Achille è il migliore
rappresentante del tipo di eroe classico: un uomo di grande prestanza fisica.
Così Agamennone considera Achille. I Greci lo posero accanto agli Dei, ma in
posizione subordinata: era un uomo virtuoso e valoroso, tanto da essere
ritenuto degno dell’immortalità. Il fato infatti gli aveva prospettato due
scelte: una vita lunga ma senza gloria o una vita breve ma gloriosa;
Ovviamente, da eroe, egli sceglie una vita gloriosa. Era figlio della dea Teti
e del mortale Peleo. La sua grande forza gli derivava da quando, mentre era
ancora piccolo, sua madre lo aveva immerso nelle acque dello Stige, che
rendevano invulnerabili. L’errore di sua madre fu di non bagnargli anche il
tallone, che diventò il suo unico punto debole. Gli vennero attribuite
famosissime imprese. Nell’Iliade di Omero è uno dei principali
rappresentanti della guerra di Troia, un uomo valoroso schierato con gli
Achei. L’eroe, che è consapevole della sua forza, è superbo e ritiene di
avere più diritti degli altri. Nasce poi un conflitto tra lui e il re di Micene Agamennone, perché quest’ultimo gli aveva portato
via la sua schiava personale Briseide. Achille, che deve sottostare al volere
di Agamennone, decide di ritirarsi dalla guerra. Senza il suo aiuto gli Achei
subirono così tante sconfitte che il suo migliore amico Patroclo gli chiese
l’armatura per risollevare la sorte dell’esercito.
…“Patroclo intanto si
armava di lustro bronzo. Prima si mise alle gambe gli eleganti schinieri, e se
li allacciava alla caviglia con fibbie d’argento. Si appese a tracolla la
spada dalle borchie d’argento, tutta di bronzo e poi lo scudo grande e
massiccio: e sulla forte testa mise un elmo ben fatto, adorno di una criniera
di cavallo: il cimiero dall’alto ondeggiava paurosamente.”…
Patroclo sconfisse tanti nemici, ma fu ucciso da Ettore.
…“Ettore, appena vide il
magnanimo Patroclo ritirarsi ferito com’era dall’acuto bronzo, subito gli
venne, di tra le schiere, accosto, e lo urtava con l’asta al basso ventre, e
gli cacciò la punta di metallo da parte a parte. Stramazzava a terra con
strepito: e gettò un grande sgomento tra l’esercito Acheo…Così Ettore il
Primiade, con un colpo di lancia, toglieva la vita al prode figlio di Menezio
dopo tanta strage di Troiani.”…
Ciò portò Achille a cercare la vendetta. Tornò a combattere
per sconfiggere e uccidere l’assassino di Patroclo. Sfidandolo in campo
aperto diede origine al più grande duello di tutto il mito. Achille uccise
Ettore e infierì sul suo cadavere, facendogli fare tre giri attorno a Troia
trascinato dalla sua biga. Restituì il cadavere del figlio a Priamo solo dopo
molte preghiere da parte del re di Troia,consapevole di un destino comune a
tutti gli uomini. Le sue gesta furono materia dell’antica poesia epica. Le
leggende nate sulle sue imprese, come del resto tutte quelle sugli eroi, hanno
un fondo di verità e questa si presume sia stata tratta da vere e proprie
imprese compiute in tempi lontanissimi (guerra di Troia).
Achille è un personaggio del tutto
differente rispetto ad Ulisse, eroe innovativo, che viene rievocato e
interpretato molto di frequente per la sua intelligenza e per il suo coraggio.
(Niccolò Tasselli, 5s1)