Gaming Room (secondo appuntamento)
Apertura al pubblico della Gaming Room: uno spazio allestito in collaborazione con la Fondazione Fitstic e l’azienda Touchlabs di Bologna, due realtà molto attente al rapporto tra persona e nuove tecnologie, insieme coinvolte nell’ambizioso progetto di nascita del Polo della Grafica e della Comunicazione per l’Emilia Romagna, che dal prossimo anno formativo si consoliderà presso l’Istituto Salesiano di Bologna.
La Gaming Room sarà un luogo d’incontro e di confronto nel quale sperimentare alcuni fra i più interessanti videogiochi indie attualmente presenti sul mercato, che hanno la caratteristica di sposare dimensioni artistiche diverse portandole sul piano della comunicazione e del gameplay.
La room ha, inoltre, un’area dedicata alla nuovissima realtà virtuale con visori HTC VIVE. Il grado di coinvolgimento del giocatore sale a vette finora mai toccate e raggiunte, portando il gioco ad un livello di interazione fino a qualche anno fa totalmente inarrivabile.
Dalle 18.00 a mezzanotte ogni giorno dal 12 al 17 luglio.
5 ore di live drawing performance - disegno e suono
dell’artista Cinzia Delnevo con composizione sonora creata da Daniel Basilio
Focus sul videogioco indipendente (primo appuntamento)
Workshop di creazione di un videogioco indipendente a cura di Claudia Molinari e Matteo Pozzi di We Are Müesli.
Info e iscrizioni: www.crudotdb.com
L’evento proseguirà dal 12 al 17 luglio con l’apertura al pubblico di una gaming room.
Live audiovisual performance
Fields è un'esplorazione in universo di sfere metalliche generate e tenute assieme da campi magnetici. Durante l'attraversamento all'interno di questo microcosmo, le particelle diventano organiche e successivamente corpi celesti splendenti. All'uscita di questa esperienza immersiva, lo sguardo si allarga sopra un universo che può essere un buco nero, può essere Solaris o una massa potenziale di energia, dalla quale tutto può ricominciare.
workshop + due serate musicali e visive con le VJ berlinesi KALMA e AIKIA
Due serate musicali e visive con le VJ berlinesi KALMA e AIKIA.
Un workshop di animazione per vj set.
Info e iscrizioni: www.crudotdb.com
28 giugno dalle ore 21.30
KALMA vj set con ZEBRA KILLERS dj set
29 giugno dalle ore 21.30
AIKIA vj set con UNZIP project dj set
Live set and VJ set
Dalle ore 19.00 con aperitivo asiatico. In collaborazione con Sfera Cubica
Dj set Alicemalice & Morra Mc
Ogni mercoledì dalle ore 19.00 music, visual, drink and food.
con Sergio Sanchez e Majo Cordonet
Tras la puerta, ellos dos è uno spettacolo basato sul concetto di simmetria. Un uomo e una donna si incontrano in una stanza qualsiasi, in un posto qualsiasi del mondo. Il racconto si genera partendo proprio da una possibilità. Dove siamo nati? Dove moriremo? Dove viviamo? In che luogo siamo nel momento del racconto? Chi è lui? Chi è lei? Lo spettacolo si basa sul coesistere, il condividere e il dimenticare.
Per godere al meglio di questo spettacolo, invitiamo gli spettatori a portare una fotografia di quando erano piccoli.
La compagnia Provensa nasce in Argentina e presenta i suoi spettacoli anche a Barcellona. Dopo il successo di 8 veces te dejo ottenuto a Buenos Aires, in giugno 2013 la compagnia debutta con lo stesso spettacolo a Barcellona al Teatro Porta4. Lo spettacolo è stato ripreso anche nel 2014 e presentato all'interno della stagione del teatro La Seca Espai Brossa. Nel settembre 2013 debutta, sempre al teatro Porta4 lo spettacolo Qué te habran echo sus ojos? rappresentato successivamente al Teatro Sala Trono a Tarragona, all'Institut del Teatre de Barcelona e altre sale indipendenti spagnole. Nel novembre 2014 debutta al teatro Porta4 La revelación de la piñata, scritta e diretta da Majo Cordonet. Tras la puerta, ellos dos è la sua ultima produzione.
