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Palazzo del Podestà

Dal 1201 prima sede del Comune, nel 1472 l’edificio viene interessato da un rifacimento totale, sotto il governo di Giovanni II Bentivoglio che desidera dare ordine e dignità al luogo, invaso da ogni tipo di commercio. A questa campagna di lavori risale il portico il cui cantiere si conclude nel 1489. Vera novità da un punto di vista formale, il portico ricalca il modello delle strutture all’antica con l’arco sostenuto da possenti pilastri a cui viene addossato un sistema di colonne a sorreggere una trabeazione classica. Benché una tradizione lo ascriva a Bramante, sembra più probabile che il progetto sia di Aristotele Fioravanti mentre la realizzazione è dello scalpellino Marsilio Infrangipani.
Ulteriore caratteristica è la fitta decorazione che pervade la superficie dei pilastri: un repertorio variegato di soggetti che va dai fiori, ai simboli araldici fino a rappresentare volti talvolta deformati da buffe espressioni caricaturali.
il palazzo nel contesto delle piazze

Le vicende nel Novecento 

Nel 1909 Alfonso Rubbiani, propone un restauro della facciata che immagina con merlature e ripristino di finestroni a bifora o a croce. La proposta, promossa dal Comitato per la Bologna Storica e Artistica, è supportata da modelli al vero montati sull’edificio. La reazione, però, di intellettuali e cittadinanza scoraggia l’impresa e tutto rimane come ancora lo vediamo. La riprova dell’affievolirsi della fama del notaio-restauratore è la scelta dei pittori che affrescano il grande salone del Palazzo: infatti, vince il concorso bandito nel 1907 non più la gilda di artisti vicini alle istanze del Liberty, ma Adolfo de Carolis (con Alfredo Brizzi), qui, ne I fasti della città di Bologna (1911-1928), autore di figurazioni di impianto neocinquecentista, vicine al recupero dell’arte michelangiolesca, che dovranno terminare i collaboratori, dopo la sua morte avvenuta nel 1928. Il salone è stato decorato in ogni sua parte, ma attualmente risultano affrescate solo le pareti, mentre i dipinti nella volta sono stati staccati alla fine degli anni Sessanta per un improcrastinabile restauro murario.


 

Fonti

F. Ceccarelli, D. Pascale Guidotti Magnani, Il portico bolognese. Storia, architettura, città, Bologna, Bononia University Press, 2021, p. 104.

Renato Barilli, Adolfo De Carolis, in Il Liberty a Bologna e nell’Emilia Romagna, catalogo della mostra, Bologna, Grafis, 1977, pp. 386 e ss.

Foto: Giorgio Bianchi

il palazzo nel contesto delle piazze
vista notturna del palazzo del podestà illuminato