Cesare Malfatti dei La Crus presenta il nuovo album «Una mia distrazione».
La più ampia sfilata di spot pubblicitari mai vista prima, 3 ore per la maratona in cui è possibile vedere una selezione di filmati pubblicitari scelti tra oltre 1 milione di spot internazionali.
La "Notte dei pubblivori" da 31 anni propone il meglio della programmazione pubblicitaria mondiale. Un vero e proprio evento internazionale che in tutto il mondo mostra sul grande schermo la più ampia rassegna mai conosciuta di spot.
Nel corso di una notte un evento speciale che è ormai un cult per gli amanti del genere, spesso pubblicitari, creativi e goliardi di ogni età, che si ritrovano con il favore delle tenebre alla grande maratona notturna.
Nata 31 anni fa in Francia dall'intellettuale francese Jean Marie Boursicot, riempie i teatri e le sale cinematografiche di tutto il mondo. Gli spot sono selezionati da una collezione di oltre 1 milione di soggetti provenienti dalla produzione pubblicitaria di tutto il mondo e che si arricchisce ogni anno anche con la produzione destinata al cinema e web.
Oltre 40 anni di commercial, spot indimenticabili, che sono rimasti nel cuore del pubblico, spot che si vorrebbero dimenticare. A raffiche di 30 secondi in 30 secondi, con interruzioni ricreative ogni tre quarti d'ora... una vera e propria abbuffata di pubblicità dedicata ai Pubblivori.
Afro Funk & Dub
Mr. Wha Emanuele Zullo - Electric Guitar
Bass Ball Domenico Loparco- Electric Bass
Franky Tamburino French Brini- v-Drums
The Band
Domenico Loparco: grandissimo bassista con un curriculum impressionante, ha suonato con Frank Gambale, Billy Cobham, Greg Bissonette, Paul Gilbert, John Patitucci, Tito Puente, Ray Mantilla, Dave Garibaldi, Vinnie Colaiuta, Dennis Chambers, Paolo Fresu, Flavio Boltro, Enrico Rava, The Coors, Ivan Graziani, Lucio Dalla, Mingardi, Gianni Morandi, Ron, Celso Valli, Mauro Malavasi e molti altri.
Emanuele Zullo: chitarrista e noto insegnante di chitarra, ha lavorato nelle migliori scuole del mondo, tra cui la LA Music Academy, ha suonato nella band irlandese "Eve Of Mind" e con il bluesman Jeff Jones. Membro ufficiale di noti gruppi italiani, tra cui Free Jamm, Misero Spettacolo e The Garden Regge Boyz.
Francesco Brini: batterista e produttore di The Bank. Membro dei Swayzak da 10 anni, produce disco e house sotto gli pseudonimi Frank Agrario & Pinktronix. Ha suonato con Pete Doherty, Robert Smith, Lee Coombs e Jeff Jones.
Quarto pomeriggio musicale a cura del Collegium Musicum, in collaborazione con Slow Food che propone degustazione di pregiati tè inglesi e musica di inizio '900.
Ingresso 3 euro, prenotazione 051.231836.
Per la rassegna MusciEmotion, proiezione del concerto della Filarmonica della Scala diretta da MyungWhun Chung: musiche di Beethoven e Brahms.
Prima e dopo il concerto djset a cura di Stereo:Fonica
Le Savages sono una delle nuove realtà musicali più calde del momento. Con un solo EP live digitale (I Am Here) ed un singolo, Husbands, hanno attirato l’attenzione dei media musicali, da Pitcjfork ad NME, già dal 2011, lo stesso anno della nascita della band: tutti sottolineano soprattutto la potenza e l’impatto live della band inglese. Il loro primo album “Silence Yourself” pubblicato a maggio, è stato immediatamente candidato ai Mercury Prize, mentre il nuovo singolo, “Marshal Dear” è accompagnato da un film animato, ispirato al romanzo di Kurt Vonnegut “Mattatoio n.5” creato da Gergley Wootsch e dalla chitarrista della band Gemma Thompson.
