nell’ambito di “Interscenario – Le generazioni del nuovo” in collaborazione con La Soffitta, Teatro dell’Argine
Uno spettacolo affascinante e misterioso, realizzato da una giovane compagnia nata nel 2014 che raccoglie e interpreta con intelligenza e grande resa spettacolare “la sfida di un teatro di silenzio, senza parola che rimanda con semplicità a Beckett, Pinter, Kantor, per cercare una via contemporanea al teatro di figura” (dalla motivazione della giuria del Premio Scenario 2015).
Lettere dal mondo liquido
Questo spettacolo interroga il mito di Giulietta e Romeo senza narrarlo. Il testo è formato da lettere d’amore scritte in una società dove anche il sentimento più puro è divenuto precario come tutte le cose del mondo. Brandelli di un tempo presente, in cui si rintracciano storie di desideri contrastati, tracce di violenze esplicite o nascoste, ma anche la tenacia di un volere che non demorde. Giulietta e Romeo è il dramma shakesperiano che più direttamente mette in scena il mondo visto con uno sguardo puro, il dramma in cui l’amore e le speranze della giovinezza sono tradite ed uccise dal mondo degli adulti. A testimonianza di ciò si susseguono sulla scena una sequenza di lettere, scritte ad un amore immaginario.
1, 2 aprile 2016, h 21
3 aprile 2016, h 17
Si è da poco celebrato il trentennale del disco più importante della Dark Wave italiana degli anni Ottanta “Siberia” (1984) e i Diaframma di Federico Fiumani ci regalano un imperdibile concerto in cui suoneranno per intero il loro disco capolavoro, accompagnato anche da tutti gli altri loro successi.
A seguire si balla con i dj di Atmosphere.
“After Crash is about love and friendship”. Così Francesco Cassino e Nicola Nesi, da Bologna, sintetizzavano la propria band e la propria musica, e non è difficile immaginare il perché: “#Lostmemories”, il loro esordio, sembra voler urlare tutta la vita e tutto il presente che c’è dentro queste nove tracce. E senza bisogno di troppe parole. Sono inni all’esistenza, a tutto ciò che accade, alle separazioni e agli errori, al talento e alla magia di fare musica. Come “We Leave”, apertura e pezzo-anthem à la M83, che fa venire una voglia irrefrenabile di alzarsi e fare qualcosa, di non perdere un minuto, scegliere un aereo a caso, ritrovarsi a New York a guardare le luci frenetiche della città. O magari a Londra, luogo che nel percorso musicale ed umano degli After Crash ha avuto importanza tanto quanto Bologna (leggasi per entrambi triennale in composizione e produzione di musica applicata all’University of Hertfordshire e master alla Goldsmiths, University of London). Folgorati nell’adolescenza da “Ok Computer”, cominciano una ricerca musicale totalizzante, mischiando elettronica e acustica, componendo colonne sonore, accompagnamenti per spettacoli teatrali, pubblicità. L’ampiezza del territorio in cui sanno muoversi con disinvoltura è sterminata, così come la capacità di fare propri tutti gli stimoli con i quali vengono a contatto. Portandosi sempre dentro la raffinatezza dei Telefon Tel Aviv, giocano con tante identità: immagazzinano Jon Hopkins nei momenti più battuti (“Overrated”, “Timeless Room”), poi rallentano per prendere a braccetto James Blake (“Leica”). Sfoggiano contaminazioni ambient degne di Nils Frahm (“Delplace”), introducendole col monologo dello Steiner/Alain Cuny ne La Dolce Vita, quando ricorda che “è la pace che mi fa paura. Temo la pace più di ogni altra cosa: mi sembra che sia soltanto un’apparenza, e che nasconda l’inferno”. La pace è stasi, quindi meglio non adagiarsi troppo, meglio stravolgere e trasformarsi ancora: diventando per quattro minuti una band post-rock (“Texture in Pectore”), dei compositori sopraffini di pezzi pop (“Don’t Change For Me”), o dimostrando di sapersi difendere bene anche nel tenere una pista da ballo (la finale “Transports”). Infiniti spunti, riuniti sotto il filtro del ricordo, come il titolo dell’album. Nessuna nostalgia, ma un post-it per il futuro che è già presente e va vissuto al meglio. Con un titolo che cita l’hashtag ufficiale della settima edizione del roBOt Festival, la cui partecipazione è stata una presa di coscienza importante nel percorso che ha portato alla stesura di questo disco. Disco che è passato attraverso le sapienti mani di Andrea Sologni (Gazebo Penguins) per la registrazione e il missaggio nel suo Igloo Audio Factory, con il mastering finale al Calyx Studio di Berlino. E in tutti i trentacinque minuti di musica, c’è una caratteristica che emerge chiara e forte: l’eleganza che Francesco e Nicola hanno saputo mettere in ogni brano, in ogni scelta. Non c’è elemento che stoni, non un’aggiunta di troppo, o un pezzo al posto sbagliato. Sanno essere sofisticati e leggeri, sanno accelerare e prendersi delle pause, sanno cosa va fatto in ogni momento. Non sono doti da poco, figlie dell’abnegazione e dell’esperienza (nonostante sia un esordio), ma soprattutto della propria bravura e del proprio gusto. Sono cose preziose che rispondono al nome di talenti, e che vanno sì coltivate ogni santo giorno, ma che sono innate. E soprattutto, come tutte le cose preziose, col tempo non potranno che aumentare di valore.
