omaggio alle canzoni di Battisti e Mogol
Canto Libero: non un semplice concerto ma un grande spettacolo che omaggia il periodo d’oro della storica accoppiata Mogol – Battisti
Sul palco, un ensemble di musicisti affiatati e già rodati nel corso di lunghe carriere, che portano avanti questo nuovo progetto con grande determinazione. Dopo aver riempito piazze e teatri in giro per l’Italia (e anche in Slovenia e Croazia), un ulteriore riconoscimento del loro valore artistico arriva a fine 2015 con uno spettacolo sold-out al Teatro Rossetti di Trieste che vede anche la partecipazione straordinaria di Mogol in persona, che dà la benedizione ufficiale al Canto Libero. Nell’estate 2016 hanno compiuto un tour estivo nel Nord Est d’Italia e in Istria registrando un’incredibile successo di pubblico. Per l’inverno 2016/2017 si sta allestendo il primo tour nei teatri italiani.
Con la produzione della Good Vibrations Entertainment, Canto Libero nasce da un’idea di Fabio “Red” Rosso, già lead vocalist della S.I.P. Band, e la direzione di Giovanni Vianelli. La band propone uno spettacolo che omaggia sì Battisti e Mogol, ma che va ben oltre alla semplice esecuzione di cover dei brani dei classici del repertorio dei due: Canto Libero, infatti, rilegge gli originali mantenendo una certa aderenza ma cercando di non risultare mera copia, mettendoci la propria personalità e sensibilità musicale. Spiega il frontman della band: «Dopo aver studiato molto la sua musica, Battisti mi ha sorpreso ancor di più. Secondo me, è stato il più grande artista che abbia mai attraversato il panorama musicale italiano, per quantità e qualità di brani. E poi, io amo anche la sua voce. Quando sono sul palco, ho grande rispetto per quel che faccio, intendo nei suoi confronti, e spero sempre di farlo al meglio. Di certo ci metto tutto me stesso. E spero di trasmetterlo al pubblico. Non si trattava di fare delle belle cover di pezzi che amavamo. È uno spettacolo studiato nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso, arrangiamenti curatissimi, dinamiche e scenografie, videoproiezioni. Insomma, ci abbiamo messo il cuore».
Aggiunge Alessandro Sala (che è bassista anche della band metal di successo planetario Rhapsody of Fire): «Lo studio delle linee di basso è stato minuzioso: per volere di Vianelli, il mio è lo strumento che deve ricalcare il più possibile l’originale. Ora, quando le persone mi fermano e mi fanno i complimenti per come suono, io dico loro che non me ne prendo il merito: le linee sono quelle scelte da Battisti al 98%. Suonare le canzoni di Battisti nel periodo Mogol è difficile per un motivo non riscontrabile altrove: le parole sono talmente potenti e preponderanti che ti “distraggono” dalla musica».
Giovanni Vianelli spiega: «Da parte mia non c’è nessuna intenzione di rendere “attuale” il sound delle canzoni di Lucio Battisti. Noi cerchiamo solo il sound giusto nei limiti delle nostre possibilità, e non lo facciamo in modo attuale, ma in modo volutamente classico: non usiamo click se non come riferimento iniziale, nessuna sequenza, ci sincronizziamo spontaneamente con i filmati, suoniamo con la strumentazione del buon vecchio rock, saliamo in dieci sul palco fregandocene delle attuali esigenze del mercato. Queste sono cose che il nostro pubblico apprezza, e io sono totalmente d’accordo con loro! (…) Ogni grande band apprende dalle altre ma deve andare alla ricerca del proprio sound, altrimenti non sarà che una brutta copia, è inevitabile. (…) Nella nostra band ogni musicista ha il suo stile ed è amato per il suo stile. Io mi preoccupo di incanalarlo nella canzone».
