Il 2014 ha segnato il grande e attesissimo ritorno dei Tiromancino con “Indagine su un sentimento” (Sony Music) l'album che vede Federico Zampaglione autore dei testi e delle musiche e Francesco Zampaglione produttore con il suo tocco sperimentale, elettronico e indie rock, che caratterizza da sempre lo stile della band.
I due singolo "Liberi" e "immagini che lasciano il segno" sono stati protagonisti assoluti della scorsa stagione, arrivando in cima a tutte le classifiche radiofoniche e di vendita (aggiudicandosi entrambi il disco d'oro) e confermando la band guidata dai fratelli Zampaglione come una delle realta' musicali piu' importanti, originali e longeve del panorama musicale italiano.
Sul palco, insieme a Federico Zampaglione (chitarra e voce), ci saranno: Francesco Zampaglione (piano, tastiere, fiati e mandolino), Francesco Stoia (basso), Marco Pisanellii (batteria) e Antonio Marcucci (chitarra elettrica).
(Francia-Portogallo/2013) di Fanny Ardant (101'). Introducono Fanny Ardant e Martine (direttrice Alliance Française Bologna)
"Aspettare l'amore è già amore", scriveva Marguerite Duras. È la frase a cui s'ispira Fanny Ardant per la sua seconda prova da regista dopo Cendres et sang. Diva elegante e raffinata, ultima musa e compagna di Truffaut, indimenticabile attrice per registi come Resnais, Scola, Antonioni, fino all'eterea fugace apparizione nella Grande bellezza di Sorrentino, Ardant mette in scena un racconto che intreccia arte e passione. Al centro l'unione in crisi tra una musicista che ha abbandonato la carriera per amore e il marito architetto. Accanto ai protagonisti Asia Argento e Nuno Lopes, Franco Nero, Gérard Depardieu e il cantante Mika.
Introducono Fanny Ardant e Martine Pagan (direttrice Alliance Française Bologna)
(Umarla klasa, Polonia/1976) di Andrzej Wajda (72')
Caposaldo della ricerca teatrale del secondo Novecento, La classe morta di Tadeusz Kantor (di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita) metteva in scena un gruppo di anziani che tornavano sui banchi di scuola, portando sulle spalle i manichini dei bambini che erano stati, fardelli di un'infanzia di cui è impossibile liberarsi. Il film, realizzato da Wajda per la televisione polacca, ripropone l'atmosfera oniricogrottesca del celebre testo, e documenta la prima versione dello spettacolo, così come aveva preso forma a Cracovia nel novembre del 1975, con in scena lo stesso Kantor, direttore, e gli attori del Cricot 2.
Introducono Andrea Mancini e Daniele Spisa
Rassegna in collaborazione con Laminarie/DOM la cupola del Pilastro
(Italia/2014) di Wilma Labate (74')
(Italia/2014) di Wilma Labate (74')
Nell'antico borgo di Iano, sulle colline di Sasso Marconi, dodici allievi della scuola di scrittura bolognese Bottega Finzioni incontrano Jana, che ha quarantasei anni e da undici fa la prostituta. Il corpo e il denaro sono gli elementi da cui parte il racconto, che subito coinvolge tutti i partecipanti, mentre Jana, con la sua presenza maliziosa e rassicurante, rimuove ogni timidezza, portando i ragazzi a mettere in scena se stessi.
