Donne e Uomini di Bologna "la Dotta" | Incontri
Sesta edizione del ciclo di incontri organizzato dall'Università di Bologna in collaborazione con il Comune di Bologna. 8 incontri che si svolgeranno in parte in Biblioteca Salaborsa e in parte presso il Dipartimento di Chimica dell'Università di Bologna, sul rapporto tra scienziati, scoperte scientifiche e società nella Bologna di ieri e di oggi. La formula degli incontri è quella sperimentata con successo gli anni precedenti e cioè un’ora di seminario (dalle 17) seguita da un’ora di discussione con il pubblico.
Programma
> 6 Maggio, ore 17
Donne di scienza tra luci e ombre. Il caso speciale di Bologna
Conferenza di Raffaella Simili
Saluto di Ivano Dionigi, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna
Biblioteca Salaborsa | Auditorium E. Biagi
> 8 Maggio, ore 17
All’inizio fu il frumento. La Chimica bolognese dagli esordi ai primi successi
con Marco Taddia
Saluto di Francesco Zerbetto, Direttore Dipartimento di Chimica "G. Ciamician"
Dipartimento di Chimica "G. Ciamician" - Università di Bologna | Aula Magna
> 13 Maggio, ore 17
Giacomo Ciamician, uno scienziato oltre i confini del suo tempo
con Vincenzo Balzani
Dipartimento di Chimica "G. Ciamician" - Università di Bologna | Aula Magna
> 15 Maggio, ore 17
Francesco Orioli: scienza e politica a Bologna dalla Restaurazione al Risorgimento
con Marco Ciardi
Dipartimento di Chimica "G. Ciamician" - Università di Bologna | Aula Magna
> 20 Maggio, ore 17
Realtà e Mito dell’elettricità a Bologna da Galvani a Marconi
con Giuliano Pancaldi
Biblioteca Salaborsa | Auditorium E. Biagi
> 22 Maggio, ore 17
Clotilde Tambroni e l’Università di Bologna di fine Settecento
con Renzo Tosi
Dipartimento di Chimica "G. Ciamician" - Università di Bologna | Aula Magna
> 27 Maggio, ore 17
Tavola Rotonda: Donne nella scienza e nella società di oggi
con Andrea Bottoni, Dario Braga, Elena Fabbri, Paola Govoni, Stefania Irti, Giovanni Nicolini
Moderatrice: Margherita Venturi
Biblioteca Salaborsa | Auditorium E. Biagi
Incontro sulla storia della zona Bolognina.
In occasione dell’anniversario della Liberazione, il 25 aprile 2014 lo Spazio Cultura di CUBO, Centro Unipol Bologna, organizza e ospita, in collaborazione con il Quartiere Navile, “Le strade raccontano”, un incontro sulla storia della Bolognina, storica periferia popolare bolognese, ora parte del quartiere Navile dove si trova Porta Europa, sede di UNIPOL.
La storia della Bolognina affonda le sue radici al piano regolatore del 1889, quando Bologna decise di uscire dalle mura e di espandersi. Vennero costruiti tanti caseggiati a corte, destinati ai ferrovieri della nascente stazione e ai dipendenti di alcune aziende di trasporti, che in seguito divennero abitazioni popolari gestite dal comune. E’ la storia di un quartiere popolare, operaio che, fin dalla sua nascita, si caratterizza per la sua energia e per una partecipazione attiva alla vita politica e sociale della città e del paese.
Non c’è momento storico in cui la Bolognina non si è fatta sentire: durante la seconda guerra mondiale diventa il “covo” dei partigiani e luogo della Battaglia della Bolognina, negli anni ’70 è pienamente coinvolta in scioperi e rivolte sindacali, alla fine degli anni ’80 ospiterà la famosissima “Svolta” della Bolognina.
Ne parliamo, il 25 aprile alle ore 16,00 presso lo Spazio Cultura di CUBO, con Michele Danieli, esperto di storia dell’arte, Daniele Ara, Presidente del Quartiere Navile e Renato Romagnoli “Italiano”, protagonista e testimone della Battaglia della Bolognina del 15 novembre 1944.
L’incontro è aperto a tutti.
