MICO – Musica Insieme COntemporanea 2019 | L’altro piano
Matteo Fossi e Marco Gaggini hanno fatto delle infinite declinazioni del pianoforte un progetto artistico in continua evoluzione, con inedite incisioni ed edizioni critiche, arrivando a scoprire una trascrizione di Alban Berg della Kammersymphonie op. 9 di Schoenberg, in prima esecuzione italiana, affiancata dalla versione a quattro mani di Petruška firmata dallo stesso Stravinskij.
UN’ORCHESTRA A QUATTRO MANI
L’arte della trascrizione
Matteo Fossi - Marco Gaggini
duo pianistico
Arnold Schönberg
Kammersymphonie n. 1 op. 9 (1907) versione per pianoforte a quattro mani di Alban Berg (manoscritto conservato alla Österreichische Nationalbibliothek Wien)
PRIMA ESECUZIONE ITALIANA
Igor’ Stravinskij
Petruška (1911)
L’associazione studentesca Bologna d’Inchiostro, nata come connessione distaccata della già esistente “Bocconi d’Inchiostro”, si prefigge di iniziare la comunità universitaria all’approfondimento di temi letterari, sensibilizzando alla letteratura critica di testi in prosa ed in versi.
Silvia Avallone, classe 1984, nata a Biella, laureata in filosofia e specializzata in lettere è scrittrice e poetessa italiana. Vince con il suo primo romanzo "Acciaio" il premio Campiello.
Il romanzo è stato tradotto in 23 lingue e in Francia vince il Prix des lecteurs de L'Express 2011.
Un piccolo viaggio insieme all'autrice, sotto forma di intervista, per scoprire cosa l'ha spinta nel corso di questi anni a scegliere le tematiche da lei trattate.
Sono previste e gradite domande del pubblico."
presentazione del libro
Presentazione del libro DONNE E SPORT. Riflessioni in un’ottica di genere ( I libri di EMIL, 2018) con le curatrici Gioia Virgilio e Silvia Lolli.
Coordina Raffaella Lamberti, Associazione Orlando
Intervengono
Questo progetto culturale, sul tema Donne e Sport, è nato all’interno dell’Associazione Orlando dalla constatazione che a tutt’oggi la riflessione sulle #donne che praticano #sport è riduttiva, povera nelle sue sfaccettature e articolazioni, e spesso distorta da persistenti #stereotipi e pregiudizi. Per interrogarsi su queste carenze si sono messe a confronto le esperienze dirette delle atlete e delle professioniste con la soggettività di donne interessate allo sport, che sentono, come le prime, la necessità di un’analisi critica, socio-politica approfondita e complessiva. A PARTIRE DA SÉ, è emerso così più chiaro il punto di vista delle donne sullo sport, che si intreccia strettamente a una pluralità di temi come: la rappresentazione mediatica delle sportive, la formazione sportiva a #scuola, l’emarginazione sociale, l’apertura alle #disabilità e alle diversità culturali delle #migranti.
Il libro è disponibile al prestito in #biblioteca.
mostra di Luciano Nadalini | inaugurazione 26 gennaio ore 18
Le fotografie coprono circa quarant’anni di storia dei conflitti sociali nel mondo. Recentemente l'archivio del fotoreporter bolognese è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante da parte dellaSoprintendenza al materiale archivistico e bibliografico dell’Emilia Romagna, del Ministero dei Beni Culturali.
Un racconto fotografico dei conflitti di fine secolo, dalla guerra nei Balcani all’Iraq, dalla lotta dei curdi e del popolo saharawi per la propria emancipazione, alle condizioni di povertà delle popolazioni africane. Nella mostra trovano spazio anche immagini sull’America latina, dai guerriglieri delle Farc alle devastazioni ambientali dell’uragano Mich in Nicaragua.
Dice Nadalini: “Il dovere del fotoreporter è quello di guardare e raccontare, attraverso il proprio obiettivo, le storie e i fatti che ci toccano maggiormente, con un’attenzione particolare verso gli aspetti sociali, come la guerra e la povertà, le ingiustizie e il dolore, e accorgersi che, il più delle volte, i nostri buoni intenti sono rimasti tali solo sulla carta.
