di e con Bobo Rondelli
Il cantautore livornese Bobo Rondelli, artista instancabile e prolifico, dedica un intero spettacolo all’illustre concittadino Piero Ciampi, artefice di capolavori che negli anni ‘70 hanno reinventato la nostra musica d’autore e che lo hanno reso poeta immortale.
Uno show scarno e minimale quello di Bobo, un tavolino, un bicchiere di vino e poche luci, accompagnato dagli amici Fabio Marchiori alle tastiere e Filippo Ceccarini alla tromba, con l’unico scopo di enfatizzare al massimo la musica e il genio maledetto di Ciampi, di portare alla ribalta l’ispirazione del poeta anarchico e le storie di un artista schivo e ostinatamente controcorrente.
Due vite divise dal tempo, che spesso trovano forti punti in comune. Un’ammirazione mai celata da Bobo, tanto che nell’album ‘Disperati, intellettuali, ubriaconi’, registrato con Stefano Bollani, ha voluto reinterpretare ‘Io e te, Maria’, celebrata canzone di Ciampi che sicuramente non mancherà tra le perle scelte per lo spettacolo.
“Oggi più che mai c’è bisogno di poesia, credo sia necessario anche per tutto ciò che sta succedendo nel mondo, c’è bisogno di uscire un po’ da questo “si salvi chi può””.
(Bobo Rondelli)
tastiere Fabio Marchiori
tromba Filippo Ceccarini
spettacolo di Luigi Dadina, Laura Gambi e Tahar Lamri
È sulle navi che bisogna cercarli, i picchettini. Sulle navi in porto. E bisogna sapere dove cercarli, perché non sono in vista. Il loro lavoro non ha nulla a che fare con l’aria aperta e il salmastro, l’azzurro e lo iodio. Ha a che fare, piuttosto, con il sottosuolo, la claustrofobia, la miniera.
Era il venerdì 13 marzo del 1987. Nei doppifondi di una nave cisterna, adibita al trasporto di gas GPL, i picchettini stavano lavorando usando palette, spazzole, raschietti e stracci. Nel soprastante cantiere, un carpentiere usava la fiamma ossidrica.
Per fare in fretta, nessuno di loro era stato informato delle operazioni che avvenivano in contemporanea.
L’evento fu scatenato da un incendio nella stiva n. 2, le esalazioni della combustione causarono la morte per asfissia dei 13 operai impegnati nel cantiere di manutenzione. Tahar Lamri e Luigi Dadina hanno deciso di tenere, assieme a tre musicisti, una Conferenza sul Marzo per rievocare quella vicenda e per raccontare di fabbrica, porti, lavoro, cormorani, nebbia, semafori in cammino, morti che continuano a parlarci.
con Tahar Lamri e Luigi Dadina
musicisti Francesco Giampaoli, Diego Pasini e Lanfranco- Moder- Vicari
regia Luigi Dadina
musiche Francesco Giampaoli
testi rap Lanfranco-Moder-Vicari
scene e costumi Pietro Fenati e Elvira Mascanzoni
coproduzione RAVENNA TEATRO – RAVENNA FESTIVAL
Dopo lo spettacolo si proseguirà con “Storia di una tragedia annunciata”
ll 13 marzo 1987 è una data che rimarrà impressa a fuoco nella storia del movimento operaio italiano: presso i cantieri navali Mecnavi nel porto di Ravenna, in seguito a un incendio sviluppatosi nelle stive, tredici operai muoiono asfissiati dalle esalazioni di acido cianidrico. Molte le cause di quella strage: sistemi di sicurezza inefficaci quando non assenti, inesperienza del personale (tra le tredici vittime, una al suo primo giorno di lavoro), vie di fuga ostruite, incompetenza, sottovalutazione del rischio da parte dei responsabili.