E’ gradita la prenotazione a laboratori@cubounipol.it
(Francia/1959) di Alain Resnais (92')
"Potete immaginare Vélasquez che ha appena concluso le sue Meninas mentre già Picasso intesse le sue mirabili variazioni? Certamente no. Ecco, accade qualcosa di simile. Con Hiroshima mon amour, Alain Resnais affranca il cinema dal XVII secolo per immergerlo senza transizioni nel cuore del XX. [...] Moderno, Hiroshima mon amour lo è anche per il suo soggetto. È la tragedia dell'impossibilità dell'unione e della pienezza di sé. È la vittoria della segmentazione, della dissociazione, del frammentario. È impossibile essere totalmente uno perché viviamo nell'istante e ogni istante ci condanna alla nascita ma anche alla morte di una parte di noi stessi". (Jean Douchet)
Restaurato da Argos Films, Fondation Groupama Gan pour le Cinéma, Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, Fondazione Cineteca di Bologna, con il sostegno di Centre National du Cinéma et de l'Image Animée presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata nel 2013. Color grading supervisionato da Renato Berta.
(Bolshaya semya, URSS/1954) di Iosif Chejfits (108')
Costruito sull'idea di una famiglia multi-generazionale, cristallizzata in un momento conviviale attorno a una veranda, tra bambini vocianti e immersi nei giochi all'aria aperta, mentre gli adulti evocano la loro armonia cantando a squarciagola canzoni popolari, il film di Khejfits si prefiggeva il compito di dare un'immagine rassicurante della vita sovietica. Una grande famiglia insomma: figli, figlie, vecchi saggi, generazioni future. Armonie collettive. Volti dall'espressione popolare, vera, senza trucco, il film divenne una sorta di unità di misura con cui i cineasti dovevano confrontarsi. (rc)
(The Iron Giant, USA/1999) di Brad Bird (86'). Animazione. Dai 6 anni in su. Cineclub per ragazzi
Qualcosa di enorme appare all'orizzonte. Un robot precipitato dalle stelle sul pianeta Terra. Così il giovane Hogarth trova un 'grande' amico e con lui un problema ancora più grande: come mantenere segreto un gigante di quindici metri, goloso di acciaio? A complicare le cose ci si mettono un agente governativo ficcanaso, che dà la caccia agli 'invasori alieni', e le forze militari aeree, marine e terrestri degli Stati Uniti, inviate per annientare il gigante. Un'incredibile avventura fatta di magia, metallo e tante emozioni.
(Polonia/2013) di Paweł Pawlikowski (80')
"Il film dell'anno" secondo Alexander Payne. "Un piccolo gioiello di luce" per il "Guardian". Polonia, 1962. Prossima a prendere i voti, la novizia Anna scopre di avere una zia ancora in vita. Si tratta di un ex pubblico ministero comunista, responsabile di numerose condanne a morte nei confronti di religiosi e colpevole di nascondere da sempre le sue origini ebraiche. Camera fissa e corpi ai margini di architetture e mascherini, immersi in una bicromia di luminosità abbacinante. "Volevo fare un film sulla storia che non venisse percepito come un film storico; un film con una morale ma senza una lezione da impartire; una storia più simile alla poesia che alla prosa" (Paweł Pawlikowski).
(Francia/2012) di Alain Resnais (115')
Alla morte del regista e drammaturgo Antoine D'Anthac, gli attori che hanno recitato nella sua Euridice sono convocati alla lettura del testamento e invitati dal defunto ad assistere alla nuova messinscena della pièce da parte di una giovane compagnia. "Un gioco di specchi e di citazioni, di rimandi e di riletture, che con una freschezza sorprendente intrecciano teatro, letteratura e naturalmente cinema, in una specie di film-saggio che ribadisce la fiducia, coltivata per tutta una vita, sulla centralità del ruolo del regista, le ambiguità della visione e l'amore per un cinema di parola" (Paolo Mereghetti). Nel cast, oltre a volti-simbolo del cinema di Resnais come Sabine Azéma e Pierre Arditi, anche Mathieu Amalric e Michel Piccoli.
