IL MONUMENTO DI MONTE SABBIUNO
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2 • DALLA GUERRA ALLA RESISTENZA

Giugno 1940/Ottobre 1944
Opposizione, repressione e lotta antifascista nel bolognese

 

  • Il 10 giugno 1940 l’Italia fascista entra in guerra a fianco della Germania hitleriana.Dopo i primi apparenti successi, le gravi conseguenze del conflitto ed il
peggiorare della situazione economica e sociale sono evidenti a tutti, e fanno emergere anche nel bolognese quella avversione al regime fascista che durante il ventennio era rimasta sempre viva, nonostante la repressione.
• Manifestazioni di malcontento, episodi di disobbedienza verso gli ammassi obbligatori di prodotti agricoli, agitazioni contro i fiduciari fascisti di fabbrica, ed infine scioperi si susseguono numerosi a Bologna ed in molti comuni della provincia tra il 1940 ed il 1942.
• Nel frattempo l’opposizione comincia ad organizzarsi, e si stringono accordi tra i principali partiti prefascisti al fine di passare all’azione contro il regime e contro la guerra.
• A partire dal marzo 1943, quando le sorti dell’avventura bellica italiana già appaiono compromesse, mentre si sciopera a Torino e a Milano, un’ondata di agitazioni percorre tutta l’Emilia-Romagna, nelle campagne come nelle città.
• Tra il 16 ed il 17 luglio Bologna viene colpita dagli aerei alleati: è il primo di una trentina di bombardamenti a tappeto che la città subisce da qui alla fine della guerra, assieme ad un centinaio di incursioni di minore entità.
• L’esasperazione della popolazione si scioglie in manifestazioni di festa e di esultanza alla notizia, il 25 luglio 1943, della caduta di Mussolini e del fascismo: già nella tarda serata del 25 si manifesta a Bologna, il 26 le masse si mobilitano ovunque, nei comuni e nelle campagne della provincia.
• Nei successivi quarantacinque giorni l’organizzazione delle forze antifasciste si consolida, e quando viene dato l’annuncio della firma dell’armistizio, l’8 settembre 1943, l’opposizione si trasforma in azione, grazie anche alla mobilitazione di un numero sempre crescente di uomini e donne che confluiscono nei gruppi partigiani: Gruppi di Azione Partigiana (GAP), Squadre di Azione Partigiana (SAP), Gruppi di Difesa della Donna e Fronte della Gioventù.
• Nel frattempo, però, anche il fronte nazi-fascista si organizza, soprattutto dopo la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana (RSI) a Salò, la formazione della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) e l’insediamento dei comandi militari tedeschi a Bologna. La repressione è durissima: nei primi mesi del 1944 si hanno fucilazioni sommarie di partigiani catturati, processi davanti al Tribunale Speciale, condanne a morte.
• Nei mesi successivi, mentre la popolazione, nonostante la repressione, continua a manifestare e a scioperare, l’avanzata degli alleati verso la Linea Gotica spinge i tedeschi ad intensificare le requisizioni di materie prime, di generi alimentari e di bestiame, i trasferimenti di intere fabbriche verso regioni più sicure, le deportazioni di lavoratori coatti in Germania.
     
1.
  Bombardamento in via Irnerio
 
 
 
2.
  Bando di richamo in servizio degli appartanenti alla Milizia, che confluirà nella GNR
 
  (15 settembre 1943)
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3.
  Manifesto del Comitato Segreto di Agitazione, in preparazione dello sciopero generale
 
  del 1 marzo 1944
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4.
  Manifesto del Comitato del Fronte della Gioventù bolognese
 
   
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SACRARIO AI CADUTI DELLA RESISTENZA NEL PARCO COLLINARE