| |
L’ESTUMULAZIONE DEI RESTI DEL
FARINELLI ALLA CERTOSA DI BOLOGNA
Relazione documentaria
a cura di Luigi Verdi
Le vicende della tomba
del Farinelli sono ben note.
La tomba, che si riteneva perduta, è stata individuata nel 1995 alla Certosa di
Bologna (Chiostro maggiore a levante, Arco 121), e nel 2000 è stata restaurata
a cura del Centro Studi Farinelli su progetto dell’architetto Vincenzo
Lucchese, nell’ambito delle manifestazioni per Bologna Capitale Europea della
Cultura, grazie al contributo del Reale
Collegio di Spagna, del Comune di Bologna-Settore
Cultura e della Fondazione
Cassa di Risparmio in Bologna. Nella tomba sono conservati anche i resti
della pro-nipote del Farinelli, Maria Carlotta Pisani.
Dal 1998 il Centro Studi Farinelli svolge un’opera di sensibilizzazione presso
le istituzioni e presso la cittadinanza per rievocare la figura del celebre
cantante castrato che visse e morì a Bologna, nel 1782. Le tappe che hanno
condotto il Centro Studi a promuovere l’estumulazione del Farinelli passano
attraverso vari eventi di rilevo, come la mostra Il Farinelli a Bologna,
realizzata presso la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici dell’Emilia-Romagna,
nell'ambito della Terza Settimana della Cultura (2001), poi riproposta al Museo
Internazionale e Biblioteca della musica di Bologna (2005), l'inaugurazione del
Parco cittadino intestato al Farinelli, nei pressi del luogo dove sorgeva la
villa abitata dal celebre cantante (2002), l’organizzazione del Convegno
internazionale di studi “Il Farinelli e gli evirati cantori” in occasione
del 300° anniversario della nascita del Farinelli (2005), la pubblicazione del
libro Il fantasma del Farinelli (2005).
L’incontro con
Alberto Bruschi, antiquario di Firenze (messosi in contatto con il Centro Studi
tramite lo studioso Federico Berti), grande appassionato e esperto
conoscitore del Farinelli, che a sua volta aveva già autonomamente ritrovato la
sua tomba, ha portato alla elaborazione del progetto storico-scientifico di
estumulazione del celebre cantante castrato.
Il lavoro
preparatorio che ha permesso di procedere a questo straordinario intervento ha
richiesto circa nove mesi; se
ne ripercorrono qui brevemente le tappe.
Dopo un primo incontro nell’ottobre 2005 a Firenze
con Alberto Bruschi, il quale non solo ha lanciato l’idea dell’estumulazione
tratteggiandone l’importanza storico-scientifica, ma si è reso disponibile a
sponsorizzarla, nella riunione del 31 ottobre 2005 il Comitato direttivo del
Centro Studi Farinelli, composto da Francesca Boris, Maria Pia Jacoboni,
Vincenzo Lucchese, Carlo Vitali e Luigi Verdi, ha approvato all’unanimità la
proposta. Anche il Rettore del
Reale Collegio di Spagna, José Guillermo García Valdecasas, Presidente
onorario del Centro Studi Farinelli e il Presidente Patrick Barbier hanno
espresso parere favorevole alla proposta di intervento.
A seguito di questo accordo, Alberto Bruschi ha coinvolto Gino
Fornaciari, ordinario di Storia della medicina e Direttore della Divisione
di Paleopatologia dell’Università di Pisa, in quei giorni impegnato
nell’analisi dei resti dei Medici nelle cappelle medicee di Firenze, grande
esperto in estumulazioni storiche.
Il professor Fornaciari ha preparato una scheda contenente le linee generali
dell’intervento, ottenendo altresì la disponibilità di Maria
Giovanna Belcastro, del Laboratorio di Bioarcheologia e Osteologia Forense
dell’Università di Bologna e responsabile del Museo
di Antropologia della stessa Università, a collaborare alla estumulazione.
Il Centro Studi Farinelli ha concordato le procedute tecniche-amministrative
necessarie alla estumulazione con Mauro Felicori, responsabile del Progetto del
Museo della Certosa
nell’ambito del progetto Nuove Istituzioni Museali del Comune di
Bologna-Settore cultura e rapporti con l’Università.
Roberto Martorelli del Comune di Bologna, Settore Lavori Pubblici, che
sta portando avanti un dettagliato inventario delle tombe storiche della Certosa
di Bologna, ha contribuito all’avvio delle procedure amministrative, piuttosto
complesse trattandosi del primo intervento di estumulazione storica nella città
di Bologna.
