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Il 7
agosto 1945, in Piazza Maggiore, ben 20.000 persone, secondo
un articolo pubblicato sul Giornale dellEmilia
(fig. 2) nei giorni successivi, assistono al funerale di quattro
partigiani i cui resti sono stati ritrovati, pochi giorni prima,
in un calanco sui colli di Paderno. Si tratta di quattro gappisti
della squadra Temporale, pattuglia di punta della 7^
GAP, che aveva condotto alcune delle azioni più
audaci della lotta partigiana in città.
Due di loro sono noti non solo agli uomini e alle donne della
Resistenza, ma a tutti i bolognesi, per avere eroicamente liberato
i prigionieri dalle carceri di San Giovanni in Monte, il 9
agosto 1944, per avere fatto esplodere la polveriera di
Villa Contri, il 20 e 21 settembre delo stesso anno,
e per avere assaltato per ben due volte, il 30 settembre e il 18
ottobre, il comando tedesco allHotel Baglioni. Si tratta dei
colpi più vistosi inferti a tedeschi e fascisti
in questa città prima della battaglia di Porta Lame.
I loro nomi sono Dante Drusiani
e Vincenzo Toffano (fig. 1),
ma sono più conosciuti con i loro nomi di battaglia, scelti
in sintonia con il requisito ardimentoso e le finalità aggressive
della loro squadra: Drusiani
è Tempesta
(ma, piccolo di statura e di corporatura minuta, viene anche chiamato
Gingillino), Toffano
è Terremoto.
Le azioni compiute varranno alla loro memoria la medaglia doro
al valor militare.
Assieme a loro i bolognesi piangono, in quel 7 agosto
1945, anche Adolfo Fantini,
Moretto, diciassettenne
partigiano della Temporale,
operaio come Toffano, ed Ermes
Fossi, Aquilone,
membro della squadra dazione della brigata Stella
Rossa, confluita nella 7^ GAP
nellottobre 1944.
I funerali sono una vera manifestazione popolare, con un
corteo che accompagna i feretri da Piazza Maggiore alla Certosa,
e che si conclude con le commemorazioni dei rappresentanti dellANPI
e del PCI, e con il discorso del sindaco Giuseppe
Dozza.
Pochi giorni più tardi unanaloga cerimonia si
svolge a San Giovanni in Persiceto, dove gli uomini della
63^ brigata Garibaldi portano a spalla le 19 bare con
i resti dei loro compagni uccisi a Sabbiuno.
Questi funerali di partigiani non sono solo riti collettivi di saluto
ai caduti, ma anche tasselli per la costruzione della stessa identità
storico-politica della lotta di liberazione, uno snodo tra la lotta
armata e lelaborazione della memoria della Resistenza.
Per questa mostra rappresentano il punto di partenza per
la ricostruzione dellevento, la fucilazione da parte dei nazisti,
il 14 dicembre 1944, di circa un centinaio di prigionieri,
ritrovati solo molti mesi dopo nella fossa comune naturale
del calanco di Sabbiuno.
Chi erano quelle cento vittime, e quale percorso di morte
le aveva condotte fin qui? |
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