Giacinto De Renzi, insieme ad altri sindacalisti di quella che allora si chiamava Flm, il sindacato unitario dei metalmeccanici, furono gli unici, inascoltati, che denunciarono la deregulation e il pericolo per la sicurezza dei lavoratori in quel settore della cantieristica ormai minato dal subappalto, dal caporalato e da una organizzazione del lavoro a dir poco approssimativa. “Ma nessuno diede mai una risposta al loro grido d'allarme” (da Il costo della vita, Massimo Ferracuti, Einaudi 2014)
Ne parleranno:
Luigi Dadina, autore, regista e attore del Teatro delle Albe
Tahar Lamri, autore e attore dello spettacolo
Claudio Visani, giornalista. All'epoca dei fatti seguì la vicenda e l'inchiesta per conto de L'Unità
Giacinto De Renzi, segretario Fiom-Cgil all'epoca della strage e ora attivista di Legambiente
Coordina Fabio Abagnato, Assessore ai Saperi e alle Nuove Generazioni
di e con Marta Cuscunà
La vicenda, realmente accaduta nel 2008, è iniziata come un pettegolezzo che serpeggiava tra i corridoi della scuola superiore di Gloucester in Massachusetts.
C’erano 18 ragazze incinte – un numero 4 volte sopra la media – e non per tutte era stato un incidente.
La storia, poi, è rimbalzata in città: alcune delle ragazze avrebbero pianificato insieme la loro gravidanza, come parte di un patto segreto, per allevare i bambini in una specie di comune femminile.
In Sorry, boys, terza tappa del progetto sulle Resistenze femminili, Marta Cuscunà cerca di indagare le ragioni di un piano così sconvolgente e lo fa manovrando due schiere di teste mozze, vere e proprie macchine sceniche, appese come trofei di caccia. Da una parte gli adulti: i genitori, il preside, l’infermiera della scuola; dall’altra i giovani maschi, i padri adolescenti. Tutti inchiodati con le spalle al muro da una vicenda che li ha trovati impreparati e che scatena una serie di interrogativi: come stanno oggi i giovani maschi? Che uomini adulti si preparano a diventare? Chi sono i giovani padri della vicenda? E mentre le ragazze si uniscono e progettano una comunità nuova, i ragazzi dove sono, cosa fanno, cosa pensano?
coproduzione Centrale Fies
regia di Roberto Latini
Amleto + Die Fortinbrasmaschine è la riscrittura di una riscrittura.
Alla fine degli anni ‘70 Heiner Müller componeva un testo che era liberamente ispirato all’Amleto di Shakespeare. Oggi Roberto Latini e Barbara Weigel tentano una scrittura scenica liberamente ispirata a Die Hamletmachine di Heiner Müller.
Un ritorno a Shakespeare, ad Amleto, con gli occhi di Fortebraccio e l’architettura di Müller, su un palcoscenico sospeso tra l’essere e il sembrare.
Di Heiner Müller viene conservata la struttura, la divisione per capitoli o ambienti, e attorno ad essa si compone un meccanismo, un dispositivo scenico, una giostrina su cui far salire tragedia e commedia assieme.
“L’Amleto è una tragedia di orfani, protagonisti e antagonisti di un tempo in cui i padri vengono a mancare. Questo ha a che fare con la nostra generazione, anche pasolinianamente, con la distanza che misura condizione e divenire, con il vuoto e la sua stessa sensazione, fino a Fortebraccio, figlio, straniero, estraneo e sopravvissuto.” (Roberto Latini)
drammaturgia di Roberto Latini e Barbara Weigel
musiche e suoni Gianluca Misiti
scena Luca Baldini
luci e tecnica Max Mugnai
produzione FORTEBRACCIOTEATRO
in collaborazione con L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, ATER Circuito Regionale Multidisciplinare – Teatro Comunale Laura Betti, Fondazione Orizzonti d’Arte.
con Sabrina Impacciatore e Valter Malosti
Thomas Novachek è regista e autore di una nuova commedia ed è alla disperata ricerca di una protagonista per il suo adattamento del romanzo Venere in pelliccia. Alla fine di una giornata di inutili audizioni troviamo Novachek al telefono che si sta lamentando dell’inadeguatezza delle attrici: nessuna di loro possiede lo stile necessario per il ruolo da protagonista. Fuori tempo massimo però, arriva come un uragano Wanda Jordan. Su tacchi altissimi, vestita in modo volgare, apparentemente inadeguata e fuori parte, costringe il regista a farle un’audizione. Si scatenerà di fronte a Thomas un vortice di energia, sfrontatezza e ambizione, Wanda è disposta a pagare qualsiasi pegno e a compiere qualsiasi metamorfosi pur di venire ingaggiata per la parte.
E non si fermerà di fronte a nulla pur di ottenerla.