concerto di Radiodervish
Café Jerusalem è il titolo del nuovo progetto musicale dei Radiodervish. Un album dove viene data voce e suono ai ricordi di un mondo che ha vissuto una travolgente trasformazione intorno alla metà del secolo scorso nella città di Gerusalemme. Entrando nella dimensione del caffé mediorientale ci si rivela il carattere multiculturale di una città dove tradizione e modernità si confrontano e dove, grazie alla presenza dei racconti degli Hakawati, i cantastorie che animavano i caffè di Gerusalemme, si entra facilmente in dimensioni fiabesche e surreali parallele. L’eredità culturale palestinese custodita nei semplici oggetti, negli eventi e nella memoria dei personaggi viene mostrata a partire dalla scoperta dell’amore verso il diverso e dall’amara consapevolezza delle difficoltà implicite, in quanto inevitabili trasformazioni hanno mutato il percorso storico di quella terra.
con Cristina Sarti | Un viaggio nella vita di De Andrè attraverso le figure femminili
Un pianoforte e una chitarra accompagnano l'esibizione di Cristina Sarti che parla del grande cantautore Fabrizio De Andrè dal punto di vista originalissimo delle donne, vere e immaginarie che hanno popolato la sua fantasia e le sue canzoni.
spettacolo per bambini da 3 a 6 anni
Un progetto speciale all’interno del Festival “Visioni di futuro, visioni di teatro...”, che per quattro giorni ospiterà l’attore e regista inglese per la creazione del suo spettacolo che presenterà al pubblico sotto forma di “Work in progress”.
A Square World è uno spettacolo che parla della vita di una palla in un mondo pensato per i quadrati. Una performance vivace ed esplorativa che, attraverso la creatività e l’immaginazione, racconta una storia che guarda all’ingiustizia di venire esclusi in un mondo pensato per tutti tranne che per noi. Con un po’ di divertimento e di caos, forse scopriremo che questo mondo non è poi un posto così quadrato…
Compagnia Daryl Beeton (Londra - Gran Bretagna).
concept, regia e voce Francesca Pennini | IPERCINETICA
L’Amleto di CollettivO CineticO é un meccanismo letale. La scena é spazio preparato ad ospitare aleatorietà e inevitabilità in un limbo costante tra ironia e tragedia.
Attori professionisti, dilettanti, malcapitati, timidi intellettuali, registi, parrucchieri, esibizionisti, danzatori, assicuratori annoiati, sostituti dell’ultimo minuto, critici, virtuosi e sfigati si contendono il titolo di protagonista dello spettacolo. Reali candidati che non sanno quello che li aspetterà in scena. Il loro unico riferimento è un manuale di istruzioni inviatogli due settimane prima. Ciascuno si prepara da solo e si presenta a teatro direttamente per salire sul palcoscenico. Guidati da una incorporea voce fuori campo e seguiti da secondini muti, i candidati si sfidano in una serie di prove che sintetizzano i principi formali dell’opera shakespeariana.
