Continua il racconto sulle note del Tango Argentino a cura di Serendipity Art.
La compagnia teatrale “I Tangoliardici” torna al Teatro Duse per raccontare la storia degli emigranti italiani che, in Argentina, grazie all’incontro con le movenze e le note del Tango, riuscirono ad integrarsi nel Nuovo Mondo.
con Rocco Papaleo
Rocco Papaleo, a teatro dopo molte importanti interpretazioni a fianco di Silvio Orlando, Giovanni Esposito, Alessandro Haber, Lucrezia Lante della Rovere, sperimenta il teatro-canzone.La sua ultima fatica è la tournée teatrale di “Una Piccola Impresa Meridionale” iniziata nel 2011, scritta con Valter Lupo che ne firma anche la regia e con cui ha già collaborato nella versione teatrale di “Basilicata Coast to Coast”.
“Una Piccola Impresa Meridionale” nel 2013 diventa film, sempre con la regia di Papaleo, in cui interpreta sullo schermo, accanto a Riccardo Scamarcio e Giuliana Lojodice, pregiudizi sociali e crisi umane che trovano felice soluzione in un vecchio faro che, con la sua ristrutturazione, ricostruisce pure le esistenze dei protagonisti. Contemporaneamente al film esce l’omonimo romanzo di cui Rocco Papaleo e Valter Lupo sono autori e continua la tournée in numerosi teatri italiani.
Lo spettacolo non è la trasposizione teatrale del film ma un’opera di teatro-canzone con una propria autonomia poetica e drammaturgica. Commedia musicale che unisce aneddoti personali e canzoni, sketch surreali e narrazioni poetiche, in cui le canzoni si alternano alle parole, storie curiose, itinerari intorno alle persone e alle cose che le hanno ispirate, racconti romantici che desiderano divertire e creare mondi reali. L’incontro tra musica e parole vede Papaleo interagire con la sua band composta da Arturo Valiante (pianoforte), Francesco Accardo (chitarra), Gerry Accardo (percussioni) e Guerino Rondolone (contrabbasso).
con Silvio Orlando
La Popular Shakespeare Kompany, fondata nel 2012 dal regista Valerio Binasco, si impegna ogni anno a mettere in scena un classico con l’intento di continuare ad offrire al pubblico grandi testi, con modalità produttive nuove, che trasformino la crisi in occasione di rinnovamento e creatività.
Quest’anno, insieme a Silvio Orlando, la compagnia affronta ”Il Mercante di Venezia”, una delle opere più note di Shakespeare: un testo di straordinaria attualità, che tocca temi come intolleranza e razzismo, senso dell’etica e denuncia delle false apparenze.La storia è nota: siamo a Venezia nel XVI secolo, Bassanio, giovane gentiluomo veneziano, vorrebbe la mano di Porzia, ricca ereditiera di Belmonte. Per corteggiarla degnamente, chiede al suo carissimo amico Antonio, il mercante di Venezia, tremila ducati in prestito. Antonio non può prestargli il denaro poiché ha investito in traffici marittimi. Garantirà per lui presso Shylock, usuraio ebreo, che non sopporta lo stesso Antonio, poiché presta denaro gratuitamente, facendo abbassare il tasso d’interesse nella città. Nonostante ciò, Shylock accorda il prestito a Bassanio. L’ebreo però, in caso di mancato pagamento, vuole una libbra della carne di Antonio… richiesta che alla fine gli si rivolgerà contro.
Nella messa in scena di Valerio Binasco si indaga profondamente nelle categorie di Bene e di Male fino a rimescolarle: fondamentale diventa allora lo scontro tra una moltitudine di uguali – i cristiani di Antonio – e il singolo diverso – l’ebreo Shylock.
Un’opera in cui a prevalere è il potere del denaro: tutto si compra e si vende, anche un brandello di carne umana, anche l’amore. Silvio Orlando interpreta Shylock, un vecchio, dice l’attore, “che si mette di traverso alla felicità dei giovani, facendo saltare il patto delle generazioni. Un po’ quello che succede oggi. Ma il regista Valerio Binasco lo vuole anche ferito e dolente.”