La voce di Fabio “Red” Rosso, il pianoforte e la direzione musicale di Giovanni Vianelli, le chitarre di Emanuele “Graffo” Grafitti e Luigi Di Campo, Alessandro Sala al basso e alla programmazione computer, la batteria di Jimmy Bolco, le percussioni e la batteria di Marco Vattovani, Luca Piccolo alle tastiere, le splendide voci di Joy Jenkins e Michela Grilli, i video di Francesco Termini e l’eccezionale ingegnere del suono Ricky Carioti (fonico anche di Elisa) rileggono “La canzone del sole”, “Una donna per amico”, “Ancora tu”, “E penso a te”… e gli altri grandi successi di Battisti che hanno fatto e fanno tuttora sognare intere generazioni.
tratto dal best seller di John Gray, con Paolo Migone
Una cosa è sicura, gli uomini e le donne vengono da due pianeti diversi
Tutti si sono già scontrati e irritati per i comportamenti incomprensibili dell’altro sesso. Le ragioni? Si pensa troppo spesso che l’altro funzioni come noi, dimenticando che è fondamentalmente diverso.
È in questi contesti che interviene Paolo Migone con la sua comicità surreale e irridente nell’adattamento teatrale del best seller di John Gray.
L’originalità dello spettacolo sta nel fatto che ricorda le principali differenze di funzionamento tra uomo e donna, sostenendosi su situazioni quotidiane che conosciamo tutti, tenendo presente il confronto di ogni generazione.
Grazie al “professore” Paolo Migone, infine comprenderemo come fare di queste differenze una fonte di complicità, e non di conflitto.
Risultato; si ride molto, di sé, della propria coppia o dei propri genitori, ma soprattutto, si dispone di nuovi dati per comprendere l’altro sesso e girare in scherno alcune situazioni che possono diventare fonte di discordia.
Lo spettacolo non ha lo scopo di condividere “verità”, ma soprattutto aiutare a comprendere l’incomprensibile.
Nel pubblico, i sorrisi si sprecano, i colpi di gomiti sono inevitabili, gli sguardi si scambiano, le spalle si avvicinano, e le mani si toccano, mentre il professore descrive tutte quelle situazioni quotidiane, spiegando perché sono frustranti e ciò che si può fare per migliorare la propria qualità di vita.
“Gli uomini vengono da Marte, le donne vengono da Venere” è il libro più conosciuto dello psicologo americano John Gray. Tradotto in quaranta lingue, ha venduto 50 milioni di copie e fa parte dei libri più venduti al mondo.
anatomia di una condanna
Un Gesù legato alla terra e al tempo, sostenitore di un messaggio rivoluzionario, rifulge di una luce più intensa del consueto, facendosi ancora più affascinante e commovente
Sulle ultime ore di Gesù in genere si sa poco; ancora meno si conosce della situazione politica e militare della Palestina in quegli anni. Eppure si tratta di elementi fondamentali per meglio capire la tragica sorte di quel Giusto. Perché Gesù venne arrestato? Quali le accuse? Che cosa spinse il procuratore romano ad emettere una sentenza capitale? I vangeli (canonici e non) danno una spiegazione esauriente – e concorde – degli avvenimenti? O no? Perché si parla così poco di Maria, nulla si dice di Giuseppe? Chi era davvero Giuda? Perché tradì?
Se ci si cominciano a porre queste domande si vede subito che di una vicenda raccontata cento volte si sa in generale pochissimo; i lati oscuri e le domande inevase prevalgono nettamente sui fatti noti.
Lo spettacolo si avvale di immagini accompagnate da un dolente accompagnamento musicale per stimolare lo spettatore alla scoperta di un Gesù non “vittima di un gioco di potere” bensì pronto a mettere in gioco per le sue idee la sua stessa vita.
La scoperta, per certi versi stupefacente, è che un Gesù legato alla terra e al tempo, sostenitore di un messaggio rivoluzionario, rifulge di una luce più intensa del consueto, facendosi ancora più affascinante e commovente.
