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Palazzo de’ Bianchi, già Casa Pasquini

Si tratta di uno dei portici più interessanti della piazza per via della eleganza delle colonne. Caratterizzate da profonde scanalature, sono interrotte a metà del fusto da un evidente anello con listelli e robusto cordone e terminano con un capitello in cui i classici elementi corinzi vengono sostituiti da figure di draghi e teste umane.
Fino al 1824, in verità, il portico e la muratura retrostante si configurano in un semplice passaggio coperto, sormontato poi dagli attuali due piani in un sobrio stile rinascimentale. Tale disparità nelle altezze è evidente in un disegno settecentesco di Gaetano Ferratini che mostra l’invaso conico della Piazza Santo Stefano.
fronte del palazzo

Interessante la configurazione della colonna rinforzata, in verità non un unicum nel panorama dei portici bolognesi. Infatti a partire dalle esili colonnette del portico dei Servi di Antonio di Vincenzo (fine del Trecento) (vai a scheda) la si ritrova nel quattrocentesco portico del Baraccano (vai a scheda) ed ancora in Palazzo Bonasoni in via Galliera (metà del XVI secolo) (vai a scheda). In questo esempio però il risultato risulta maggiormente espressivo poiché l'anello modanato è applicato ad una colonna scanalata. Di norma, la presenza di questo elemento si spiega con l’esigenza di nascondere le connessure fra i due blocchi di cui è composto il fusto.


Fonti

F. Ceccarelli, D. Pascale Guidotti Magnani, Il portico bolognese. Storia, architettura, città, Bologna, Bononia University Press, 2021, p. 85.

Foto: 1Cinquantesimo