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Palazzo Dal Monte

Questo è uno dei pochi casi in cui il portico tenta di rispettare i canoni del linguaggio classico, ovvero pilastri quadrangolari a reggere l’arco del portico davanti ai quali si pongono colonne, qui molto affusolate, che reggono l’architrave. A Bologna, più di frequente, l’arco del portico insiste direttamente sulle colonne. La spiegazione degli storici rispetto all’eccezione di questo edificio fa riferimento all’anno della sua costruzione, il 1517, quando la città è da poco rientrata sotto il dominio papale dopo la parentesi autonomista bentivolesca.
Il committente è un dottore dello Studio, Panfilio dal Monte, dunque un uomo colto e devoto alla classicità, mentre per l’architetto si fa il nome qui di Baldassarre Peruzzi, attivo in città su altri cantieri. La notizia tuttavia non è documentata, mentre è certo che ad occuparsi della costruzione sia il capomastro Andrea Marchesi da Formigine.
vista di scorcio dell'edificio

L’edificio si ispira ai romani archi di trionfo e presenta proporzioni vitruviane molto precise confermando un disegno della facciata non ordinario e dunque avvallando la possibilità che l’autore sia proprio Peruzzi, figura di primo piano del Rinascimento italiano. 
Portale e balconcino risalgono all’opera di ampliamento e ridecorazione settecentesche, quando la proprietà passa ai Monari che intervengono anche internamente fra il 1782 e il 1787.
Oggi, insieme alla destinazione privata, è una delle sedi dell’Università di Bologna.

 

Fonti

F. Ceccarelli, D. Pascale Guidotti Magnani, Il portico bolognese. Storia, architettura, città, Bologna, Bononia University Press, 2021, p. 117.

Foto: 1Cinquantesimo