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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 5 min 17 sec fa

Natalia Gutman - Viacheslav Poprugin

Gio, 07/03/2014 - 16:45

I Concerti di Musica Insieme 2014/2015

Natalia Gutman violoncello; Viacheslav Poprugin pianoforte

Programma:

  • Schumann Phantasiestücke op. 73
  • Grieg Sonata in la minore op. 36
  • Rachmaninov Sonata in sol minore op. 19

I brani che Natalia Gutman ha scelto di presentare in questo suo concerto, accogliendo al suo fianco un camerista esperto come Viacheslav Poprugin, appartengono tutti al repertorio che la celebre violoncellista russa affrontava assieme al leggendario Sviatoslav Richter. Un omaggio, dunque. Un tributo non solo alla memoria dell’interprete, ma anche, e forse soprattutto, ad una vicenda artistica che tanti e così straordinari frutti ha dato. Peraltro si tratta di opere tra le maggiori dell’intera produzione per violoncello e pianoforte, a cominciare dai Phantasiestücke op. 73 di Robert Schumann, che in quel repertorio sono entrati di diritto, sebbene originariamente destinati dal compositore al clarinetto.

Leonidas Kavakos - Enrico Pace

Gio, 07/03/2014 - 16:39

I Concerti di Musica Insieme 2014/2015

LEONIDAS KAVAKOS violino; ENRICO PACE pianoforte.

Programma:

Beethoven Sonata in la maggiore op. 12 n. 2; Sonata in do minore op. 30 n. 2
Fauré Sonata in la maggiore op. 13

Tutto cominciò con un regalo di Natale. Al piccolo Leonidas, lo racconta lui stesso, il padre regalò un violino. Considerando com’è andata a finire, che divenisse immediatamente il suo giocattolo preferito era davvero destino. Ancora teenager, Kavakos si aggiudica il Primo Premio al Concorso “Sibelius” 1985, tre anni dopo vince il “Paganini” di Genova. Da allora la sua musica è riecheggiata nelle sale di tutto il mondo, accanto ai Berliner come al Konzertgebouw di Amsterdam, o alla guida della Camerata Salzburg. Enrico Pace, a sua volta fiore all’occhiello del pianismo italiano, nato da quella fucina di eccellenza che è l’Accademia di Imola, è partner regolare di Kavakos, meritando insieme a lui il Premio “Abbiati” 2013 proprio per l’integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Beethoven, fulcro del loro concerto per Musica Insieme accanto alle ebbrezze tutte ‘francesi’ della Sonata di Fauré.

Zukerman Chamber Players - Pinchas Zukerman

Gio, 07/03/2014 - 16:22

I Concerti di Musica Insieme 2014/2015

Jessica Linnebach violino; Jethro Marks violino; Amanda Forsyth violoncello; Jacqueline Thomas violoncello; Angela Cheng pianoforte; PINCHAS ZUKERMAN violino e viola

Programma:

  • Brahms Scherzo in do minore-maggiore per la Sonata F.A.E. per violino e pianoforte
  • Mozart Trio in mi bemolle maggiore KV 563 per violino, viola e violoncello​​
  • Brahms Quintetto in fa minore op. 34 per due violini, viola, violoncello e pianoforte

Il prodigioso virtuosismo, unito ad una rara purezza timbrica, fanno di Pinchas Zukerman uno degli archetti più amati al mondo. Sempre generoso nel mettere la sua straordinaria maturità artistica al servizio delle nuove generazioni, nel 2002 ha fondato gli Zukerman Chamber Players, ensemble che raccoglie ovunque plauso unanime di critica e pubblico. La stessa generosità che caratterizzava Schumann nel rapporto con i suoi protégé, l’allievo Dietrich e il giovane Brahms. In casa sua, per uno scherzo goliardico tra amici musicisti, fu concepita la Sonata dall’enigmatico titolo di F.A.E., il cui terzo movimento aprirà il concerto. Il padrone di casa invitò il famoso amico violinista Joseph Joachim a suonare un’opera scritta appositamente per lui, della quale doveva indovinare l’autore. Ma i compositori in realtà erano tre: Schumann, Dietrich e Brahms si erano suddivisi i movimenti per rendere più arduo il compito, ma vennero facilmente ‘smascherati’ dall’esperta vittima. Completano il programma l’unico Quintetto con pianoforte di Brahms e il brillante “Gran Trio” per archi di Mozart.