(Učitel', URSS/1939) di Sergej Gerasimov (85')
Esempio ante litteram di 'ecosistema narrativo' il film di Gerasimov prende di petto la questione del sistema educativo sovietico. La sceneggiatura scritta dallo stesso regista vinse un premio di 15.000 rubli in un concorso del 1939. Questo però creò una profonda e tesa discussione aperta a critici, docenti, alla società civile. C'è chi pensava che mostrare storie d'amore e umorismo potesse mettere a repentaglio l'eroismo sovietico. Risultato: dalle osservazioni esce una sceneggiatura riscritta totalmente. I cambiamenti vennero inseriti nel film, ancora in fase di ripresa. (rc)
(The Day the Earth Stood Still, USA/1951) di Robert Wise (92'). Fantascienza. Dai 12 anni in su: Cineclub per ragazzi.
Il percorso 'mostruoso' di Schermi e Lavagne questo weekend ci presenta la figura dell'Alieno. Klaatu, atterrato con un disco volante a Washington insieme all'enorme robot Gort, fa sapere agli umani che la Terra verrà distrutta dalla Confederazione Galattica se tenteranno di estendere la guerra agli altri pianeti. Ma i potenti della Terra non si convincono facilmente.
(Italia/2013) di Elisabetta Sgarbi (78'). Introduce Elisabetta Sgarbi
Due partigiani, amanti, traditi da una delatrice, ripensati e ricordati dalla loro figlia, molti anni dopo. Un fuggiasco, portato in salvo da due staffette, attraverso i canali del Delta. Micol Finzi Contini che ripercorre le vie della sua infanzia a Ferrara. Un pescatore di Pila che cade nella rete della sua illusione. Quattro storie in cui le nebbie, i canali e gli spazi d'acqua, Ferrara, la pianura e il fiume diventano sacche di tempo incontaminato, teatro di fantasmi amorosi e di desideri sospesi tra la vita e la morte.
In collaborazione con FICE Emilia-Romagna
(Italia/2013) di Elisabetta Sgarbi (55'). Introduce Elisabetta Sgarbi
A parte l'ultimo episodio di Paisà e i racconti di Bassani, la Resistenza nel basso ferrarese e nel Polesine è stata poco frequentata. La pianura, i canali hanno generato una specificità della Resistenza che, anche qui, ha avuto i suoi martiri e i suoi eroi. Dalla liberazione tutta 'al femminile' del comune di Bondeno, al vigliacco assassinio del giovane ferrarese Ludovico Ticchioni, alle migliaia di tedeschi annegati nel Po: episodi, memorie, ferite riaffiorano attraverso le voci di protagonisti e storici che da anni stanno tentando di ricostruire quello che accadde in quei mesi decisivi.
In collaborazione con Comitato Provinciale della Resistenza e della Lotta di Liberazione - A.N.P.I.
(Francia 1943-44) di Marcel Carné (189')
Una pietra miliare, il capolavoro della ditta poetica Carné-Prévert, il monumento del cinema francese; e un film vibrante di un'identità intima, segreta, disperata. La Parigi ottocentesca del Boulevard du Crime e del popolare Théâtre des Funambules ritagliati nella stoffa di cui son fatti i sogni, prima nei nizzardi studi della Victorine, poi alla Pathé di Parigi, mentre la Francia vive i suoi anni peggiori e nubi scure scorrono pure sul film - Arletty, diva per sempre legata al meraviglioso personaggio di Garance, è la risaputa amante d'un ufficiale nazista. Tutto quel che conta prende vita illusoria, la vocazione teatrale, la dolcezza, il dolore, il crimine, e l'amore che è "tellement simple", eppure sempre destinato al fallimento. Un finale in due respiri e due battute, entrambe memorabili (ciascuno scelga la sua). Il nuovo restauro, con tutti i suoi grigi e qualche luccicanza, ha accentuato il lato onirico, evanescente, di un'"opera pronta ad affrontare l'eternità" (Jacques Lourcelles). (pcris)
Restauro promosso da Pathé presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata e i Laboratoires Éclair
Quattro corti d'animazione. Cineclub per ragazzi
Il contadino e il Robot (Keshavarz va Robot, Iran/2011) di Abdollah Ali-Morad (21') / Il ritorno a casa (Bazgasht bekhaneh, Iran/2004) di Behzad Farahat (12') / Ecco i soldi per il pesce (In ham pole mahi, Iran/2013) di Ali Hossein Khan, Morteza Ahmadvand (10') / Dolce luna (Mahe Mehraban, Iran/2012) di Nazanin Sobhan-Sarbandi (7')
Kanun, l'Istituto iraniano per lo sviluppo intellettuale dei bambini e dei giovani, dove Abbas Kiarostami ha iniziato la sua carriera, e Schermi e Lavagne presentano il terzo appuntamento della rassegna 'Primi passi al cinema', rivolta agli spettatori più piccoli. Quattro corti d'animazione realizzati con tecniche diverse e ricchi di fantasia: un contadino avvera il sogno di incontrare un Robot; un riccio curioso e i suoi fratelli ritrovano la via di casa grazie ai suoni e alle voci della natura; la piccola Shokufeh non ha i soldi per acquistare un pesciolino rosso in occasione del capodanno iraniano; la tenera amicizia tra la Luna e i bambini. Tutti i cortometraggi sono senza dialoghi.