Un omaggio a Totò nel cinquantenario della sua scomparsa (15 aprile 1967)
Don Felice Sciosciammocca va a Napoli a trovare il nipote Ciccillo, il quale si è fatto mantenere con la scusa di laurearsi in psichiatria. Per non far scoprire l’inganno Ciccillo gli fa credere che la pensione in cui vive ( Pensione Stella ) sia in realtà una clinica, dove egli cura i malati di mente. Don Felice, rimasto nella pensione, è talmente spaventato che asseconda tutte le richieste dei presunti pazzi.
Totò imparo’ dal teatro napoletano del suo tempo tutti i trucchi e le astuzie del mestiere rinnovandoli con il suo formidabile istinto e così farà Tommaso Bianco – pulcinella con Cristina Passaro e con la sua formidabile compagnia prendendo spunto dal film omonimo del 1954 con la regia di Mario Mattoli.
Era un mondo pieno di scrittori, di sbronzi, e di scrittori sbronzi
Alessandro Haber è Charles Bukowski. Una nuova veste per uno spettacolo di grande successo, andato in scena ormai più di dieci anni fa (e visto anche al Teatro dell’Elfo di via Menotti). Gli ingredienti di questo remix sono semplici, efficaci, potenti: Alessandro Haber interpreta, recita, canta ma soprattutto vive i testi e le poesie originali di Charles Bukowski accompagnato dalla musica elettronica di Alfa Romero e da un visual ideato da Manuel Bozzi in una continua interazione con il pubblico. Un’esperienza sonora e visiva coinvolgente e di grande qualità artistica. A completare il quadro la presenza scenica di Andrea Guzzoletti live trumpet. Tecnologia, recitazione, musica, amore si fondono in un progetto ad alto impatto emotivo. Un live, perché di un vero e proprio LIVE si tratta, che arriva dritto al cuore, che farà emozionare, soffrire, sorridere e divertire il pubblico che assaporerà Bukowski sotto una nuova luce, dove le parole si uniscono alla musica elettronica ed alle immagini in un’unica incalzante danza dagli irriverenti toni beat/bukowskiani.
BELOW SEA LEVEL (Italia-USA/2008) di Gianfranco Rosi (110'), BOATMAN (Italia/1993) di Gianfranco Rosi (55')
BELOW SEA LEVEL
Sog., Scen., F.: Gianfranco Rosi. M.: Jacopo Quadri. Prod.: Gianfranco Rosi per 21oneproductions. D.: 105'
BOATMAN
Sog., Scen., F.: Gianfranco Rosi. M.: Jacopo Quadri. Prod.: Gianfranco Rosi per 21oneproductions. D.: 55'
Gianfranco Rosi è un documentarista anomalo nel panorama del cinema italiano, se non altro per essere un regista apolide, un cittadino del mondo. Forse proprio perché lontano dalla scena (o mancata scena) e dalla scuola (o mancata scuola) del documentario italiano, Rosi è riuscito a stabilire un primato davvero originale all'interno del cinema del reale, muovendosi su linee eterogenee e autonome, seguendo tempi impensabili per lo stesso mondo documentaristico. Rifacendosi, per poi superarla, alla lezione del cinema verità, Boatman racconta la giornata ipotetica di un barcaiolo di Benares che, costeggiando le sponde del Gange, ci fa vivere con il suo originale umorismo il mistero della compresenza in uno stesso luogo della vita e della morte. Below Sea Level è lo straordinario ritratto di un gruppo di persone che hanno trovato la loro dimora in una base militare dismessa a 190 chilometri da Los Angeles, 40 metri sotto il livello del mare e che hanno girato le spalle alla società. Un incredibile affondo che ha richiesto a Rosi cinque anni di lavoro. (Dario Zonta)
Restaurati da Cineteca di Bologna e Doc & Film International presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata
(USA-GB/1975) di Jim Sharman (95')
Il sabato sera di Visioni Italiane culminerà allo scoccare della mezzanotte con un film di culto intramontabile con schiere di seguaci in tutto il mondo, che ancora oggi frequentano mascherati le proiezioni diventate veri e propri happening. Un film unico nel suo genere, un mix perfetto tra musical, fantascienza e b- movie, dove la cultura del Novecento si ritrova sballottata in un trionfo camp, giocando con l'omosessualità e il lesbismo in modo disincantato e divertito. E non potevamo scegliere miglior presentatore di Antonio Sancassani, proprietario e gestore dello storico Cinema Mexico di Milano (cui è dedicato uno dei film in concorso a Visioni Doc), che per oltre trent'anni ha programmato ininterrottamente il capolavoro kitsch di Jim Sheridan.
