Giro d'Italia tour 2015
Pippo Pollina, considerato dalla critica internazionale uno dei più apprezzati esponenti della musica italiana d’autore in Europa, con centinaia di concerti all’anno tra Italia, Germania, Austria, Francia e Svizzera, dopo le grandi tournèe internazionali degli ultimi anni, nel 2015 torna in Italia con uno spettacolo scritto ad hoc per il nostro paese. Si intitola Giro d’Italia ed è uno spettacolo di narrazione, canzoni e musica di contenuto etico-sociale, che vede in scena Pippo Pollina alla chitarra, piano e voce, accompagnato dal sassofonista Roberto Petroli.
Pippo Pollina ha all’attivo 20 album e oltre 4.000 concerti in giro per tutto il mondo.
Lo spettacolo
La scena si illumina e ci presenta un’ambientazione particolare: una poltrona, un tavolino, una cassapanca, un appendiabiti e una serie di oggetti ci immergeranno in una atmosfera familiare, dove la storia personale diventa storia collettiva, ed è così che l’artista siciliano, da sempre impegnato a dar voce a storie dimenticate, a fatti di cronaca spesso taciuti, alle vite valorose dei veri eroi della storia recente, ci accompagna, in una sorta di viaggio intimo, etico e sociale, a ripercorrere alcuni punti salienti della nostra storia recente. Ed ecco che appaiono storie di maratoneti, di filosofi, di giornalisti, di persone comuni, unite tra loro da un forte sentimento di passione, di dedizione … di amore.
Ingresso gratuito – Offerta libera
ultimo appuntamento con le visite guidate alla mostra
La visita, a cura del Museo Carlo Zauli di Faenza, sarà guidata dal direttore del museo e curatore della mostra, Matteo Zauli, che accompagnerà i visitatori alla scoperta dei lavori del maestro faentino, all'interno di un inedito percorso espositivo allestito fra le opere del Museo Civico Medievale.
Carlo Zauli. Le zolle | La mostra dedicata allo scultore romagnolo Carlo Zauli presenta una serie di opere appartenenti alla tipologia delle Zolle e delle Arate, realizzate dai primi anni settanta fino al 1984, che vanno a comporre un nucleo sintetico ma esaustivo della ricerca espressiva dell'artista su questo tema, in un suggestivo percorso espositivo che attraversa le collezioni del Museo Civico Medievale.
di William Shakespeare | drammaturgia di Francesca Pierantoni
Una commedia dai toni fiabeschi e surreali, un intreccio fatto di sorprese e confusioni di genere: donne che si fingono uomini, uomini che si fingono donne, gemelli scambiati, amore e sesso. Il titolo allude alla festa della dodicesima notte (corrispondente all'Epifania) chiamata in questo modo per il numero dei giorni che trascorrono dal Natale fino alla festività. Una piéce lieve e divertentissima. Una delle più divertenti commedie di William Shakespeare che diventa una spettacolo capace di commuovere, coinvolgere e divertire. La performance-spettacolo conclusiva del laboratorio di recitazione intensiva condotto da Officine Guitti.
Voci nella tempesta. Spettacolo della Compagnia Teatrincorso Spazio 14
Un episodio poco conosciuto della Seconda Guerra Mondiale: l’esodo forzato dei Trentini, italiani di lingua ma sudditi di Francesco Giuseppe, all’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria. Tre donne, tre destini che si intrecciano sullo sfondo di una Grande Guerra che è tutte le guerre. Una visione inedita, dal punto di vista femminile, degli sconvolgimenti che hanno investito l’Europa di cento anni fa, che permette riflessioni attuali sull’accoglienza dei profughi, sull’identità dei popoli e sugli esodi che segnano la nostra contemporaneità.
Con S. Furlan, S. Libardi, C. Superbi
regia e drammaturgia Elena R. Marino
disegno luci M. Bonomi
tecnico audio G. Paternoster
Compagnia Teatrincorso Spazio 14
presentazione del libro di Andrea Emiliani
(Bononia University Press, 2014)
Sarà l’occasione per rendere omaggio ad un grande maestro, allievo di Francesco Arcangeli e di Cesare Gnudi, che nel suo lavoro di storico-amministratore si è impegnato nello sviluppo dei musei, del restauro e della tutela del patrimonio artistico e del territorio.