Tra regista e attrice, vittima e carnefice, inizia un vertiginoso scambio di ruoli, un gioco elettrizzante di seduzione, potere e sesso tra due pure belve del palco, un duello teatrale in cui si sfumeranno pian piano i confini tra realtà e finzione, per giungere a un finale enigmatico e misterioso.
di David Ives
con Sabrina Impacciatore e Valter Malosti
regia Valter Malosti
scene e disegno luci Nicolas Bovey
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
costumi Massimo Cantini Parrini
produzione PIERFRANCESCO PISANI, PARMACONCERTI E TEATRO DI DIONISO
in collaborazione con Infinito srl e Fondazione Teatro della Fortuna di Fano/AMAT
ideazione e regia di Oscar De Summa
Riccardo III è un dominatore. Il suo potere non risiede tanto nella forza fisica quanto nelle sue capacità oratorie, che affascinano i suoi interlocutori e ne influenzano le azioni. Nella scalata per raggiungere il trono, si serve di tutti gli strumenti consueti degli uomini ambiziosi, utilizzando la potenza del segreto, l’arte della dissimulazione, il potere della negazione.
da Shakespeare
ideazione e regia di Oscar De Summa
con Oscar De Summa
e con Silvia Gallerano, Marina Occhionero e Isabella Carloni
produzione LA CORTE OSPITALE
drammaturgia e regia di César Brie
“Una donna poggiata contro un muro.
Un uomo disegna un letto sul muro.
La donna, in piedi e allo stesso tempo coricata nel suo letto, parla con Dio.
L’uomo la regge, la accudisce, dialoga con lei, ci racconta di lei.
L’unica traccia di quest’uomo sono le sue iniziali incise sotto le parole scritte sulla lapide di Simone Weil al cimitero di Ashford, nel Kent: C.M.
L’abbiamo chiamato Carlo Manfredi, gli abbiamo dato il ruolo di infermiere e il compito di accudire Simone
Weil nella sua agonia.
Il corpo di Simone, morta di stenti a 34 anni, sollevato da questo testimone che abbiamo inventato, danza nell’aria accompagnato dagli echi delle sue parole. Restano nel buio le sagome di un angelo inerme, il corpo di un uomo inginocchiato e il suono di una nenia antica e straziante.
Il pensiero di Simone Weil, quasi sconosciuto alla sua morte, oggi ci interroga con una forza sconvolgente. Si occupò dei pensieri e delle azioni degli esseri umani.
Fu operaia, sindacalista, insegnante, scrittrice, storica, poetessa, drammaturga, combattente, filosofa, contadina.
Morì di stenti, in esilio. Si occupava degli esseri umani, ma dimenticava se stessa.”
(César Brie).
con César Brie e Catia Caramia
scene e costumi Giancarlo Gentilucci
musiche originali Pablo Brie
disegno luci Daniela Vespa
produzione CAMPOTEATRALE/CÉSAR BRIE.
Documentari e cinema sociale dal sud del mondo 10ª edizione
Rassegna cinematografica sulle storie e i luoghi dimenticati dai media, Il Terra di Tutti Film Festival nasce nel 2007 dall'esigenza di dare la parola a tanti documentaristi che usano il video come forma di espressione critica, come torcia sul mondo e sui problemi che colpiscono i molti sud del mondo di ogni Paese. Promosso dalle Organizzazioni Non Governative di cooperazione internazionale allo sviluppo GVC (Gruppo di Volontariato Civile) e COSPE (Cooperazione per lo sviluppo dei Paesi Emergenti), il TTFF porta a Bologna documentari e cinema sociale dal sud del mondo, con l'obiettivo di dare visibilità alla realtà di quei Paesi, popoli e lotte sociali che sono "invisibili" nei mezzi di comunicazione di massa.
Partecipano al festival le opere audiovisive di medio e cortometraggio il cui taglio narrativo è incentrato sulla lotta per l'uguaglianza dei diritti, il genere, la difesa della libertà, la cittadinanza attiva, la coscienza ambientale ed ecologica.
Il Terra di Tutti Film Festival vuole offrire visioni del sud senza retoriche, censure o pietismi, ma con l’idea che solo uno sguardo lucido, reattivo e mai rassegnato delle realtà che ci circondano possa portare a cambiare il presente ed inventare futuri. Anche attraverso il cinema.