Forse più che le parole, sono allora le immagini a dare un senso alla storia.”
a cura dell’Associazione TerzoTropico
Orario: 9.00-19.00 tutti i giorni
Compagnia della Quarta
Nella nuova opera Purgatorio Bum Bum, la Compagnia della Quarta ci mostra un regno ultraterreno, molto più umano di quanto ci si potrebbe aspettare. Sdrammatizzare la sacralità dei tre luoghi tradizionalmente deputati alla purificazione dello spirito, è l’obiettivo di questa opera, primo capitolo di una trilogia di teatro e danza chiamata Trino Divino nella quale Inferno, Purgatorio e Paradiso diventano ambientazioni surreali e grottesche in cui un veterano e una sprovveduta matricola peccatrice giocano con competizione e azzardo sulle probabilità del proprio destino.
I protagonisti, intenti a trovare il tris vincente nelle slot machine per accaparrarsi il Paradiso, si confrontano e si scontrano su un terreno fragile, in un continuo gioco di sopraffazione del pensiero dell’altro a favore del proprio. Purgatorio bum bum apre con un divertissement danzato che racconta la lunga attesa verso il divino in uno scambio di ruoli che non garantisce la salvezza né tanto meno, l’assunzione in cielo del prescelto. La salvezza sembra vicina, ma per raggiungerla serviranno trasformazioni, mutamenti, fatiche forse utili o forse inutili.
In Purgatorio Bum Bum Fabrizio Molducci e Mario Coccetti, attraverso il linguaggio del corpo mettono in scena la storia di un “maestro” che ha come ultima speranza quella di approssimarsi ad una vita migliore attraverso la trasmissione delle proprie esperienze ad un allievo non proprio adeguato alle circostanze.
Compagnia della Quarta è un progetto artistico che opera nel campo della danza e del teatro fisico. La ricerca artistica ha come finalità creare una messa in scena originale, che offra scelte di lettura per un largo pubblico. Coreografia e teatro fisico sono i punti di partenza di un’indagine che esprime le potenzialità del corpo e rappresenta la fusione tra emotività e razionalità.
MIA - Musica Insieme in Ateneo 2019 - XXII edizione
Giovedì 4 aprile 2019 - 20:30
Ilia Kim in Musica e Pittura: visionari e simbolisti nella letteratura pianistica
Ilia Kim pianoforte
Programma:
Sergej Rachmaninov
Momenti musicali op. 16 nn. 1, 5 e 6
Franz Liszt
Da Armonie poetiche e religiose: Funérailles
Ludwig van Beethoven
Sonata n. 23 in fa maggiore op. 57 – Appassionata
Trascendentale come la tecnica di Ilia Kim c’è forse solo la sua attività concertistica: coreana perfezionatasi fra il Mozarteum e l’Accademia di Imola, dove si dedica anche al fortepiano, Ilia Kim ha letteralmente fatto il giro del mondo al pianoforte, dalla Carnegie Hall al Quirinale, affrontando orchestre, festival e prime esecuzioni assolute. Azio Corghi le ha dedicato ad esempio la suite …di bravura, mentre di Sollima ha tenuto a battesimo Virginal Dream (2002), nel 2007 José Cura l’ha voluta protagonista di un concerto nel Padiglione Atlantico di Lisbona, oceanico anche nella presenza di 9.000 spettatori. Ilia Kim affronta spesso programmi monografici, dei quali è anche un’eloquente relatrice. A MIA porterà appunto una riflessione sulle corrispondenze fra pittura e musica: la relazione fra Rachmaninov e Böcklin, che nasce innanzitutto dalla stima del musicista nei confronti del pittore; quella fra Liszt e Gericault, con il quale il compositore condivide la cifra poetica del ruggente romanticismo francese. Infine, nell’Appassionata di Beethoven si possono ritrovare i quadri di Füssli che illustrano il Macbeth (secondo Arnold Schering la sonata sarebbe ispirata proprio alla tragedia di Shakespeare).
MICO – Musica Insieme COntemporanea 2019 | L’altro piano
György Ligeti, scomparso nel 2006, è stato uno dei più interessanti alchimisti della musica moderna, ironico sperimentatore di tutti i parametri musicali, dal ritmo al timbro, capace di comporre un Poème Symphonique per cento metronomi, o di creare l’illusione del suono elettronico con i soli mezzi acustici di un quartetto d’archi. “Avrei voluto essere un pianista favoloso!”, dichiarava Ligeti. Musica Insieme ne presenterà proprio l’integrale pianistica, da Musica Ricercata agli Studi, universo sonoro inesauribile, che si ispira a Scarlatti e Chopin come alla musica africana o al jazz. in una staffetta che coinvolge nove talentuosissimi pianisti selezionati dal progetto internazionale Call for Young Performers, guidato da Maria Grazia Bellocchio.