Intervengono Marco Cammelli e Franco Farinelli, coordina Angelo Varni
di Alessandra Merico e Eloisa Atti
Una ragazza alle prese con il raggiungimento del suo sogno: fare l’attrice. Un percorso difficile, tormentato, ricco di porte sbattute in faccia, di riflessioni, di prove da superare. La paura nei confronti del futuro, l’incertezza e la precarietà che contraddistinguono questo mestiere danno modo alla protagonista di ripercorrere le prime tappe più significative della sua vita: dalla giovinezza all’età adulta. E poi un’amore...4 monologhi brillanti, ricchi di colpi di scena e di risate, dove non c’è posto per i bilanci, ma solo per i progetti...
La voce di Eloisa Atti (cantante e musicista), attraverso le sue note, darà voce all’anima della protagonista.
fotografie di Masayoshi Sukita
Prima mostra italiana dedicata al maestro della fotografia giapponese che ha immortalato e ispirato David Bowie per oltre 40 anni. L’archivio di Sukita su Bowie è probabilmente uno dei più importanti di quelli che riguardano l’artista londinese. Sebbene il suo lavoro sia universalmente noto attraverso gli scatti iconici che illustrarono la copertina dell’album “HEROES” in pochi sanno che la relazione tra Bowie e Sukita si è negli anni trasformata in una relazione di amicizia che ha dato vita a un vero e proprio sodalizio tra i due artisti, nonché a scatti intimi e di disarmante bellezza per la loro quotidianità che sono presentati, alcuni per la prima volta, da ONO arte. La relazione tra Bowie e Sukita nasce nel 1972 quando il fotografo arriva a Londra per immortalare Marc Bolan e i T-Rex, e sebbene ignaro su chi fosse David Bowie, decide di andare ad un suo concerto perché irresistibilmente attratto dal cartellone di The Man Who Sold the World che lo promuoveva. Una volta entrato Sukita ricorda: “Seeing David Bowie on stage opened up my eyes to his creative genius. I watched Bowie perform with Lou Reed and it was so powerful, Bowie was different to the other rock and rollers, he had something special that I knew I had to photograph”. Sukita riesce finalmente ad incontrare Bowie di persona grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko Takahashi, pioniera di questo mestiere in terra nipponica nonché mente dietro alle prime sfilate di londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che disegnò i costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust, come saranno visibili nella foto in mostra. La Takahashi propose un portfolio con i lavori di Sukita all’allora manager di Bowie che gli accorda uno shooting. É così che comincia una relazione professionale e umana tra i due che dura sino ad oggi. Nel 1973 Sukita ritrae di nuovo Bowie, sia negli Stati Uniti che durante il suo primo tour in Giappone, ma l’incontro indubbiamente più significativo avviene nel 1977 quando Bowie torna a Tokyo con Iggy Pop e chiede a Sukita di ritrarlo in una lunga sessione fotografica che il maestro della fotografia giapponese non sapeva sarebbe divenuta la celebre copertina dell’album “HEROES”, una delle più iconiche mai realizzate nella sua carriera. Il rapporto intimo e privato che si instaura tra i due, grazie a un comune sentire e ad un ricco interscambio culturale, ci ha regalato alcuni degli scatti più inaspettati dell’ “uomo caduto sulla terra”. La mostra si compone di una quarantina di scatti si Masayoshi Sukita.
Con il patrocinio del Comune di Bologna, British Council, Università di Bologna, Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione. Con la collaborazione di NipPop. Sponsor: Gas.