La fortuna che abbiamo tour
La fortuna che abbiamo tour è la nuova tournée di Samuele Bersani che prende il nome dall'ultimo progetto discografico dell'artista, uscito il 3 giugno e sin dal suo debutto al vertice delle classifiche. La fortuna che abbiamo tour ripercorrerà 25 anni di canzoni di Samuele Bersani, tra sperimentazioni e arrangiamenti inediti.
Elio e l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna
Sergej Prokof’ev, musica
Elio del gruppo ‘Elio e Le Storie Tese’,
voce con l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna
diretta da Roberto Polastri.
Un evento che promette scintille e divertimento: Elio del notissimo gruppo Elio e Le Storie Tese ritorna sulle scene teatrali con la sua versione di Pierino e il Lupo di Sergej Prokof’ev, in cui l’estroversa voce di Elio incontra l’Orchestra Regionale dell’Emilia – Romagna diretta da Roberto Polastri. Il programma del concerto sarà completato da due brani di Gioacchino Rossini: la Sinfonia dal Barbiere di Siviglia e la Sinfonia da Italiana in Algeri, introdotti in maniera allegra e originale. Prokof’ev scrisse Pierino e il lupo nel 1936 dopo il suo ritorno nell’Unione Sovietica. È una storia per l’infanzia, costituita da musica e testo. Il Teatro Centrale dei Bambini di Mosca commissionò la stesura di una nuova opera musicale per bambini, che avvicinasse alla musica anche i più giovani. Il compositore accettò, incuriosito dal particolare incarico e in soli quattro giorni completò il lavoro. Prokof’ev non poteva prevedere l’enorme successo che avrebbe riscontrato la sua opera, diventata un classico apprezzatissimo da adulti e bambini. La vicenda narrata è considerata semplice ma al tempo stesso coinvolgente, grazie anche alla presenza di personaggi comprimari quali il nonno, l’anatra ed il gatto. Elio interpreta in maniera personale tutti i personaggi del racconto.
L’ex cantante e chitarrista di Husker Du è tornato lo scorso marzo in pista col suo nuovo album solista “Patch The Sky” (Merge Records/Goodfellas): rara perla di rock alternativo, duro e sincero come pochi in circolazione
incontro con Alessandro Baricco
Alessandro Baricco negli interventi che pubblica sulle pagine dei quotidiani e periodici insegue il mondo, e induce i suoi lettori a partecipare la curiosità con cui va a stanare notizie, episodi, insistenze, personaggi, dibattiti, immagini.
Stanando dice e dicendo mostra, con una varietà di accenti e di esposizione che, per citare una sua antica generosa ossessione, fa pensare al circo, al Barnum delle meraviglie.
Un nuovo Barnum che si aggiunge ai due pubblicati negli anni novanta e che fa i conti, questa volta, con la riforma dello spettacolo, con lo sport, con la scuola come videogame, con la priorità delle storie, con il cantiere della Morgan Library di Renzo Piano, con le immagini di Vivian Maier e quelle di Cartier-Bresson, con le provocazioni di Houellebecq e l'eredità di Gabriel García Márquez.
L'incontro è realizzato in collaborazione con l'editore Feltrinelli.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Nel respiro del mondo
con Federico Zampaglione (voce/chitarra) e con Francesco Stoia (basso), Marco Pisanelli (batteria), Antonio Marcucci (chitarra elettrica) e Fabio Verdini (tastiere)
Con il nuovo tour invernale, in uno scenario più intimo e suggestivo come quello dei teatri, i Tiromancino ripercorreranno i momenti più significativi della loro importante carriera musicale attraverso le canzoni che sono di fatto diventate dei classici della musica italiana a conferma del grande talento di Federico Zampaglione. "Sono da sempre affascinato dal teatro" racconta Federico Zampaglione " e dalla sua dimensione che permette un contatto diretto con il pubblico e un'attenzione maggiore nei confronti della musica. Per l'occasione prepareremo uno spettacolo nuovo, emozionante e coinvolgente.”
incontri con gli autori di fumetti
Cosa c'è dietro alle quinte delle storie disegnate? Cosa guida l'ideazione e la realizzazione di tavole amate da tutti? Per rispondere a queste domande - e a tutte le altre che curiosi e appassionati possano avere - torna a ottobre Disognando, il ciclo di incontri con gli autori (sceneggiatori e/o illustratori) che parlano del loro mestiere.