(Fading Gigolò, USA/2013) di John Turturro (90')
L'amore (prezzolato e non) ai tempi della crisi. In arrivo nella Sala Auditorium DMS del Lumière l'ultima avvolgente commedia diretta e interpretata da John Turturro, impreziosita dalla performance di un Woody Allen che torna davanti alla macchina da presa dopo oltre un decennio. Nel film sono due amici per la pelle in condizioni economiche precarie, che per sbarcare il lunario decidono di cimentarsi con il mestiere più antico del mondo. L'uno (Fioravante-Turturro) nei panni di un gigolò, l'altro (Woody Allen) nel ruolo di manager. Fioravante si destreggia tra un ménage a trois con due avvenenti signore alla ricerca di emozioni forti (Sharon Stone e Sofia Vergara) e gli incontri ben più casti con Avigal, vedova di un rispettato rabbino. Tutto sembra filare liscio fino a quando al rapporto mercantile si affianca l'amore e l'impresa clandestina comincia a destare sospetti all'interno della comunità ebrea ortodossa. "La storia parla di amicizia ma anche di come le persone siano bisognose del contatto con gli altri. Il film parla di solitudine e intimità che può essere sessuale ma anche no. L'idea del gigolò è una metafora per le relazioni perché le persone in una maniera o nell'altra pagano per avere amore" (John Turturro).
(Italia-Francia-Germania/1948) di Roberto Rossellini (75')
"Lo scheletro in disfacimento di una città ridotta in macerie e polvere dalla guerra non serve a Roberto Rossellini soltanto per disegnare la cornice apocalittica destinata a imprigionare un paese sconfitto. [...] Lo scheletro della città distrutta diventò quello che poi la macchina da presa avrebbe trascritto: la proiezione sullo schermo delle lacerazioni e delle ferite profonde lasciate, nell'animo di una creatura innocente, dalla guerra e dall'ideologia che l'aveva scatenata". Così Carlo Lizzani, co-sceneggiatore e aiuto regista del film. Restauro realizzato nell'ambito del Progetto Rossellini.
In collaborazione con Comitato Provinciale della Resistenza e della Lotta di Liberazione - A.N.P.I.
(Admiral Nakhimov, URSS/1947) di Vsevolod Pudovkin (93')
C'è una guerra in atto in Crimea. Non quella che minaccia di esplodere ora, ma quella del 1853-1856. Il conflitto si innesca a causa di una disputa religiosa legata al controllo dei luoghi 'sacri' della cristianità in territorio ottomano. La Turchia è appoggiata da Francia, Gran Bretagna e dai piemontesi del generale La Marmora. La Russia attacca la Turchia. A Sebastopoli l'ammiraglio Nachimov dà il meglio di sé, morendo per la patria. Affresco stalinista, ma non troppo, e per questo contestato dal PCUS insieme a Ivan il Terribile, il film venne rimontato, scene di battaglia aggiunte. Fino a meritare il Premio Stalin. (rc)
Bologna Football Club anni '60, negli scatti della Associazione Ufo
La mostra, curata da''Associazione Ufo - Unione Fotografi Organizzati, racconta la storia del Bologna negli anni '60, quando vinse il suo settimo scudetto. Fu allora che l'allenatore rossoblù Fulvio Bernardini coniò l'espressione poi rimasta negli annali: «Così si gioca solo in Paradiso». L'espressione è diventata anche il titolo del libro fotografico edito da Minerva e illustrato da immagini dell’archivio di Walter Breveglieri, principale autore degli scatti della mostra.
Oltre alla squadra, negli scatti della mostra si raccontano anche gli anni '60 di Bologna e dei bolognesi.
