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Il portico e il palazzo dell'Archiginnasio

Il lungo portico che oggi collega l’attuale via Farini con il palazzo vignolesco dei Banchi esiste già nel Quattrocento, voluto dalla Fabbriceria di San Petronio per ospitare le botteghe di librai e miniatori e, al primo piano, grandi aule per le lezioni dello Studium. A questa prima costruzione porticata se ne affianca, verso nord, un’altra, entrambe uniformate da Antonio Morandi detto il Terribilia fra il 1562 e il 1563. Il portico nella sua struttura rimane il medesimo, mentre gli originari sostegni di cotto vengono sostituiti da colonne in arenaria.
Da qui si accede alla antica sede dello Studio, oggi Biblioteca dell’Archiginnasio, attraverso un portale, opera dello scalpellino Andrea da Carrara, decorato con simboli allusivi alla destinazione culturale del palazzo. Le particolarità dell’edificio sono la decorazione degli interni, quasi integralmente cosparsi di stemmi araldici di studenti e docenti, e il Teatro Anatomico, seicentesco, ma interessato da un restauro esemplare a seguito di un bombardamento che lo rase al suolo.
vista del portico da sotto con ingresso della Biblioteca dell'Archiginnasio

La trasformazione cinquecentesca che coinvolge l’intero complesso architettonico si deve, dunque, alla volontà del Papa di dare una sede degna allo Studio bolognese, quando, per questioni economiche, già si era abbandonata l’idea di ampliare San Petronio fino ad occupare l’area delle Scuole. La nuova sede dell’Università, parte di un insieme di iniziative messe in esecuzione dal vicelegato Cesi, uniforma e ingrandisce le preesistenze centrando il complesso attorno ad un ampio cortile che disimpegna le aule minori e le due maggiori ai due estremi della lunga manica: l’una, verso piazza Maggiore, antica Aula Magna degli artisti, oggi ospita la sala di lettura della biblioteca, mentre l’altra, un tempo Aula Magna dei legisti, al lato opposto verso via Farini, attualmente è conosciuta come sala dello Stabat Mater (in memoria della prima esecuzione pubblica qui tenutasi dell’omonima composizione di Gioachino Rossini) ed ospita conferenze e convegni. 

La particolarità dell’edificio consiste nell’avere le pareti interne totalmente cosparse di stemmi araldici, testimonianza delle numerose provenienze degli studenti presenti a Bologna fra il XVI e il XVIII secolo. 

Fra gli ambienti ancora in essere si cita in special modo il Teatro Anatomico, oggetto, nel dopoguerra, di un restauro esemplare a seguito di danni dovuti ai bombardamenti. L’aula, opera di Antonio de’ Paolucci, detto il Levanti, fu costruita e decorata fra il 1638 e il 1649. Rivestita integralmente di legno, presenta al centro un tavolo per le dissezioni visibile dalle gradinate circostanti destinate agli studenti.


Fonti

F. Ceccarelli, D. Pascale Guidotti Magnani, Il portico bolognese. Storia, architettura, città, Bologna, Bononia University Press, 2021, p. 105.

V. Roncuzzi, L’Archiginnasio di Bologna. Un palazzo per gli studi, Bologna, Minerva Edizioni, 2010.

 

sito della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio: http://www.archiginnasio.it/

Sito dell’Istituzione biblioteche sugli stemmi dell’Archiginnasio: http://bimu.comune.bologna.it/biblioweb/palazzo-archiginnasio/2019/08/12/gli-stemmi/ 

 

Foto: 1Cinquantesimo

 

vista frontale dell'ingresso alla biblioteca
dettaglio bassorilievi arco portale con strumenti musicali