Tra desolazione e intrattenimento sono gli spettatori di ciascuna replica ad eleggere il vincitore del titolo, unico superstite tra i corpi e i resti dei suoi avversari abbandonati al suolo. Un panorama improbabile di Amleti tra gli innumerevoli interpreti che si sono confrontati per secoli con il più emblematico testo teatrale.
spettacolo per bambini da 3 a 6 anni
Il Signor Bu è un giardiniere particolare: dal nulla crea dei piccoli giardini dove lascia crescere i suoi sogni. È un giardiniere modesto, fra tutte le piante preferisce quelle che si accontentano di poco come l’edera o la vite rampicante. Qualcuno lo aiuta a togliere l’asfalto da un cortile abbandonato per mettere un po’ di terra, una lucertola, un’amica silenziosa, tanti altri piccoli amici-giardinieri. Con il tempo le sue piante crescono rigogliose, alcune invece muoiono, altre ancora si spostano. Il giardino di Bu è un giardino libero, in movimento.
Compagnia Davide Venturini e Francesco Gandi
spettacoli h 9.30 e 16.30.
scritto e diretto da Giuseppe Miale di Mauro
Cinque persone rifugiate in un bunker. Sopravvissuti dall’olocausto che terrorizza i nostri giorni: il trionfo dell’Isis, del califfato che stermina chi non aderisce. Fuori, i mujaheddin che portano a compimento il genocidio, dopo aver decapitato il Papa e portato il mondo occidentale alla sua fine; dentro, alcuni uomini impauriti che cercando di resistere. Improvvisamente, uno del gruppo riesce a portare nel bunker un mujaheddin per torturarlo e vendicarsi. E improvvisamente la prospettiva cambia… Uno spettacolo capace di calarsi profondamente nell’attualità e nelle sue paure, e al tempo stesso di rappresentare una profonda e più complessa riflessione sulla libertà e la responsabilità. Partendo dalla minaccia del sedicente Stato Islamico e dal massiccio bombardamento mediatico, si arriva in realtà a suggerire riflessioni che trasformano quel bunker in un microcosmo nel quale tutti possiamo riconoscerci, e dove la vera lotta per la sopravvivenza è tutta interna al nostro mondo.
12,13 febbraio 2016, h 21
14 febbraio 2016, h 17
spettacolo per bambini da 1 a 4 anni
Due personaggi surreali abitano su piani diversi, si muovono su lati opposti e osservano le cose da due diversi punti di vista. Ognuno vive la propria vita abitudinaria con le proprie certezze, le proprie paure, con il timore, e la curiosità, di incontrare altri. Poi, un bel giorno, l’incontro.
spettacolo per bambini da 2 a 5 anni
Il battito di un cuore, una mano che si apre e si chiude, il suono di un tamburo in lontananza, una canzone… Improvvisamente un salto in aria, una piroetta; il suono cresce e si sviluppa una danza. Possono le mani volare come farfalle, le braccia dormire e i piedi ridere? Un tamburo può piangere?
La danzatrice e il musicista invitano il pubblico a sperimentare le infinite possibilità del movimento e del suono. Misteriosamente, come per magia, escono suoni e musica da sbarre di metallo, dalla danzatrice stessa e perfino da un naso. Nello spettacolo musica e danza scaturiscono una dall’altra.
Compagnia Dadodans/Gaia Gonnelli e Dansmakers Amsterdam (Amsterdam - Olanda).
CUBO, in collaborazione con l’Alliance Française di Bologna e l’Associazione Culturale Luigi Bernardi, propone una serie di incontri incentrati sul genere “noir”. Ogni incontro ospiterà un autore del genere o tratterà le diverse tematiche, per scoprirne tutte le declinazioni narrative e non solo
08 OTTOBRE 2015
Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese
12 NOVEMBRE 2015
Pallottole vaganti
14 GENNAIO 2016
I luoghi del noir
Introduce e media Michele Righini, partecipa Marcello Fois. Letture di Silvia Lamboglia
11 FEBBRAIO 2016
Il fumetto si fa noir
Dibattito sulla trasposizione del fumetto noir nelle opere di Jean-Patrick Manchette e Léo Malet
10 MARZO 2016
Quo vadis baby? Il noir al femminile tra Francia e Italia
Un viaggio appassionante da Fred Vargas a Grazia Verasani. La scrittrice in questa occasione presenterà i suoi lavori. Introduce e media Luca Crovi
14 APRILE 2016
I nuovi volti del noir
Incontro con il maestro Carlo Lucarelli. Un excursus sulle mille sfaccettature del noir dalle sue opere a quelle delle nuove leve del genere
12 MAGGIO 2016
Noir alla bolognese
Dibattito sul noir bolognese da Machiavelli a Fogli. Introduce e media Michele Righini, partecipa l’autore Patrick Fogli. Letture di Silvia Lamboglia
Tutti gli incontri si svolgono il giovedì alle ore 18.00 presso Cubo - spazio cultura
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA Tel. 051/5076060 laboratori@cubounipol.it
In collaborazione con Alliance Française di Bologna, Associazione Culturale Luigi Bernardi, Accademia di Belle Arti di Bologna e Libreria Trame.