The Brodsky String Quartet - Giampiero Sobrino

Gio, 07/03/2014 - 16:03

I Concerti di Musica Insieme 2014/2015

Aniel Rowland violino; Ian Belton violino; Paul Cassidy viola; Jacqueline Thomas violoncello; GIAMPIERO SOBRINO clarinetto.

Programma:

  • Borodin Scherzo in re maggiore per Les Vendredis per quartetto d’archi
  • Weber Grosses Quintett in si bemolle maggiore op. 34 per clarinetto, due violini, viola e violoncello
  • Čajkovskij Quartetto per archi in mi bemolle minore-maggiore op. 30

Che il Quartetto Brodsky si rivolga al camerismo russo – poco frequentato, nonostante possa vantare capolavori, tra i quali spiccano quelli di Borodin e Čajkovskij – è per così dire nell’ordine delle cose. Il Brodsky ama esplorare, e predilige offrire al pubblico – che conosce e apprezza la maestria di uno dei più longevi quartetti in attività – anche pagine inusuali. Da qui la collaborazione, per il brillantissimo Quintetto di Weber, con Giampiero Sobrino, virtuoso del clarinetto, a vent’anni già “primo” nell’Orchestra Nazionale della RAI, poi a fianco di maestri come Sergiu Celibidache.

Nelson Goerner

Gio, 07/03/2014 - 14:53

I Concerti di Musica Insieme 2014/2015

Programma:

  • Mozart Sonata in mi bemolle maggiore KV 282
  • Schumann Kreisleriana op. 16
  • Chopin Ventiquattro Preludi op. 28

Mozart, Schumann, Chopin: nel suo recital per Musica Insieme il pianista argentino Nelson Goerner, oggi tra i più acclamati per la sua raffinatezza interpretativa, si misura con tre dei compositori più amati di sempre, a partire dalla Sonata in mi bemolle maggiore KV 282 del Salisburghese. Completata mentre Mozart si trovava a Monaco insieme al padre, è uno dei suoi primi, ma già perfettamente compiuti, approcci con questo genere. A seguire, due opere di Chopin e Schumann, composte ad un anno di distanza l’una dall’altra. Nel 1838 Schumann scriveva all’amata Clara di un ciclo di fantasie a cui stava lavorando, Kreisleriana, ispirato all’omonima raccolta di novelle di Hoffmann: «il pensiero di te le domina completamente, e io voglio dedicartele, a te e a nessun altro». Promessa non mantenuta, a quanto pare, visto che la dedica apparsa sulla prima edizione fu «all’amico F. Chopin». E per finire, proprio un’opera del compositore polacco, di cui Goerner è specialista riconosciuto, tanto da aver ricevuto un “Diapason D’Or” per l’incisione delle sue opere.

Orchestra Giovanile Italiana - Enrico Dindo

Gio, 07/03/2014 - 14:45

I Concerti di Musica Insieme 2014/2015

Enrico Dindo violoncello e direttore

Programma:

  • Šostakovič Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore op. 107 per violoncello e orchestra
  • Brahms Sinfonia n. 4 in mi minore op. 48

«Una splendida voce italiana»: così Mstislav Rostropovič definì Enrico Dindo, che proprio con il premio intitolato al suo nome inaugurava nel 1997 una strepitosa carriera solistica. Sarà un’altra voce italiana, la voce ‘corale’ dell’Orchestra Giovanile Italiana, ad esibirsi sotto la sua guida in un programma che comprende il primo dei due Concerti che Šostakovič dedicò proprio alla maestria di Rostropovič, concerto fra i più impervi – e amati – del repertorio novecentesco. L’OGI, nata come ‘costola’ della Scuola di Musica di Fiesole, alle spalle trent’anni di attività con i consigli di maestri quali Abbado, Berio, Muti, Mehta, Sinopoli, da sempre rifornisce le orchestre di tutto il mondo con gli strumentisti nati tre le sue file. Da più di qualche anno del resto la nostra Stagione costituisce per l’OGI una vetrina aperta sulla città di Bologna, dove l’Orchestra ha eseguito le maggiori opere del repertorio sinfonico, da Mahler a Bruckner e Čajkovskij, diretta da Gabriele Ferro (nel 2007) e da John Axelrod (nel 2012).