Tra ritmi insistenti, suoni ed espressioni cupe, ed una precisione feroce tipica delle band di Londra, le Savages sono uno dei pochi esempi di perfetto British post-punk in circolazione negli ultimi tempi. Con una voce che a tratti ricorda Patti Smith e movenze che riportano a Ian Curtis, la lead singer Jehnny Beth esprime perfettamente l’intenzione della band di creare un tipico sound da palco, disegnato per trasudare emozioni che vanno dalla rabbia alla violenza, dall’isteria all’indignazione, per rivelare con la musica quello che le parole non sono in grado di esprimere.
In apertura si esibiranno A Dead Forest Index, duo composto dai fratelli Adam & Sam Sherry. Australiani, da Melbourne, sanno come fondere un songwriting allo stesso tempo spaziale ed oscuro con arrangiamenti sottilmente elettronici e cameristici. E’ una musica che certamente mantiene il pathos di una certa wave britannica, puntando alle volte ad un sound goth ed altre ad un feeling più etereo. Ci sono gli eroi di casa 4AD (Dead Can Dance & Cocteau Twins), gli Spear Of Destiny e addirittura la poetica del grande Scott Walker in questo disco che solleticherà più di un’emozione.
Prima e dopo il concerto la selezione musicale sarà curata da Stereo:Fonica. Stereo:Fonica organizza e promuove concerti indipendenti, eventi, festival, eventi dal 2003 ad oggi, in diversi club, locations, associazioni culturali e città. E’ anche un dj set a base party di indie electro post punk wave rock. Nata come un festival nelle 3 edizioni 2003, 2004, 2005 presso la corte di Villa Torlonia del paese d’origine San Mauro Pascoli (FC), Stereo:Fonica, dopo 10 anni d’attività compiuti a luglio 2013, oggi i suoi eventi sostenuti sono a carattere “itinerante”, in diversi club, contesti, locations, festival.
Express, rassegna di concerti dedicata al meglio della musica nazionale ed internazionale
Express ha in precedenza ospitato (in varie locations a Bologna): Lydia Lunch, Boss Hog, Psychic Tv, God Is An Astronaut, Matmos, Sunn O )), Zu, Mouse On Mars, Kill The Vultures, Jamie Lidell, FourTet, Caribou, Liars, Le Luci Della Centrale Elettrica, Thee Silver Mt Zion Memorial Orchestra, These New Puritans, Wild Beasts, James Blake, Massimo Volume.
La rassegna è dedicata alla musica indipendente nazionale ed internazionale, e rispecchia nella sua composizione l’essenza del Locomotiv Club, ricalcandone l’attenzione per la qualità, la tempestività nel proporre artisti prima della loro ascesa e la trasversalità nelle proposte musicali.
Menomale Jazz Inside | concerto
Irene Ientile voce
Marco Faldetta basso
Lucia Lauro percussioni
Appuntamento dedicato alla drammaturgia contemporanea francese.
Nell'ambito della rassegna Insisto più forte | Parole che pesano doppio, tre appuntamenti con la drammaturgia contemporanea in tre differenti declinazioni.
L’ultimo appuntamento, Il teatro di Michel Azama, prosegue la progettualità dedicata alla drammaturgia contemporanea francese che in questi anni ha attraversato in maniera significativa la città di Bologna. Il progetto, curato da Elena Di Gioia e dedicato a uno degli autori più affermati della drammaturgia contemporanea francese, è ospite a DOM con un articolato programma: la presentazione con Michel Azama del volume Le sas/L’inatteso (Editoria & Spettacolo), e con la partecipazione di Elena Di Gioia, Laura Mariani, Chiara Elefanti, Licia Reggiani e le letture di Anna Amadori (ore 19); lo spettacolo Le sas, risultato di una residenza al DOM, regia di Alessandro Migliucci, con Silvia Lamboglia, collaborazione artistica di Anna Amadori (ore 21). Al termine (ore 22.15) un dialogo introdotto da Martine Pagan con Michel Azama e Silvia Lamboglia, a cura di Elena Di Gioia e Laura Mariani.