Catalogo della mostra: DAVID BOWIE “HEROES" by MASAYOSHI SUKITA, Auditorium Edizioni.
laboratorio
per ragazzi tra i 6 e i 12 anni
Il Museo è collocato all’interno di una fornace da laterizi di fine XIX secolo, dove si cuocevano prevalentemente mattoni, tegole e coppi. Dopo aver visitato il forno Hoffmann, unica parte dell’edificio che ha mantenuto la sua struttura originaria, e aver ricostruito le varie fasi della lavorazione dell’argilla, i ragazzi si trasformeranno essi stessi in “Maestri fornaciai” realizzando, con appositi stampi, mattoni e piccoli oggetti in argilla. Prenotazioni obbligatorie entro le 13 di venerdì 6 marzo.
Prima del Museo
Con questa iniziativa l'Istituto Beni Culturali vuole richiamare l'attenzione del pubblico sulle sedi dei numerosi e splendidi musei della Regione Emilia Romagna, un patrimonio di edifici storici davvero importante che prima di trasformarsi in contenitori museali hanno svolto altre e diverse funzioni dando forma al nostro paesaggio urbano e rurale.
nuovi centri per la cultura, la tecnologia e la scienza a Santa Viola
Giovedì 26 febbraio, alle ore 18, l'Urban Center Bologna (Piazza Nettuno, 3) ospita un incontro di presentazione di Opificio Golinelli, il centro per la conoscenza e la cultura della Fondazione Golinelli, operativo a tutti gli effetti da ottobre 2015. L'appuntamento, dal titolo "Opificio Golinelli e MAST, nuovi centri per la cultura, la tecnologia e la scienza a Santa Viola", fa parte del ciclo di approfondimenti "Rigenerazione è Bologna", promossi da Urban Center per illustrare ai cittadini le iniziative di rigenerazione urbana significative sia da un punto di vista culturale che architettonico.
Introduce l'incontro Giovanni Ginocchini, direttore di Urban Center Bologna. Intervengono Antonio Danieli, direttore generale della Fondazione Golinelli e Mariella Criscuolo, Presidency General Affairs and External Relations Manager, gruppo COESIA.
Opificio Golinelli, centro per la cultura e la conoscenza della Fondazione Golinelli, sta sorgendo in adiacenza all'area industriale di 3 ettari compresa tra via Emilia Ponente, Prati di Caprara e via Paolo Nanni Costa, occupata fino al 2008 dalla Società Fonderie Sabiem. Grazie a un intervento di riqualificazione che ha richiesto un investimento da parte della Fondazione Golinelli di circa 10 milioni di euro, lo spazio di 9.000 mq sarà operativo da ottobre 2015. Ospiterà le principali attività formative, educative e culturali della Fondazione. Il Centro si articola in padiglioni e strutture indipendenti, connesse da un sistema di passeggiate, giardini e piazze che ricalcano la configurazione dello spazio pubblico cittadino. Opificio Golinelli, con gli spazi dedicati a bambini, giovani e adulti, sarà il cuore pulsante a cui fanno capo le attività di educazione, formazione, ricerca, divulgazione, promozione delle scienze e delle arti svolte dalla Fondazione Golinelli. Se dal 2000 a oggi le attività della Fondazione hanno coinvolto oltre 850.000 persone, i nuovi spazi saranno in grado di accogliere più di 100.000 visite l'anno. Il progetto architettonico è a cura di diverserighestudio.
Opificio Golinelli è anche raccontato in un plastico (200x200cm) in mostra fino al 9 marzo all’Urban Center Bologna (2° piano Salaborsa).
Ingresso libero
visita guidata
Il percorso si articola attorno alla storia della Fornace Galotti del Battiferro (costruita nel 1887 e attuale sede del Museo), alla tecnologia degli impianti, all’innovazione costituita dalla cottura continua nel forno Hoffmann e al ciclo di lavorazione dei laterizi. Quest’ultima seguiva regole e rituali precisi: dalla scelta dell’argilla, alla sua areazione, all’impasto, sino al processo di essiccazione che precede la cottura e che avveniva al primo e al secondo piano della fornace. Le numerose sopravvivenze di archeologia industriale nell’area permettono poi di approfondire le problematiche legate all’espansione urbanistica della città e alla sua crescita industriale tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Prenotazioni obbligatorie entro le 13.00 di venerdì 6 marzo
Prima del Museo
Con questa iniziativa l'Istituto Beni Culturali vuole richiamare l'attenzione del pubblico sulle sedi dei numerosi e splendidi musei della Regione Emilia Romagna, un patrimonio di edifici storici davvero importante che prima di trasformarsi in contenitori museali hanno svolto altre e diverse funzioni dando forma al nostro paesaggio urbano e rurale.
