Salta al contenuto principale Skip to footer content

Piazza Santo Stefano

Piazza Santo Stefano non esiste. Quella che tutti chiamano piazza, in verità è uno slargo, un’apertura della via che traguarda la facciata dell’omonima chiesa, tradizionalmente composta da un aggregato di spazi liturgici detto dai bolognesi “Sette Chiese”.
Questo spazio ha, dunque, una originale forma a ‘imbuto’ e connette punti ad altezze diverse colmando il dislivello fra il centro più basso, l’ingresso della chiesa ancora più in basso e i lati porticati posti più in alto. Nel 1934 si pensa di mettere ordine a tali differenze di altezze: il sagrato viene isolato in una zona ribassata attorno a cui è costruito uno zoccolo che porta il piano di calpestio al livello del punto più alto. In tal modo la piazza diventa carrabile tutto intorno alla chiesa e così resta fino agli anni 80 del Novecento. Dino Gavina, imprenditore illuminato, nel 1989 convince l’Amministrazione a coinvolgere Luigi Caccia Dominioni. Il progetto dell’architetto milanese prevede di ripristinare l’andamento a catino della piazza attraversata da ‘guidane’ ovvero percorsi pedonali ritagliati su una pavimentazione diversa da quella poi effettivamente realizzata.
@mbb
Fonti

A. Vianelli, Le piazze di Bologna, Bologna, Newton Compton, 2003, pp. 75- 83.

P. Foschi et alii, La Basilica di Santo Stefano a Bologna. Storia, arte e cultura, Bologna, Gli inchiostri associati, 1997, p. 27.

Luigi Caccia Dominioni, Daniele Vincenzi, Origine del progetto, in Piazze e mercati nel centro antico di Bologna. Storia e urbanistica dall'età romana al Medioevo, dal Rinascimento ai giorni nostri, a cura di Roberto Scannavini, Bologna, Grafis, 1993, pp. 150-155

 

https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1991/il_restauro_di_piazza_santo_stefano

https://www.santostefanobologna.it/

Foto: Maria Beatrice Bettazzi