Compagnia Teatr’al Mente
Commedia comica in due atti, scritta da Silvana Talamo
L'avvocato, Matteo Sisbagli, sposato con la fitopatologa Eleonora Giusti, ha appena traslocato con la famiglia nello studio dove esercita la professione.
Condivide il pianerottolo di casa con uno studio e suo malgrado anche i pazienti e la loro clientela.
Nina, una paziente del dottore Salvo Imprevisto, si rifugia presso la famiglia Sisbagli perché si accorge di essere pedinata dal marito geloso e dalle sorelle che la cercano.
Mentre si susseguono equivoci e situazioni imbarazzanti, Sasà, marito di Nina, si convince che la stessa conduca una relazione illecita con l'avvocato, mentre Eleonora s'ingelosisce per le intenzioni di Nina nei confronti del marito.
Il dottor Salvo sparisce, così come Sasà.
Cosa sarà successo?
Chi sarà mai coinvolto?
La paziente o le sue sorelle?
L'avvocato o la moglie?
In attesa ....
non tutte le cose ....
sono così come sembrano ....
di Gregorio Scalise; regia di Silvana Strocchi
In occasione del “giorno della memoria per le vittime dell’olocausto”, Teatro Poesia ripropone lo spettacolo dedicato alla vita e agli scritti della filosofa ebrea-tedesca Edith Stein (1892-1942), allieva di Husserl, convertita al cattolicesimo nel 1922 e morta ad Auschwitz come Suor Teresa Benedetta della Croce.
Autrice di una famosa autobiografia e di scritti di filosofia mistica, la Stein è una figura emblematica del paradosso col quale molti individui si sono confrontati in un momento terribile della storia europea.
Attraverso lo studio degli scritti di Teresa D’Avila, Edith abbraccia la fede cattolica, contrapponendosi al proprio ambiente di origine ed entrando per questo in conflitto con i suoi affetti famigliari.
Poiché, nonostante la sua conversione, viene considerata ebrea, è prelevata dal convento in cui vive e mandata al campo di sterminio, a condividere l’assurda fine cui sono destinati, durante il regime nazista, i membri del suo popolo.
Lo spettacolo viaggia su un doppio binario. Le scene dal vivo raccontano la vita di Edith attraverso le tappe fondamentali del suo percorso umano, filosofico e religioso. I contributi audio e video propongono invece la cronaca dei più importanti avvenimenti che sconvolsero la Germania negli anni '30 e nei primi anni '40, così come vennero riportati da un testimone diretto: il radio-giornalista americano William Shirer, corrispondente americano da Berlino.
la canzone napoletana e di quella popolare del Sud Italia.
Il concerto propone alcune forme della canzone napoletana e di quella popolare del Sud Italia. Dal Cafè Chantant in voga a inizio secolo sull’onda dei successi del Moulin Rouge ai classici napoletani di fine Ottocento e del Novecento, scritti dai maggiori poeti e musicisti del tempo (Russo, Di Giacomo, E.A. Mario, Viviani, Carosone). A danzare è una ballerina di samba, che ha trovato un suo stile mettendo in rapporto le danze del nostro Sud con il samba brasiliano.
