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Colonizzazione Italiana
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Dopo
aver conseguito l’unità, l’Italia cercò di conquistare possedimenti
coloniali fuori d’Europa, sia per dirigere in territori di sua appartenenza la
popolazione esuberante,che già si avviava all’emigrazione transoceanica, sia
per aprire nuovi sbocchi al suo commercio.
Le
pressioni dell'industria armatoriale, cantieristica, siderurgica che non
trovavano in patria sufficienti occasioni di profitto non erano estranee a
queste sollecitazioni imperialistiche. Del resto le altre potenze avevano già
iniziato da anni a formare i loro imperi coloniali, e negli ultimi tempi queste
mire si stavano estendendo a dismisura.
Infatti
in questo ventennio di fine del secolo le grandi potenze avevano iniziato a
spartirsi il mondo; una vera
e propria era imperialistica. Chi per procurarsi materie prime, chi per
estendere i suoi commerci, chi per piazzare nelle esportazioni il surplus della
produzione in patria, e chi per accaparrarsi le grandi miniere di oro o di
diamanti.
Soffermiamoci in Italia che si buttò nell'avventura colonialistica senza avere nè i mezzi logistici, nè il potenziale economico e tanto meno abili statisti. Le sollecitazioni vennero dai nuovi governi della Sinistra (Crispi) e soprattutto dettate da questioni di prestigio. Fin dal 1869 la compagnia di navigazione genovese Rubattino aveva occupato la Baia di Assab sulla costa occidentale del Mar Rosso, per crearvi un deposito di carbone. La conoscenza della Somalia fu opera di LUIGI
ROBECCHI BRICCHETTI, di ANTONIO CECCHI e specialmente di VITTORIO BOTTEGO,
il quale in due viaggi (1892-93 e 1895-97) scoprì le sorgenti del fiume
Giuba e determinò il corso dell'Omo-Bottego, immissario del lago Rodolfo. Alcuni anni dopo - nel '95, dopo che l'Italia si era spinta a occupare anche ilTigreè - Menelik rinnegò le sue promesse, e provocò una guerra che, dopo varie vicende, terminò con la sfortunata battaglia di ADUA (1 marzo 1896). I soldati italiani vi combatterono con valore, ma il loro capo, ORESTE BARATIERI, non seppe guidarli alla vittoria; e l'Abissinia si sottrasse al protettorato italiano.I confini fra Colonia Eritrea e l'Abissinia rimasero fissati dal fiume Mareb, dal suo affluente Belesa e dal torrente Muna.Frattanto fin dal 1890, in seguito ad accordi con il sultano di Zanzibar, l'Italia aveva acquistato il possesso della Somalia che nei primi anni fu amministrata dalla Società del Benedir; ma nel 1908 passò alla dipendenza del governo. Per lungo tempo, soltanto la zona meridionale, o Benedir (capitale Mogadiscio), fu dominio diretto; la zona settentrionale comprendeva tre protettorati: il Sultanato di Obbia; il territorio di Nogal; il Sultanato dei Migiurtini: tutti e tre amministrati da un commissario residente a Benedir Alula. Il Governo Nazionale fascista abolì i protettorati e ridusse tutto il territorio a dominio diretto. La Colonia Somalia si ingrandì poi con l'Oltregiuba, zona a ovest del fiume Giuba, ceduta dall'Inghilterra all'Italia, in esecuzione dei patti fatti per la guerra europea. La grande avventura africana iniziò nel 1935. L'Impero Etiopico, confinante con le colonie dell'Eritrea e della Somalia molestava i possedimenti italiani con frequenti razzie e con atti di ostilità. (Questo era quanto riportavano i giornali). Un incidente più grave del solito (ma alcuni storici riferiscono pretestuoso) fece "traboccare la bilancia". L'Italia chiese soddisfazione dei danni morali e materiali subìti per opera degli Abissini cui il Negus non era in condizione di soddisfare. Fu dunque ritenuto "giusto" , "necessario" e "sacrosanto"... "nell'ora solenne", ricorrere alle armi (3 Ottobre 1935) nonostante l'ostilità dichiarata della Società delle Nazioni, che offrendo una ambigua solidarietà al Negus, bandì contro l'Italia il blocco economico con le (blande) Sanzioni. Dopo tante crisi militari (esonero De Bono) e dopo un attacco giudicato immorale (l'uso dei gas iprite) il 5 maggio del 1936 il corpo italiano di spedizione guidato da Badoglio (quasi in gara con Graziani nell'arrivare primo) entrava ad Addis Abeba, la capitale dell'Ex Impero Scioiano. Il 9 maggio dal balcone del Palazzo Venezia, Mussolini annunciava al popolo italiano che i territori ( 1.149.000 kmq) e le genti (8 milioni di abitanti) già appartenenti all'Impero Etiopico venivano posti sotto la sovranità piena ed intera del Re d'Italia, il quale assumeva anche il titolo di Imperatore. Cartina geografica della Libia Cronologia
Cartina generale delle colonie italiane in Africa con rotte commerciali Fonte Testo: Rielaborazione dei testi: L'Africa "italiana", in Guida dell'Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica Italiana, Milano, 1938, “Il Colonialismo Italiano”, in “Encarta 2002”/Storia Italiana/Colonialismo Italiano, a cura di Matteo Dominioni
Fonte Cartine: L'Africa "italiana", in Guida dell'Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica Italiana, Milano, 1938.
(Nicola Ubaldini Emanuele Volpe |