Al termine incontro con gli autori e i protagonisti del fim
(Italia/1955) di Dino Risi (100')
Dino Risi debutta alla Titanus con un film che si staglia nitido nel genere nascente della commedia all’italiana, e che tuttavia ben rappresenta i modi di produzione dell’epoca: una squadra di sceneggiatori (Zavattini, Flaiano, Risi e Franca Valeri), ambiente romano piccolo borghese, comicità che tradisce l’amarezza. “Il copione di partenza era un po’ un disastro. Sono stato bravo nel tagliare, lo riconobbe anche Lombardo: via cinquanta pagine, tutto diventò più asciutto. Magari più cinico, certo. Ma il cinismo in fondo è solo il gusto della verità” (Dino Risi). Cuore di questo film è però Franca Valeri, la sua ironia di “disperati sorrisini”, la nonchalance con cui cerca di por rimedio alle umiliazioni con cui la vita la calpesta. (pcris)
struggimenti, giaculatorie e smarrimenti di Canio Loguercio con Alessandro D’Alessandro
TRAGICO AMMORE è un contenitore di appunti sparsi, di parole e canzoni sussurrate, frammenti di un catalogo/campionario double-face che innescano, fra il tragico e il grottesco, uno sgangherato e surreale concertino in cui sembra riecheggiare più Nino Taranto che Antonin Artaud. Un racconto circolare, rigorosamente in napoletano – la “sacra lingua delle passioni” – di Canio Loguercio, autore e interprete in scena, accompagnato dall’organetto di Alessandro D’Alessandro, fra struggimenti, giaculatorie, smarrimenti. Un appuntamento immancabile per chi non ha paura di perdersi in fondo a una canzone d’ammore.
di Canio Loguercio, voce, chitarra
con Alessandro D’Alessandro, organetto, live electronics
(USA/2014) di Bennett Miller (134')
La storia fosca e affascinante, ispirata a fatti reali, del rapporto tra un eccentrico miliardario (Steve Carell, in versione seria) e due campioni di lotta libera, i fratelli Schultz, interpretati da Channing Tatum e Mark Ruffalo, che si allenano per i giochi olimpici di Seul del 1988. "La lotta come metafora dei rapporti umani, le prese e i contatti come codici resi incomprensibili dall'appartenenza di classe, la separazione dal mondo resa esplicita dallo sport dove più ci si tocca e ci si abbraccia in assoluto" (Roy Menarini).
In attesa di conferma
(8 femmes, Francia/2002) di François Ozon (111')
Anni Cinquanta, i preparativi per le feste natalizie di una facoltosa famiglia borghese sono stroncati dall'omicidio del padrone di casa. Si scatena un balletto di sospetti e reciproche accuse tra le otto donne bloccate nella sontuosa dimora. François Ozon si diverte a mescolare i generi e omaggia Hitchcock, Douglas Sirk e la screwball comedy. Grandi interpreti e giovani promesse del cinema francese a confronto: Danielle Darrieux, Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Virginie Ledoyen, Ludivine Sagnier e Firmine Richard.
(Italia/1964) di Raffaello Matarazzo (95')
Per la Titanus dei Lombardo il melodramma popolare è una vocazione e un destino, e Raffaello Matarazzo l'autore "che determinò il nostro avvenire" (Goffredo Lombardo). Al rango d'autore, veramente, Matarazzo sarebbe stato elevato solo post mortem; mentre autore, lui, s'era sempre sentito, amando i suoi film e soffrendone l'ingabbiamento nel ‘filone reo', nella produzione seriale, nel mercato di profondità. Amore mio è il suo canto del cigno e forse il suo film più personale: un ritorno più sobrio e crepuscolare ai temi di Catene, ai viluppi familiari, agli amori negati, al vincolo matrimoniale che permane irrevocabile, ma nel chiaroscuro d'un male di vivere che ormai non trova più riscatto, tanto meno in un'etica della rinuncia. (pcris)
(Italia-Francia/1970) di Federico Fellini (93')
Fellini ricorda le emozioni che provò da piccolo quando vide l'enorme tendone di un circo appena arrivato in città sollevarsi misteriosamente, come una creatura dei sogni, dal buio della notte. Ritroviamo poi Fellini ormai adulto, quando si unisce a una troupe televisiva in viaggio verso Parigi, alla ricerca di celebri clown del passato. Realizzato per la televisione italiana, alterna un taglio a tratti documentaristico a momenti di pura creatività e immaginazione. Musiche di Nino Rota.
precede
PICCOLA ARENA CASARTELLI
(Italia/1960) di Aglauco Casadio (9')
Cronaca di una giornata di una famiglia di poveri acrobati della ‘bassa' bolognese.