spettacolo interpretato dai lavoratori e lavoratrici dell’azienda La Perla
SGUARDI 2014-2015
Teatro dell’Argine
Drammaturgia e regia: Nicola Bonazzi e Lea Cirianni
Racconto corale di una crisi e di una rinascita: quella della storica azienda di intimo del bolognese, che tra il 2008 (anno in cui viene rilevata da una holding statunitense) e il 2013 (quando subentra l’imprenditore italiano Silvio Scaglia) è passata dal dramma di un imminente fallimento alla speranza di un rilancio. Lo spettacolo prova a restituire questa alterna vicenda di dolore e gioia attraverso la viva voce dei protagonisti: Come una Perla nasce infatti da un percorso laboratoriale realizzato all’interno dell’azienda con una ventina di operaie e di operai.
La ricerca dell’interiorità | conferenza
Tre pittori geniali uniti da un comune denominatore: l’esposizione alla coeva cultura viennese.
Relazione di Paola Giovanardi Rossi, Università di Bologna
Introduzione di Matteo Lepore, Assessore alle Relazioni Internazionali - Comune di Bologna
in collaborazione con Forum Austriaco di Cultura
ingresso libero
i ritratti delle famiglie Bargellini e Davia | visita guidata
a cura di Paolo Cova
Il percorso interessa numerosi ritratti di uomini e donne che abitarono il palazzo e che furono tra i protagonisti della storia di Bologna.
Nell'ambito della iniziativa Prima del museo, un fine settimana nei luoghi che oggi ospitano i musei dell'Emilia-Romagna: visite, laboratori, incontri e narrazioni. Da Piacenza a Rimini, oltre venti le istituzioni che hanno aderito all'invito dell'IBC Emilia Romagna.
mostra | inaugurazione 3 marzo ore 13
La mostra è frutto di una ricerca, a cura di Rossella Ropa e Cinzia Venturoli, che ripercorre i tempi e le fasi della inclusione/esclusione femminile nel mondo del lavoro, individuandone cause e ragioni a partire dall'Unità d'Italia.
L’allestimento comprende due sezioni principali. La prima, “Dall’Unità d’Italia alla prima guerra mondiale”, prende in esame gli ambiti lavorativi femminili, dalle attività tradizionali (le mezzadre, le braccianti, le risaiole, le lavandaie, le domestiche, le lavoranti a domicilio, le lavoratrici dell’ago, le operaie) ai lavori di cura (le balie, le levatrici, le infermiere, le crocerossine), alle lavoratrici dello Stato (le tabacchine, le impiegate, le maestre).
Dopo un focus sul lavoro femminile durante il primo conflitto mondiale, si apre la seconda sezione “Dal regime fascista agli anni Sessanta”, suddivisa in due parti: “Il fascismo e la seconda guerra mondiale” (La missione della donna nella propaganda fascista; Le donne organizzate: fasci femminili e sezioni operaie e lavoranti a domicilio; Massaie rurali e donne in Africa; Nelle fabbriche; Lavorare in campagna; I littoriali femminili del lavoro; Donne in guerra), e “Dal dopoguerra agli anni Sessanta” (Votare ed essere votate. Donne sulla scena pubblica; Il diritto al lavoro; La legislazione; Richieste e rivendicazioni per il lavoro in campagna e in fabbrica; Le operaie; Il lavoro a domicilio: mutamenti e persistenze; La campagna; Mestieri e professioni).
