Antonio Meluschi (1909-1977) è uno scrittore, partigiano e impegnato, suoi molti testi e articoli sulla lotta antifascista. E' stato compagno di vita di Renata Viganò, anch'essa partigiana e autrice del famoso romanzo L'Agnese va a morire.

In questa sede però ci interessa rendere conto di un libretto, pubblicato da Cappelli nel 1946, illustrato da disegni compendiari di Alessandro Cervellati. Proprio nelle prime pagine trova spazio una descrizione dei portici 'sentimentale', appunto, come recita il titolo del libretto, di cui diamo un breve saggio:

Fermati: ascolta l'eco dei tuoi passi che si scava un richiamo dentro il rincorrersi dei portici, e sembra che t'accompagni un amico. La notte batte alle porte del cielo, e lembi di nebbia pendono, dall'alto, tagliati a mezzo dalle striscie dei lampioni. La città, ora, pare scomparsa: delle case e dei palazzi non rimangono che macchie nere, qualche ritaglio luminoso che fugge dalle imposte delle finestre, e un'aria fiabesca che pesa su tutte le cose. Dagli archi dei portici, agili, freschi, o incupiti dal quadrato dei soffitti, nasce il colore di Bologna: la tinta può sembrare molle, familiare, ma c'è dentro, invece, una pennellata gentilizia. [...]

Se le strade sono larghe, e i palazzi massicci e squadrati, i portici hanno un luminoso respiro d'aria; se le vie sono strette, gremite di case e di colonne grosse e corte, i portici sono pieni di macchie di sole, da lontano, se ci si volta per riguardarle, tutte le costruzioni paiono ricamate.  [...]

Tutte le città hanno un proprio aspetto fotografico: piazze e chiese che precisano dentro il mare della poesia la volontà degli uomini e il volo degli artisti, giardini e fontane che lasciano ondeggiare sulla spuma degli spruzzi l'atmosfera coloristica del paesaggio; Bologna, invece, ti mette subito la sua anima nel palmo delle mani, e i portici donano in anticipo l'essenza cordiale del suo spirito. Nei giorni di pioggia o di nebbia ti sembra di camminare in una galleria, ma in fondo, di colpo, t'arresti davanti a una macchia di verde: oltre il viale scorgi le prime pendici delle colline, la campagna che sale verso il cielo.

da: Antonio Meluschi, Guida sentimentale di Bologna, Bologna, Cappelli, 1946, p. 7 e 8.