PROGRAMMA:
> ore 19 presentazione con Michel Azama del volume Le Sas/L’inatteso (Editoria & Spettacolo) partecipano Elena Di Gioia, Laura Mariani, Chiara Elefante, Licia Reggiani. Lettura di Anna Amadori
> ore 21 dello spettacolo Le sas - a seguito della residenza creativa a DOMregia Alessandro Migliucci con Silvia Lamboglia. Con la collaborazione artistica di Anna Amadori
> ore 22.15 dialogo con Michel Azama e Silvia Lamboglia | a cura di Elena Di Gioia e Laura Mariani. Introduce Martine Pagan.
Per lo spettacolo Le sas è possibile ritirare un coupon gratuito, esclusivamente presso Alliance Francaise, fino ad esaurimento.
La giornata al DOM dedicata al drammaturgo francesce è presentata nell’ambito de Il teatro di Michel Azama, ed è un progetto di Alliance Française di Bologna in collaborazione con il Dipartimento di interpretazione e traduzione - Università di Bologna, il DOM La cupola del Pilastro e il Dipartimento della Arti - Università di Bologna.
Incontro sull’opera della poetessa e drammaturga russa.
Dal 6 al 20 maggio la rassegna Insisto più forte prosegue con Parole che pesano doppio, tre appuntamenti con la drammaturgia contemporanea in tre differenti declinazioni. Il progetto è pensato come un’articolazione di vari eventi attorno alla drammaturgia contemporanea, con spettacoli, incontri, proiezioni video
Il secondo appuntamento presenta un incontro sull’opera della poetessa e drammaturga russa Anna Barkova, donna coraggiosa e ribelle che ha subito varie condanne e prigionie, con Anna Maria Carpi, poetessa, scrittrice, tra le più importanti traduttrici di autori tedeschi, autrice del libro Il mio nome era un altro, e Matteo Marchesini, scrittore e giornalista bolognese, collabora tra l’altro con il Corriere di Bologna, Il Foglio e Il Sole 24 Ore.
L’incontro termina con letture tratte dall’opera della Barkova.
Ballata scritta e interpretata da Claudia Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio.
Dal 6 al 20 maggio la rassegna Insisto più forte prosegue con Parole che pesano doppio, tre appuntamenti con la drammaturgia contemporanea in tre differenti declinazioni. Il progetto è pensato come un’articolazione di vari eventi attorno alla drammaturgia contemporanea, con spettacoli, incontri, proiezioni video
Primo appuntamento è il 6 maggio (ore 21) con Claudia Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio che mette in scena Dialogo degli schiavi, ballata scritta e interpretata da Claudia Castellucci con gli arrangiamenti musicali di Scott Gibbons con la partecipazione di Stefano Bartolini. Lo spettacolo è preceduto dalla proiezione del video I Passanti (via Zara), commemorazione saprofita di Claudia Castellucci e Filippo Tappi.
“Il valore testimoniale delle ballate, spesso utilizzate dagli entusiasti religiosi, dai partigiani o dai consumati dalla vita, implica l’esibizione in prima persona di chi le ha scritte o di chi ha vissuto la stessa temperie dei fatti” scrive Claudia Castellucci nella presentazione dello spettacolo. “La musica elementare che accompagna le parole ha il compito di far risaltare il testo, anch’esso disadorno e didascalico. […] Il testo si ripromette di regredire in uno stato di primitiva percezione delle cose, dove anche le abitudini appaiono affiorare come estranee, dopo un lungo sonno. Si fa spazio a una sospensione del giudizio che staglia l’assodata concretezza delle cose, come oggetti di una visione oggettiva.
