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Chiese

facciata della basilica di santo stefano

Basilica di Santo Stefano

Si tratta del più importante esempio di architettura sacra romanica a Bologna.
Si compone di un aggregato di luoghi sacri aperti e chiusi, per tradizione denominato le ‘Sette Chiese’. Si entra dalla chiesa del Crocifisso (un tempo aula e presbiterio rialzato costituivano due chiese diverse), sotto cui si pone la relativa cripta, detta della Confessione. Per un varco a sinistra dell’aula principale, si passa al Santo Sepolcro ottagonale e alla sobria chiesa dei Santi Vitale e Agricola. Nella parte retrostante verso est, oltre il Santo Sepolcro, vi è il cortile di Pilato che dà accesso alla chiesa della Trinità; accanto si trova il chiostro a due ordini che disimpegna il convento posto nell’estremità sud al confine con la via Santo Stefano.
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facciata della basilica di santo stefano

Basilica di Santo Stefano

Si tratta del più importante esempio di architettura sacra romanica a Bologna.
Si compone di un aggregato di luoghi sacri aperti e chiusi, per tradizione denominato le ‘Sette Chiese’. Si entra dalla chiesa del Crocifisso (un tempo aula e presbiterio rialzato costituivano due chiese diverse), sotto cui si pone la relativa cripta, detta della Confessione. Per un varco a sinistra dell’aula principale, si passa al Santo Sepolcro ottagonale e alla sobria chiesa dei Santi Vitale e Agricola. Nella parte retrostante verso est, oltre il Santo Sepolcro, vi è il cortile di Pilato che dà accesso alla chiesa della Trinità; accanto si trova il chiostro a due ordini che disimpegna il convento posto nell’estremità sud al confine con la via Santo Stefano.
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dettaglio della facciata della chiesa

Basilica di Santa Maria Maggiore

L’importante basilica, dalle origini antichissime, si inserisce col suo nartece nella cortina porticata della strada di Galliera. Gli esordi nel VI secolo e le trasformazioni romaniche avevano impostato un edificio orientato, come da tradizione cristiana, verso est. Tale orientamento viene invertito in epoca bentivolesca, stando ad alcuni recenti ritrovamenti documentali, o più tardi come riporta la storiografia, con le trasformazioni dovute a Paolo Canali nel 1665. In tutti i casi, la facciata si presenta impostata su un portico sormontato da un corpo inizialmente adibito a canonica, aumentato di un ulteriore livello nel Seicento e coronato da un frontone triangolare nel 1956 ad opera dell’ingegnere Giuseppe Coccolini.
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dettaglio della facciata della chiesa

Basilica di Santa Maria Maggiore

L’importante basilica, dalle origini antichissime, si inserisce col suo nartece nella cortina porticata della strada di Galliera. Gli esordi nel VI secolo e le trasformazioni romaniche avevano impostato un edificio orientato, come da tradizione cristiana, verso est. Tale orientamento viene invertito in epoca bentivolesca, stando ad alcuni recenti ritrovamenti documentali, o più tardi come riporta la storiografia, con le trasformazioni dovute a Paolo Canali nel 1665. In tutti i casi, la facciata si presenta impostata su un portico sormontato da un corpo inizialmente adibito a canonica, aumentato di un ulteriore livello nel Seicento e coronato da un frontone triangolare nel 1956 ad opera dell’ingegnere Giuseppe Coccolini.
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front of the church

Santuario del Baraccano

Il Santuario di Santa Maria del Baraccano, si deve a Giovanni I Bentivoglio. E’ una delle numerose cappelle costruite a ridosso delle mura cittadine, in questo caso per mettere al riparo un’immagine della Madonna col Bambino che si considerava miracolosa.
Nel 1524 alla costruzione originale viene aggiunto un portico.
Nel 1682 Agostino Barelli è incaricato di costruire la cupola.
L’interno, a causa della singolare conformazione della pianta, non prevede un abside, ma è adornato di preziosi affreschi di Francesco del Cossa e di Prospero e Lavinia Fontana.
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front of the church

Santuario del Baraccano

Il Santuario di Santa Maria del Baraccano, si deve a Giovanni I Bentivoglio. E’ una delle numerose cappelle costruite a ridosso delle mura cittadine, in questo caso per mettere al riparo un’immagine della Madonna col Bambino che si considerava miracolosa.
Nel 1524 alla costruzione originale viene aggiunto un portico.
Nel 1682 Agostino Barelli è incaricato di costruire la cupola.
L’interno, a causa della singolare conformazione della pianta, non prevede un abside, ma è adornato di preziosi affreschi di Francesco del Cossa e di Prospero e Lavinia Fontana.
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facciata della basilica di san petronio presa da palazzo del podestà

Basilica di San Petronio

Il 7 giugno del 1390 è posta la prima pietra della grande chiesa che il Comune di Bologna decide di dedicare al vescovo Petronio, vissuto nel V secolo, figura cruciale per la spiritualità ma anche fondativa dell’identità del popolo bolognese. Viene incaricato della costruzione l’architetto Antonio di Vincenzo, già attivo anche a Palazzo della Mercanzia, ai Servi e altrove in città, insieme ad Andrea da Faenza.
L’edificio insiste su un’area vasta nella quale vi erano in precedenza case, torri e chiese, il cui ricordo è fissato nella denominazione di alcune cappelle della Basilica.
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veduta panoramica del santuario della beata vergine di san luca

Beata Vergine di San Luca Basilica e Santuario

Al termine del lungo percorso porticato si giunge finalmente al Santuario. Contrariamente all’analoga Basilica di Superga, a cui paesaggisticamente l’edificio bolognese è stato appaiato, esso non presenta una facciata tradizionale, ma il portico medesimo, davanti all’ingresso, allunga i suoi bracci nell’ampio piazzale antistante con una curva sinuosa conclusa ai due vertici da altrettante edicole simili all’Arco Bonaccorsi da cui tutto è iniziato.
L’autore del progetto è Carlo Francesco Dotti che erige la Basilica a partire dal 1723 su un precedente impianto quattrocentesco, ma la costruzione procede a lungo fino al 1743 e le edicole esterne sono opera del figlio Gian Giacomo che le termina nel 1774 seguendo i disegni paterni.
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Portici

vista di un monumento funebre

Cimitero monumentale della Certosa

È il cimitero storico monumentale di Bologna, fondato nel 1801 riutilizzando le grandiose strutture del convento certosino edificato nel 1334.
Del complesso monastico si è conservata integralmente la chiesa di San Girolamo, scrigno della pittura bolognese del '600. La complessa articolazione architettonica ricrea l'idea di città e nei portici, loggiati e sale è conservato il più vasto repertorio di scultura neoclassica in Italia che include anche le tombe dipinte, un unicum europeo. Nell'arco di due secoli più di 200 artisti (architetti, pittori, scultori) hanno operato nel cimitero cittadino, contribuendo a dargli quel fascino unico decantato da tutti i visitatori stranieri, tra cui Byron e Dickens.



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