live
accompagnati dalla Abbey Town Jazz Orchestra
I Tre Allegri Ragazzi Morti presenteranno in anteprima a Bologna il disco "Quando eravamo swing".
Novanta anni di spettacolo e di vita vissuta raccontati tra musica e parole, con un omaggio anche a Lucio Dalla. E’ ‘Raffaele Pisu story’, lo spettacolo di e con Raffaele Pisu che andrà in scena il 28 maggio alle 21 al Teatro Duse di Bologna.
Pisu, nato il 24 maggio 1925 a Bologna, ha deciso infatti di festeggiare il suo compleanno facendo un regalo a tutte quelle persone che per anni lo hanno seguito prima in radio, poi a teatro, quindi al cinema e in tv. Una serata magica ricca di aneddoti, risate, e forse qualche lacrima, ma di gioia. Lo spettacolo si apre con un filmato che ripercorre i momenti più significativi della sua carriera e dà il via ad uno show in cui l’attrice e psicologa Roberta Costantino intervisterà Raffaele Pisu, dialogando con lui in una carrellata degli ultimi 50 anni di personaggi che hanno lasciato un segno nel mondo dello spettacolo italiano.
In scena accanto a Pisu, gli attori Tiziana Foschi (componente della Premiata Ditta), Antonio Pisu e Piji. Sul palco anche Emil Spada che ricorderà Lucio Dalla.
Lo spettacolo prodotto da Paolo Rossi, amico di vecchia data di Raffaele, devolverà parte del ricavato al Telefono Amico.
live
Chitarrista compositore trevigiano,Tolo Marton porta avanti una lunghissima carriera nell'ambito della musica di ispirazione anglo-americana.
E’stato definito "il più intelligente e dotato chitarrista rock che l'Italia abbia mai avuto”(Paolo Vites, Jam 1999).
Per la sua composizione Alpine Valley e l’interpretazione di Red house, è stato premiato nel ’98 in America dal padre di Jimi Hendrix, il più grande genio della chitarra elettrica mai esistito.
Numerose ed eccellenti le collaborazioni: Jack Bruce e Ginger Baker (Cream), Ian Paice, Roger Glover e Don Airey (Deep Purple), cosi come gli artisti con cui ha diviso il palco: B.B. King, Buddy Guy, Jeff Beck, Jeff Healey, Robben Ford, Blues Brothers e tanti altri.
live
Una leggenda del cantautorato americano, autore di dischi mitici come "Meet Me At The Crux" e "Thug Of Love", che unisce folk, blues e poetica blue collar. L'Italia è la sua seconda casa, e ha un pubblico di fedelissimi inossidabile, garantendo show intensi e sinceri, sia in versione solista che accompagnato come stasera da una strepitosa formazione italiana, The Bluesmen, quartetto ferrarese guidato dalla chitarra fulminante di Roberto Formignani, già passato dai migliori palchi italiani in oltre un trentennio di carriera.
Dirk Hamilton - voce e chitarra
Roberto Formignani - chitarra
Roberto "Granito" Morsiani - batteria
Roberto Poltronieri - basso
Massimo Mantovani - tastiere.
Trio veneziano nato nel 2012 con l'idea di recuperare quanto di africano, haitiano, misterioso e fuori schema ci sia nel Blues. Da qui il nome di Voodoo Blues.
Presentano il loro nuovo lavoro: The Ghost Of Time.
Andrea Wob Facchin - voce, chitarra, banjo
Loris Tagliapietra - bullfiddle, voce
Giovanni Natoli - drum, rubboard.
musical da camera
I Love You, You're Perfect, Now Change è un musical da camera, scritto da Joe Di Pietro, con le musiche di Jimmy Roberts. È il secondo musical, per longevità, tra quelli prodotti Off-Broadway. Nel 1997 riceve il premio “Outer Critics Circle Award” come miglior musical Off-Broadway.
“Ti amo, sei perfetto, ora cambia” è uno spettacolo nel quale si assiste ad un'intelligente e ironica analisi dei rapporti di coppia, attraverso scenette e canzoni.