Ancora una volta Shakespeare riesce a scavalcare il limite temporale e a fornirci materia per riflettere su di noi e sul nostro presente.
con Tullio Solenghi
“Amadeus” è il titolo della pièce teatrale in due atti scritta da Peter Shaffer nel 1978, da cui è stato successivamente tratto l’omonimo film del 1984 diretto da Milos Forman, che ebbe grandissimo successo.
Il dramma racconta il tentativo del compositore italiano Antonio Salieri di distruggere la reputazione dell’odiato avversario Wolfgang Amadeus Mozart.
Shaffer scrive la pièce traendo spunto dal dramma di Puskin intitolato “Mozart e Salieri” in cui quest’ultimo per gelosia ed invidia avvelena Mozart.
Nel testo di Shaffer non vi è unità di tempo e di luogo. L’ambientazione cambia vertiginosamente dalla fine del ‘700, periodo in cui Mozart preceduto dalla sua fama incontra Salieri a Vienna, al primo ventennio dell’800’ nel quale Salieri, ormai vecchio e malato mette in giro la voce infondata di aver assassinato Mozart nel 1791. Perché? Per essere ricordato anche lui dai posteri! Se non come musicista almeno come assassino!Invidia, rabbia, senso di impotenza, bisogno d’amore e di libertà, indignazione, sono le passioni che muovono ed animano i protagonisti della storia e gli altri personaggi che gravitano intorno a loro.
“Amadeus” è un capolavoro di modernità vestita con gli abiti del Settecento, e la compagnia Gank ha l’occasione imperdibile di poter lavorare con un attore del calibro di Tullio Solenghi, che interpreterà Antonio Salieri, protagonista assoluto della pièce, e di ammirare in lui quella vena drammatica, non senza punte di ironia e divertimento, che molti grandi attori comici possiedono.
con Alessandro Haber e Alessio Boni
Ritroviamo la coppia Haber-Boni in questa commovente, dolce ed esilarante pièce di Éric-Emmanuel Schmitt, tradotta e rappresentata in 15 lingue in oltre 25 paesi Aprile 1938. L’ Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud (Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo. Ma l’angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell’inconscio è insieme infastidito e incuriosito.
Chi è quell’importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l’esistenza. O è un pazzo che si crede Dio?
Freud non crede in Dio, Dio non crede a Freud, ma entrambi guardano dalla stessa finestra la malattia dell’uomo, la pazzia del mondo. Credono ancora che l’uomo possa curarsi.
Sullo sfondo la sanguinaria tragedia del nazismo porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?
di Eduardo De Filippo, regia di Tommaso Bianco
Nel trentennale della sua scomparsa (31 ottobre 1984) Bologna ricorda EDUARDO DE FILIPPO
Il teatro deve servire solo ad incentivare la nostra voglia di amare! Per questo bisogna farlo con amore!
Osservate bene se c’è amore nei Teatranti e scappate da chi non ce l’ha, dai Teatranti che producono spettacoli senza amore… e senz’anima… perché loro stessi l’hanno venduta!
“I fantasmi siamo noi!” recita il personaggio di Pasquale Lojacono, ex impresario teatrale… Taluni Teatranti non sono nemmeno fantasmi, perché, come uomini, quasi sempre perdono la visione della realtà!
Dopo Filumena Marturano e Natale in casa Cupiello, noi rappresentiamo Questi Fantasmi in omaggio a Eduardo de Filippo, perché crediamo che, oltre ad essere stato un grande drammaturgo, sia stato un grande uomo.
di e con Paolo Rossi. Prima nazionale
Quando si alzò il sipario sulla prima rappresentazione di “Arlecchino servitore di due padroni” nel 1947, neanche lo stesso Giorgio Strehler avrebbe potuto immaginare che quello spettacolo del Piccolo Teatro di Milano appena fondato con Paolo Grassi sarebbe diventato l’icona del teatro italiano nel mondo.
Dopo oltre mezzo secolo dalla geniale invenzione che aveva trasformato il Truffaldino di Goldoni nella maschera di Arlecchino, Marcello Moretti prima e Ferruccio Soleri poi, sono diventati l’immagine vivente della tradizione centenaria della Commedia dell’Arte, icona di una creatività che ancora oggi non manca di meravigliare il pubblico di ogni continente, abbattendo ogni volta tutte le barriere di lingua e di cultura.