Nel gennaio 2006 le lettere con richiesta
di autorizzazione per l’estumulazione sono state inviate all’Azienda
Unità Sanitaria Locale di Bologna (al Direttore del Dipartimento di Sanità
Pubblica Fausto Francia, al Direttore dell’U.O Medicina Legale e Accertativa
Andrea Minarini, e a Annarosa Giannoni, Direttrice U.O. Profilassi Malattie
Infettive). Dopo il parere favorevole
espresso dalla AUSL (1 febbraio 2006), con richiedeva la presenza
all’intervento di estumulazione dei Tecnici dell’Igiene Pubblica per
redigere apposito verbale, la pratica inviata a Ruggero Albertazzi,
Dirigente Ambiente di Hera Bologna, l’azienda che gestisce i Servizi
funerari e cimiteriali della Certosa di Bologna, e quindi l’8 aprile al
Responsabile di tali servizi,.dott. Michele Gaeta. Ottenuto parere
positivo da Hera, tutta la documentazione veniva inviata alla Direttrice del
Settore Salute del Comune di Bologna, Emanuela
Dall’Olmi. La pratica affidata a Claudio Bartolomei, veniva sottoposta
all’attenzione dell’Assessore del Settore Salute del Comune di Bologna
Giuseppe Paruolo; ne conseguiva la autorizzazione finale il
1
giugno 2006, dopo che l’anagrafe storica di Bologna aveva accertato che
non erano stati rintracciati eredi del Farinelli proprietari della tomba.
Ricerche storiche anagrafiche compiute parallelamente dal Centro Studi Farinelli
avevano portato ad accertare che la nipote del Farinelli, Maria Carlotta Pisani, aveva sposato in prime nozze il conte Francesco
Lucci, da cui aveva avuto una figlia, Anna Lucci: sposata con il fiorentino
Nicolò Arrighi, Anna Lucci ebbe due figli, Camilla e Carlo Arrighi. Dopo la
morte di Francesco Lucci, Maria Carlotta sposò il capitano Giuseppe Tadolini;
anche sua figlia Anna Lucci rimase vedova e sposò in seconde nozze Raffaele
Bruti. La figlia di Anna Lucci, Camilla Arrighi, si sposò con Vincenzo Lamberti
di Pistoia, dal quale ebbe tre figli, Lamberto, Mario e Carlotta, mentre il
figlio Carlo Arrighi, nato nel 1814, sposò una nobile bolognese, dalla quale
ebbe una figlia di nome Carolina.
Alberto
Bruschi seguiva il positivo svolgimento della pratica, assicurando il
sostegno economico necessario all’avvio delle pratiche. Ottenuta
l’autorizzazione da parte del Comune di Bologna, veniva inviata relativa
informativa alla Coordinatrice Ufficio Polizia Mortuaria, Lorenza Albertini.
Ai primi di giugno 2006, Luigi Verdi e Carlo Vitali del Centro Studi Farinelli,
Maria Giovanna Belcastro e Benedetta Bonfiglioli del Laboratorio
di Bioarcheologia e Osteologia Forense dell’Università di Bologna, e
Antonio Todero del Museo di Antropologia concordarono con la Direttrice del
Settore Salute di Bologna, Emanuela Dall’Olmi, le linee generali operative
dell’intervento da effettuare, proponendosi
altresì di elaborare un protocollo ufficiale che potesse servire da modello per
eventuali futuri interventi. Per procedere si rendeva anche necessario il
coinvolgimento della
Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico di
Bologna (Soprintendente
Luigi Malnati, Ispettrice Renata Curina) e la Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna (Soprintendente
Franco Faranda, Ispettrice Elena Rossoni).
Per poter svolgere l’insieme di tutte le analisi
necessarie sui resti del Farinelli, veniva coinvolto anche l'ingegner David
Howard (Department of Electronics, Università di York).
La preparazione
dell’intervento di estumulazione ha richiesto quindi alcuni incontri al
Laboratorio di Bioarcheologia dell’Università di Bologna e in loco alla
Certosa, A seguito di uno di questi sopralluoghi
veniva concordato con il tecnico di Hera Bologna, Ruggero Zanetti,
di inoltrare nuova
richiesta al Direttore dell’U.O Medicina legale del Servizio Sanitario
regionale Emilia-Romagna per ottenere l’autorizzazione
a intervenire direttamente sui resti da parte degli scienziati; questa
pratica veniva seguita da Maria Caterina Manca, dirigente medico legale AUSL di
Bologna.