Tras la puerta, ellos dos
con Sergio Sanchez e Majo Cordonet
regia e drammaturgia Majo Cordonet
produzione Charko Teatro
debutto italiano - spettacolo in spagnolo con sottotitoli
con Manuela De Meo e Pietro Traldi | debutto nazionale
La nascita e la morte sono costanti ineludibili della nostra esistenza. Paradossalmente sono anche i due più grandi misteri. Non sappiamo niente del nostro concepimento né del momento della nostra nascita: le uniche informazioni che possiamo avere vengono dai racconti di altri, di chi era presente al momento del parto, ma dalla nostra memoria non possiamo aspettarci nulla... Allo stesso modo passiamo la vita chiedendoci come sarà la nostra morte senza mai poter dare una risposta. Lontano Blu sviluppa questi temi attraverso diversi linguaggi espressivi, dal surreale al drammatico. Uno spazio dove il confine tra la scena e la realtà si mescola creando un’atmosfera poetica che attraversa l’ironia, il ricordo, la paura e la conciliazione.
Manuela De Meo e Pietro Traldi si formano come attori alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, e lavorano insieme dal 2008. Sono tra i soci fondatori di Teatro Presente, compagnia con cui realizzano Karamazov e Il Vecchio Principe, con la regia di César Brie. Nel 2015 fondano le Sementerie Artistiche, di cui sono direttori artistici. Lavorano tra l'Italia e l'Argentina, dove stringono un sodalizio artistico con il Banfield Teatro Ensamble di Buenos Aires, una delle realtà indipendenti più influenti del teatro argentino contemporaneo e diretto da Ignacio Gómez Bustamante e Nelson Valente.
Lontano Blu ha debuttato a Buenos Aires in marzo 2016 con grande successo di critica e pubblico, e questo è il suo debutto assoluto in Italia.
Lontano Blu
con Manuela De Meo e Pietro Traldi
regia di Ignacio Gómez Bustamante e Nelson Valente
drammaturgia e musiche originali di Ignacio Gómez Bustamante
coproduzione Sementerie Artistiche e Banfield Teatro Ensamble (Argentina)
debutto nazionale
una creazione di Massimiliano Donato e Naira Gonzalez
Gli archivi d'anime erano degli elenchi anagrafici della popolazione tenuti dai parroci. Un documento importante a livello statistico, ma anche un affascinante viaggio nel tempo. Massimiliano Donato scopre uno di questi archivi durante il restauro della pieve di San Giovanni Battista di Goregge, sede del Centro Teatrale Umbro. È una scoperta sulla quale costruisce uno spettacolo complesso e vivace, un mirabile esempio di teatro e contemporaneamente esibizione di un grande talento attoriale creativo.
Tra calici di vino, burattini e piccoli effetti spettacolari, Massimiliano Donato conduce lo spettatore in un viaggio alla ricerca dell'essenza stessa dell'Amleto, in uno spettacolo imprevedibile e in continua trasformazione.
Massimiliano Donato è attore e fondatore, insieme a Naira Gonzalez, del Centro Teatrale Umbro. Dopo essersi diplomato alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, studia hata-yoga allo “Yoga Study Center di Rishikesh del maestro Rudra”, e Kathakali al “Kerala Kalamandalam Institute”. È ideatore e organizzatore del festival di formazione attoriale Di umanità si tratta, giunto nel 2016 alla nona edizione. Dal 1996 prende parte a numerosi spettacoli, fra cui ricordiamo Viva l'Italia, produzione del Teatro dell”Elfo di Milano con la regia di Cesar Brie, e Il grande viaggio con la regia di Alessandro Serra.