IL PIANISTA FAVOLOSO
L’integrale per pianoforte di György Ligeti
Pianisti selezionati dal progetto Call for Young Performers
Emanuele Stracchi, Mattia Cicciarella, Francesco Melani, Annalisa Orlando, Alessia Cecchetti, Giovanni Galletta, Stefano Cascioli, Daniele Fasani, Riccardo Bisatti
György Ligeti
Invention (1948)
Due Capricci (1948)
Fünf Stücke per pianoforte a quattro mani (1942-1951)
Musica Ricercata (1951-1953)
Études (I libro, 1985; II libro, 1988-1994; III libro, 1995-2001)
Uno spettacolo-concerto del collettivo Le Cadavere Squisite
Uno spettacolo-concerto, surrealista, comico, fuori da ogni schema grammaticale e logico anche se solo apparentemente.
L’idea alla base di questo spettacolo è che in questi tempo di repressione, di paure e di ignoranza le Cadavere sentono il bisogno di dare sfogo all’umanità donando la verità a suon di irriverenti canzoni e improvvisazioni. Le sei artiste porteranno così al pubblico uno spettacolo surrealista, fuori da ogni schema grammaticale e logico, anche se solo apparentemente.
Attraverso questo collage di parole, ritmi e sinergie corali avviene una illuminazione: la comprensione di essere tutti uguali se pur così diversi. Il pubblico è chiamato a prendersi le proprie responsabilità e il proprio diritto di scrivere anche lui nel Manifesto così da poterlo rendere ancor più universale. È uno sfogo intimo e collettivo, privato e condiviso, uno spettacolo comico e surreale che coinvolge il pubblico e che non ha né inizio e né fine.
MIA - Musica Insieme in Ateneo 2019 - XXII edizione
Giovedì 14 marzo 2019 - 20:30
Il fascino del Novecento: Grazia Raimondi - Maria Grazia Bellocchio
Grazia Raimondi violino
Maria Grazia Bellocchio pianoforte
Programma:
Goffredo Petrassi
Introduzione e Allegro per violino e pianoforte
Sergej Prokof’ev
Sonata n. 2 in re maggiore op. 94 bis per violino e pianoforte
György Kurtág
da Játékok per pianoforte:
...eine Blume für Ulrike Schuster... (VII, 22)
Play with Infinity (III, 2)
In Dark Days – for Ferenc Farkas (VI, 31)
Wandering in the Past – A Ligatura for Ligeti (VII, 26)
Antiphon in F-Sharp Minor (II, 34)
Doina (VI, 30)
Ligatura Y (VI, 36)
Johannes Brahms
Sonata n. 3 in re minore op. 108 per violino e pianoforte
in collaborazione con Centro La Soffitta – Dipartimento delle Arti – Alma Mater Università di Bologna
Due soliste, entrambe specialiste riconosciute del repertorio contemporaneo, uniscono le loro inestimabili esperienze. Maria Grazia Bellocchio è stata invitata a far parte dell’Orchestra Schleswig Holstein Music Festival diretta da Leonard Bernstein, ed è membro stabile del Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli. Il violino di Grazia Raimondi ha risuonato al Concertgebouw di Amsterdam come alla Royal Albert Hall di Londra, collaborando con Pappano, Piovano, Sitkovetsky e Sollima. Insieme hanno scelto un programma che affianca due grandi Sonate fra Otto- e Novecento: l’ultima di Brahms, fra gli estremi esempi di una solidità formale e un equilibrio destinati di lì a poco ad essere infranti, e la Seconda di Prokof’ev, che nel 1944 a quella solidità sembra guardare nel suo classicismo pur ricco di ironia. Ad esse si intrecciano le opere di due autori fra i più originali del nostro tempo, come Petrassi e Kurtág, i cui Játékok richiamano sin dal titolo (Giochi) il gusto per la fantasia e per il trattamento creativo, quasi ‘fanciullesco’, del pianoforte.
con Lucia Sardo
Lucia Sardo una grande interprete nostrana, candidata al Premio Nastro d’Argento nel ruolo di Felicia Impastato nel film di Marco Tullio Giordana I Cento Passi, candidato anch’esso al premio Oscar come miglior film straniero, riporta in scena un personaggio a lei molto caro: Felicia.