Lo spettacolo si sviluppa con una serie di quadri a sè stanti, ma la loro progressione finisce per comporre un autentico percorso affettivo. Un esilarante musical comico che esplora i tormenti e le tribolazioni dell’essere single, del primo appuntamento, del matrimonio, dei suoceri, fino ad arrivare alla fine di un amore, passando quindi per una serie di situazioni imbarazzanti in cui molti di noi hanno avuto la sfortuna di incappare. Oltre alla comicità, che fa da padrona, trovano spazio anche, senza cadere nella retorica, momenti di grande verità e commozione.
Su licenza di Josef Weinberger Limited per conto di K & H Theatricals of New York.
Adattamento italiano Piero Di Blasio
Con Daniele Derogatis, Piero Di Blasio, Stefania Fratepietro e Valeria Monetti
Al pianoforte Marcos Madrigal/Emiliano Begni
Cambi scena emotivi Serena Allegrucci
Regia Marco Simeoli
Coreografie Stefano Bontempi
Luci Marco Macrini
Costumi Valentina Giura
psico commedia noir a carattere musicale
Freezerdance studio presenta Christian Ruiz in Processo a Pinocchio.
Chi ha ucciso con un colpo di martello il povero Salvatore Grillo di professione psicoterapeuta? Pino, accanto al corpo della vittima con in mano l’arma del delitto sembrerebbe la risposta più ovvia. Ma il presunto colpevole, che non tiene a freno le sue bugie, ha una moglie che non tiene a freno la sua lingua, “una” amante che non tiene a freno le sue voglie, “un” amante che non tiene a freno i suoi vizi e una mamma invadente che non tiene a freno la sua pazienza! Tutti presenti al momento del delitto, tutti in qualche modo legati alla vittima e all’indiziato, tutti convinti della sua colpevolezza, tutti...o nessuno? E allora non resta che seguire il protagonista a ritroso, fra i meandri della sua mente e ripercorrere eventi e situazioni che sembrano imprigionarli e inchiodarli tutti alle loro stesse psicosi, attraverso un percorso di psicanalisi retto dalla vittima stessa unica depositaria di una verità che non può rivelare per “segreto professionale”. Sarà lui a guidare, dentro e fuori dalla realtà la compagine in una seduta analitica sui generis, ai limiti del delirante, per cercare quel movente che sembra mancare, ma che rimane latente per tutto lo spettacolo! E alla fine tutti felici e contenti...ma non troppo! Perché la vittima tornerà vittima, il colpevole verrà assicurato alla giustizia e tutti gli altri potranno tornare alla vita di prima.
O no?
Con Christian Ruiz, Brian Boccuni, Debora Boccuni, Luca Giacomelli Ferrarini, Elena Nieri, Nadia Straccia e Stefania Fratepietro
Federico Zylka pianoforte |costumi e allestimento scenico Bianca Borriello
luci e fonica Daniele Ceprani | ideazione grafica Luca Giacomelli Ferrarini
assistente alla regia Gianluca Polignano
soggetto Andrea Palotto e Debora Boccuni | musiche Marco Spatuzzi
coreografie Debora Boccuni
scritto e diretto da Andrea Palotto
recital - concerto
Un recital-concerto dissacrante che combina il racconto di Sergio Staino, che affronta il fenomeno del tango da una prospettiva poetico-letteraria, e il commento musicale affidato alla voce di Anna Maria Castelli e alla chitarra dell'argentino Adriàn Fioramonti. La cantante, che da anni è la compagna di viaggio in "La meravigliosa avventura del tango" del Premio Oscar Luis Bacalov, interpreta con rara bravura i brani più intensi del tango tradizionale, da Gardel a Discepolo, da Homero Manzi ad Astor Piazzolla.
