Il teatro,
dall'antichità ai giorni nostri, ha avuto un processo di sviluppo complesso e
ricco di sfumature, e ha avuto la fondamentale funzione di rappresentare i
costumi e le usanze esprimendosi come una delle più grandi opere d'arte.
La
concezione del teatro è cambiata, per gli antichi era la fusione ideale di
tre momenti diversi: religioso, politico e agonistico.
La tragedia
era al tempo stesso rito, assemblea e gara: dunque il teatro era completamente
integrato nella società e seguito da tutti. Attraverso l'azione tragica lo
spettatore rifletteva sull'esistenza, rendendosi conto che gran parte della
vita è dolore, come risalta nell’Edipo re di
Sofocle.
Un elemento
fondamentale della tragedia è la presenza del coro
Si trova
riscontro della sua evoluzione nell'uso che ne fa Manzoni, coro dell’Adelchi,
atto IV, il quale lo rende proprio, come angolo ritagliato durante la
rappresentazione per un commento personale, se ne perde quindi il valore
didascalico di spiegazione.
Il teatro
antico era un teatro a scena fissa, essendo infatti all'aperto e senza
sipario, non era possibile cambiare scenografia; si pensò fosse necessario
mantenere sempre tre unità. La conoscenza di esse ci è pervenuta
grazie all'opera di Aristotele, il quale descrive gli elementi della tragedia
greca.
Il
teatro contemporaneo pone una
nuova concezione della recitazione e diventa metafora del teatro della vita.
L'attore si cala in un personaggio diverso da sé del quale assume il modo di
essere e di agire.
Per
esprimere la forza e l’impegno che il testo teatrale sa trasmettere, abbiamo
accostato al testo classico de Le Troiane di Euripide, L’istruttoria
composta a metà del Novecento da P.Weiss: attraverso linguaggi diversi,
danno ugualmente voce alle vittime della guerra.
Classe
5^S1