Attraverso questo spettacolo, La madre dei ragazzi, l’attrice vuole rivolgere un omaggio e un ringraziamento alla donna che con la sua lotta costante ha dato una nuova speranza alla Sicilia, una speranza di riscatto e cambiamento. Una delle poche persone che hanno voluto sovvertire le regole della mafia.
Felicia era la moglie di un mafioso, una madre e una donna che perse suo figlio nel 1978 da una carica di tritolo. Se avesse seguito il codice della mafia, avrebbe dovuto tacere ed imporre all’altro figlio il dovere di compiere la vendetta del fratello ucciso.
Proprio attraverso Peppino, Felicia intuì che erano altri i valori di cui farsi carico. Così interruppe la faida e pretese che fosse lo Stato a punire l’assassino di suo figlio. Non fu dunque facile per Felicia Impastato trasgredire il codice della mafia, ma con la sua ostinazione, il suo coraggio riuscì, ben ventiquattro anni dopo la morte del figlio, a vederne conclusa l’inchiesta con la condanna all’ergastolo di Tano Badalamenti.
Felicia non perdeva occasione per dare un senso alla morte di Peppino, per farne un simbolo della lotta anti mafiosa trasformando la sua casa in un luogo d’incontro, una casa della memoria che è stato stimolo e testimonianza dove far rivivere gli ideali della lotta di Peppino e trasmetterlo alle nuove generazioni.
Lo spettacolo attraverso momenti di lotta pubblici e momenti di vita quotidiana cerca di ridare un ritratto di questa donna scevro di qualsiasi ideologia o mito, dimostrando così come tutti possiamo portare cambiamento all’interno della società.
Lucia Sardo attrice, regista e autrice, si forma nel Teatro di Ventura, gruppo di ricerca teatrale a Treviglio (BG). Nel 1980, insieme ai suoi compagni, fonda l’Istituto di Cultura Teatrale a Santarcangelo di Romagna di cui per diversi anni dirige e organizza il Festival del Teatro di Strada, festival sperimentale fra i più importanti d’Europa.
MICO – Musica Insieme COntemporanea 2019 | L’altro piano
Un artista bolognese che ha fatto della composizione per il cinema la propria cifra distintiva: Daniele Furlati. Premiato per le musiche de Il vento fa il suo giro (Festival Cinema e Musica di Lagonegro) e L’uomo che verrà (Premio Ennio Morricone) di Giorgio Diritti, Furlati parte proprio dal regista bolognese per accompagnarci in un excursus attraverso la musica per immagini, non senza un omaggio a due maestri come Bernardo Bertolucci ed Ennio Morricone. Il pianista bolognese ci mostrerà un’altra affascinante specialità dell’accompagnamento cinematografico: l’improvvisazione, ovvero quella facoltà di creare la musica estemporaneamente, seguendo passo per passo le immagini che scorrono sullo schermo. Immagini che in questo caso saranno tratte dall’Archivio della Cineteca di Bologna.