Ingresso gratuito, tutti i giorni feriali dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Un disco (in vinile) del collettivo ZimmerFrei.
Positions è un disco realizzato dal collettivo bolognese ZimmerFrei. Contiene 13 ambienti sonori selezionati da un archivio di registrazioni raccolte in Europa e negli Stai Uniti fra il 2005 e il 2013. Si tratta di "fonografie", immagini sonore memorizzate, frammenti di tempo incisi per sempre su un supporto. I brani sono stati scelti per la loro qualità in qualche modo "musicale" e per la loro capacità di proiettare nitide immagini sonore nella mente dell'ascoltatore. Nel corso della serata ZimmerFrei, proporrà Safari, una selezione e ricombinazione in tempo reale di materiali audio provenienti dall'archivio del gruppo.
ZimmerFrei (Massimo Carozzi, Anna de Manincor, Anna Rispoli) è un collettivo artistico attivo dal 2000. La sua ricerca fa confluire nell'ambito delle arti visive esperienze provenienti dal cinema, dalla musica e dal teatro, realizzando installazioni sonore e video, performance, workshop e prototipi di audiovisione. Il risultato dei suoi lavori è una narrazione emotiva del complesso legame fra l’ambiente urbano e la percezione individuale dello spazio, attraverso un’accurata indagine che, a partire dal confronto diretto con il territorio, fa emergere la complessità e le zone d’ombra del presente, rivelando le trasformazioni sociali e culturali stratificate nel tempo e nello spazio.
Panoramica sulle artiste contemporanee giapponesi come storia alternativa dell'arte concettuale.
Yuko Hasegawa, Chief Curator del Museo d'Arte Contemporanea di Tokyo, incontrerà il pubblico del MAMbo per una conferenza incentrata sulle donne protagoniste dell'arte contemporanea giapponese. Tra queste: Rei Kawakubo, Shiomi Mieko, Yoko Ono, Kazuyo Sejima, Tabaimo, Atsuko Tanaka.
La presenza di Yuko Hasegawa al museo fornirà lo spunto per una panoramica che vuole tracciare una storia alternativa dell'arte concettuale a partire dal contesto giapponese e dalle tematiche di genere.
Yuko Hasegawa è Curatrice Capo del MOT, Museo d'Arte Contemporanea di Tokyo e docente presso il Dipartimento di Scienze Artistiche della Tama Art University di Tokyo. Dal 2008 Yuko è membro del Consiglio per l'Arte Asiatica del Museo Solomon R. Guggenheim di New York. Dal 2011, inoltre, è Direttore Artistico dell'Inujima Art House Project e curatrice degli incontri di Art Basel Hong Kong, che si tengono a maggio 2014.
I suoi progetti recenti includono BUNNY SMACH – design to touch the world (2013), ARCHITECTURAL ENVIRONMENTS for TOMMORROW (2011) al Museo d'Arte Contemporanea di Tokyo, e Trans Cool Tokyo (2010-11) al Museo d'Arte di Singapore. Al 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa, dove è stata nominata Direttore Artistico Fondatore, ha curato il progetto Matthew Barney: Drawing Restraint (2005). È stata curatrice dell'undicesima Biennale di Sharjah (2013), consulente artistico della dodicesima Biennale di Architettura di Venezia (2010), co-curatrice della ventinovesima Biennale di San Paolo (2010), commissario del Padiglione giapponese della cinquantesima Biennale di Venezia (2003), co-curatrice della quarta Biennale di Shangai (2002) e Direttore Artistico della settima Biennale Internazionale di Istanbul (2001). Le sue pubblicazioni includono 'Modern Women: Women Artists at the Museum of Modern Art,’ Museum of Modern Art, 2010, pp334-351 e ‘Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa: SANAA,’ Phaidon Press, 2006.
Ingresso libero.
L’esperienza della danza e la sua evocazione dei processi naturali:lezione/incontro.
In occasione della Giornata Mondiale della Danza, decretata dall'Unesco il 29 aprile, l'associazione Sesto Acuto Danza in collaborazione con il Dipartimento educativo MAMbo propone una lezione aperta per adulti.
A partire da alcune opere della Collezione Permanente il percorso si svolgerà tra arti visive, natura e movimento, per scoprire le teorie sulla danza esplorate da importanti maestri come Isadora Duncan, Doris Humphrey, Merce Cunningham, Alwin Nikolais.