Introduce Antonio Sancassani
(Francia/2015) di Thierry Frémaux (93'). Documentario. Dai 6 anni in su
Nel 1895 i Lumière inventano il cinematografo, la macchina magica capace di riprendere il mondo. La bellezza luminosa e potente di queste vedute lascia ancora senza fiato. 114 film, realizzati tra il 1895 e il 1905, presentati nel nuovo restauro in 4K. Con la voce
narrante di Valerio Mastandrea.
Documentario. Dai 6 anni in su
Conduce Marco Spagnoli (critico e direttore del "Giornale dello spettacolo")
Sceneggiatore per il cinema e per la televisione, Nicola Guaglianone ha firmato alcuni degli script più interessanti del recente cinema italiano. È autore, con Menotti, del soggetto e della sceneggiatura di Lo chiamavano Jeeg Robot, diretto da Gabriele Mainetti, grande successo del 2016 e vincitore di sette David di Donatello. Ha sceneggiato il drammatico Indivisibili (2016) di Edoardo De Angelis e l'ultima commedia del duo Ficarra e Picone, L'ora legale (2017). Ha firmato soggetto e sceneggiatura di vari cortometraggi, tra i quali Basette, Tiger Boy (Nastro d'argento 2013) e Ningyo, tutti diretti da Mainetti. Ha lavorato per serie televisive, sitcom e film per la tv in onda sui canali Rai e Mediaset (tra cui 7 vite e Anna e i cinque) e per la serie Suburra (2017), prodotta da Cattleya per Netflix.
Conduce Marco Spagnoli (critico e direttore del "Giornale dello spettacolo")
In collaborazione con Anica
(Italia-Sri Lanka/2016) di Suranga D. Katugampala (74')
Sunita, una donna srilankese di mezz'età, divide le sue giornate tra il lavoro di badante e un figlio adolescente. La loro relazione è segnata da molti conflitti. Cresciuto in Italia, il ragazzo fa esperienza di un'ibridazione culturale che la madre, impegnata a lottare per vivere in un paese al quale non vuole appartenere, fatica a capire.
Al termine incontro con Suranga D. Katugampala, Soheila Javaleri (vincitrice del Premio Mutti 2016), Laura Traversi (Associazione Amici di Giana) e presentazione del bando Premio Mutti - AMM 2017
(Italia/2007) di Pietro Marcello (60')
Sog.: Pietro Marcello. Aiuto regia: Sara Fgaier. F.: Daria D'Antonio. M.: Aline Hervè. Mus.: Mirko Signorile, Marco Messina. Prod.: Nicola Giuliano, Francesca Cima per Indigo Film, in associazione con Mercurio Cinematografica e in collaborazione con Rai 3. D.: 57'
Pietro Marcello è uno dei talenti più sicuri emersi nell'ultimo decennio di cinema italiano. I suoi film mostrano meglio di altri il carattere squisitamente estetico del cinema documentario degli anni scorsi. Pietro Marcello, potremmo dire, fa forse un cinema documentario, ma non fa mai un cinema realista. In questo, ricostruisce il ponte tra forza del mondo oggettivo e sperimentazione linguistica di certo documentario delle origini, ricordandoci che il documentario era e rimane un figlio delle avanguardie del secolo scorso. Il titolo che lo rivela agli spettatori più attenti è Il passaggio della linea, viaggio sugli espressi notturni che di lì a poco sarebbero scomparsi. Un film in cui la cifra del regista è già chiara. Una serie di incontri con viaggiatori, tra i quali emerge Arturo, anziano europeista libertario che ha scelto di vivere sui treni. (Emiliano Morreale)
Incontro con Pietro Marcello e presentazione del cofanetto Dvd Il cinema di Pietro Marcello. Memoria dell'immagine (Edizioni Cineteca di Bologna 2017) alla presenza del curatore Emiliano Morreale.