In occasione degli spettacoli di circo acrobatico contemporaneo in scena all'Arena del Sole questo mese: Plan B, regia di Phil Soltanoff (8-9 aprile), e Marie-Louise, regia di Florence Caillon (18-19 aprile). Presentando alla cassa del Teatro il biglietto d'ingresso al film
verrà applicato uno sconto sull'acquisto di un biglietto per uno degli spettacoli.
In collaborazione con Emilia Romagna Teatro - Arena del Sole
(La Vie est un roman, Francia/1983) di Alain Resnais (110')
Uno stesso luogo, un castello liberty nelle Ardenne pensato come ‘il tempio della felicità' è lo scenario di tre racconti a incastro che si svolgono in diverse epoche. Scritto da Jean Gruault (che aveva sceneggiato Mon oncle d'Amerique), con una pattuglia d'interpreti di livello assoluto (tra gli altri, Fanny Ardant, Vittorio Gassman, Sabine Azéma e Pierre Arditi), un film sull'impossibilità della progettazione della felicità: "l'imperativo è stato quello di creare un'atmosfera di leggerezza, di sogno, di fantasmagoria" (Alain Resnais). Copia proveniente da Cinémathèque Royale de Belgique. Iniziativa dell'Ambasciata di Francia in Italia, realizzata da Institut français Italia, in collaborazione con uniFrance films e Alliance Française de Bologna con la partecipazione dell'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici.
di Paul King, Gran Bretagna 2014 | Commedia/Animazione | Durata 1h37’
Paddington è cresciuto nel profondo della giungla con la zia Lucy che, ispirata dall'amicizia con un esploratore inglese, lo ha allevato insegnandogli a preparare marmellate, ad ascoltare la BBC e a sognare una vita eccitante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di "spedire" il suo giovane nipote in Inghilterra in cerca di una famiglia per una vita migliore. Perso e solo alla stazione di Paddington, l'orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un'affollata, vivace metropoli dove nessuno nemmeno si accorge di lui. Per fortuna incontrerà la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino.
Film campione d’incassi in tutto il mondo, perfetto connubio tra commedia divertente e film avventuroso. E infine un cast prestigioso che vede anche la presenza di Nicole Kidman.
Rassegna “Schermi e Lavagne" in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna.
I film di maggiore successo della stagione dedicati al mondo dei più piccoli.
ONO arte contemporanea presenta in collaborazione con la casa editrice italo-cilena Edicola e con l'appoggio di Cooperativa de Editores de La Furia, Editores Independientes de Chile, Cámara Chilena del Libro, CNCA y DIRAC presenta Póngale color: illustrazione cilena contemporanea.
In occasione della Fiera del Libro per ragazzi, saranno esposte in mostra (31 marzo – 7 aprile) una ventina di tavole degli illustratori della delegazione cilena presenti in fiera, oltre che una vasta selezione di editoria illustrata per ragazzi. I disegni a tratti astratti, a tratti fumettistici - elemento unificatore dei disegnatori presenti in mostra -, ci offrono una panoramica a 360° della più pregiata illustrazione per ragazzi cilena. Il segno nelle loro tavole è deciso, a volte delicato ma pur sempre profondo. Le tecniche spaziano dal collage, all’acquarello passando per il più classico disegno a penna o matita, ma il fil rouge di queste tavole sembra essere la capacità di penetrazione dei disegnatori, che con uno sguardo attento riescono a darci una sintesi di trame complesse in pochi riconoscibili segni. Alcuni, come Catalina Bu, lavorano anche come illustratori freelance, coniugando aspetti grafici più complessi legati al mondo del marketing e del merchandising, all’illustrazione più pura, diventando artisti a 360°. Oppure Paloma Valdivia che considera “l’illustrazione non solo una cosa per bambini […] oggi si sta recuperando il bisogno ancestrale delle immagini”, così come quasi ancestrali sono i suoi disegni, fortemente ancorati alla realtà, seppur resa astratta dal suo sguardo così puntuale; Francisca Yáñez invece, con il suo tratto così delicato sembra riportarci in un’era lontana, che ha tutto il sapore e il profumo dell’infanzia; Victor Hugo Riveros Strange che con il suo tratto più complesso e deciso ci mostra invece un altro modo di intendere l’illustrazione. Oltre a questi, in mostra anche i lavori di Pati Aguilera, Karina Cocq, Isabel Hojas, Fito Holloway, Vicente Reinamontes, Claudio Romo, María de los Ángeles Vargas, Sol Undurraga, che ci offrono una rassegna del più interessante panorama dell’illustrazione cilena contemporanea.