Per varare l’avvio di una collaborazione progettuale con quel “ragazzaccio terribile di Paolo Rossi” il CRT Milano, appena insediato al Teatro dell’Arte gli ha proposto di ripartire da “Arlecchino” e dalla Commedia dell’Arte.
Paolo Rossi, più funambolico e lunare che mai, si avvia lungo un nuovo percorso che lo costringerà ad abbandonare la sua maschera, ormai nota a tutto il pubblico teatrale, per rivivere nei panni di un “Arlecchino nevrotico e surreale in tono con il Terzo Millennio prossimo venturo” (proprio come l’aveva definito Giorgio Strehler) figura inquietante, meno vicina alle origini bergamasche e più a quella dei personaggi diabolici e farseschi della tradizione popolare francese.
Ballet of Moscow
Tra i Capolavori Ballettistici dell’ Ottocento, La Bella Addormentata rappresenta il massimo dell’espressione classica, in un clima di astrazione teatrale, con più risalto alla danza pura rispetto alle vicende narrative.
Un fiore all’occhiello per il Ballet of Moscow con le favolose e incantate scenografie e costumi e le stupende musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij e su coreografie di Marius Petipa. La bella addormentata nel bosco è considerato uno dei più grandi balletti della Russia imperiale. La produzione del Ballet of Moscow è entusiasmante, con il suo finale romantico arricchito da tutti i personaggi delle fiabe che si possa immaginare, La Bella Addormentata adesso è impegnata in un futuro meraviglioso, ora come prima, quando si addormentò, più di cento anni fa.
Vasilij Petrovič Bunin – Artista Popolare e Poeta Russo (Mosca 23.01.2012)
Musiche di: Pëtr Il’ič Čajkovskij
Coreografie: Marius Petipa
Solisti: Aleksandr Stoyanov – Ekaterina Kukhar
accompagnato da Mauro Massa
Insieme presentano il "Tour alla genovese", viaggio con voce, chitarra e piano, attraverso i brani che li hanno resi celebri.
Per Baccini (Genova, 1960) il successo giunge nel 1989, quando pubblica l'album d'esordio "Cartoons", vincitore della "Targa Tenco".
Bloody Rain, il nuovo progetto musicale
Il percorso musicale della cantante inglese è da sempre influenzato dalla storia e dalla musica africana. D'altronde, come diceva Dizzy Gillespie, "Mama Rhythm is Africa!".
I brani dell'album (in uscita proprio a ottobre) sono stati scritti con i collaboratori di sempre - Tony Remy, Dominic Miller e Martyn Barker - e hanno un legame con l'Africa nelle melodie, nei ritmi e nei testi che affrontano i grandi temi dei diritti umani, dell'amore e della libertà.
Con Sarah Jane Morris sul palco il chitarrista Tim Cansfield (impegnato ora con Sined O'Connor) e Tony Remy (chitarrista, tra gli altri, di Annie Lennox).
spettacolo per bambini da 2 a 5 anni
Il signor G. arriva in un uno strano luogo, in cui trova una grande palla di carta che sembra solo aspettare di essere scartata. Con stupore la apre e inizia a giocare con quello che pare essere un mondo perfetto. Scopre così cieli, mare, pioggia, animali... e dal sospiro di meraviglia iniziale si sviluppa un’interazione sonora fra il protagonista, il pubblico e il mondo di carta dentro al quale si ritrova.
Lo spettacolo nasce come progetto interculturale, una ricerca artistica per raccontare la storia dell’uomo attraverso un linguaggio universale, o un “non linguaggio”, comprensibile a tutti i bambini indipendentemente dalla loro cultura e dalla loro provenienza. Un racconto senza parole in cui l’attore comunica solo attraverso suoni vocali e movimenti del corpo. Protagonista insieme a lui, la carta: un materiale semplice ed efficace che si fa mezzo narrativo, interagisce con l’attore e si lascia plasmare nella creazione di “un mondo nuovo”.
spettacolo per bambini da 6 a 11 anni
Chicco di caffè vuole parlare ai bambini di altri bambini, vuole raccontare di bambini lavoratori, di infanzia, di giochi e di sogni: il chicco di caffè è simbolo di qualcosa di piccolo, delicato, importante, che vuole crescere.
Chicco di caffè è dedicato a tutte le persone che sono così piccole da poter essere nascoste dietro ad una tazzina di caffè.