(Toni Erdmann, Germania-Austria/2016) di Maren Ade (162')
Il film vincitore del Lux Prize 2016 e candidato come miglior film straniero ai prossimi Oscar. Un anziano professore di musica con il gusto della zingarata irrompe imparruccato nella vita della figlia, businesswoman quarantenne che conduce una vita spenta di affetti, strangolata dai ritmi di lavoro. "Senza mai violare l'intimità dei suoi personaggi, il film suggerisce il confronto tra due generazioni che non riescono più a toccarsi. A partire da questa opposizione, la regista tedesca svolge un legame che conosce la grazia attraverso l'esperienza del ridicolo. Esplosione di esuberanza, Toni Erdmann toglie il fiato e apre a una risata assoluta, piena, libera" (Marzia Gandolfi).
Mattia Ferraresi aiuterà a comprendere l’America di Trump in un mondo che cambia vorticosamente. Mattia è il corrispondente dagli Stati Uniti de Il Foglio ed è autore di diversi libri su temi americani, fra cui l’ultimo dal titolo “La Febbre di Trump” (Marsilio).
opere su carta e tessuto di Asa Elisabeth Hagberg
La mostra è composta di una trentina d’ opere con un filo conduttore comune che possiamo chiamare semplicemente: EOCLASSICISMO RIVISITATO: L’artista ha elaborato composizioni di tessuti e riciclato carte, creando immagini con motivi floreali, uccellini e vegetali, unendo infine il suo proprio personalissimo segno grafico – di gusto e mano nordico – trasformando così l’ insieme in qualcosa di fantastico, scenografico e surreale. Un’ arte che trova la sua dimora stilistica in un mix tra lo stile Mediterraneo e il suo “joie de vivre” con una nota di fondo nordica. Il corpus è ricco e comprende disegni, oli, acrilici, mixed media e collage, alcuni “stagionati“ e assemblati nel corso di diversi anni, mentre alcune opere sono state realizzate appositamente per l’ambiente suggestivo e naturale di Villa Spada e per la Biblioteca. Le opere di Asa Elisabeth Hagberg tramandano ricordi, con l’ intento di evocare un senso di serenità per chi le osserva. Si è infatti lasciata ispirare liberamente della natura, dell’arte e dei colori del 700’, nonché di artisti di chiara fama come G. Morandi e M. Rothko, e correnti artistici come la Pop Art.
La mostra resterà aperta fino al 28 aprile 2017
Meaning of a distant victory | presentazione del volume di Giuseppe Basile e Marcello Nitti
intervengono gli autori.
The Sound è stata una band inglese originaria di Londra, attiva dal 1979 al 1988, fondata da Adrian Borland. Disco per disco, da “Jeopardy” del 1980, sino ad “Harmony & Destruction” del 1999, il volume documenta e approfondisce i contenuti “letterari” dell’opera di Borland, che con la sua particolare scrittura riflessiva, unica nel panorama del punk-new wave degli anni 80 e successivi, ha conferito dignità ad un genere musicale che per i contenuti testuali è sempre rimasto poco conosciuto e studiato. Il libro offre un importante contributo alla riscoperta dell’arte compositiva di Adrian Borland ed è la storia di una grande vittoria, giunta a distanza.
l’opera d’arte tra supporto, contesto e città | convegno internazionale a cura di Claudio Musso e Fabiola Naldi
Il convegno parte dall’attuale urgenza pratica e teorica di riflettere sull’evoluzione dell’idea di cornice sia come supporto dell’opera d’arte, sia come espansione simbolica nell’accezione di superficie , contesto, ambiente, limite e superamento dello stesso. La cultura visiva ha da sempre fatto i conti con il concetto di rappresentazione, il suo inquadramento in una finestra, e la sua inevitabile fuga dai confini. L’arte da sempre ha sperimentato varie possibilità di uscita e rientro nell’idea di cornice (fisica, concettuale o metaforica) e oggi questa condizione estetica è sempre più diffusa nella piattaforma tecnologica contemporanea: una continua alternanza tra la presenza e l’assenza di un quadro. L’arte nello spazio urbano può definirsi come pertinente oggetto d’indagine anche per la possibilità di integrare nel dibattito la differenza tra produzioni spontanee e creazioni commissionate da enti e istituzioni.
