Teatro moderno/contemporaneo
Nel teatro moderno e contemporaneo il palcoscenico e la platea diventano un tutt’uno, non c’e più distinzione tra il teatro e la vita: la comunicazione diventa una gabbia, le parole limitano il pensiero.
A differenza di quanto avviene per la narrativa e la poesia dove il rapporto mittente-destinatario si istituisce in tempi e luoghi svariati la comunicazione teatrale esige la compresenza fisica di attori e pubblico; ed è una comunicazione simultanea, che si realizza nel momento stesso in cui è prodotta. Questo aspetto della simultaneità distingue il teatro da altre recenti forme di spettacolo, come il cinema o la televisione.
Tra gli attori e il pubblico si stringe un patto che ha come fondamento la consapevolezza della finzione: tutto quanto avviene nello spettacolo non coincide con la realtà, ma è un’altra realtà, quella appunto del teatro. Ogni elemento dello spettacolo viene assunto dallo spettatore come un segno scelto per comunicare un messaggio.
Pirandello nella sua concezione moderna di teatro affermò: “Il dramma per me è tutto qui, signore: nella coscienza che ho, che ciascuno di noi –veda- si crede ‘uno’ ma non è vero: è ‘tanti’, secondo tutte le possibilità d’essere che sono in noi: ‘uno’ con questo, ‘uno’ con quello –diversissimi! E con l’illusione, intanto, d’essere sempre ‘uno per tutti’ , e sempre ‘quest’uno’ che ci crediamo in ogni nostro atto. Non è vero! Non è vero! Ce ne accorgiamo bene, quando in qualcuno dei nostri atti, per me un caso sciaguratissimo, restiamo all’improvviso come agganciati e sospesi: ci accorgiamo, voglio dire, di non essere tutti in quell’atto e che dunque un’atroce ingiustizia sarebbe giudicarci da quello solo, tenerci agganciati e sospesi, alla gogna, per un’intera esistenza, come se questa fosse assommata tutta in quell’atto!”