Dice un detto del Sud America: "il sogno di ogni marito argentino è che la moglie gli faccia le corna, così da cantare un tango come si deve". Passioni sempre al limite delle tragedie, delusioni che nessun analista potrà mai curare, tradimenti perversi, uomini puri e donne malvagie, morti premature, coltelli, ma poi anche felicità surreali, stelle che guardano gelose, fontanelle che cantano, aurore meravigliose e nostalgiche campane del paese natio. Tutto l'armamentario del tritume letterario più banale ed ovvio viene raccolto, manipolato, esagerato e rimontato in genere sotto forma di capolavoro poetico e musicale. Questo per me è il tango. Quanto di più lontano dal politically correct, un sottile filo rosso borderline, provocatore, ribelle e dissenziente da ogni regola. Ecco la “dissidenza” del tango: sempre lì, pronto a cadere nel più odioso cattivo gusto dove invece non cade mai (o quasi). Arriva al limite, ti dà un grande brivido e quando sembra di cadere invece vola. Un po' come ci succede con Puccini: nel momento in cui la romanza vira verso il luogo comune, sdolcinandosi in un terribile "un po' per celia", ecco che ti piazza, altissimo e imprevedibile, la zampata geniale del "E un po' per non morire" con l'acuto straziante che ci conquista. Questo mi piacerebbe raccontare, dall'eccessiva ed irreale gioia de "El dia que me quieras" alla profonda e totale invettiva del "Cambalache".
Sergio Staino
Sergio Staino, voce narrante
Anna Maria Castelli, voce
Adriàn Fioramonti, chitarra
Testo di Sergio Staino
con Elena Bucci e Marco Sgrosso
Partitura per voce, azioni e suono, basata sul testo di Sofocle, ma con un’attenzione a più recenti riscritture della tragedia, da quella di Jean Anouilh a quella di Bertolt Brecht, che ne hanno moltiplicato le prospettive poetiche, psicologiche o etico-politiche. Grande tragedia di contrasti, l’Antigone di Sofocle affronta un tema mitico, ma di sconcertante attualità, messa in risalto dalla semplicità poetica di una lingua capace di attraversare i secoli, senza nulla perdere dello splendore diretto della sua comunicatività. Entriamo nel mondo della tragedia greca stregati dal mistero che la avvolge, dal fascino delle rovine, dalle domande intorno ad una complessità di linguaggi un tempo leggibile a tutti e ora da decifrare.Se la mente e la storia ci dicono che il dolore e l’incomprensione intessono la vita in ogni sua parte, il teatro e l'azione ci inducono a lottare perché esista una catarsi, che, attraverso la celebrazione del rito, cambia forma e senso a seconda del pubblico, del tempo, del luogo.
Elena Bucci e Marco Sgrosso
Produzione Le belle bandiere
drammaturgia, regia e interpretazione di Elena Bucci e Marco Sgrosso
sensori e live electronics di Raffaele Bassetti
Dimitri Sillato alle tastiere | Alessia Massari luci
laboratorio per bambini
Un pomeriggio conviviale per scoprire come nascono le farfalle, come si trasformano, cosa ci possono insegnare.
Laboratori di entomologia, animazioni e letture per piccoli e grandi in cui le bellissime "perle dell’aria” saranno protagoniste da osservare e da toccare dal vivo.
In collaborazione con Museo del cielo e della terra.
Ingresso: 10 euro (1 adulto + 1 bambino)
Murato!, la rassegna di Radio Città Del Capo e Unhip Records
Gli Shellac sono il terzo progetto musicale di Steve Albini, dopo i Big Black e i Rapeman. Nascono nel 1992 dalla collaborazione tra Albini e il batterista Todd Trainer, ai quali successivamente si aggregherà il bassista Bob Weston, già membro dei Volcano Suns, band lo-fi rock di Boston. Concepiti come un progetto di reale alternativa all'industria discografica, gli Shellac si muovono secondo dinamiche di totale autogestione (in qualche modo, da questo punto di vista ed a queste dimensioni, accostabili all'esempio dei Fugazi): questo all'atto pratico significa l'autogestione della sfera promozionale, la relativa refrattarietà ai normali tempi di produzione discografica, la personale gestione dell'attività dal vivo (la quale si contraddistingue comunque per la relativa infrequenza: conseguenza del fatto che il progetto Shellac viene subordinato agli impegni produttivi e lavorativi dei singoli membri, quasi come un hobby) e soprattutto la riscoperta dell'LP in vinile come principale mezzo di diffusione della musica del gruppo. Ogni disco degli Shellac è edito in vinile a 180 grammi di prima qualità come prima stampa e solo in seguito diffuso in formato CD. Il discorso strettamente musicale di Shellac origina dalle precedenti esperienze di Steve Albini, ma se Big Black teorizzava in qualche modo un'estetica lo-fi sui generis unita alla reinterpretazione della musica industriale, e Rapeman si spostava nei territori del postpunk, Shellac si orienta su un discorso molto più legato al nascente concetto di post-rock pur inglobando le vecchie esperienze, fatto salvo il lato più sperimentale del noise dei primi Helmet (cui comunque viene eliminata una buona parte della velocità e della dinamica, così come qualsiasi riferimento al rock classico) delle uscite Amphetamine Reptile Records e Touch and Go Records.
