"Bologna! Questa piccola città troppo stretta, troppo vecchia, troppo calda! Troppo pigra, troppo università e conventi, troppo sdraiata nella Pianura Padana! Partire! Via, via da qui, che cosa ci stavo a fare? Terzogenito e niente eredità: potevo scegliere tra carriera religiosa, le mie sorelle sono finite in convento, o carriera militare. Mi ero iscritto all'Università di Padova, botanica e matematica, ma quando seppi che Pietro Civran, che conoscevo, stava imbarcandosi come nuovo ambasciatore di Venezia a Istanbul, feci di tutto per imbarcarmi al suo seguito, come segretario, come mercenario, anche come sguattero! Qualunque cosa pur di partire. Ci pensate? L'Oriente, l'impero ottomano, il sultano, i turchi: lingua sconosciuta, demoni sconosciuti, moschee e harem, sete, mari, navi..."
... e caffè, anzi: cavé!
La citazione è tratta da uno spettacolo di Marilena Manicardi, oggi inserito nel suo La Maria dei dadi da brodo, in cui ben racconta di Luigi Ferdinando Marsili, illustre scienziato, uomo d'armi e diplomatico, e della sua voglia di uscire delle angustie bolognesi.
Cosa c'entra Marsili con il caffè? Il fatto è che lo scienziato, poi fondatore dell'Istituto delle Scienze di Bologna, si arruola nell'esercito asburgico, viene fatto prigioniero nel 1683 e venduto poi al pascià di Temesvar. Nel ruolo di servitore viene impiegato, durante il secondo assedio di Vienna, come distributore di caffé alle truppe sfiancate dalla fatica. La sua indole di ricercatore colto induce Marsili a diventare un esperto della misteriosa bevanda, finora nota come medicinale, fino a scriverne addirittura un trattato:
Bevanda asiatica, brindata all’Eminentissimo Bonvisi, nunzio apostolico appresso la maestà dell’imperatore… che narra l’historia medica del cavè o sia caffè.
“dovetti per molti giorni in una fumicata tenda esercitare l’arte di Cuoco del Cavè, non solo per la quantità era necessaria all’uso della sua Domestica Corte, ma anche per quello bisognava à tenere fornita una Bottega, che si potrebbe equiparare à un’Hosteria delle Nostre; impiego, che m’hà erudito nell’Arte di preparare il Cavè, d’osservarne molti effetti, e che mi hà data la vita, mentre con questo mezzo m’ero fatto conoscente di quei Bosnachi, che mi comprorono in quel tempo appunto [...]; e perciò V. E. dirà che il Cavè in me hà havuta una gran virtù, e che è ben giusto, che gli sii grato nell’esaltare le sue qualità intrinseche"
Nel trattatello fornisce istruzioni per la corretta preparazione di quello che oggi conosciamo come 'caffè turco', ovvero
tanto di quella polvere hò detto, che appunto incirca sii la decima parte della quantità d’acqua, essendo questa la proportione più aggiustata per render la bevanda propriamente grata, e sostantiosa
l'unità di misura temporale per il deposito del caffè affinché ne venga esaltata la fragranza? Tre o quattro padrenostri!
Dunque, il bolognese Marsili è evidentemente un anello importante nella diffusione del caffè come bevanda corroborante nell'Europa occidentale, ma i suoi meriti, lo sappiamo, sono ben maggiori: una volta riscattato da schiavo si fa onore come uomo di guerra e diplomatico, anche se uno scivolone clamoroso lo allontana dai campi di battaglia. Oggi lo si definirebbe personalità resiliente, poiché non si crogiola nella delusione, ma fa di necessità virtù dedicandosi intensamente alle sue passioni scientifiche e culturali.
Da qui inizia la preistoria della moderna Università di Bologna nel comparto di via Zamboni, con l'acquisizione di Palazzo Poggi, la costruzione della Specola e il successivo trasferimento dell'antica Istituzione dall'Archiginnasio, in epoca napoleonica.
Luigi Ferdinando Marsili muore nel 1730 donando tutti i suoi numerosissimi manoscritti all'Istituto delle Scienze, ospitato in Palazzo Poggi.
Fonti
Marinella Manicardi e Federica Iacobelli, La Maria deu dadi da brodo. La storia industriale di Bologna tra romanzo e teatro, Bologna, Pendragon, 2012.
https://www.youtube.com/watch?v=rq_A2n3aPcY
https://bub.unibo.it/it/visita-il-palazzo/museo-marsili
Marinella Manicardi e Federica Iacobelli, La Maria deu dadi da brodo. La storia industriale di Bologna tra romanzo e teatro, Bologna, Pendragon, 2012.