SCHERMI E TASTIERE
Comporre per il cinema
Daniele Furlati, pianoforte
Daniele Furlati
Ballata del Cinema (2013)
Gli occhi gli alberi le foglie (2011)
Miss Universo (2006)
Marco Biscarini / Daniele Furlati
Dal film L’uomo che verrà (2009) di Giorgio Diritti: Monte Sole; La battaglia; La Madonnina; Tema di Martina; L’Uomo che verrà
Dal film Un giorno devi andare (2013) di Giorgio Diritti: Un giorno devi andare; Itinerante; Il figlio; Manaus; Rio Andirà; Rosa
Dal documentario Piazzàti (2008) di Giorgio Diritti: Piazzàti; Saltarello
Dal film Il vento fa il suo giro (2005) di Giorgio Diritti: Comunità positiva; Il fango; Notine; Il vento fa il suo giro
Ennio Morricone
Romanzo
Proiezioni provenienti dall’Archivio della Cineteca di Bologna:
Centoventi vs. Novecento (Italia/1975, 3’) di Clare Peploe
Il Sogno (Italia/1966, 11’) di Luigi Di Gianni
MIA - Musica Insieme in Ateneo 2019 - XXII edizione
Giovedì 21 febbraio 2019 - 20:30
L'Ateneo in musica: Ensemble da Camera del Collegium Musicum Almae Matris
Ensemble da Camera del Collegium Musicum Almae Matris
Roberto Pischedda direttore
Programma:
Antonín Dvořák
Serenata in re minore op. 44
Edvard Grieg
Pezzi lirici op. 68 n. 4: Sera in montagna – op. 68 n. 5: Presso la culla (versione per orchestra di Edvard Grieg)
Aaron Copland
Appalachian Spring (Versione originale per tredici strumenti)
Il Collegium Musicum Almae Matris, Coro e Orchestra ufficiale dell’Università di Bologna, è formato da più duecento studenti italiani e stranieri. Sotto la direzione di Roberto Pischedda, che ne è maestro preparatore, l’ensemble che si esibisce in questo concerto proporrà un programma che affianca compositori del Vecchio e del Nuovo continente. Il sipario si alza sulla Serenata op. 44 di Dvořák, nella quale il compositore ha sapientemente fuso i modelli classici con i ritmi e i timbri del folklore boemo. Alla tradizione popolare norvegese guardano invece Sera in montagna e Presso la culla, due dei Pezzi lirici di Grieg, una serie di 66 composizioni pianistiche raccolte in dieci volumi, che ascolteremo in una rara trascrizione per ensemble. Americano, ma di origine europea essendo figlio di ebrei polacchi, Aaron Copland ha scritto il balletto Appalachian Spring ispirandosi a una raccolta di canti e rituali quaccheri. La partitura racconta infatti le vicende di una giovane coppia di pionieri della Pennsylvania, in procinto di costruire la loro dimora nel clima desertico della catena montuosa degli Appalachi.
proiezione del documentario di Elsa Kvamme per commemorarne i 55 anni di operato di Eugenio Barba
Il documentario racconta in 60 minuti la storia che ha formato una delle compagnie teatrali più importanti e famose al mondo, l’Odin Teatre, e il suo impatto sulla cittadina danese Holtebro, la quale divenne centro della teoria e della pratica teatrale.
Proprio com’è solito della cultura dell’Odin, gli attori presentavano il loro lavoro artistico alla comunità che li ospitava e, in cambio la compagnia rispondeva con canti, musiche e danze appartenenti alla propria tradizione. Il baratto è uno scambio di manifestazioni culturali ed offre non solo una comprensione delle forme espressive dell’altro, ma mette anche in moto un’interazione sociale che sfida pregiudizi, difficoltà linguistiche e divergenze di pensiero, giudizio e comportamento; poiché sono i ponti tra le culture che permettono all’umanità di viaggiare.
Attraverso le interviste agli attori e al pubblico, Elsa Kvamme cerca di raccontare ciò che è stato l’Odin sia per i suoi attori che per il pubblico il quale ha vissuto in prima persona gli spettacoli. Ma non solo, infatti vengono poste domande e quesiti sul presente: cosa spinge l’Odin e la ricerca di Barba? Perché il teatro è visto come mezzo per contrastare paure, apatie e consumismo?
in collaborazione con il Centro La Soffitta
con Valerio Peroni e Alice Occhiali
Lo spettacolo parte da un’interessante rivisitazione del celebre romanzo e film Into the wild, attraverso lo spettacolo di Valerio Peroni e Alice Occhiali.
Le Lunghe notti sono quelle che sembrano interminabili quando si è soli e lontani dai propri cari, ma sono proprio quelle che ti danno la forza di diventare più forte, più sicuro, più consapevole di te stesso.
Sono quei momenti magici che ti permettono di conoscerti, di capire da dove viene e dove andrai.
Attraverso la figura di Cristopher McCandless lo spettacolo racconta, da una nuova prospettiva, l’esperienza del giovane americano benestante che subito dopo la laurea abbandonò amici e famiglia per fuggire da una società consumista e capitalista nella quale non riusciva più a vivere. In questo vagabondare incontrò sulla sua strada diversi personaggi a cui cambiò la vita con il suo messaggio di libertà e amore fraterno e dai quali ricevette la formazione necessaria per affrontare le immense terre dell’Alaska. Dopo questo lungo pellegrinaggio riuscì a giungere allo Stampede Trail, un sentiero vicino al Denali National Park. Qui iniziò a vivere all’interno di un bus abbandonato a contatto con la natura selvaggia ed incontaminata. Visse cibandosi di selvaggina e di bacche per sedici settimane finché non trovò la morte all’età di 24 anni.