Il calendario:
soul, blues-jazz, pop
Fin dall’inizio Francess, nome d’arte di Francesca English, vive in un mondo multiculturale, un particolare che influenzerà la sua musica in modo sostanziale. Nata nel 1989 a New York, figlia di padre Giamaicano e madre Italiana, ha sempre posto l’arte e la musica al centro della sua vita: “Mi sono avvicinata alla musica da piccola.. con una chiara tendenza a tutto ciò che è jazz, blues, soul, o che comunque affondi le radici nella cultura afroamericana …. mia nonna mi cantava le ninna nanne gospel quindi non poteva essere altrimenti …”.
l’autrice ne parla con Giovanni Monforte, giornalista veneziano
Maria Furlan (1921), artista autodidatta originaria di Treviso, combina nella propria produzione artistica arte, artigianato e design. Attraverso una macchina da cucire a pedali, un modello del 1948, produce opere d’arte, ma soprattutto riproduce i grandi capolavori dell’arte cercando di coglierne i segreti più profondi. Dal 2001 a oggi ha realizzato più di mille opere trasformando la sua casa in un vero museo.
Trascorre le giornate in un piccolo laboratorio del piano terra della sua casa dialogando con i grandi maestri del passato, a cui conferisce attraverso il filo un’aurea popolare che li avvicina alle persone.
Giada Carraro è ricercatrice in storia dell’arte. Si è occupata di fototerapia curando alcuni contributi per la rivista «Nuove Arti Terapie», successivamente si è dedicata all’arte irregolare e alle architetture fantastiche, concentrandosi sull’area veneta. Dirige per la casa editrice spagnola Sans Soleil la rivista on line «Bric-à-brac», dedicata al tema dell’arte outsider. Ha pubblicato La Casa delle Girandole. L’arte cinetica di un poeta astronomo veneziano (Linaria, 2014).
incontri fra racconti e ricette, arte e cibo, pensiero e gusto.
Programma
ciclo di conferenze dedicate ad opere esposte presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna
“La pala d'altare e il suo doppio” è un ciclo di conferenze dedicate ad un gruppo importante di opere esposte presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, qui pervenute a seguito delle soppressioni napoleoniche, opere che sono state sostituite nei luoghi d’origine nel corso dell’Ottocento da copie realizzate da artisti in particolare rapporto con l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il legame con la città dei dipinti originari, la necessità di “ricucire” la ferita derivata dal trasferimento dei dipinti al Museo, il ruolo dell’Accademia e degli artisti coinvolti, il legame delle diverse chiese con il tessuto cittadino, saranno tutti aspetti che verranno approfonditi nel corso delle conferenze. Tra le opere coinvolte vi saranno la Pala Bentivoglio di Francesco Francia, la Santa Cecilia di Raffaello, la Madonna con Bambino S. Michele arcangelo e Santi di Innocenzo da Imola, la Comunione di S. Girolamo di Agostino Carracci e la Pala dei mendicanti di Guido Reni.
Nei sabati successivi alle conferenze la Società di Santa Cecilia Amici della Pinacoteca di Bologna organizzerà delle visite guidate alle chiese di provenienza delle opere.
“La pala d’altare e il suo doppio” è un progetto elaborato nell'ambito della censimento Icom “Musei e paesaggi culturali”.
13 ottobre, ore 17,00
La Pala Felicini e la Pala Bentivoglio di Francesco Francia della chiesa di Santa Maria della Misericordia, conferenza a cura di Irene Graziani
27 ottobre, ore 17,00
La Madonna con Bambino in gloria e i Santi Michele Arcangelo, Pietro e Benedetto di Innocenzo da Imolada San Michele in Bosco
conferenza a cura di Michele Danieli
24 novembre, ore 17,00
La Comunione di San Girolamo di Agostino Carracci della Certosa di Bologna
conferenza a cura di Mirella Cavalli
15 dicembre, ore 17,00
La Pala dei mendicanti di Guido Reni da Santa Maria della Pietà dei Mendicanti
conferenza a cura di Elena Rossoni
19 gennaio, ore 17,00
La Santa Cecilia di Raffaello dalla chiesa di San Giovanni in Monte
conferenza a cura di Francesca Valli
Ingresso con biglietto della Pinacoteca Nazionale di Bologna
6€ intero / 3€ ridotto
gratuito sotto i 18 anni, soci ICOM, personale MIBACT, iscritti alla Società Santa Cecilia Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna, altre categorie convenzionate
ridotto per possessori della Card Musei Metropolitani Bologna
un libro di Valerio Mattioli | presentazione
Andrea "Onga" Ongarato e Gino Dal Soler ne parlano con l'autore.