Anteprima nazionale
Anteprima nazionale del cortometraggio Confusional Quartet play Demetrio Stratos a Medley (by Stefano Barnaba, concept Francesco Conversano) alla presenza della band e degli autori. Saranno presenti anche Daniela Ronconi Demetriou (moglie di Demetrio Stratos), e Gianni Gitti (produttore). Scomparso a 34 anni, il 13 giugno 1979, Demetrio Stratos è stato uno straordinario sperimentatore, come dimostra la sua purtroppo esigua eredità solistica. Proprio una performance da lui tenuta a Bologna nel febbraio del 1979 e le relative prove hanno costituito la base di partenza di “Confusional Quartet Play Demetrio Stratos”, la cui copertina minimalista rimanda al jazz e all’avanguardia. Quanto accadde sul palchi del Teatro San Leonardo venne fissato su nastro dal sound engineer e produttore Gianni Gitti, che in seguito avrebbe lavorato a stretto contatto con il Quartetto, e archiviato per trentacinque anni, fino all’intuizione di recuperarlo ed elaborarlo in studio costruendoci attorno nuove composizioni. I Confusional Quartet vengono a sapere di quel nastro di registrazioni inedite di sola voce di Demetrio che rappresentano la summa dell’esperienza di questo artista. Decidono di ri/suonare la voce di Stratos e insieme ad essa fare vivere nuove inedite composizioni partendo dalla voce, sfida stimolante dato che il Confusional Quartet è da sempre un gruppo senza cantante. Questa volta la voce c’è! Nelle esecuzioni la voce di Stratos regala improvvisazioni del tutto peculiari che vanno dalla polifonia vocale agli studi sulle risonanze fino alla poesia sonora. I pezzi sono cresciuti in modo molto spontaneo, portando suggestioni e ricordi, dando vita ad un disco che è tutt’altro che retorico, nostalgico o celebrativo. Fatta eccezione per “Cometa Rossa“, l’unica cover riconducibile all’attività degli Area presente nel disco, e per “Manifest’o”, un omaggio voluto e sentito al lavoro di Demetrio. Superando la dimensione musica/supporto/concerto/web, questi brani sono diventati anche la colonna sonora di un cortometraggio realizzato dalla MovieMovie di Francesco Conversano e Nene Grignaffini che verrà utilizzato durante i concerti. Fautori speciali del progetto, oltre all’etichetta Expanded Music e la Goodfellas, sono Gianni Gitti che ha messo a disposizione le registrazioni originali e la moglie di Stratos, Daniela Ronconi Demetriou, che lo ha incoraggiato e seguito. Dopo la presentazione, dalle 22.30 al Covo Club (Via Zagabria, 1 – Bologna – 051 505801) i Cofusional Quartet presenteranno dal vivo Confusional Quartet play Demetrio Stratos, opportunità unica per ascoltare la voce di Demetrio Stratos risuonata dalla band.
concerto | Il Cantone della Musica
Palco Numero Cinque, ovvero il palco riservato all’angelo della musica nel romanzo di Leroux, dove l’amore per questa arte assume un ruolo fondamentale, come nell’alchimia che cinque ragazzi dell’hinterland bolognese riescono a ricreare coi loro strumenti, sintetizzando in modo significativo qualcosa di complesso. Un qualcosa che già esiste e che prende forma nel momento in cui un ragazzo con il diavolo in corpo abbraccia la sua chitarra e si avvicina ad un paroliere dalla voce elastica e con una curiosità vorace. Una batteria che scandisce il tempo perfettamente e fa del groove il proprio stile, fraseggia con un basso semplice e pulito e con una tastiera raffinata ed elegante. Il risultato è un frullato di cantautorato italiano, alternative rock, progressive e musica elettronica.