I rapporti con la stampa sono stati affidati a
Patrizia Romagnoli dell’Ufficio Stampa dell’Università di Bologna mentre a
Hera srl-Servizi funerari era inviata la richiesta di autorizzazione per
effettuare riprese
televisive e fotografiche alla Certosa. Altra richiesta era inviata al
Comune di Bologna-Settore Salute, per ottenere l’autorizzazione a prelevare il
resti del Farinelli, che dovrebbero rimenare nei laboratori universitari di
Bologna e Pisa presumibilmente per circa un anno. I resti del celebre cantate
verranno infatti ricollocati nella
tomba al termine di un lungo periodo di ricerca.
Tutti gli enti e le istituzioni coinvolte hanno contribuito con la massima
sollecitudine nell’ambito di loro competenza per garantire la realizzazione
dell’intervento nei tempi e nei modi previsti.
L’estumulazione ha avuto luogo il 12 luglio 2006 a partire dalle 6.30 del
mattino.
L’intervento è stato effettuato da uno staff scientifico di altissimo
livello, comprendente il paleopatologo Gino Fornaciari dell’Università di
Pisa e l’archeologo Antonio Fornaciari dell’Università di Siena,
da Maria Giovanna Belcastro e Fiorenzo Facchini antropologi del
Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell’Università di
Bologna, coadivuati dallo staff del Laboratorio di Bioarcheologia e Osteologia
Forense (Benedetta Bonfiglioli, Chiara Consiglio, Elisa
Rastelli, Valentina Mariotti) e del Museo
di Antropologia (Antonio Todero) dell’Università di Bologna, da
Sandra Mazzoli, dirigente Asl di Firenze e responsabile dello studio del Dna
microbico, da Marco
Marchesini, del Progetto Pollini e Allergie Centro Agricoltura Ambiente G.
Nicoli, per una
analisi dei pollini e del legno.
Erano presenti anche il Antonio Giuseppe Naccarato,
docente di Anatomia
Patologica all’Università di Pisa e Monica
Bietti, direttore delle Cappelle Medicee di
Firenze (dove è stato effettuato di recente un intervento di estumulazione sui
resti dei Medici).
I resti del Farinelli giacevano su un lato del sepolcro, chiaramente distinti da
quelli della nipote Maria Carlotta.
La nipote si trovava in posizione supina, le sue ossa erano mescolate a
frammenti di del legno disfatti;
mentre i resti
del Farinelli era già stati ridotti, probabilmente in un sacco di stoffa, nel
corso di una precedente traslazione.
I resti si trovano in uno stato di conservazione non buono ma sembrano avere
sufficienti caratteristiche per realizzare le indagini previste. In particolare
sono conservati resti significativi del cranio e dell’arcata dentaria, delle
gambe e delle costole. Già da una prima analisi le ossa sembrano avere
caratteristiche particolari; sarà importante individuare l’effetto della
castrazione sulla conformazione ossea, sul metabolismo e sulle malattie a cui
questi soggetti erano esposti, sperando di dedurne maggiori informazioni sulla
loro voce. Gli studi saranno condotti utilizzando tutte le moderne tecnologie
oggi a disposizione. Saranno effettuati anche test sul DNA, nonché tentativi di
ricostruire la fisionomia del Farinelli.
La conferenza stampa successiva alla estumulazione ha
visto la presenza di numerose testate giornalistiche che hanno dato ampio
risalto alla notizia, che ha avuto larghissima eco sulla stampa mondiale.
Pochi giorni prima era stata individuata alla Certosa
di Bologna anche la tomba di un altro celebre cantante castrato bolognese,
Antonio Maria Bernacchi (1685-1756), di cui proprio nel 2006 ricorre il 250°
anniversario della morte. Si moltiplicano intanto le segnalazioni di altre tombe
di celebri castrati: Vincenzo Lucchese segnala la tomba di Gaspare Pacchierotti
(1744-1821), che si trova in località Mandria (Padova),
proprietà Alberto Zemella.
Stefano Gizzi ha individuato la tomba di Domenico Gizzi (1687-1758) che si trova a Napoli, nella Chiesa della Santa Maria delle Anime del
Purgatorio ad Arco. Nicola Lucarelli segnala che il castrato Domenico Bruni (1758-1821) è
sepolto nella Chiesa di S: Bernardino di Umbertide (PG) e Nicholas Clapton ha
pubblicato notizie sulla tomba dell’ultimo castrato Alessandro Moreschi, che
si trova a Roma, Cimitero del Verano, riquadro 31/bis n.2; la lapide reca
scritto: Angelo Moreschi “L’angelo di
roma” Cantore della cappella Sistina.
Non è escluso che altre esumazioni di cantanti
castrati siano effettuate in futuro per una analisi comparativa
con i resti del Farinelli.
|