Julian Rachlin - Lynn Harrell - Zhang Zuo

Gio, 07/03/2014 - 13:21

I Concerti di Musica Insieme 2014/2015

Julian Rachlin - violino; Lynn Harrell - violoncello; ​Zhang Zuo - pianoforte

Programma:

  • Schubert Trio in mi bemolle maggiore D 929 per violino, violoncello e pianoforte
  • Brahms Trio in si maggiore-minore op. 8 per violino, violoncello e pianoforte

Redmond Barry sta per baciare Lady Lindon in una delle più celebri sequenze del capolavoro di Kubrick. Una sequenza resa immortale dal commento sonoro: tutta la scena è, infatti, scandita dalle suadenti note dell’Andante con moto tratto dal Trio op. 100 (D 929) di Franz Schubert. Tema di commovente bellezza, tema struggente, tema che dice tutto di Schubert e impegna gli interpreti in una delle più affascinanti pagine dell’intero repertorio cameristico. D’altronde i due Trii, le opere 99 e 100, sono certo non per caso tra le opere più amate del compositore viennese. Perfette formalmente, artisticamente di un nitore abbagliante, musicalmente struggenti nella loro compiutezza e incisività. Insomma, occorrono interpreti eccellenti, come Rachlin, Harrell e Zuo per confrontarsi con pagine di questa importanza. Pagine la cui eco si è riverberata nella storia e le cui tracce ritroveremo anche nel suggestivo e giovanile Trio op. 8 di Johannes Brahms.

La sedia della felicità

Gio, 07/03/2014 - 12:34

di Carlo Mazzacurati (Italia/2013, 90’)

con I. Ragonese, V. Mastandrea, G.Battiston

Entrata dalla Tribuna VIP Terrazza "Fulvio Bernardini".

Ingresso: Intero 5€ | Ridotto 3€ (bambini < 8 anni)

Un boss in salotto

Gio, 07/03/2014 - 12:31

(Italia/2013, 102') di Luca Miniero

con Paola Cortellesi, Rocco Papaleo, Luca Argentero, Angela Finocchiaro

Paola Cortellesi è una napoletana trapiantata a Bolzano, sposata con il nordico Luca Argentero, che sogna di riuscire a salire di rango, da ragazza meridionale di umili origini, a donna perfettamente integrata nella nuova realtà. Purtroppo un giorno le mandano a casa, agli arresti domiciliari per reati di mafia, Ciro, il fratello che non vede da quindici anni. La tranquillità e la stabilità della famiglia Coso sarà messa a dura prova, ma in tempo di crisi un traffichino come zio Ciro non porterà la popolazione locale ad emarginare la famiglia Coso, anzi...

Entrata dalla Tribuna VIP Terrazza "Fulvio Bernardini".

Ingresso: Intero 5€ | Ridotto 3€ (bambini < 8 anni)

The Wolf of Wall Street

Mer, 07/02/2014 - 13:46

di Martin Scorsese (USA/2013, 180’)

con L. DiCaprio, J. Hill, M. Robbie, M. McConaughey
Golden Globe per la migliore interpretazione maschile.

Entrata dalla Tribuna VIP Terrazza "Fulvio Bernardini"

Ingresso: Intero 5€ | Ridotto 3€ (bambini < 8 anni)

Blue Jasmine

Mer, 07/02/2014 - 13:09

di Woody Allen (USA/2013, 98’)

Commedia | Con C. Blanchett, A. Baldwin, S. Hawkins. Oscar e Golden Globe per la migliore interpretazione femminile.
Di fronte al fallimento di tutta la sua vita, compreso il suo matrimonio con un ricco uomo d'affari, Jasmine, una donna elegante e mondana newyorkese, decide di trasferirsi nel modesto appartamento della sorella Ginger a San Francisco, per cercare di dare un nuovo senso alla propria vita.

Ingresso: Intero 5€ | Ridotto 3€ (bambini < 8 anni)

In grazia di Dio

Mer, 07/02/2014 - 13:06

di Edoardo Winspeare (Italia/2014, 127’)

Drammatico | con C. Casciaro, L. Licchetta, G. Caputo, A. Boccadamo.

Ingresso: Intero 5€ | Ridotto 3€ (bambini < 8 anni)

Non buttiamoci giù

Mer, 07/02/2014 - 12:57

di Pascal Chaumeil (GB 2013, 96')

Commedia | Con Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul.

Tratto dal best seller di Nick Hornby, il film racconta la storia di quattro sconosciuti che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento: quello di saltare giù.

Ingresso: Intero 5€ | Ridotto 3€ (bambini < 8 anni)

Maleficent

Mer, 07/02/2014 - 12:51

di Robert Stromberg (USA 2014 - 97')

Fantasy. Con Angelina Jolie, Elle Fanning, Juno Temple.

