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L'eroe nell'epica classica

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Classici della letteratura italiana

 

CORRADO

L'eroe nell'epica classica

 

Ulisse 

Achille

Ettore

Corrado

Poesie

Canzoni  

 

Il protagonista de “La casa in collina” è Corrado, un insegnante quarantenne di origini contadine.

Egli trova rifugio in una valle sulle colline piemontesi ai pericoli della guerra che divampa a Torino.

Alla fine del libro però torna sulle sue antiche colline, dove lo aspetta la famiglia e dove aveva trascorso la sua infanzia.

Corrado giudica la guerra da spettatore, e non da protagonista, coinvolto in essa quasi suo malgrado. Il conflitto si risolve per lui in una sorta di giustificazione del proprio modo di vivere appartato; essa infatti costringe tutti a rintanarsi, a considerare meno importanti i rapporti umani, ormai insicuri; ognuno si trova nella condizione di pensare solo a sopravvivere, e questa situazione generale fa apparire meno strana la scelta del protagonista.

Nel corso del romanzo, però, si intuisce che la scelta di Corrado di vivere appartato non è una scelta libera, ma è dettata dal dolore causatogli dal rapporto con gli altri. In realtà egli non riesce a farne a meno e questo è testimoniato già da subito, quando viene irresistibilmente attratto dal canto e dal suono di voci umane provenienti dall’osteria, che fanno riconoscere in lui la necessità e il desiderio di comunicare non più solo con un cane.

Soltanto durante il viaggio per raggiungere la casa dei genitori, Corrado, assistendo ad un’imboscata di partigiani contro un’autocolonna fascista, prende coscienza del fatto che è impossibile rimanere neutrali a guardare, perché la guerra chiede conto a tutti del proprio comportamento.

Il protagonista vuole scappare, scappare dal male insito nella storia, ma infine capisce che dalla guerra non si fuggirà mai, “la guerra finisce solo per i morti”.

Corrado è nel complesso un uomo dal forte pessimismo, fatto di parole, riflessioni, dubbi, insicurezze, inquietudini, chiusure e riserve mentali, che spesso sfociano nella viltà.

Egli infatti non si assume responsabilità, né pubbliche (con la resistenza al fascismo), né private (il riconoscimento della paternità di Dino).

 

(Isabella Rossi, 5s1)