Il Cantone della Musica
Ogni martedi, da aprile a luglio, la musica inedita emergente esplode a Bologna! Progetto organizzato da Beat-Bit Music School e La Torinese 1888, con la partnership di AGEOP RICERCA e Aramini strumenti musicali, il supporto di Liuteria Stanzani - Carlo & Luca.
laboratorio per bambini da 6 a 10 anni
Attraverso i ricordi alimentari dei nostri avi, negli spazi di una lussuosa dimora, i piccoli potranno avvicinarsi alla tradizione culinaria bolognese tra Settecento e i primi del Novecento.
A cura di RTI Senza Titolo e ASTER.
Prenotazione obbligatoria a: edubolognamusei@comune.bologna.it
visita guidata al complesso medievale
a cura di Gabriella Bernardi
La Rotonda della Madonna del Monte, la cui struttura a pianta centrale risale probabilmente alla fine del XII secolo, è solo una esigua ma preziosa testimonianza di ciò che rimane di un più vasto complesso conventuale di fondazione benedettina che, successivamente alle soppressioni napoleoniche, fu acquistato dall'allora Segretario di Stato del Regno d'Italia, l'avvocato Antonio Aldini. "Ca c'est superbe!" esclamò Napoleone in occasione di una cavalcata sui colli di Bologna nel giugno del 1805, quando giunse al convento della Madonna del Monte, ammaliato dalla vista panoramica che si godeva da quel sito.
concerto + opening del duo acustico di Pietro & Simona
Alan Moods vive di folate e rincorse di note, di spazi angusti e sconfinati, sudore e sorrisi, con le parole in cima e l’oceano sotto. Ci piace l’equilibrio degli strumenti, i passaggi inaspettati, i colori cangianti e i pastelli, ci piace all’improvviso e alla sprovvista e costruire piano e dare il tempo di maturare, trasformarsi, lievitare. Ci piace avere mille sfumature e scoprirne milleuna e milledue.
Prima dell'esibizione degli Alan Moods, Pietro Posani e Simona Rae presentano un omaggio a Samuele Bersani, scoperto nel 1991 da Lucio Dalla.
Il Cantone della Musica
Ogni martedi, da aprile a luglio, la musica inedita emergente esplode a Bologna!
un monumento cartografico nei palazzi Vaticani | conferenza
a cura di Francesco Ceccarelli.
In occasione del Giubileo del 1575 Gregorio XIII fece costruire la sala Bologna in Vaticano, una vasta sala per banchetti in cui una squadra di pittori guidati da Lorenzo Sabatini diede vita ad un ambizioso ciclo di affreschi a soggetto geo-iconografico e cosmologico. Oggi questo straordinario ambiente, che precede di cinque anni la più nota Galleria delle Carte Geografiche, è inaccessibile per la stretta prossimità con altri spazi riservati del palazzo apostolico vaticano. In esso il papa bolognese celebrò la sua città natale, glorificandola assieme all’Alma Mater Studiorum, centro della nuova scienza nell'età della Controriforma. Nello spazio interno compaiono grandiose mappe terrestri e celesti, tra cui spicca la monumentale mappa della città di Bologna che occupa l’intera parete sud e che va riconosciuta come il più grande 'ritratto' di città mai affrescato durante il Rinascimento.
Basilica, palazzo e piazza. Luoghi e momenti della storia
Rassegna promossa da Collezioni Comunali d'Arte | Istituzione Bologna Musei e Basilica di San Petronio | Felsinae Thesaurus. A cura di Carla Bernardini.