Gaia D’Elìa (voce, danza), Guido Sodo (chitarre, voce), Paolo Caruso (percussioni, tamburi), Davide Fasulo (filarmonica)
I trasversali di pianura | scritto e diretto da Pasquale Tenace
Olindo Gandolfi, gestore di un bar di proprietà della Parrocchia, rischia il licenziamento in tronco. La ragioniera Addolorata Santini , lo accusa di aver trasformato il locale in un luogo di perdizione. Ma come in tutte le belle storie, la provvidenza gli strizza un occhio all’improvviso.
blues, jazz
Figlia del poeta bolognese Luciano Atti, un’infanzia tra Piccolo Coro dell’Antoniano e conservatorio, Eloisa Atti ha alle spalle una formazione classica e jazzistica, esperienze live significative e durature come interprete e come compositrice con Caputolindo, Hammond Bandits, Acerocielo, Eloisa Atti Jazz Quintet e con il duo più che decennale con il chitarrista Marco Bovi, col quale ha inciso tre dischi.
Ha partecipato in studio a progetti originali assieme, tra gli altri, a Patrizia Laquidara, Mirco Mariani, Sacri Cuori, Giacomo Toni, Enrico Farnedi. Dopo la realizzazione di due album con il progetto etno-jazz Sur, incide “Penelope” (aprile 2014) da lei interamente ideato e composto, con la produzione artistica di Francesco Giampaoli (Sacri Cuori). Atti ha inoltre preso parte a numerosi spettacoli teatrali e televisivi come il Nuzzo Di Biase Show e “Tutti Maracani” di Jimmy Villotti.
E' di lunga data la collaborazione con Matteo Raggi (sax tenore) e Davide Brillante (chitarra) con i quali ha presentato nel tempo diversi progetti tutti dedicati alla figura di Billie Holiday, come "Fine and Mellow Tunes", "A Journey" e l'attuale "Billie Holiday: Everything Happens for the Best".
Eloisa Atti - voce
Marco Bovi - chitarra
Emiliano Pintori - organo Hammond
Vittorio Sicbaldi - drums
R&B, Soul, Funk
La carriera di Leburn Maddox inizia a metá anni '70 come giovane chitarrista ventenne dell'Atlantic Records in occasione di registrazioni discografiche per Jimmy Castor uno dei principali artisti dell'etichetta insieme a James Brown e George Clinton. Diventa componente della "Jimmy Castor Band" e con questo ha l'occasione di condividere il palco con grandissimi artisti come: Chaka Khan, Patti La Belle, Lionel Ritchie, Mr Bill Withers, Kool & the Gang, Mother`s Finest, Gil Scott Heron, Cameo, LTD, Rose Royce, Tavares, Chic, KC & The Sunshine Band and the amazing Larry Graham & Graham Central Station. Ha persino avuto l'occasione di suonare con lo straordinario bluesman John Lee Hooker. Dopo due anni di permaneponza ad Hong Kong (95-97) con l'artista californiano Bruce Parker, LeBurn emigra nel Regno Unito dove continua la sua attivitá musicale aprendo i concerti di Debbie Harry & Blondie, Chaka Khan, Marcus Malone, Lightnin Willie, Giles Hedley & the Aviators and The Hamsters.
Leburn Maddox - guitar & Voce
Jacopo Coretti - drums
Walter Cerasani - bass
R&B, Soul, Funk
La carriera di Leburn Maddox inizia a metá anni '70 come giovane chitarrista ventenne dell'Atlantic Records in occasione di registrazioni discografiche per Jimmy Castor uno dei principali artisti dell'etichetta insieme a James Brown e George Clinton. Diventa componente della "Jimmy Castor Band" e con questo ha l'occasione di condividere il palco con grandissimi artisti come: Chaka Khan, Patti La Belle, Lionel Ritchie, Mr Bill Withers, Kool & the Gang, Mother`s Finest, Gil Scott Heron, Cameo, LTD, Rose Royce, Tavares, Chic, KC & The Sunshine Band and the amazing Larry Graham & Graham Central Station. Ha persino avuto l'occasione di suonare con lo straordinario bluesman John Lee Hooker. Dopo due anni di permaneponza ad Hong Kong (95-97) con l'artista californiano Bruce Parker, LeBurn emigra nel Regno Unito dove continua la sua attivitá musicale aprendo i concerti di Debbie Harry & Blondie, Chaka Khan, Marcus Malone, Lightnin Willie, Giles Hedley & the Aviators and The Hamsters.
Leburn Maddox - guitar & Voce
Jacopo Coretti - drums
Walter Cerasani - bass