorkese anni Trenta al ritorno nella Napoli dell'immediato dopoguerra, inafferrabile padrino dei traffici di droga con l'oltreoceano. "Non ho voluto fare una biografia di Lucky Luciano. Con il pretesto del personaggio di Luciano ho trattato la mafia cercando soprattutto di continuare a ragionare sul potere, come avevo iniziato a fare con Salvatore Giuliano e poi con Le mani sulla città, Uomini contro e Il caso Mattei. [...] Perché un gangster? Perché Lucky Luciano? Perché ho creduto fornisse una buona chiave per capire i rapporti tra potere legale e potere illegale, anzi l'interdipendenza tra questi due poteri. Lucky Luciano è il primo genio criminale che abbia capito l'importanza di mettere a disposizione del potere legale il potere illegale, ma senza compiere vere e proprie azioni criminali" (Francesco Rosi).
(USA/1940) di Charlie Chaplin (126')
"Mentre ero a metà del Dittatore cominciai a ricevere allarmanti comunicazioni da parte della United Artists. L'ufficio Hays li aveva avvertiti che stavo per cacciarmi nei guai. Anche quelli della sede inglese erano molto preoccupati all'idea di un film antihitleriano e dubitavano che lo si potesse proiettare in Gran Bretagna. Ma io ero deciso a tirare avanti, perché Hitler doveva essere messo alla berlina. Se avessi conosciuto gli orrori dei campi di concentramento tedeschi non avrei potuto fare Il Dittatore; non avrei certo potuto prendermi gioco della follia omicida dei nazisti. Ma ero ben deciso a mettere in ridicolo le loro mistiche scemenze sulla purezza del sangue e della razza. [...] Altre lettere preoccupatissime mi furono spedite dall'ufficio di New York, per implorarmi di non fare il film, dichiarando che non sarebbe mai stato proiettato né in Inghilterra né in America. Ma io ero deciso a portarlo a termine, avessi anche dovuto noleggiare personalmente le sale da proiezione" (Charlie Chaplin).
(Italia-Francia/1984) di Francesco Rosi (142')
Il film-opera di Francesco Rosi s'allinea a un improvviso gusto autoriale dell'epoca (il Mozart di Bergman e di Losey, il Parsifal di Syberberg), ed è uno dei suoi più risonanti successi. "In Carmen, tra genio dei luoghi e candore mediterraneo, Rosi integra perfettamente al proprio universo quello di Bizet... Il radicamento sociale dei personaggi, i confronti di classe, erano fatti apposta per coinvolgerlo. L'autenticità di Carmen, la sua libertà di popolana, la sua volontà di amare come intende lei, si configurano come la positività continuamente rimossa nei film del regista. Nella grandezza della sua passione, Carmen è l'incarnazione individuale, sul piano dei sentimenti privati, di quei tumulti di rivolta collettiva femminile che avevano scosso i primi film di Rosi: le donne di Montelepre in Salvatore Giuliano o della via di Sant'Andrea in Le mani sulla città" (Michel Ciment).
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale
(The Little Fugitive, USA/1953) di Ray Ashley, Morris Engel e Ruth Orkin (75')
Lennie e Joey sono due fratelli di Brooklyn di undici e sette anni. Un giorno il maggiore decide di organizzare uno scherzo tremendo, facendo credere all'altro di averlo involontariamente ucciso. Joey, in preda al panico, scappa di casa e arriva a Coney Island, dove si diverte fra giostre e bancarelle. Leone d'argento alla Mostra di Venezia 1953 e grande successo di pubblico e critica, il film, girato con stile documentaristico, ha avuto, tra i suoi maggiori estimatori François Truffaut, che ha dichiarato di averne tratto ispirazione per il suo capolavoro I quattrocento colpi.
Drammatico. Dai 10 anni in su
(Italia-Francia-Colombia/1987) di Francesco Rosi (109')
Un delitto d'onore, barbara espressione di una civiltà pregiuridica, ricostruito a trent'anni di distanza dalle voci di tutti coloro che sapevano e che nulla hanno fatto per impedirlo. Il tragico e beffardo gioco del destino genialmente orchestrato da García Márquez vira in chiave melodrammatica nella trasposizione di Rosi (e nella riscrittura di Tonino Guerra), riscattando l'inevitabile appiattimento di un romanzo quasi intraducibile per immagini con le notevoli prove di un cast internazionale d'eccezione, da Gian Maria Volonté a Ornella Muti, da Rupert Everett a Lucia Bosé. (ac)
(USA/2012) di Henry Alex Rubin (115')
Che la tecnologia sia divenuta un elemento imprescindibile del vivere quotidiano è ormai un dato acquisito. Intrecciando le storie di alcuni personaggi la cui quotidianità è segnata dall'uso delle tecnologie (un avvocato che non si stacca mai dal proprio cellulare, un ragazzino che pratica bullismo in rete...), Disconnect esplora le possibili conseguenze sociali e relazionali del vivere 'digitale'. Essere troppo 'connessi' può condurre a una sostanziale 'disconnessione' dal mondo reale? Il quadro suggerito dal film è cupo e apocalittico.
Seguirà un approfondimento sui temi del film con gli psicoanalisti Violet Pietrantonio e Luca Nicoli presso la Biblioteca Renzo Renzi.
In collaborazione con Centro Psicoanalitico G. Carloni-E. Molinari