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Il Farinelli a Bologna , a cura di Luigi Verdi, Centro Studi Farinelli, Bologna 1998. In occasione
della mostra “Corrado
Giaquinto: Ritratto di Carlo Broschi detto Farinelli” a cura di Beatrice
Buscaroli Fabbri (Musei Civici d'Arte Antica), presso le Collezioni Comunali
d’arte di Bologna (30 giugno-25 ottobre 1998). Ristampa in "Nuova Rivista
Musicale Italiana", XXXVII, VII nuova serie, 2, aprile-giugno 2003,
pp.29-87.sicisti a Bologna
Durante
la sua brillante carriera, Carlo Broschi detto il Farinelli (1705-1782) si esibì
varie volte a Bologna: la prima volta, nell'estate 1727, a soli 22 anni,
interpretò il ruolo di Ceraste nell'Antigona di Orlandini gareggiando in
bravura con Antonio Bernacchi, maestro della scuola di canto bolognese. Protetto
dal conte Sicinio Pepoli, tenne con il nobile bolognese una fitta
corrispondenza,in parte conservata presso l'Archivio di Stato di Bologna (68
lettere). Il 6 luglio del 1730 il Farinelli e il fratello Riccardo Broschi
furono ammessi all'Accademia Filarmonica di Bologna come membri onorari. Di
nuovo a Bologna nel 1731 con il Farnace di Porta e nel 1733 con il Siroe di
Hasse, il Farinelli fu insignito della cittadinanza bolognese nell'ottobre 1732
e un mese più tardi acquistò un podere fuori Porta Lame, con il progetto di
edificarvi una villa, nella quale trascorrere la vecchiaia una volta ritiratosi
dalle scene. Dopo un lungo soggiorno in Spagna, il Farinelli si stabilì
definitivamente a Bologna il 19 agosto 1761, rimanendovi fino alla sua morte,
avvenuta il 16 settembre 1782. Nella sua magnifica villa in Via Lame 228 (oggi
Via Zanardi 30) e nella sua residenza di città in Santa Margherita 1432 (oggi
6), viveva con una piccola corte di artisti,coltivando i rapporti con le più
influenti corti europee. I beni preziosi e lo straordinario archivio musicale
raccolto dal Farinelli andarono dispersi dopo la sua morte e la magnifica villa,
dopo essere stata sede degli uffici dello zuccherificio, fu abbattuta nel 1949
(documentazione presso l'Archivio della Soprintendenza per i beni ambientali e
architettonici di Bologna); oggi in quel sito è l'Ufficio centrale delle Poste.
Il Farinelli fu sepolto nella Chiesa di Santa Croce del Convento dei Cappuccini
che, con l'arrivo dei francesi alla fine del Settecento, fu soppresso, per far
posto alla Villa Revedin. Nel 1810 i resti del Farinelli furono traslati alla
Certosa di Bologna: il monumento
funerario tuttora alla Certosa, risalente al 1845, si deve alla nipote del
Farinelli, Maria Carlotta Pisani. Fra i documenti bolognesi, vanno segnalati il
Testamento del Farinelli (20 febbraio 1782) e l'inventario completo della sua
immensa ricchezza (2 maggio 1783), conservati presso l'Archivio di Stato di
Bologna, 139 lettere autografe di Metastasio al Farinelli (scritte tra il 1747 e
il 1782) donate alla Biblioteca Universitaria di Bologna dalla nipote Carlotta
Pisani, il volume Descripciòn del estado actual del Real Theatro del Buen
Retiro, conservato al Real Collegio di Spagna e l'aria autografa Che chiedi? Che
brami?, presso il Civico Museo Bibliografico Musicale.
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