La formazione a quattro Uzeda nasce sul finire degli anni 80 a Catania, non a caso città nelle vicinanze dell'Etna, un vulcano così esplosivo da essere il migliore e più immediato metro di paragone con il suono della band. Le angosciate urla della cantante Giovanna Cacciola, la corrosiva chitarra di Agostino Tilotta e l'estenuante combo di Raffaele Gulisano al basso e Davide Oliveri alla batteria formano il marchio Uzeda. E chi poteva essere il produttore di una simile combinazione, se non Steve Albini, che registra 4 delle loro totali sei produzioni (“Out of Colours”, “Waters”, “The Peel Sessions”, “Different Section Wires”, “Stella”).
Gianluca Morozzi incontra gli autori Anthony Cartwright e Gian Luca Favetto
Il viaggio, a volte, è già una storia. Racchiude in sé l’avventura, le gesta memorabili di una vita, la trama di un racconto che resiste agli anni, la promessa di un’esistenza diversa, piena e felice. Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni, si gioca all’Heysel, il piccolo stadio di una città bordata d’oro nel cuore dell’Europa. Christopher Victor Hale, detto Christy, vive a Liverpool, sulle rive del Mersey, è un tipo solitario, e per tutti è Monk. La sua vita è stata abbandono e declino: la fuga della madre, la malattia del padre, la vana speranza di un lavoro. È il declino di una città e di tutto ciò che è intorno, un’intera classe sociale cancellata dal futuro. Domenico Dezzotti, detto il Mich, è di Rueglio, in Valchiusella, studia Ingegneria a Torino, così vuole suo padre. Angelo, Charlie, Miranda lo considerano un privilegiato, e un po’ traditore. Se ne andrà dalla valle, un po’ li ha già lasciati. Il loro mondo sta cambiando. Partono per Bruxelles, Christy da solo e il Mich con il resto della banda: Londra, Parigi, la frontiera, il mare… Ad ogni tappa cresce l’attesa della vittoria, l’aspettativa di un destino migliore. Uno scambio di sguardi, l’attimo che lega per sempre Christy e il Mich, complici dagli spalti immaginari di una grande piazza che sembra uno stadio. In questo romanzo denso e lieve, scritto a montaggio alternato, Anthony Cartwright e Gian Luca Favetto raccontano il loro Heysel, la storia di un giorno perduto, sospeso nel tempo e nella memoria, che è la vita dopotutto, nonostante tutto.
A trent’anni di distanza, due autori (diversi per età, origini e lingua) provano a interrogare la propria memoria individuale, e quella collettiva, e ridare così un significato a quel «giorno perduto» – per il calcio e per la recente storia europea. E ritrovare il senso dello sport come festa, come gioco che avvicina, accogliendo in un abbraccio chi vi partecipa, atleti e spettatori, senza distinzione.
L’amore che osa pronunciare il suo nome
Un nuovo lavoro di macellerie Pasolini che indaga la comunicazione verbale improvvisata in una sorta di ferrea sequenza di cose fortuite nel tempo e nelle dinamiche .
Ennio Ruffolo torna sulla scena dopo tanti anni e non da solo, parecchi gli ospiti di questo lavoro costruito proprio sull’ursinità fisica e mentale. dove? in una fogna appunto!