La Ballata compie una discesa gradatamente inclinata sulle esperienze della vita quotidiana; sulla scoperta di una realtà che sprofonda e poi rimbalza sulla superficie di partenza. La spregiudicatezza con cui si penetra nei gesti più soliti, con lenti ottiche via via più potenti, focalizza una realtà che da lucida si rivela allucinogena; partendo dalle sponde concrete e reali dei fenomeni, sfocia in una collocazione metafisica degli stessi, che non contraddice, anzi combacia con il materialismo primitivo della percezione umana”.
Lettura pubblica della Costituzione.
Laminarie promuove per il quinto anno consecutivo Il Patto, la lettura pubblica della Costituzione, in un momento storico nel quale si riscontra con sempre maggiore frequenza l’attribuzione della Carta Costituzionale a un partito o colore politico, piuttosto che un’adesione profonda ai principi civili che essa esprime.
La lettura è introdotta da Andrea Speranzoni, avvocato difensore delle vittime nei processi per i crimini nazifascisti e diventa un momento pubblico di incontro e di approfondimento dei principi fondamentali contenuti nella nostra Costituzione, un momento diventato rituale al DOM, molto partecipato e sentito dai cittadini, che prevede la lettura di alcuni articoli del testo costituzionale affidata alla voce di lettori provenienti dal quartiere e dalla città che hanno la possibilità, a loro scelta, di commentare brevemente l’articolo scelto.
Ingresso gratuito
NOTE BIOGRAFICHE Andrea Speranzoni, nato a Venezia nel 1971, è avvocato del Foro di Bologna. Laureatosi presso l’Università degli Studi di Ferrara con una tesi dal titolo “La tutela processuale del segreto di Stato”, collabora a partire dal 2001 con lo Studio legale Giampaolo di Bologna. Si è occupato di processi relativi all’eversione di destra in Italia e di reati di terrorismo. Ha inoltre assistito in qualità di patrono di parte civile numerosi familiari delle vittime, Enti pubblici territoriali e l’A.N.P.I. nei processi celebratisi dopo la scoperta del cosiddetto “Armadio della Vergogna”. Dal 2008 collabora con la cattedra di Procedura penale europea e sovranazionale presso il Dipartimento dei sistemi giuridici ed economici dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Secondo appuntamento del progetto che vuole ricordare ogni anno la vita e l’opera di una figura esemplare, aprendosi anche ad altri linguaggi oltre il teatro.
In occasione del centenario della nascita di Etty Hillesum, scrittrice e intellettuale olandese di origine ebraica morta a 29 anni ad Auschwitz, Laminarie cura un incontro con l’editore Gerrit Van Oord, con letture di alcuni brani tratti dai diari e dalle lettere della giovane scrittrice. Conclude la serata la proiezione del film Etty Hillesum una vita spezzata di Jaop Walvis e Almart Tjepkema. Il video, realizzato dalla televisione olandese nel 1984 e presentato a DOM nella versione italiana del 2002, si articola nella lettura di alcune pagine dal Diario e dalle Lettere e nelle interviste agli amici , alcuni di loro sopravvissuti allo sterminio, che raccontano della loro relazione con Etty e le ragioni che l’hanno convinta a rientrare definitivamente nel Campo di Westerbork.
La storia di Etty Hillesum colpisce per la lucidità con la quale la giovane donna olandese affronta le vicende tragiche del suo tempo, opponendo una resistenza interiore al male e ricercando con tenacia e fede in Dio tracce di bene anche là dove sembra assente. Insegna che l'unica strada per contrastare odio è un atteggiamento d'amore con cui guardare, nonostante tutto, anche a chi ci sta facendo del male.
Quattro appuntamenti volti ad avvicinarsi al mondo del butoh, la danza moderna giapponese.