L'archivio delle anime. Amleto
una creazione di e con Massimiliano Donato
collaborazione all'allestimento Raffaele Echelli
collaborazione alla drammaturgia David Anzalone
ricerca musicale Barnaba Ponchielli
elaborazione burattini Edgar Gonzalez
costumi Manuela Marti
disegno luci Alessandro Scarpa
produzione Centro Teatrale Umbro
a Naira Gonzalez senza il cui contributo questo spettacolo non si sarebbe potuto realizzare
concerto
Clelia Cicero, voce
Corrado Caruana, chitarra manouche
Enzo Frassi, contrabbasso
Il 19 dicembre 1915 a Parigi nasceva Edith Piaf, colei che sarebbe diventata – e sarebbe rimasta – la cantante francese più celebre nel mondo, e l’interprete della canzone francese più famosa di sempre:
La vie en rose. Sono passati 100 anni, ma questi due primati restano, e, non solo in Francia, Edith Piaf è un’istituzione. Marlene Dietrich, intima amica dell’artista, disse: “Se Parigi dovesse
cambiare nome, si chiamerebbe Piaf...”
Clelia Cicero, attrice e cantante, Corrado Caruana, chitarrista, ed Enzo Frassi al contrabbasso riarrangiano i brani della Piaf nello stile manouche-swing rendendo le immortali canzoni della più grande cantante francese, già meravigliose nella loro composizione originale, graffianti e coinvolgenti. La semplicità dei tre strumenti, chitarra manouche, voce e contrabbasso, riporta le canzoni a quell’essenza che restituisce l’esibizione “da strada”. Come faceva Edith, che si presentava e stupiva i passanti attraverso il solo strumento della sua voce. Clelia Cicero ha cantato Piaf in Italia, negli Stati Uniti, in Argentina, in Svizzera e nella tanto temuta Francia dove l’artista è ancora amatissima.
con Vladimir Olshansky direttamente dal Cirque du Soleil
Vladimir Olshansky, che si è esibito in tutto il mondo come guest artist del Cirque du Soleil, ed è stato coprotagonista dello Snow Show di Slava Polunin, produzione acclamata dalla critica di tutta Europa, dopo la trionfale accoglienza riscossa a Madrid e a New York, porta il suo nuovo spettacolo Ooops!... Indagine di un'identità alle Sementerie Artistiche di Crevalcore.
Ooops!... è un affascinante e profondo viaggio nell'alta arte della clownerie, in cui Olshansky, dispiegando il suo mondo poetico, ci svela il perenne atto di equilibrio tra commedia e dramma di
cui è fatto il mondo.
“Mi sono laureato alla Scuola del Circo di Mosca. Le mie idee sulla clownérie nascono dai Maestri del cinema muto: Charlie Chaplin, Max Linder e Buster Keaton, oltre ai leggendari registi russi Mejerchol’d e Vachtangov. Mentre studiavo arti circensi ho avuto modo di incontrare lo straordinario clown russo Leonid Engibarov, dal cui talento sono stato completamente sedotto. E’ stato il primo clown a combinare insieme l’Arte del Circo e il teatro. Me ne tornai, allora, a Pietroburgo con l’idea di un Teatro di Clown, con un clown-attore come protagonista. Insieme a Slava Polunin fondai il Gruppo Clown “Lizidei”. Nel frattempo io misi in piedi il mio primo “one man show”, uno spettacolo con me unico attore clown, in cui possono riconoscersi le influenze artistiche sia di Beckett che di Robert Wilson. Nel 1997 sono stato invitato da Slava a recitare la parte del principale “clown giallo” nel suo “Snow Show” al teatro Old Vic di Londra. Ho cominciato a lavorare al Cirque du Soleil come “guest -actor” in “Allegria” nel 2000 in Australia e Nuova Zelanda, e nel 2004 a New York, Philadelphia e Toronto. Il lavoro insieme al Cirque du Soleil mi ha indotto a inventarmi un nuovo spettacolo come clown-attore, “Strange Games”, in cui ho potuto in parte mettere in pratica alcune mie idee sulla clownérie. Poesia e commedia filosofica,comédie humaine e gioia della vita ne sono le fonti ispiratrici.”