Lo spettacolo prende come punto di partenza due libri scritti su questo ragazzo: Nelle terre estreme di Joan Krakauer, libro biografico di Cristopher e Into the wild truth di Carine McCandless libro scritto dalla sorella di Chris la quale racconta la loro vita privata e familiare nel tentativo di giustificare la scelta estrema del fratello.
Su questo rapporto fraterno, lo spettacolo pone l’attenzione: un rapporto simbiotico e protettivo che ci racconta del dolore e del distacco di due persone così unite, e sulla speranza di potersi un giorno riabbracciare.
Temi fondamentali dello spettacolo sono: la separazione, il viaggio come prova di indipendenza e rottura dal proprio passato, i riti di passaggio dalla vita infantile all’età adulta, la ricerca della verità e la ricchezza delle relazioni umane ma anche la capacità di vivere in pace da soli. Insomma temi archetipici che hanno accompagnato le esistenze di ognuno di noi, soprattutto nell’adolescenza ma anche nella vita adulta.
Tutto lo spettacolo è sostenuto da un forte collante musicale che dà spazio ad associazioni personali e diverse per ogni spettatore. Associazioni e immagini che oscillano tra il sacro e il profano, tra un teatro rituale e un teatro laico. Un teatro che si pone l’obbiettivo di nutrire l’anima e la mente, senza voler dare una visione del mondo, in quanto ognuno la può interpretare in base alla propria soggettività. Un teatro che vuole creare un circolo virtuoso tra regista, autore, attori e spettatori.
Lunghe notti è lo spettacolo frutto di un’idea di Valerio Peroni e Alice Occhiali con la collaborazione di Fulvio Peroni ed è sostenuto dall’Associazione Culturale Nova Accademia. In questo progetto, Valerio Peroni e Alice Occhiali, oltre che in veste di attori si sono occupati anche della regia e della drammaturgia con la consulenza registica di Fulvio Peroni.
MIA - Musica Insieme in Ateneo 2019 - XXII edizione
Giovedì 7 febbraio 2019 - 20:30
Rising Stars II: Enrico Mignani - Matteo Cimatti - Quartetto Eilat
Enrico Mignani violoncello
Matteo Cimatti violino
Quartetto Eilat
Programma:
Johann Sebastian Bach
Suite n. 3 in do maggiore BWV 1009 per violoncello solo
Dalla Sonata n. 1 in sol minore BWV 1001 per violino solo: Adagio e Fuga
Krzysztof Penderecki
Cadenza per violino solo
Franz Joseph Haydn
Quartetto per archi n. 78 in si bemolle maggiore Hob. III:78 – L’aurora
Un’ideale Accademia riunisce i talenti emergenti del Quartetto Eilat e di due giovani e promettenti solisti bolognesi che si passeranno il testimone sul palco di MIA – Musica Insieme in Ateneo. Ad aprire il sipario sarà Enrico Mignani, già premiato in numerosi concorsi nazionali e internazionali, che proporrà la Suite n. 3 di Bach, una delle sei imprescindibili pietre miliari che il compositore tedesco ha depositato sulla strada del violoncello. Sempre da Bach parte il recital del violinista Matteo Cimatti, formatosi presso la Scuola di Musica di Fiesole con Pavel Vernikov e attualmente allievo di Pavel Vernikov alla Haute École de Musique de Lausanne. A questa celebre pagina settecentesca affiancherà la Cadenza per violino solo di Krzysztof Penderecki. A concludere l’Accademia è la formazione tutta al femminile del Quartetto Eilat, nato in seno all’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. Per loro il Quartetto di Haydn conosciuto come L’aurora, che fonde atmosfere liriche e brio popolare.
Teatro delle Ariette
“Se per il mondo i nostri fallimenti sono irrilevanti. Bene, lo sono anche per noi, perché continuiamo comunque a vivere.”, al grido di questo motto ritorna al Teatro Ridotto il Teatro delle Ariette, il quale questa volta ci invita Attorno a un tavolo a mangiare alla sua tavola.