Fuori dalla consueta diatriba Cantautori vs. Sanremo e Rock italiano vs, Musica leggera, "Superonda" è il racconto di quelle musiche che tra 1964 e 1976 riuscirono a sviluppare linguaggi originali e in grado per una volta di proiettare la musica italiana all'estero, esercitando una sotterranea influenza sul mondo dell'elettronica, del rock alternativo, e delle musiche sperimentali. Un percorso accidentato in cui le vicende di future icone nazionali come Ennio Morricone, Franco Battiato e Area si mescolano a quelle di artisti convertiti al rock come Mario Schifano, in cui l'avanguardia di Berio e Maderna dialoga a distanza con la musica su commissione dei Goblin e delle sonorizzazioni Rai, e in cui i fermenti della cultura underground fanno da sponda a colonne sonore per film di serie B, revivalismi folk e free jazz militante, per arrivare al Lucio Battisti di "Anima latina".
Valerio Mattioli (Roma, 1978) scrive di musica e culture pop. Come curatore ha organizzato rassegne per la Biennale di Venezia, l’Istituto Svizzero, e l’American Academy in Rome.
spettacolo della compagnia teatrale Sotterraneo, in due episodi
Lo spettacolo Il giro del mondo in 80 giorni suddiviso in due episodi (venerdì 7 ottobre e sabato 15 ottobre) inaugura la nuova stagione teatrale e culturale Agorà, con la direzione artistica di Elena Di Gioia – associazione Liberty, un viaggio per il pubblico nell’Unione Reno Galliera.
Il Giro del mondo in 80 giorni è uno dei più famosi romanzi d’avventura di tutti i tempi: la scommessa di un gentleman ottocentesco di compiere un viaggio intorno al pianeta, in un’avventurosa corsa contro il tempo. Jules Verne porta i suoi personaggi da Londra a Londra passando per Egitto, India, estremo Oriente e Stati Uniti, attraverso incidenti, trovate e continui colpi di scena. Con due narratori, un tabellone in forma di planisfero e la partecipazione musicale del gruppo Strange Fruit, realizzata appositamente per questa tappa in uno scenario inedito e suggestivo – il Museo della Civiltà contadina - Sotterraneo allestisce uno storygame teatrale: il romanzo diventa un gioco interattivo, trasformando il testo di Verne in un ipertesto fatto di rimandi, collegamenti e aperture di senso che ricollocano il giro del mondo ai giorni nostri.
Sotterraneo, tra le più importanti compagnie della nuova scena contemporanea, immerge gli spettatori nell’immaginario di Verne e in un giro del mondo a ritmo mozzafiato.
Per questa tappa viene realizzata una collaborazione speciale con Musicalia, scuola di musica con sede a Castel Maggiore fondata da un gruppo di musicisti che coinvolge bambini, ragazzi ed adulti in un percorso formativo di avvicinamento al mondo della musica, sia a livello amatoriale che professionale. In scena nello spettacolo sarà presente la formazione Strange Fruit.
Dopo lo spettacolo, brindisi di inaugurazione.
Dalle ore 19 apericena nella cornice del Museo al costo euro 15. È gradita la prenotazione: Locanda Smeraldi tel. 051 891014
Informazioni:
Museo della Civiltà Contadina | Villa Smeraldi, Via Sammarina, 35, San Marino, Bentivoglio
Secondo episodio:
Sabato 15 ottobre 2016 | ore 18.30 e ore 21
Agorà
Biblioteca Mario Luzi – San Pietro in Casale
con la partecipazione del gruppo musicale Migranti di oggi diretto da Guido Sodo
ingresso gratuito con prenotazione
Informazioni:
Dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 13. Telefono e sms: 333.8839450 info@associazioneflux.it