Vladimir Olshansky
Ooops!... Indagine di un'identità
con Vladimir Olshansky
regia di Vladimir Olshansky e Yuri Olshansky
scenografie e costumi Yuri Suchkov
con Roberta De Stefano e Annagaia Marchioro
Uno spettacolo comico che parla dell’amore. E soprattutto delle donne. Che amano le donne che amano altre donne che amano tutti gli altri. L’amore è un sentimento universale, tutti provano le stesse emozioni, gli stessi piaceri, gli stessi dolori: lui e lui, lei e lei, lui e lei. Coppie diverse, identiche emozioni. Questa è una legge che, a differenza della legge, è uguale per tutti… con qualche piccola differenza che fa la differenza.
Uno spettacolo dedicato a chi ha ancora voglia di amare e ridere di questo disgraziato dolore che ti prende allo stomaco senza distinzione di sesso, di razza, di lingua o di religione. Un passo in più
verso il rispetto, perché la discriminazione, guardata col cuore, si rivela nella sua stupidità.
La compagnia Le Brugole nasce nel 2011 ed è formata da Annagaia Marchioro e Roberta De Stefano, con la collaborazione drammaturgica di Giovanna Donini e Francesca Tacca.
Dopo aver vinto con Metafisica dell'amore il Premio Scintille (Asti), partecipano a numerosi festival e presentano lo spettacolo in numerose stagioni di teatri italiani. Del 2013 è Boston
Marriage – Amori impossibili (2013), e nel 2015 debuttano con il nuovo spettacolo Diario di una donna diversamente etero.
Il lavoro teatrale delle Brugole è arrivato anche in televisione, con la partecipazione a Sex and the Zelig, Bambine Cattive (Comedy Central) e Aggratis (RaiDue).
Metafisica dell'amore
con Roberta De Stefano e Annagaia Marchioro
testo di Giovanna Donini e Andrea Midena
produzione Le Brugole
spettacolo vincitore del Premio Scintille (Asti)
(Italia/1956) di Camillo Mastrocinque (105')
Soggetto: Nicola Manzari. Sceneggiatura: Sandro Continenza, Nicola Manzari, Edoardo Anton, Francesco Thellung. Fotografia: Mario Albertelli. Montaggio: Gisa Radicchi Levi. Scenografia: Alberto Boccianti. Musica: Lelio Luttazzi. Interpreti: Totò (Antonio Caponi), Peppino De Filippo
(Peppino Caponi), Dorian Gray (Marisa), Teddy Reno (Gianni), Vittoria Crispo (Lucia), Nino Manfredi (Raffaele), Mario Castellani (Mezzacapa), Edoardo Toniolo (Remo), Corrado Annicelli (conte), Franco Rimoldi (vigile). Produzione: D.D.L.