L’iniziativa è articolata in quattro appuntamenti volti ad avvicinarsi al mondo del butoh, la danza moderna giapponese che, attraverso due grandi artisti iniziatori, Kazuo Ohno e Tatsumi Hijikata, si è sviluppata nel secondo dopoguerra come movimento d’avanguardia, affondando le sue prime radici nella cultura nipponica più primitiva e nelle suggestioni dell’espressionismo europeo. Il progetto si apre con il workshop Creare il corpo condotto da Yoshito Ohno (11-12 marzo, ore 16-19): “Ho spesso riflettuto sulle basi di fondazione del butoh da parte di Tatsumi Hijikata e Kazuo Ohno. Vedo le loro due filosofie presenti entrambe. Hijikata giustappone l'essenza e la presenza e le combina a suo modo, mentre Ohno getta un profondo sguardo sulla vita e la morte nella loro connessione al butoh. Il mio desiderio è che le cose che ho appreso da loro possano essere tramandate alle generazioni future”.
Si prosegue con Archivio Kazuo Ohno - Work in progress, l’inaugurazione della mostra fotografica, allestita nel foyer di DOM, (14 marzo, ore 19) e a seguire l’incontro con Yoshito Ohno, Toshio Mizohata (Kazuo Ohno Dance Studio), Elena Cervellati (Università di Bologna), Matteo Casari (Università di Bologna). Il progetto si conclude con lo spettacolo di Yoshito Ohno, Flower and Bird – A Letter to My Future Self (14-15 marzo, ore 21), coreografia di Tatsumi Hijikata e Yoshito Ohno.
Un solo che include la trilogia che Tatsumi Hijikata ha coreografato per Yoshito Ohno nel 1985, un anno prima della sua morte, e Divinarianes, la scena iniziale di Admiring La Argentina, l'opera en travesti che, presentata a Nancy nel 1980 e col suo enorme successo internazionale, rende Kazuo Ohno, ormai settantacinquenne, una vera leggenda vivente.
Programma:
mar 11 e mer 12 MARZO ore 16 - 19 CREARE IL CORPO workshop con Yoshito Ohno ven 14 MARZO ore 19 ARCHIVIO KAZUO OHNO - WORK IN PROGRESS mostra fotografica e incontro con Yoshito Ohno, Toshio Mizohata (Kazuo Ohno Dance Studio), Elena Cervellati (Università di Bologna), Matteo Casari (Università di Bologna)
ven 14 e sab 15 MARZO ore 21 Spettacolo di Yoshito Ohno, FLOWER AND BIRD – A Letter to My Future Self
dall’esperienza di Laminarie a DOM – tra ricerca, radicamento e sostenibilità.
Insisto più forte è il nuovo programma di DOM la cupola del Pilastro che si apre con una conversazione pubblica dal titolo Esserci anziché riprodurre, introdotta da Renata Molinari, alla quale sono invitati a partecipare gli operatori culturali e sociali, il pubblico, gli artisti. L’incontro intende interrogarsi sull’esperienza di Laminarie a DOM, tra ricerca, radicamento e sostenibilità, difficile da far rientrare negli schemi della gestione di un teatro “classico".
Durante la conversazione Laminarie presenta il catalogo Ravvicinamento. Il teatro di Laminarie dal 2009 al 2013: un racconto per immagini sull’esperienza della compagnia bolognese a DOM, difficile da far rientrare negli schemi della gestione di un teatro “classico”. Il catalogo vuole proseguire il racconto del libro scritto con Claudio Meldolesi Tragedia e fiaba. Alcune delle immagini tratte dal catalogo sono in mostra nel foyer di DOM.
Fratelli Dalla Via. Spettacolo vincitore Premio Scenario 2013.