Dietro ad una tazzina di caffè può esserci talvolta una situazione umana drammatica: parlare di caffè significa anche affrontare il tema del commercio etico. È stato importante andare in Nicaragua e raccogliere immagini che da sole sapessero raccontare.
Lo sfruttamento del lavoro nelle piantagioni del caffè interessa molti paesi del mondo e Chicco di caffè, pur prendendo spunto dalla situazione del Nicaragua, vuole testimoniare il dramma di tutti i popoli che ne sono vittima.
La regione di Pantasma è un'area montuosa del Nicaragua tra Managua e il confine con l'Honduras: è la zona più povera e anche quella dove il caffè è più buono. Qui sono nate le immagini e le suggestioni che hanno dato vita allo spettacolo.
Chicco di caffè è frutto dell'incontro tra il progetto Ambasciatore de La Baracca - Testoni Ragazzi e il progetto dell'associazione non governativa Gruppo di Volontariato Civile (GVC), sulla produzione di caffè "etico" in Nicaragua.
Nel marzo 2012, il GVC ha avviato un progetto triennale di cooperazione allo sviluppo finanziato dall'Unione Europea e sostenuto da Coop (Cooperative di consumo).
Lo spettacolo è stato realizzato anche grazie al lavoro sulle immagini dell'associazione Chiango onlus e al sostegno del gruppo YODA (associazione no profit attiva nell'ambito della cooperazione allo sviluppo internazionale).
Ambasciatore è un progetto nato allo scopo di portare spettacoli teatrali ai bambini che vivono nei paesi poveri o colpiti da conflitti, ma Ambasciatore significa anche produrre spettacoli che parlano delle condizioni, spesso taciute o dimenticate, in cui si trovano i bambini in molti luoghi del mondo.
spettacolo per bambini da 11 anni
Un racconto sulla nostra storia, che partendo da un evento brutale vorrebbe riproporre i valori del pacifismo e della convivenza tra i popoli e le generazioni. Cercando di farlo con un linguaggio semplice, corporeo, corale, condiviso tra i giovani, in scena e nel pubblico.
Lo spettacolo attingerà alle canzoni popolari, alle poesie di Ungaretti, alle fonti del romanzo pacifista, come “Un anno sull’altipiano” di Lussu o “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Remarque, ma anche a tanta letteratura minore e alle lettere, spesso fatte scrivere e leggere da altri, a testimoniare in quell’Italia analfabeta l’importanza della scrittura come strumento per mantenere in vita la propria umanità.
spettacolo per bambini da 11 anni
Un racconto sulla nostra storia, che partendo da un evento brutale vorrebbe riproporre i valori del pacifismo e della convivenza tra i popoli e le generazioni. Cercando di farlo con un linguaggio semplice, corporeo, corale, condiviso tra i giovani, in scena e nel pubblico.
Lo spettacolo attingerà alle canzoni popolari, alle poesie di Ungaretti, alle fonti del romanzo pacifista, come “Un anno sull’altipiano” di Lussu o “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Remarque, ma anche a tanta letteratura minore e alle lettere, spesso fatte scrivere e leggere da altri, a testimoniare in quell’Italia analfabeta l’importanza della scrittura come strumento per mantenere in vita la propria umanità.
spettacolo per bambini da 11 anni
Se qualcuno, leggendo il titolo, pensasse a una storia noiosa, è lo spettacolo adatto per lui, si ricrederà. Sei biblioteche, liberamente tratto dal libro di Zoran Zivkovic, è un viaggio assurdo, ossessionato e divertente attraverso luoghi tanto diversi quanto bizzarri, dove gli unici protagonisti sono proprio i libri.