Versione originale con sottotitoli inglesi
Copia proveniente da Istituto Luce Cinecittà per concessione di Movietime
La scena della lettera, secondo la testimonianza diretta di Teddy Reno, nasce all’inizio come ricordo manipolato di un episodio analogo nel film Miseria e nobiltà. Anni dopo, Ettore Scola rivelerà che nel testo ci sarebbe anche il suo zampino, ma il grosso è frutto della genialità d’antica scuola dei due protagonisti: centro comico del film, gorgo di vertiginosa buffoneria, devastante incursione nel linguaggio, soqquadro di sintassi e senso comune, è tra i momenti più celebri e citati del cinema italiano. Teddy Reno la vede nascere direttamente sul set, dopo un breve conciliabolo fra Totò e Peppino poco distante dai riflettori: “Uno diceva una battuta, l’altro si metteva a ridere, l’altro diceva una battuta, ridevano, non ridevano... A un certo momento mi sono accorto che ridevano tutti e due, erano soddisfattissimi. Al pomeriggio di quel giorno nessuno si aspettava la lettera, perché non era scritta nel cosiddetto copione: hanno preso di sorpresa tutti, compreso il produttore”. Si gira, e il risultato è talmente travolgente che un tecnico delle luci si lascia scappare una sonora risata rovinando la ripresa. Una commissione interna evita che il poveraccio venga licenziato ma Totò e Peppino, arrabbiati per l’interruzione, hanno bisogno di sbollire un paio di giorni prima di rifarla. La scena montata è probabilmente un misto dei due ciak, incollati tra loro grazie a pleonastici inserti di Vittoria Crispo, la sorella dei Caponi. Totò, Peppino e la... malafemmina è il secondo film della coppia, o forse il primo vero e proprio, perché La banda degli onesti era interpretata da un terzetto. Il duo si scopre qui miracolosamente e definitivamente complementare; l’impresa di mettere su uno stesso piano l’umanità di Peppino e la ‘disumanità’ di Totò riesce perché ciascuno cede qualcosa all’altro (Totò si lascia un poco addomesticare, Peppino accetta di misurarsi anche con l’assurdo), mantenendo però sempre le rispettive caratteristiche per giocarle in chiave di differenziazione. Affiatati dalle comuni esperienze giovanili e da un’amicizia che ha attraversato anche gli anni tempestosi della guerra, Antonio e Peppino si ritrovano fratelli nel cinema, e possono mettere in scena la loro opposizione basandosi su un’intimità quasi famigliare. Forse l’affiatamento fraterno è anche un riflesso dei rispettivi disagi esistenziali, dei difficili natali di Antonio e dei contrasti che Peppino ha da anni con Eduardo. Entrambi figli di padre incerto, sussurrato o messo in dubbio, sullo schermo l’uno trova in Peppino il fratello che non ha mai avuto, l’altro scopre in Totò il fratello che avrebbe voluto scegliersi. […] Dopo quello della lettera, altri momenti di Totò, Peppino e la... malafemmina sono da antologia: la trattativa con Mezzacapa (Mario Castellani) per risarcirgli un muro, l’arrivo intabarrati allan Stazione Centrale di Milano, il colloquio in piazza del Duomo col vigile milanese (non un vero ‘ghisa’ ma il ballerino di rivista Franco Rimoldi). (Alberto Anile)
regia di Olivier Nakache e Èric Toledano, Francia, 2011
Regia di Stefano Benni e Umberto Angelucci, Italia, 1989
nell'ambito di Musica da Giardino - rassegna a cura della Scuola di Musica Chiavi d'Ascolto
Un concerto per parlare di musica attraverso la musica.
Nato dall'incontro di due musicisti bolognesi impegnati nella carriera solista, il duo Schiassi-Rubini propone una divertente passeggiata musicale tra opera lirica, canzone, musica da camera, operetta e musical, navigando in giro per l'Europa, gli Stati Uniti e il Sud America.
Ginevra Schiassi si è diplomata in canto con Garbis Boyadjian, ha studiato con Raina Kabaivanska presso la prestigiosa Accademia “Chigiana” di Siena, con Claudio Desderi, Elio Battaglia e Laura Sarti. Ha vinto diversi prestigiosi premi e interpretato ruoli primari, talvolta anche come voce solista, che l'hanno portata alla ribalta di importanti palcoscenici in Austria, Germania, Inghilterra, Svizzera, Repubblica Ceca; a New York (USA), in Brasile, Thailandia, Ecuador.
