Uno dei casi più interessanti di portico ligneo rimasti a Bologna.
Anzitutto per il periodo di costruzione, il XIII secolo, ovvero gli esordi della vicenda del portico bolognese. Ma anche per gli oltre 9 metri di altezza che lo rendono uno degli esempi più slanciati in città (il più alto è quello novecentesco della sede della Zanichelli in via Irnerio che si avvicina ai 13 metri).
La facciata è però frutto di un restauro ottocentesco a cura di Raffaele Faccioli in occasione del quale, per scherzo, furono conficcate, nell’intradosso del portico, le famose tre frecce. Motivi di prudenza invece hanno consigliato l’affiancamento, alla struttura lignea originale, di due possenti pilastri in laterizio.
Il varco che si apre in facciata al piano terra, ingresso originale dell’edificio, è l’avvio di una sequenza di cortili passanti che consentono di collegare questa proprietà Isolani a quella posta su piazza Santo Stefano. Il passage, conosciuto come Corte Isolani, è diventato di pubblico utilizzo nel 1995 e oggi ospita attività commerciali.