Motivazioni della giuria «… Raccontando la storia di una ricca famiglia del nord est italiano si traccia una sorta di cupa parabola sul conflitto generazionale. Due fratelli … architettano l’omicidio dei genitori. Ma “uccidere i propri padri” sembra un atto impossibile dal momento che questi hanno deciso di farla finita, lasciando in eredità assenza di futuro e consumo del passato. Con uso intelligente dell’italiano regionale i due attori riescono a dar profondità e leggerezza a una vicenda estrema, ma allo stesso tempo esemplare, in cui il senso di colpa tra le generazioni pare innescare un processo autodistruttivo che lascia poche vie di fuga». La prima generazione ha lavorato. La seconda ha risparmiato. La terza ha sfondato. Poi noi. C’è una bella casa, destinata a diventare casa nostra. È qui che abbiamo immaginato di far fuori i nostri genitori. Per diventare noi i padroni. Non della casa, padroni delle nostre vite. Niente armi, niente sangue. Un omicidio due punto zero. Fuori dalle statistiche, fuori dalla cronaca, un atto terroristico nascosto tra le smagliature del quotidiano vivere borghese. Noi, in fondo, viviamo per questo: per arrivare primi, e negare di aver vinto.
Di e con Diego e Marta Dalla Via | scene e costumi Diego e Marta Dalla Via | partitura fisica Annalisa Ferlini | datore audio e luci Roberto Di Fresco | assistente di produzione Veronica Schiavone
INGRESSO GRATUITO
Nell'ambito di INTERSCENARIO 4 LE GENERAZIONI DEL NUOVO a cura di Nicola Bonazzi, Stefano Casi e Cristina Valenti.
Un’iniziativa di Centro La Soffitta | Compagnia del Teatro dell’Argine | Teatri di Vita
Scritto, diretto e interpretato da Elisa Porciatti. Menzione speciale Premio Scenario 2013.
Motivazioni della giuria «Tra ironia e commozione Elisa Porciatti ripensa con originalità il teatro di narrazione, per cercare, nell’apparente semplicità delle forme, una coralità di personaggi, raccontati con astrazione e musicalità. Nella città di Siena si assiste al fiorire di una banca e al suo tragico tracollo, mentre ci si chiede con ansia quanto manchi alla fine della finanza, della propria vita e dello spettacolo che tutto ciò racconta, in un felice mescolamento di vita vissuta e metafora». «Ummonte, mi piacciono. Le monete mi piacciono ummonte. Con la paghetta compro solo monete. Da grande voglio ummonte di soldi per comprarmi ummonte di monete». Sullo sfondo una città gioiello. Storica. Con una banca storica. È grande. È grande ummonte. Tiene in vita una città e sul più bello la riunisce al suo capezzale di padre agonizzante e pieno di debiti. Uno spazio di racconto che ha sapore di passato ma è cronaca del presente. Un tempo di domande su come si vive il terremotarsi di un sistema garante di benessere e sicurezza. Su come si costruisce una storia individuale dentro uno scenario così risolto e così impermanente. Tanti sguardi di ognuno di noi, su un meccanismo più grande di noi. Creato da noi.
INGRESSO GRATUITO
Nell'ambito di INTERSCENARIO 4 LE GENERAZIONI DEL NUOVO a cura di Nicola Bonazzi, Stefano Casi e Cristina Valenti.
Un’iniziativa di Centro La Soffitta | Compagnia del Teatro dell’Argine | Teatri di Vita
di e con Beatrice Baruffini. Segnalazione speciale Premio Scenario 2013.
Motivazioni della giuria «Con vena poetica e semplicità Beatrice Baruffini rievoca la “prova di resistenza” degli abitanti dei quartieri popolari di Parma che nel 1922 resistono all’aggressione dei fascisti, capitanati da Italo Balbo. È la stessa barricata, rappresentata da una serie di mattoni posati sulla scena, a dar vita all’intero racconto secondo la miglior tradizione del teatro di oggetti. Baruffini, recuperando le importanti esperienze di Claudia Dias e di Gyula Molnàr, con originalità e senza retoriche commuove per la capacità di trasfigurazione e per la sensibilità nel recupero della memoria». La prova di resistenza è caratteristica del mattone forato. Viene fatta applicando un carico di peso sui tre lati, fino a raggiungere il carico di rottura e stabilire il grado di resistenza. “W” è il grido di vittoria di chi supera quella prova senza morire. Parma 1922: prova di resistenza… Una storia di povertà e di vendetta. Di buoni e cattivi. Di rossi e neri. Un racconto dove le passioni nascono in strada, fuori dalla finestra, perché in casa si sta stretti. E in strada, in fila per il bagno, sugli scalini a giocare a carte, sulla porta delle osterie, si vive. Si fischietta Verdi, ci si allena alla lotta. Si alzano marciapiedi. Muri. Barricate.
