Gli esordi
Per dare maggiore spazio agli organismi governativi della città, fra il 1244 e il 1246 si acquistano i terreni e si demoliscono gli edifici che insistono sulle aree retrostanti il Palazzo del Podestà: si forma il cosiddetto Palazzo Nuovo che comprende i futuri Palazzo del Capitano del Popolo e Palazzo Re Enzo (mentre il palatium vetus insisteva invece sul sedime dell’attuale Palazzo del Podestà).
Nella fase iniziale, al piano terra vi sono diverse botteghe, le carceri, la Scarania, ovvero la sede dei soldati del Podestà, e la sede del Massaro, funzionario preposto alla cura dei beni comunali. Al primo piano (nell’attuale Sala dei Trecento) si riunisce il Consiglio del Popolo, mentre il secondo piano è quasi da subito occupato da Re Enzo prigioniero, che ha dato il nome all’edificio.
A nord, dunque, del Palazzo del Podestà, aggregati ad esso ma orientati diversamente sono i due palazzi destinati all’organizzazione del popolo: quello di Re Enzo con le grandi sale per l’attività legislativa del popolo, e quello del Capitano, riservato al capo della medesima organizzazione e al suo staff di impiegati, giudici, militi. Il blocco è, alla base, attraversato a croce da un passaggio voltato.
La Torre dell’Arengo
Al disopra dell'incrocio dei due bracci insiste la Torre dell’Arengo, fondamentale strumento di comunicazione fra comune e cittadini, grazie al ‘Campanazzo’ montato nel 1453. La Torre viene eretta nel 1212 e, fin dalla sua origine, sovrasta arditamente l’incrocio di due strade.
La storia del palazzo prosegue...
L’estrema dinamicità delle istituzioni di governo del Comune rende altrettanto dinamica l’utilizzazione di questi spazi, a maggior ragione quando a fine ‘200 si inizia a costruire il Palazzo della Biada, poi dei Signori e ora Palazzo Comunale ove si spostano le principali magistrature cittadine.
Nel Tre e Quattrocento gli edifici subiscono continui cambiamenti nell’utilizzo degli spazi interni che si adeguano alle necessità delle istituzioni in continua evoluzione. Si sa però che nel 1386 viene incaricato Antonio di Vincenzo per consolidare le volte del primo piano, destinato ad ospitare l’archivio pubblico che resta in questa sede fino al 1878. Pochi anni prima al piano terreno, ove si trovavano delle carceri, viene aggiunta una cappellina dedicata alla Madonna per offrire conforto ai prigionieri.
Nella seconda metà del Cinquecento il comparto già denso, si arricchisce di un'ulteriore costruzione, il Palazzo della Rota, un nuovo edificio per nuovi giudici.
Procedendo nel tempo, l’ultimo piano viene interessato, nel 1771, da un totale rifacimento ad opera di Gian Giacomo Dotti.
Il restauro di Rubbiani ricostruisce il medioevo
Bisogna, poi, attendere il 1905 quando Alfonso Rubbiani procede con un restauro radicale per riportare il complesso alle ‘presunte’ condizioni di un medioevo reinterpretato. Tali lavori terminano nel 1913 e, annullando il volume del Palazzo della Rota, restituiscono il vuoto del cortile interno, la Curia Potestatis. Durante il cantiere di restauro Rubbiani, tuttavia, si accorge che in origine vi era comunque un muro che chiudeva il cortile e lo ripristina.
Altri importanti restauri finalizzati ad un adeguamento impiantistico e ad un intervento conservativo alle facciate risalgono agli anni a cavallo del 2000 in occasione di “Bologna città capitale della cultura”.
Attualmente il complesso ospita eventi e manifestazioni culturali.
Fonti
Palazzo Re Enzo: storia e restauri, a cura di Paola Foschi e Francisco Giordano, Bologna, Costa, 2003
https://www.palazzoreenzo.com/il-palazzo
https://www.storiaememoriadibologna.it/palazzo-del-podesta-palazzo-di-re-enzo-3465-luogo
Foto: Giorgio Bianchi