live
Giuseppe Quaranta: chitarra
Giada Oliva: voce
live
Valeria Sturba: violino, elettronica
Vincenzo Vasi: basso, elettronica
Pasquale Mirra: vibrafono
Francesco Cusa: batteria
live
La diffidenza politica e il suo ruolo nello scoppio della Prima Guerra Mondiale
I Martedì di San Domenico 2014 - 2015
con Franco Livorsi e Luigi Zoja
I Martedì di San Domenico 2014 - 2015
“La globalizzazione esisterebbe senza la digitalizzazione? Nell’era di Internet il valore dell’export mondiale si è moltiplicato per tre: non era mai successo nella storia dell’umanità. Le distanze fisiche contano meno delle distanze culturali: i social network ridisegnano l’identità dei nostri vicini. Il “divide" digitale è anche "divide” verso la globalizzazione: la digitalizzazione disegna nuove frontiere. Chi saranno i forestieri del digitale e che rischiano?"
intervengono:
Gabriele Falciasecca
Gianluca Mazzini
Francesco Sacco
presentazione dei libri Numeri di Umberto Bottazzini e Algoritmi di Carlo Toffalori
UMBERTO BOTTAZZINI Numeri (II Mulino, 2015)
Uno, due, tre, ... conosciamo a memoria la successione dei numeri. Ma cosa sono? E da dove vengono? Sono forse un dono del buon Dio, per citare la battuta di un grande matematico? O sono invece una creazione umana a partire da una proprietà innata che condividiamo con altre specie animali? I numeri sono protagonisti di una grande avventura che ha inizio migliaia di anni fa nella civiltà babilonese, in quella egizia, in Cina, e poi nella cultura inca e maya. Numeri che esprimono rapporti indicibili per i seguaci di Pitagora. Simboli per il nulla e cifre arcane che dalle regioni dell’India vedica si diffondono in Occidente e nel resto del mondo. Astratti interpreti di una storia al tempo stesso sacra e profana, dove la perfezione della Creazione si coniuga con i libri mastri dei mercanti medioevali, e i loro numeri «falsi» con i numeri reali e immaginari creati dalla fantasia dei matematici.
Umberto Bottazzini è professore ordinario di Storia della matematica nell’Università di Milano. Tra i suoi libri: «La serva padrona. Fascino e potere della matematica» (con E. Boncinelli, Cortina, 2000), «La patria ci vuole eroi» (con P. Nastasi, Zanichelli, 2013). Nel 2006 ha vinto il premio Pitagora per la divulgazione matematica. È fellow dell’American Mathematical Society, che nel 2015 gli ha attribuito il Whiteman Memorial Prize per i suoi lavori di storia della matematica. Collabora con il «Sole 24 ore».
CARLO TOFFALORI Algoritmi (Il Mulino, 2015)
Un approccio algoritmico alla vita aiuta a sopravvivere nelle isole deserte, favorisce i rapporti con le suocere e assicura molti altri vantaggi. Algoritmo è una strana parola. Un poeta che le dedicasse un sonetto si troverebbe a combinarla nei suoi versi con ritmo, bioritmo, monoritmo o logaritmo. Ma gli algoritmi si usano al computer e tanto basta ad accreditarli. Il termine equivale a procedura o programma, e indica una serie di istruzioni per trovare soluzione a un dato problema. Gli algoritmi ci accompagnano sin dagli albori della civiltà, assistendoci nelle questioni piccole e grandi dell’esistenza e confermandosi utilissimi nell’era digitale. Possono fallire, ma persino le loro goffaggini riescono provvidenziali e contribuiscono sorprendentemente al nostro benessere. Carlo Toffalori è professore ordinario di Logica matematica nell’Università di Camerino. È presidente dell’Associazione Italiana di Logica e sue Applicazioni. Tra i suoi libri «Matematica, miracoli e paradossi» (con S. Leonesi, Bruno Mondadori, 2007), «Il matematico in giallo» (Guanda, 2008), «L’aritmetica di Cupido» (Guanda, 2011), «Numeri in giallo» (Mimesis, 2012) e «L’arte di uccidere i draghi: le vie matematiche della morale» (I libri del Pristem, 2013).