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Palazzo del Modernissimo

Alessandro Ronzani imprenditore con birrificio ha una mescita nei locali di Palazzo Lambertini, antico edificio nel cuore del Mercato di Mezzo. E’ un palazzo storico che ha visto un intervento di Baldassarre Peruzzi, con un cortile maestoso dalle alte colonne. I locali di Ronzani vanno per la maggiore dopo che Gualtiero Pontoni li ha ammodernati in stile Liberty e fra quelle mura nasce anche il Bologna Football Club nel 1909. Ma la città moderna ha le sue logiche e ben presto quell’edificio viene abbattuto per lasciare spazio a lotti di nuova costruzione e al non più differibile ampliamento di quella che diventerà via Rizzoli. Nel 1911 Ronzani si aggiudica la proprietà del primo lotto, quello antistante il Palazzo Re Enzo e, proseguendo il sodalizio con Gualtiero Pontoni, affida a lui, esperto di disegno e architettura, e all’ingegnere Giuseppe Lambertini, mago del cemento armato, la costruzione di una innovativa tipologia di edificio che si avvale di un portico caratterizzato da ampi arconi alternati a fornici minori, su due dei quattro lati. Innovativa è anche la destinazione d’uso: infatti, oltre ai negozi, ai ristoranti, agli uffici e ad un hotel, è prevista, al centro della costruzione, una imponente sala per 2000 persone, un vero e proprio prodigio architettonico, destinata agli spettacoli dal vivo e poi a cinematografo, mentre una sala cinema più piccola, la prima ad entrare in funzione, è sistemata sulla parte retrostante, verso via Artieri. Il teatro sotterraneo viene inaugurato nel 1921 e prende il nome di Modernissimo.

La guerra e le difficoltà legate alla dislocazione nell’interrato sono la causa del ritardo nell’apertura della sala più grande che rimarrà in funzione, col nome di Arcobaleno, fino al 2007. Un complesso progetto di restauro e rifunzionalizzazione riporta nel 2023 il grande cinema all’interno di Palazzo Ronzani con un complesso progetto a cura della Cineteca di Bologna.
interno del Cinema Modernissimo 2023

Gualtiero Pontoni, professore di scenografia all’Accademia di Belle Arti, grande disegnatore e architetto, immagina il ‘suo’ edificio dapprima come un vero e proprio immeuble parisien in stile Art Nouveau con la zona angolare curva, conclusa, alla sommità, da un ampio belvedere finestrato. A mano a mano che il dibattito ferve, il linguaggio scelto dal professore muta, attestandosi nel progetto finale su di un eclettismo ove la tradizione riprende il sopravvento e il vocabolario classico, seppure liberamente interpretato, ritrova predominanza. L’elemento che tuttavia dà carattere all’edificio e determina il salto di qualità è il portico, con una sequenza ritmica alternata di grandi arconi che la Commissione edilizia aveva giudicato, in un primo momento, azzardati. Le cornici sembrano colonne doriche scanalate e curvate, di cui però, all’origine, verso terra, vengano riproposti solo i basamenti (e non i capitelli) in uno spiazzante gioco paradossale. 

Le sculture di figure maschili alate sono dell’artista, Arturo Colombarini, collega di Pontoni in Accademia. Nelle sale degli spettacoli  erano presenti decorazioni opera di Roberto Franzoni, pittore che ha fatto del Liberty la sua marca distintiva. 

Il restauro interpretativo della sala attuale si deve invece allo scenografo Giancarlo Basili. I locali di intrattenimento e la pensilina di accesso al cinema interrato posta in Piazza Re Enzo sono di Mario Nanni.

 

Fonti

M.B.Bettazzi, Antimoderno e moderno, anzi “modernissimo” a Bologna, in Monumentalia. Monumenti tra Identità e Celebrazione, numero monografico della rivista “Bollettino della Società di Studi Fiorentini”, numero 28-29, anni 2019-2020, a cura di F. Canali e V. Galati, Firenze, Emmebi Edizioni, 2021, pp. 154-165.

Foto: Giorgio Bianchi
 

Dettagli dell'interno

dettagli dell'interno con le decorazioni colorate in stile déco
dettaglio dell'interno con la storica scritta Birra Ronzani restaurata