Dov’era la luna? Ché il cielo
notava in un’alba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù…
Le stella lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù…
Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento;
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?…)
e c’era quel pianto di morte…
chiù…
ANALISI
La lirica, inclusa nella quarta
edizione di Myricae (1903), solo in apparenza descrive un paesaggio
lunare; suggerisce invece, una realtà sfumata e indeterminata, allusiva.
Manca un esplicito destinatario
del messaggio; il componimento diventa, così, quasi un monologo.
L’esordio, un interrogativo che
lascia supporre la contaminazione di una riflessione che il poeta rivolge a se
stesso, coglie il momento in cui la luna sta per sorgere e la Terra è in
attesa della sua lieve luce. L’improvviso temporale, però, interrompe
bruscamente la scena nella quale si avverte la voce quasi ossessiva dell’assiuolo
(rapace notturno, in Toscana detto popolarmente "chiù"), associato
dalla tradizione popolare al dolore e alla morte. Il suo verso inquietante,
che è costante sottofondo musicale alle impressioni visive, scandisce la
lirica e si carica di valenze simboliche: dall'iniziale «voce dai campi» (v.
7) diventa «singulto» (v. 15) e infine «pianto di morte» (v. 23),
espressioni di anonimo dolore.
Nel paesaggio notturno ogni
presenza si umanizza: mandorli e meli «si ergono», il movimento-suono del
mare è un «cullare», il soffio del vento è un «sospiro».
Tema fondamentale della lirica è
il contrasto tra apparenza e realtà, il poeta riesce, infatti, a leggere le
immagini naturali (come il canto del chiù, lo squarcio dei lampi o il frinire
degli insetti) e a svelarne i misteriosi messaggi. Traspare una realtà di
dolore e di morte, percepita al di fuori di ogni processo razionale.
A.
Marchi-C. Pasero, Alla scoperta del testo poetico, Marietti Scuola,
1990
P.
D. Campagnoli, Spazio lettura,Vol.C, Il Capitello, Torino, 2002
S.
Nicola- G. Castellano- I. Geroni, Le forme e i messaggi, vol B, Petrini,
Torino, 2002