Di e con Beatrice Baruffini | tecnico Riccardo Reina | disegno luci Emiliano Curà | montaggio audio Dario Andreoli | voce Marco Musso | foto e video Jacopo Niccoli | INGRESSO GRATUITO
Nell'ambito di INTERSCENARIO 4 LE GENERAZIONI DEL NUOVO a cura di Nicola Bonazzi, Stefano Casi e Cristina Valenti.
Un’iniziativa di Centro La Soffitta | Compagnia del Teatro dell’Argine | Teatri di Vita
Presentazione del volume "I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito".
Presentazione del volume I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito (Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2013), a cura di Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay. Partecipano Elena Cervellati, Paolo Cecchi, Cristina Rizzo, Giulia Taddeo, Patrizia Veroli, Gianfranco Vinay | con ascolti musicali e proiezioni video.
Impostato sul rapporto tra danza e musica, e con una speciale attenzione a Le sacre du printemps, il volume I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito ospita i contributi di alcuni dei maggiori esperti della materia (Jean-Michel Nectoux, Stephen Press, Tim Scholl, Stephanie Jordan, José Sasportes) e due scritti di Sergej Diaghilev. È inoltre arricchito da appendici di documenti (anche in formato digitale), nonché da un apparato iconografico e dal facsimile di un fascicolo stampato per la parigina “stagione russa” del 1913, in cui debuttarono sia Jeux sia Le sacre du printemps. La presentazione del volume fornirà l’occasione per una serie di interventi che, in un dialogo tra musicologi, storici della danza e artisti punteggiato da ascolti musicali e proiezioni di video, si concentreranno in particolare intorno alla Sagra della primavera, alle riprese e alle vere e proprie reinvenzioni realizzate a partire dall’ “originale” del 1913 e ai temi dell’autenticità, dell’originalità, della riproducibilità, dell’autorialità e della proprietà intellettuale che, tra gli altri, da questo tipo di processo scaturiscono.
Nell'ambito di TRADIRE FEDELMENTE:“LA SAGRA DELLA PRIMAVERA” A cura di Elena Cervellati DAL 6 all'8 MAGGIO 2014 - La Soffitta 2014 - XXVI edizione
Concept, coreografia, elaborazione sonora Cristina Rizzo | danza Cristina Rizzo.
«Mettiamo che nell’immagine che stiamo guardando, improvvisamente, per un millesimo di secondo, l’inquadratura si sposti, rovesciandosi o allungandosi, facendoci intravedere altri dettagli di una stanza che altrimenti non avremmo mai visto e che forse comunque non vedremo mai. Oppure ci troviamo ad ascoltare soli della musica e immaginiamo chi la sta suonando o dove la si sta suonando: un’orchestra intera o un esercito di mosche, un’isola deserta e noi allungati sulla spiaggia o il silenzio dopo che è caduta la neve o i tuoni di un temporale in un paese asiatico in mezzo a una giungla di bambù, oppure niente, una bolla di vuoto dentro cui galleggiamo o dei tamburi brasiliani che suonano la samba o una folla di persone che balla o... Nel centenario della Sagra della primavera di Stravinskji, si sceglie di approfondire e toccare l’aspetto immaginifico della famosa partitura musicale, grazie anche a uno spiazzamento percettivo tra il visivo e il sonoro. La pièce, in forma di solo, si articola attraverso una coreografia che amplifica la congiunzione inattesa tra suono, estensioni dinamiche e oscillazioni del senso, sfidando così l’abituale suggestione passiva dello spettatore. La domanda è: di quale visione è fatto il suono che ascoltiamo, di quali suoni è costituita la nostra visione?» (Cristina Rizzo)
Concept, coreografia, elaborazione sonora Cristina Rizzo | danza Cristina Rizzo | musica La sagra della primavera, di Igor Stravinskij, nella registrazione eseguita da The Cleveland Orchestra diretta da Pierre Boulez | luci Carlo Cerri | tecnico Giulia Pastore | cura e distribuzione Chiara Trezzani | produzione CAB008, con il sostegno di Regione Toscana e Ministero per i Beni e le Attività Culturali | residenze Summer Residencies Bruxelles, Teatro Era Pontedera, I Macelli Certaldo, Aterballetto | collaborazione tecnica Terni Festival | durata 40 minuti.