Libri letti e vissuti in piccole storie collegate tra loro da un filo: la ricerca da parte degli attori di un libro, un libro che piaccia a tutti, da raccontare poi attraverso il teatro. Sei biblioteche può essere uno spunto divertente per trascinare i ragazzi nel mondo della lettura dove, a volte, possono succedere cose assurde...
spettacolo per bambini da 4 a 8 anni
Compagnia teatrodelleapparizioni (Roma)
Una stanza, molti giocattoli, una finestra che si affaccia su un esterno immaginario, la pioggia, le luci soffuse di un interno intimo e caldo, per raccontare la storia del soldatino di piombo e della sua ballerina. La celebre fiaba viene reinterpretata in un gioco in cui gli oggetti prenderanno vita parlando, combattendo, danzando, protagonisti di un film teatrale proiettato su un grande schermo in diretta. Due piani di azione, due differenti visioni, due linguaggi a confronto, quello teatrale e quello cinematografico, che si sveleranno e si misureranno per unirsi e raccontare una grande storia d’amore.
spettacolo per bambini da 4 a 8 anni
Piccolo Passo racconta la storia di una famiglia di ocarine che abitano in un albero fatto di foglie e voglia di stare insieme.
Lo spettacolo, costruito su dialoghi divertenti e poetici e fisicità clownesche, si sviluppa sull’intuizione di far vivere i personaggi attraverso ocarine di diversa grandezza: dal più grande al più piccolo, anzi piccolissimo, flautino di terracotta.
Le ocarine suoneranno, canteranno, racconteranno dei piccoli-grandi avvenimenti che i bambini più piccini affrontano:
i giochi,la paura, il ridere, la gioia del cantare.
Canzoni originali, arie di musiche e musiche d’aria.
spettacolo per bambini da 1 a 4 anni
Questa è la storia di un gatto, un gatto matto, molto matto.
Un gatto matto che dormiva dentro un letto.
Un letto che stava da solo in mezzo a un campo di confine, tra una fattoria e un bosco.
Quel letto non era proprio un letto, perché in un letto ci si dorme da soli o al massimo in due. Invece in quel letto ci dormivano almeno in quindici o forse in sedici animali…
Tutti lì stavano bene e nessuno se ne voleva andare. E così, tutte le notti, la luna e le stelle avevano il loro da fare per baciare tutti, prima che si addormentassero.
E tra le tante stelle ce n’era una alla quale gli animali volevano molto bene, perché era la prima ad apparire e l’ultima ad andare via.
Una notte però la piccola stella sparì dal suo cielo e tutti gli animali iniziarono a piangere.
Fu così che Gatto Matto decise di partire alla ricerca di Piccola Stella.
“Tutto cominciò una notte, una notte come tante o forse era una notte diversa da tutte le altre…” Una storia di avventure, di viaggi e di misteri. Una storia di amicizia.
spettacolo per bambini da 1 a 4 anni
Questa è la storia di un gatto, un gatto matto, molto matto.
Un gatto matto che dormiva dentro un letto.
Un letto che stava da solo in mezzo a un campo di confine, tra una fattoria e un bosco.
Quel letto non era proprio un letto, perché in un letto ci si dorme da soli o al massimo in due. Invece in quel letto ci dormivano almeno in quindici o forse in sedici animali…
Tutti lì stavano bene e nessuno se ne voleva andare. E così, tutte le notti, la luna e le stelle avevano il loro da fare per baciare tutti, prima che si addormentassero.
E tra le tante stelle ce n’era una alla quale gli animali volevano molto bene, perché era la prima ad apparire e l’ultima ad andare via.
Una notte però la piccola stella sparì dal suo cielo e tutti gli animali iniziarono a piangere.
Fu così che Gatto Matto decise di partire alla ricerca di Piccola Stella.
“Tutto cominciò una notte, una notte come tante o forse era una notte diversa da tutte le altre…” Una storia di avventure, di viaggi e di misteri. Una storia di amicizia.
spettacolo per bambini da 6 a 10 anni
Hansel e Gretel un bel giorno vanno nel bosco ad aiutare i genitori a tagliare la legna.
Ma è tutto un grande imbroglio perché i loro genitori li vogliono abbandonare nel bosco.
Questo è solo il primo di una famosa trama di inganni. In questa fiaba infatti tutti i personaggi fingono, dicono bugie per ingannare qualcuno. Alla fine anche Hansel e Gretel impareranno a mentire e ingannare per salvarsi la pelle. Ma saper fingere è giusto o sbagliato?
Lo spettacolo è una riflessione sulla sottile differenza tra finzione e inganno, immaginazione e illusione, ma se la finzione è condivisa da tutti allora può essere un gioco meraviglioso in cui farci coinvolgere senza paura, come il teatro.
Compagnia Fondazione TRG onlus (Torino).