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Le vicende
delle settimane tra lottobre e il dicembre
1944 sono oggetto di una ricca letteratura storiografica
e memorialistica, ma il dibattito sullinterpretazione di quei
fatti è ancora aperto, specie per quanto riguarda lEmilia
e la provincia di Bologna.
Gli Alleati che, allinizio di settembre
avevano attaccato la Linea Gotica,
il complesso di appre-stamenti difensivi tedeschi sullAppennino
tosco-emiliano e marchigiano-romagnolo, rallentano la loro spinta
offensiva nel mese di ottobre, fino ad arrestarsi.
Lattacco alleato alla linea gotica aveva determinato
lo sfollamento delle zone doperazione e di quelle retrostanti:
questa operazione di pulizia eseguita dai tedeschi aveva
dato luogo anche ad un massiccio rastrellamento di uomini in età
lavorativa, inviati al lavoro coatto in Germania. È
in questo contesto che si inquadra lazione di guerra, tra
i fiumi Reno e Setta, contro la brigata partigiana
Stella Rossa, che sfocia, tra la fine
di settembre e i primi di ottobre, nello sterminio della
popolazione civile del territorio di Monte Sole, ad opera
delle SS del Maggiore Reder.
Nel mese di settembre i capi partigiani del
Comando Militare dellEmilia Romagna
(CUMER), danno disposizione ai gruppi operanti nel bolognese
e nel modenese di avviare il trasferimento dei reparti a Bologna,
dove si deve preparare linsurrezione della città a
sostegno dellattacco finale alleato che, in base ad informazioni
pervenute, è dato per imminente. Alcuni di questi trasferimenti
avranno unesito tragico, come lattacco e la distruzione
da parte dei tedeschi del comando della 63^
Brigata Garibaldi Bolero, bloccato dalla
piena del Reno nella sua marcia di avvicinamento alla città,
il 30 ottobre 1944.
Poi, il 13 novembre, la radio dirama un proclama
con il quale il generale Alexander comunica ai partigiani (ma anche
a tedeschi e fascisti) che le operazioni militari di attacco alla
Linea Gotica si sarebbero fermate per tutto linverno: lannunciata
insurrezione di Bologna è definitivamente rimandata.
In realtà, si erano già concentrate in città
diverse centinaia di partigiani, e la loro presenza non poteva essere
tenuta nascosta ai tedeschi ed ai fascisti: la battaglia di Porta
Lame, del 7 novembre (figg. 1 - 2), e lo
scontro della Bolognina, del 15 novembre,
possono essere considerati tra le conseguenze di questa situazione.
La vita, nella città piena di profughi, si fa più
cupa: le spie e i collaboratori dei fascisti sono ora più
numerosi, spinti dalla paura, dal calcolo o da rancori personali,
e la repressione antipartigiana si fa più capillare, unitamente
allintensificarsi della campagna di stampa condotta dal Resto
del Carlino contro i ribelli(fig. 3).
Cominciano in queste settimane a intrecciarsi i fili che
saranno troncati sul ciglio del burrone di Sabbiuno. |
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