Matteo Rubini viene avviato alla musica classica da Alessandra Doria, approfondisce gli studi presso la Scuola di Musica Malerbi di Lugo, fino all’ammissione al Conservatorio di Bologna dove si è laureato superando l’esame finale di pianoforte con il massimo dei voti e lode. Ha studiato Composizione sotto la guida di Silvia Colasanti, per poi perfezionarsi all'Accademia musicale di Firenze. Vincitore di diversi premi in vari concorsi pianistici, di recente ha collaborato con la neonata Orchestra Giovanile Senza Spine di Bologna.
Ginevra Schiassi – voce
Matteo Rubini – piano
nell'ambito di Musica da Giardino - rassegna a cura della Scuola di Musica Chiavi d'Ascolto
Michele Viviani è cantautore e interprete: la sua musica mescola aspetti della tradizione musicale italiana al folk rock e alla poesia modernista. Nel concerto eseguirà brani di sua composizione più alcune interpretazioni di brani di Waits, Capossela e tradizionali.
nell'ambito di Musica da Giardino - rassegna a cura della Scuola di Musica Chiavi d'Ascolto
Il duo interpreta e propone un mix di generi per clarinetto e pianoforte, tra musica classica, folk, jazz, fantasie su temi d'opera, tarantelle.
Michela Ciavatti si diploma nel 2010 al Conservatorio G. B. Martini con il massimo dei voti. Si è poi perfezionata con Paolo Beltramini, e appassionata al clarinetto basso. Insegna in alcune scuole di musica di Bologna e suona assieme all'orchestra SenzaSpine di Bologna, in qualità di clarinetto e clarinetto basso.
Alessandro Cuffaro, nato ad Agrigento, ha studiato Composizione e Direzione d'Orchestra al Conservatorio di Bologna. Nel tempo ha maturato grande esperienza come pianista accompagnatore ed è attivo nell'attività concertistica. Insegna pianoforte in scuole di musica.
Michela Ciavatti - clarinetto
Alessandro Cuffaro – pianoforte
I campi estivi dell'Istituzione Bologna Musei
Durante l'estate bambini e ragazzi da 5 a 13 anni possono vivere una nuova esperienza a partire dai grandi eventi espositivi e dal ricco patrimonio culturale dell'Istituzione.
Per questa edizione viene proposto un programma completamente rinnovato. Quattro moduli si susseguono nel corso dei mesi, differenziandosi per temi affrontati, attività ed esperienze proposte.
I campi estivi, gestiti dal Dipartimento educativo MAMbo, prevedono visite e attività in più musei, con l'obiettivo di trasmettere al pubblico un'idea di museo diffuso sul territorio, promuovere un'educazione alla cultura di tipo interdisciplinare e offrire ai cittadini un servizio di qualità.
I campi estivi si svolgono tutte le settimane dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 17. Nella settimana di Ferragosto solo dal 16 al 19 agosto.
Per la settimana dal 6 al 10 giugno il tema proposto è "Facce da...". Inauguriamo i campi estivi dell'Istituzione Bologna Musei con una settimana dedicata alle biografie d'artista. Le vite, le storie e le poetiche di alcuni grandi personaggi del '900 saranno raccontate attraverso i linguaggi del cinema, della performance e delle arti visive.
Le attività proposte si concentreranno in particolare sul tema del ritratto e dell'autoritratto, le opere degli artisti saranno il pretesto per conoscere e sperimentare tecniche e linguaggi artistici contemporanei e scoprire modi inediti e originali di rappresentare sé e l'altro.
Ingresso: € 185,00 a settimana per partecipante comprensivi di: attività didattiche, materiali di consumo, kit di lavoro, pranzo, merenda. Sconto del 20% per le iscrizioni ad almeno due settimane o per più fratelli. Tariffe differenziate per settimane Teens e Ferragosto.
Info, programma completo e prenotazioni: tel. 051 6496628 (da martedì a venerdì dalle 10 alle 14) oppure mamboedu@comune.bologna.it.