A partire dalle ore 20 sarà possibile assistere alla proiezione di brevi estratti video di alcuni rifacimenti della Sagra della primavera, in un montaggio a cura di Stefano Orro.
Nell'ambito di TRADIRE FEDELMENTE:“LA SAGRA DELLA PRIMAVERA” A cura di Elena Cervellati DAL 6 all'8 MAGGIO 2014 - La Soffitta 2014 - XXVI edizione
Liberamente tratto da Le sacre du printemps di Igor Stravinskij; spettacolo vincitore Premio Roma Danza 2011.
«Siamo stati una generazione in fuga e poi mentre correvamo ci siamo detti: “Adesso anche basta”. [...] È già stato fatto tutto ed è stato fatto bene, meglio. Non possiamo più nasconderci dietro grandi trovate o grandi invenzioni. Non ci crede nessuno e nemmeno noi. Ora l’urgenza è più grande, come quando un pensiero tra tanti ti si incastra, si ferma nel cervello come un morso. La nostra generazione non può più attendere, i cicli naturali si invertono, i vecchi ci osservano e noi invecchiamo senza sbocciare in uno stallo esistenziale che ci chiede sempre di attendere pazienti e comprensivi facendoci credere che sia naturale. Non è naturale. Noi figli della terra dell’acqua della luce non possiamo non sbocciare perché non è il momento giusto. Quando e qual è il momento giusto? Ecco l’orgiastica rinascita di una generazione. La liberazione del seme della speranza. Lasciamo definitivamente i padri come si lascia l’inverno. Smettiamo di essere figli. E allora che sia, che il rito propiziatorio avvenga con il nostro sudore che ha nutrito la pazienza, ora vogliamo bonificare la terra sulla quale camminiamo e costruiamo. Vogliamo la verità. È il nostro tempo e ce lo riprendiamo, gli antenati saranno d’accordo con noi senza bisogno di tanti discorsi. Non c’è più tempo per le spiegazioni. Torniamo all’origine torniamo al seme. Siamo corpi. Non ci serve altro. Siamo corpi» (Michela Lucenti)
Ideazione e coreografia Michela Lucenti | con Andrea Capaldi, Ambra Chiarello, Andrea Coppone, Massimiliano Frascà, Francesco Gabrielli, Sara Ippolito, Francesca Lombardo, Michela Lucenti, Carlo Massari, Gianluca Pezzino, Livia Porzio, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Chiara Taviani, Teresa Timpano | musica La sagra della primavera, di Igor Stravinskij | incursioni sonore | Maurizio Camilli | produzione Balletto Civile | durata 50 minuti A partire dalle ore 20 sarà possibile assistere alla proiezione di brevi estratti video di alcuni rifacimenti della Sagra della primavera, in un montaggio a cura di Stefano Orro.
Nell'ambito di TRADIRE FEDELMENTE:“LA SAGRA DELLA PRIMAVERA” A cura di Elena Cervellati DAL 6 all'8 MAGGIO 2014 - La Soffitta 2014 - XXVI edizione