Come cambia l’idea di cornice in base allo spazio in cui l’opera d’arte si inscrive? Quali sono le implicazioni interpretative nel caso in cui essa venga progettata per un luogo preciso o che vi sia collocata per ragioni altre? Gli interventi dei relatori invitati guideranno la riflessione presentando casi studio che possano evidenziare le contraddizioni della relazione tra opera e pubblico, della rapporto tra interno ed esterno dell’opera, oltre le frontiere della sua cornice, intesa come spazio vissuto e relazionale.
PROGRAMMA
Saluti: Bruna Gambarelli, Comune di Bologna, Assessore alla Cultura e progetto nuove centralità culturali nelle periferie
Roberto Grandi, Presidente Istituzione Bologna Musei
Intro: Claudio Musso e Fabiola Naldi, curatori del convegno
Il globo, la mappa e la città: l’invenzione della cornice
Franco Farinelli, Direttore del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna e presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani
Dentro e oltre la cornice. I muri dipinti
Lucia Corrain, Professoressa associata confermata, insegna Semiotica dell’arte al corso di laurea Dams e Semiotica del visibile al corso di laurea magistrale in Arti Visive dell’Università di Bologna
Il mondo oltre la cornice: strategie spaziali e complessità polisemica degli altari rinascimentali
Giacomo Alberto Calogero, Dottore di ricerca in Archeologia e Storia dell'arte, collabora stabilmente agli insegnamenti di Storia dell'arte medievale e moderna presso l’Università di Bologna
Intro: Claudio Musso e Fabiola Naldi, curatori del convegno
TRA lo spazio dell’opera e lo spazio intorno all’opera
Francesco Poli, Critico d’arte, curatore, insegna Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Brera e Scienze della comunicazione a Torino
Out of Place - Out of Time. Skulptur-Projekte Münster: festival di arte contemporanea o pratico strumento di marketing per una città in trasformazione?
Francesco Bernardelli, Critico e curatore d'arte contemporanea e di performing arts, si è occupato dei rapporti fra arti visive, time-based media e musiche sperimentali
h 14.00 - 18.00
Dismantling the Frame: Street Art as Aesthetic Protest
Susan Hansen, Coordinatore del Visual Methods Group e direttore del Forensic Psychology Research Group presso la Middlesex University di Londra
The Ever-changing Frames of Graffiti: from Vandalism to Artification
Ricardo Campos, Sociologo, illustratore e ricercatore aggregato Facoltà di Scienze Sociali e Umane Universidade Nova di Lisbona
Arte nello spazio urbano: l’etica del luogo
Alessandra Pioselli, Critico d’arte, curatore, direttrice dell’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo dove insegna Storia dell’arte contemporanea
Discussione aperta
Progetto sostenuto da Comune di Bologna
Con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Dipartimento delle Arti - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Con i contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Realizzato da ALL WRITE
In collaborazione con MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
L’evento è parte di NOFRONTIER, etichetta che raduna le attività operative e di approfondimento previste per il 2016-2017.