La fogna è una tomba? La fame una scusa l’amore è solo un visone ecologico. La noia è compiacersi e gli occhi degli altri dei vermi solitari!
una produzione di Cassero – LGBT center
in collaborazione con PERASPERA – drammaturgie possibili
a cura di Ennio Ruffolo
ingresso con tessera Arcigay / Arcilesbica
ticket – 1 euro può bastare
“L'amore che osa pronunciare il suo nome è una produzione del Cassero LGBT center: pensata come un'incursione queer delle arti contemporanee agite nel mondo lgbtqi, la rassegna curata da Ennio Ruffolo “osa” mettere in dialogo tra loro quattro sguardi carichi di diversità che indagano generi, corpi ed identità non normalizzati.
expo di La Fille Bertha alla Casetta
Cosmic Creatures è una mostra personale de La Fille Bertha (Alessandra Pulixi) nella quale sono state selezionate alcune delle sue ultime produzioni relative a progetti personali/indipendenti e a progetti editoriali, per la prima volta esposti a Bologna. Tali opere sono accomunate dalla presenza di creature “cosmiche” e sospese, provenienti da un altrove tanto caro all’autrice..
In “Cosmic creatures” saranno esposti tre lavori inediti, due dei quali facenti parte della capsule collection “Arlequin Magique” .Attraverso questa suggestione si entra subito in contatto con quello che potremmo definire l’incantato mondo de La Fille Bertha, la quale, fin da piccola, disegna attraverso una forma spontanea e compulsiva che si traduce in inesauribili bozzetti. Il suo immaginario visivo risulta popolato da creature dalle sembianze femminili, dai caratteri spesso animaleschi, che si mostrano allo spettatore con uno sguardo che racchiude al contempo un sottile filo di vanità e di mistero. Ermetiche, effimere, quasi inafferrabili, così le protagoniste delle opere sembrano fluttuare in una dimensione atemporale: una sorta di realtà rarefatta lontana dal frastuono del mondo contemporaneo, come sostiene l’artista: «Nascono sulla carta ma esistono prima in qualche luogo della mia mente, sono lì quasi assopite». Le atmosfere, rese con toni pastello, sembrano suggerire dei luoghi silenti, magici e surreali che trasformano l’ambiente circostante in uno sfondo decorativo grazie all’alternanza di pattern irregolari che ne amplificano l’impatto visivo.
«I was born from a Cloud while raining deeply.. Growing, I decided to move to the Moon: here, now, I feel quite comfortable, as if I had reached my real Home, for the time being! Sometimes it’s easier to use symbols, rather than spoken words…»
La Fille Bertha
La mostra è visitabile dal 16 Maggio al 16 Giugno (solo su appuntamento)
visita guidata
Ripartono i tour alla scoperta dei resti archeologici sotto la Piazza Coperta: i resti della basilica civile di Bononia, le fondamenta delle case medievali dell'area di palazzo d'Accursio e le vestigia dell'Orto Botanico del naturalista Ulisse Aldrovandi.
Prenotazione obbligatoria fatta di persona in biblioteca o telefonando allo 051 2194400 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13.
visita guidata
Ripartono i tour alla scoperta dei resti archeologici sotto la Piazza Coperta: i resti della basilica civile di Bononia, le fondamenta delle case medievali dell'area di palazzo d'Accursio e le vestigia dell'Orto Botanico del naturalista Ulisse Aldrovandi.
Prenotazione obbligatoria fatta di persona in biblioteca o telefonando allo 051 2194400 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13.
laboratorio per bambini
Appuntamento settimanale di promozione della lettura, per garantire ai più giovani l'accesso a libri di alto livello letterario e artistico.Lettura di "A caccia dell'orso andiamo" di M. Rosen e H. Oxembury, attraversando fiumi e boschi ... veri tanto quanto la fantasia dei piccoli esploratori! A cura di Michaela Dinuzzi
Gratuito con tessera kw-baby 2015.
concerto
Gli Yellowcard, pop punk/emo-pop statunitense proveniente da Jacksonville, in Florida.
Nel 2003 hanno raggiunto il grande successo nel mainstream con Ocean Avenue, diventato doppio platino negli Stati Uniti.
Laboratorio Metodo Munari ® per bambini dai 4 anni
Laboratorio a cura di Noemi Bermani, ZOODISEGNARE CON LE FOGLIE
Filiforme, lanceolata, cuoriforme, saggitata: quante forme hanno le foglie?
Dopo una lunga carrellata di esplorazione e scoperta, qualche foglia si fermerà a giocare con noi per trasformarsi in ... un cappello? una navicella spaziale? un guscio di tartaruga?
e in tutto ciò in cui il nostro sguardo riuscirà a trasformarle.
Per bambini dai 4 anni
Gratuito con tessera kw-baby 2015