La rilettura della Bella Addormentata nel bosco dal punto di vista della "cattiva"...

Ingresso: Intero 5€ | Ridotto 3€ (bambini < 8 anni)

Pane amore e...

Mar, 07/01/2014 - 18:19

(Ita/1955) di D. Risi (100')

La signora della porta accanto

Mar, 07/01/2014 - 18:17

(Fra/1981) di F. Truffaut (106')

Lingua originale con sottotitoli

L'ultimo metrò

Mar, 07/01/2014 - 18:16

(Fra/1980) di F. Truffaut (131')

Lingua originale con sottotitoli

Fahrenheit 451

Mar, 07/01/2014 - 18:14

(GB/1966) di F. Truffaut (112')

Lingua originale con sottotitoli

Per grazia ricevuta

Mar, 07/01/2014 - 18:09

(Ita/1970) di N. Manfredi (122')

Nino Manfredi festeggia i suoi cinquant’anni come meglio non potrebbe: ricominciando da capo, con l’entusiasmo della prima giovinezza, e sposando la bravura dell’interprete all’intelligenza dell’autore. Il suo esordio nella regia del lungometraggio (dopo il lontano ma non dimenticato episodio L’avventura d’un soldato in L’amore difficile) va infatti salutato con schietta simpatia. Per grazia ricevuta è un segno del buon raccolto che gli attori più noti possono ottenere anche come registi quando, arrivati sulla mezza età, mettono a frutto la loro esperienza di uomini di spettacolo e la rabbia inghiottita lavorando per gli altri. Per grazia ricevuta è un film sorridente, vivace, e talvolta molto spiritoso, ma costruito su un tema tutt’altro che umoristico, anzi drammatico e angoscioso. Nientemeno che quello della fede religiosa, della difficoltà di vivere senza credere, e degli scompensi psicologici, dell’insicurezza, dei tormenti procurati nei semplici da un tipo di educazione che, per quanto si creda di aver superato, perdura nel tempo, e continua a porci rovelli. È il caso, nel film, di Benedetto, un contadinello di un villaggio del Lazio, birbante e malaccorto, che dopo aver fatto la prima comunione in circostanze avventurose esce illeso da una rovinosa caduta. È un miracolo di Sant’Eusebio, dicono i paesani, e Benedetto, votato al santo nel corso di una pubblica cerimonia, cresce persuaso di dover restare lontano dalle tentazioni del mondo Il senso di Per grazia ricevuta sta nel suggerire, raccontando la vita d’un umile, la condizione psicologica tipica dell’individuo di formazione cattolica. Cresciuto nell’idea del peccato, Benedetto a un certo punto ha saltato il fosso, ma ha soltanto trasferito nel campo opposto il suo bisogno di assoluto. Ci vorrà tempo, e poi chissà con quale vantaggio, perché l’uomo, uscendo dalla crisi, acquisti un senso tutto razionale e autonomo dell’esistenza. Questa la morale del film, ma detta con maggior grazia d’un rapido riassunto, e con un fondo di arguta perplessità in cui è racchiuso il rifiuto dell’italiano medio per le soluzioni totali e dogmatiche. Così Manfredi recupera un’ombra di scetticismo e di stupore, dati costanti del personaggio al quale ha dato vita nei film degli altri, e vi aggiunge un tocco di saturnino che conferisce una certa aria irreale a tutto il racconto. Nonostante la gravità dell’assunto, Per grazia ricevuta è divertente. Guardando agli esempi grandi, il regista porta tanti piccoli colpi di spillo che sdrammatizzano con l’ironia il tema del racconto, e intanto compensa il disuguale scavo psicologico con una costante attenzione alla fervida verità degli ambienti. Pregevole gioco d’equilibrio fra toni diversi, sinceramente proposto come luogo d’incontro di sentimenti assai diffusi, onesto esempio di semplicità stilistica, il film ha il suo maggior punto di forza nell’interpretazione d’un Nino Manfredi che ormai lontanissimo dalla macchietta del “fusse che fusse la volta bona” si rivela attore di piena maturità dando al suo personaggio un respiro assai profondo.
Giovanni Grazzini

