Già professore ordinario di Storia Medievale all’Università di Bologna, Rolando Dondarini tra le sue attività di ricerca ha promosso studi e comparazioni sugli statuti medievali fondando e guidando, presso la Biblioteca del Senato, il 'Comitato Italiano per gli Studi e le Edizioni delle fonti normative'. L'ente ha realizzato dodici convegni nazionali e i primi tre volumi della “Bibliografia statutaria italiana” e, dal 2019, ha assunto carattere internazionale col nome “De Statutis Society” organismo del quale il professore è tuttora presidente.
Nell’ambito della storiografia bolognese è a lui che si deve il ritrovamento presso l’Archivio Segreto Vaticano del manoscritto autentico della Descriptio della città e del contado di Bologna che sembrava scomparso da oltre sei secoli; pubblicando l’originale, Rolando Dondarini ha dotato Bologna di una delle fonti più ricche del periodo medievale. Ma l’impegno maggiore dello studioso si è rivolto alla didattica della storia individuando nello studio degli elementi del patrimonio di cui siamo tutti eredi uno dei percorsi metodologici da intraprendere per l’apprendimento della storia e per l’approdo a forme di cittadinanza attiva.
In questo senso i portici di Bologna sono divenuti oggetto di ricerche che rendono i cittadini protagonisti della loro conoscenza e della loro tutela. In particolare il grande portico di San Luca che ebbe origine da motivazioni e impegni comuni e solidali.
Nella sua storia Dondarini individua un evento precedentemente trascurato: il 17 ottobre 1677 dovendosi affrontare l’ardua impresa di iniziare il tratto collinare si risolse il problema della mancanza di strade e sentieri percorribili formando una lunga catena umana in cui ciascuno passava al successivo il materiale ricevuto dal precedente.
Dopo un lungo lavoro concorde dello stesso professore, della professoressa Beatrice Borghi e del nutrito gruppo dei collaboratori, il 31 maggio 2003 migliaia di studenti e di rappresentanti di associazioni e istituzioni danno vita ad un nuovo “Passamano” di oggetti simbolici. Il grande coinvolgimento di scuole, associazioni e istituzioni suggerisce di ampliare la metodologia alla città e al territorio fondando “la Festa della Storia” divenuta ben presto internazionale. Rinnovatasi in 21 edizioni con un denso cartellone di eventi, ha caratterizzato la ripresa delle attività autunnali disseminando mostre, conferenze, visite guidate per tutta la città e la provincia.
Chiediamo al professore se anche nel 2024 ci sarà la Festa della Storia. Abbiamo già una data per il Passamano di quest’anno?
Si, il Passamano si terrà sabato 19 ottobre 2024.
La Festa, invece, si concentrerà nella primavera successiva per agevolare la partecipazione delle scuole.
Durante la festa della Storia assegnate un premio internazionale che è stato denominato “Portico d’oro”, intitolato ad un big della ricerca storica, Jacques Le Goff, protagonista della Nouvelle Histoire francese e maestro indiscusso per tanti di noi. Quali caratteristiche premia questo riconoscimento? Si sa già a chi andrà nella prossima edizione?
Effettivamente ne siamo molto fieri perché ebbe origine da sempre più intensi rapporti con il grande maestro, dapprima grazie alla mediazione della sua stimata "scolara" Italiana, Daniela Romagnoli, poi constatando insieme le profonde affinità di aspirazioni e di finalità sulla necessità di rendere accessibile la conoscenza della Storia considerata dallo stesso Le Goff "il faro dell'Umanità". Nel farlo occorre conciliare capacità divulgative e rigore scientifico, la gradevolezza delle esposizioni e l'attendibilità delle ricerche. Il tema era stato proprio allora sollevato un'ennesima volta da romanzi e da versioni cinematografiche volte ad avere successo anche a scapito della loro credibilità e fondatezza storica. Col premio di cui lo stesso Le Goff accettò nel 2008 di essere l'eponimo si intende riconoscere il merito di coloro che con le loro opere sanno diffondere la conoscenza acquisita da fondate e verificate ricerche.
Il novero di premiati è divenuto prova inconfutabile della stima e del prestigio guadagnati in tante edizioni. Dato che ad individuare i prossimi destinatari del premio contribuiscono le opinioni di coloro che l'hanno già ricevuto, l'iter per designare il prossimo conferimento è ancora in corso ma ha già avuto inizio selezionando la rosa dei candidati da sottoporre ai premiati.
Nel 2021, insieme a Beatrice Borghi, ha pubblicato per Minerva un volume dal titolo Bologna : tra portici, torri e canali: ci racconta qualcosa di questo volume?
Tutti i volti di ogni città sono frutto di scelte specifiche che sono divenute elementi identitari che caratterizzano in modo indelebile il patrimonio della comunità. Il reticolo stradale, le piazze, le chiese, i canali, le torri sono punti di uno snodo magico in cui la storia tocca il presente. Il loro uso, lo stato d'abbandono, le loro eventuali trasformazioni funzionali ed estetiche attestano ulteriori scelte che spesso si riverberano in dispute che ne rivelano il valore anche quando trascurato.
Questo discorso è particolarmente incisivo per i portici, testimoni odierni e futuri di un passaggio decisivo dalla spontaneità e dalla pratica abusiva degli ampliamenti degli edifici privati a scapito degli spazi pubblici all'obbligo di impianto sugli spazi privati attraverso una regolamentazione sempre più dettagliata. Fu attraverso quel passaggio che Bologna divenne la città dei portici, dotando la comunità di ulteriori opportunità di relazioni interne e di accoglienza. Significativo che gli itinerari devozionali che collegarono santuari esterni alla città abbiano assunto la forma ad arcate dei portici
Alla luce dei suoi studi c’è qualcosa che ancora può essere detto o studiato sui portici, architettura porosa sia nella conformazione fisica, ma anche in quella giuridica, bene privato ma di uso pubblico?
L'estrema varietà dei portici bolognesi può indurre ricerche specifiche e comparative in tutti i settori legati all'urbanistica e all'architettura; ma il tema che non potrà mai essere abbandonato è quello della tutela e della prevenzione del degrado. Già coloro che vararono le norme originarie rivelarono sensibilità e lungimiranza, consapevoli che affidando la manutenzione dei portici ai proprietari dello stabile ne garantirono gli interventi capillari che sarebbero divenuti necessari nel tempo; ma questo affidamento derivato dalla natura giuridica del portico cittadino - spazio privato ad uso pubblico - non può arginare il vandalismo dilagante. Ancora più esposti sono i portici devozionali che essendo di proprietà della Curia esigono costosi interventi complessivi. Per tutti questi motivi disporre dei portici diviene un motivo per farne il perno di un'educazione alla tutela del Patrimonio e di perseguimento di forme di cittadinanza attiva da condurre fin dall'infanzia incentivando le scolaresche ad "adottare" una parte dei portici.
Per rimanere aggiornati: https://site.unibo.it/festadellastoria/it/passamano-per-san-luca