e Napoli Centrale
James Senese è un artista che non ha bisogno di essere presentato. La sua musica, la sua storia personale, lo fanno per lui. In quasi cinquant’anni di musica, ha attraversato trasversalmente la canzone leggera italiana, il funk-jazz, il grande cantautorato. E’ una leggenda vivente, colui il quale ha dato uno dei primi ingaggi all’indimenticabile Pino Daniele, con cui collaborerà ed avrà amicizia vera sino al suo ultimo giorno. "O' sanghe" è un nuovo orizzonte su cui si volge lo sguardo del sassofonista partenopeo, mai fermo due volte nello stesso posto. All’interno del disco tutti i riferimenti artistici che hanno fatto grande la sua musica, con una rinnovata carica espressiva. Funk, blues, venature jazz, e tanto mediterraneo, tanta Napoli nelle melodie, nelle storie raccontate; vita, lavoro, lotte quotidiane per la sopravvivenza, amore, fede. In “O sanghe” c’è groove da vendere, come solo James sa. A settant’anni compiuti, James Senese si conferma come un artista senza tempo, con una riconoscibilità immediata ed un cuore intatto, che parla agli ultimi.
I grandi Russian Circles non hanno bisogno di presentazioni!
Indubbiamente uno dei gruppi più importanti del post rock statunitense dal 2004, il passato li ha visti in tour con grandi nomi quali Tool, Chelsea Wolfe e Deafheaven e con all’attivo 6 splendidi album, tra cui l’ultimo “Guidance” (prodotto da Kurt Ballou, chitarrista dei Converge), uscito nell’agosto di quest’anno via Sargent House, accolto da critica e ascoltatori con enorme entusiasmo per la sua intensità compositiva ed emozionale!
In occasione dell'8 Marzo, il Centro Interculturale Zonarelli, promuove l'iniziativa organizzata in collaborazione con le associazioni delle donne straniere di Bologna, su Empowerment femminile e nuove economie sostenibili delle donne, con esposizioni di opere d'artigianato e manufatti creativi realizzati dalle donne delle associazioni partecipanti.
La giornata si apre alle 15.00 con la proiezione del video Essere donne realizzato da membri dell'associazione Rahma e Giovani P.S.M. Nazionale; poi il Magnifico Teatrino Errante con performance di poesie in movimento, e a seguire il documentario Eco de Femmes di Carlotta Piccinini, sull'economia solidale delle donne delle aree rurali del Maghreb, protagoniste dell'omonimo progetto di cooperazione internazionale allo sviluppo realizzato da GVC Onlus. Il film è coprodotto da GVC Onlus e EleNfant Film. Ospiti: Stefania Piccinelli, GVC – responsabile progetto e Alessandra Cesari, EleNfant Film e Human Rights Nights - producer e responsabile sviluppo del film.
Seguirà la presentazione del graphic novel di Antonella Selva (dell'associazione Sopraiponti), "Femministe, una storia di oggi”.
Il pomeriggio prosegue con un dibattito/confronto aperto, con le donne delle associazioni partecipanti, sul microcredito,l'empowerment femminile e le nuove economie sostenibili delle donne, finalizzato a nuove progettazioni condivise. Iltutto sarà arricchito da esibizioni ed interventi artistici tra danza, musica e letture, per condividere insieme un momento di festa e incontro.
incontro con Carlo Pagani
I giardini sono pieni di gente come noi che, con la propria semplice umanità, cerca di interagire con l'universo mondo perchè pensa che il paradiso appartenga a tutti.
Una raccolta di storie vere, comparse in quasi vent'anni nella rubrica del maestro giardiniere sul mensile «Gardenia» raccolte ora in un unico volume insieme alla scrittrice e giornalista Mimma Pallavicini.
Un richiamo indirizzato a coloro (paesaggisti, collezionisti di piante, amministratori pubblici, proprietari di grandi giardini storici...) che plaudono alla bellezza dei giardini, ma si dimenticano dell'umanità senza la quale questi non hanno senso e, spesso, non potrebbero esistere.
Mercoledì 29 marzo in Auditorium Enzo Biagi il maestro giardiniere Carlo Pagani, autore di programmi televisivi e articoli sui giardini su riviste specializzate, parlerà del libro C'è gente in giardino. Le piccole storie verdi del maestro giardiniere con il pittore Antonio Saliola.
L'incontro è realizzato in collaborazione con Edizioni Pendragon.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.