Il bisogno di fare questo film mi nacque da domande dei miei figli a proposito della religione. Era un argomento che nessuno aveva affrontato in Italia, quello della cattiva educazione religiosa, che può arrivare a castrare un uomo. Mi sentivo uno svedese in Italia. Tanto è vero che tutti mi consigliavano di non fare questo film. Per lo stile, non ho avuto modelli. Sono stato certo condizionato dai miei maestri: non c’è dubbio che dentro ci sia tutta la mia ammirazione per Chaplin, ma anche per tutto ciò che è popolare, e il gusto per i lati buoni della commedia all’italiana. Era un discorso sull’anima, fatto in uno stile naif: ero uno senza scuola, che si inventava lo stile a seconda di quello che sentiva dentro.
Nino Manfredi

C'eravamo tanto amati

Mar, 07/01/2014 - 18:06

(Ita/1974) di E. Scola (125') 

C’eravamo tanto amati è dedicato alla memoria di Vittorio De Sica. De Sica, scomparso mentre il film era in fase di missaggio, aveva fatto comunque in tempo a vederne una copia lavoro. Nel film il cineasta appare in un documento realizzato da Ettore Scola in occasione di una manifestazione organizzata dal quotidiano “Paese Sera”; in queste immagini De Sica spiega a un gruppo di bambini come era riuscito a far piangere Enzo Stajola, il piccolo interprete di Ladri di biciclette. Il film è dominato da una sorta di pessimismo ricollegabile alla sconfitta di una generazione ‘sfortunata’. L’Italia del dopoguerra è contrassegnata dal trionfo delle forze di destra e della Democrazia Cristiana, sostenute dal capitalismo americano: gli ideali della Resistenza si sono insabbiati nel conformismo politico e nell’egoismo individuale. La volontà di rinnovamento democratico dopo vent’anni di fascismo sfocia nella rinuncia. In un modo o nell’altro, i tre protagonisti del film rappresentano i diversi aspetti di una sconfitta masochista. Nicola è un intellettuale rinchiuso nel proprio egocentrismo, non diventerà mai un grande critico cinematografico in grado di partecipare alla battaglia culturale. Gianni, vittima dell’ideologia dell’arrivismo economico, rinuncerà alle proprie scelte di gioventù per ‘imborghesirsi’ e sposerà la figlia di un imprenditore specializzato in speculazioni immobiliari. Antonio rimarrà invischiato nella mediocrità di un modesto impiego ospedaliero. Il proletario comunista e un poco velleitario è in realtà l’unico personaggio positivo del film. Quest’uomo vagamente chapliniano, sballottato dalla vita, tradito o abbandonato dagli amici e ingannato dalla donna che ama, rimane comunque in piedi con la dignità propria di chi non ha rinunciato a sperare e a lottare. Antonio incarna il vigore popolare di una società che vuole continuare a combattere nonostante la subdola disgregazione del paese dopo trent’anni di incuria politica e di corruzione generalizzata. Utilizzando il cinema come testimone e strumento rivelatore, Scola ci mostra una società che si mette a nudo davanti alle esigenze dello spettacolo. C’eravamo tanto amati costituisce quindi una delle analisi più raffinate che il cinema abbia prodotto sull’evoluzione della società italiana tra la fine della guerra e gli anni Settanta.
Jean A. Gili

Si pensava alla storia di un professore di provincia che, dopo aver partecipato alla Resistenza, rimaneva colpito da Ladri di biciclette che vedeva nel cineclub della sua città. C’era quindi un personaggio che si entusiasmava al punto da ritenere il neorealismo uno strumento di crescita sociale per l’Italia (e in realtà, almeno in parte, è stato così). Il professore abbandonava lavoro e famiglia e andava a Roma per cercare di conoscere De Sica. Il film doveva essere soltanto la storia di un lungo pedinamento che si protraeva per trent’anni: il protagonista seguiva De Sica, diventando per lui una vera ossessione. De Sica si sarebbe ritrovato sempre di fronte questo grillo parlante, questa specie di voce della coscienza che lo seguiva, lo rimproverava, lo perseguitava. Il film doveva terminare con una frase che poi è rimasta la stessa nella versione definitiva: “Noi crediamo di cambiare il mondo, invece è il mondo che cambia noi” In seguito l’idea di incentrare il film su un solo personaggio, con De Sica nella parte di se stesso, ci sembrò un poco limitata; in questo modo il film si sarebbe occupato soltanto di cinema. Pensammo quindi di allargare la visione delle cose introducendo almeno altri due personaggi emblematici, un borghese e un proletario. Ed è così che è nata l’idea definitiva di C’eravamo tanto amati.
Ettore Scola

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