Pavaglione, Banchi e Piazza Maggiore
Questa componente comprende uno degli spazi pubblici di origine medievale più importanti e meglio conservati di tutta Europa, successivamente trasformato in foro politico in epoca rinascimentale, costituito da Piazza Maggiore, Piazza Re Enzo e Piazza del Nettuno, con la monumentale fontana del Giambologna (XVI secolo).
La lunga struttura porticata di eccezionale valore architettonico che unifica tutti i principali edifici pubblici di Bologna – a partire dal rinnovamento medievale della platea communis – attraverso un linguaggio formale condiviso, costituisce un percorso monumentale le cui caratteristiche architettoniche emergono con forza nella città storica. Di particolare importanza qui sono il Pavaglione, il portico ininterrotto più lungo di Bologna, quello dell'Archiginnasio, in origine sede dell'Università, e i portici delle strutture circostanti, che furono costruite per collegarsi armoniosamente ad esso.
La continuità con il passato è stata preservata anche nelle funzioni, rimaste sostanzialmente immutate nel corso dei secoli.
Punti di interesse
Il portico e il palazzo dell'Archiginnasio
Palazzo Comunale
Palazzo dei Notai
Palazzo del Podestà
Palazzo Ratta Agucchi
Palazzo Re Enzo
Piazza Galvani
Portico della Morte
Fontana del Nettuno
Palazzo del Modernissimo
Piazza Maggiore
Palazzo dei Banchi
Basilica di San Petronio
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Portici come vene
“Sono case dal colore della terra: il colore dei frutti della terra, sui quali sia passato col sole e con la pioggia, il peso del tempo e del cielo. Colori di campagna: il rosso dei pomi, il giallo del grano, della zucca del frumentone, il viola del vino, il verde del fieno. Sono colori che, nella stagione calda, fermentano e ribollono, fondendosi in una sola eguale materia che si accende, e odora.
Un odore forte, acre di terra, di frutti maturi. Una sostanza che si decompone di continuo, e rinasce in una forma nuova, e nuova vita.
Così continua anche la vita della città che cresce come un corpo che cresce. La reggono un senso e, direi, uno scheletro dell’architettura antica, partizione e divisione dei quartieri, delle zone urbane.
I portici sono come le vene, il sistema vascolare di questo grande e armonioso corpo.
I portici si spiegano con l’origine agreste e agricola di Bologna nella terra emiliana. Erano il ricovero, non solo degli uomini, ma degli animale e degli attrezzi da lavoro. Di tali costruzioni è il ricordo, anzi l’esempio, nella campagna qui intorno. Come ci si avvicina alle antiche porte, e quindi alla campagna allora imminente sulla città, più si fa vivo il carattere rurale dell’architettura bolognese di un tempo che, come di un fregio a decorazione naturale, si adorna subito del verde delle siepi e degli orti. Orti coltivati, dove ora rombano fabbriche e opifici, premevano sul giro delle mura urbane. Ancora sopravvivono, pure fra le nuove costruzioni, tracce di codesto tempo, e delle sue case così cariche del significato della terra e dei suoi abitatori.”
GIUSEPPE RAIMONDI
Bologna. Portici come vene, in “Tuttitalia. Enciclopedia dell’Italia antica e moderna”, fasc. 3, 15 febbraio 1961, Firenze-Novara, pp. 92-94.