All’interno di uno spazio scenico condiviso: una Cucina; Paola Berselli, Maurizio Ferraresi e Stefano Pasquini, accolgono gli spettatori, li fanno accomodare attorno al tavolo e apparecchiano. Così comincia la cena (o il pranzo) e i tre attori, servendo acqua e vino, focacce, formaggio, verdure e tagliatelle, raccontano storie di vita, esperienze personali e quei piccoli fallimenti e inquietudini che parlano del nostro presente.
Nella Cucina-Teatro delle Ariette si tenta di creare, per il tempo effimero dello spettacolo, una comunità provvisoria, forse ancora possibile. Parola e cibo accompagnano il pubblico all’interno di un luogo nel quale saranno chiamati a condividere con gli altri cibo, emozioni e racconti. Poiché parlare dei piccoli fallimenti significa riflettere sulle occasioni in cui abbiamo perso, e comprendere come quelle stesse sconfitte che ci hanno ferito non hanno cambiato la nostra essenza, ma ci hanno dato la spinta per continuare a fare e per cambiare.
Il Teatro delle Ariette mostra attraverso il suo spettacolo come il mezzo teatrale permette di evocare, di costruire e di vivere quello che nella vita quotidiana sta scomparendo: spoglia lo spettatore dal suo ruolo di voyeur per permettergli di tornare in un luogo chiamato casa. Il teatro delle Ariette ricorda così l’importanza di guardarsi, sorridersi e condividere cibo e risate, soprattutto in un periodo così spaventato dal diverso.
Il Teatro delle Ariette ha compiuto da poco vent’anni raccontati nel libro Teatro delle Ariette. La vita attorno a un tavolo. Uno dei loro spettacoli più noti Teatro da mangiare? ha realizzato ben 1000 repliche. L’8 aprile 2017 il Deposito Attrezzi, costruito diciotto anni fa in mezzo ai campi delle Ariette, è diventato ufficialmente un teatro.
In questi vent’anni la Compagnia ha cercato un dialogo serrato con il teatro, tenendosi ai margini, in equilibrio su quella linea di confine che separa il teatro dalla vita, lottando con la “forma spettacolo”, tentando di superarla, trasformando la vita nella prova infinita di uno spettacolo inimmaginabile.
performance di danza contemporanea della Compagnia Prendashanseaux
La forza dell’immagine fotografica, con il suo sguardo parziale sul reale ma capace di provocare molteplici suggestioni, si incontra con le espressioni dei corpi dei danzatori, con la musica e con il suono della voce.
La performance nasce nell’ambito della residenza artistica Terre dal Cuore di Vetro, realizzata con il sostegno del Museo dell’Ossidiana di Pau, dell’Associazione Menabò e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Prendashanseaux è un orizzonte che nasce nel 2013 dall’incontro di due giovani Sardi: Antonio Bissiri, coreografo e danzatore e Fabio Sau, Fotografo. Due volti, due anime, due linguaggi in apparenza distanti, danza e fotografia, si intrecciano e sono il fulcro della poetica di questa compagnia.
La merenda sospesa | Stagione teatrale per bambini e famiglie
Seduti intorno ad un grande telo ad un certo punto si sente una voce “viaggiare” nell’aria e le storie trasportano i bambini in mondi fantastici attraverso le parole semplici, gli oggetti che vengono utilizzati dagli attori e le immagini che piano piano nascono in scena. Nel racconto Il bambino fatto di fili d’erba i giovani spettatori entrano in una atmosfera magica diventando loro i protagonisti della storia.
Si richiede ad ogni bambino di portare un cuscino!
Si ricorda che al termine dello spettacolo verrà offerta una merenda a base di frutta di stagione a tutti i presenti.
La merenda sospesa | Stagione teatrale per bambini e famiglie
La protagonista scoprirà così di avere delle doti che non sapeva, incontrerà vicino a sé degli amici fantastici e in particolare il Mostro dei Colori che la aiuteranno in questa avventura! Uno spettacolo che parla delle emozioni, delle fragilità delle persone e della bellezza dei colori!
Si ricorda che al termine dello spettacolo verrà offerta una merenda a base di frutta di stagione a tutti i presenti.
La merenda sospesa | Stagione teatrale per bambini e famiglie
Direttamente dal Brasile il Teatro Nó Cego presenta Vira & Revira: In Cucina Tutto Si Trasforma In Poesia, uno spettacolo per bambini senza testo, creato grazie all’arte del Gramelo.
Si ricorda che al termine dello spettacolo verrà offerta una merenda a base di frutta di stagione a tutti i presenti.