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Beata Vergine di San Luca Basilica e Santuario

Al termine del lungo percorso porticato si giunge finalmente al Santuario. Contrariamente all’analoga Basilica di Superga, a cui paesaggisticamente l’edificio bolognese è stato appaiato, esso non presenta una facciata tradizionale, ma il portico medesimo, davanti all’ingresso, allunga i suoi bracci nell’ampio piazzale antistante con una curva sinuosa conclusa ai due vertici da altrettante edicole simili all’Arco Bonaccorsi da cui tutto è iniziato.
L’autore del progetto è Carlo Francesco Dotti che erige la Basilica a partire dal 1723 su un precedente impianto quattrocentesco, ma la costruzione procede a lungo fino al 1743 e le edicole esterne sono opera del figlio Gian Giacomo che le termina nel 1774 seguendo i disegni paterni.
veduta panoramica del santuario della beata vergine di san luca
Fonti

A.M. Matteucci, Carlo Francesco Dotti e l’architettura bolognese del Settecento, Bologna, Alfa, 1968, passim
F. Ceccarelli, D. Pascale Guidotti Magnani, Il portico bolognese. Storia, architettura, città, Bologna, Bononia University Press, 2021, p. 129
Carlo De Angelis, I portici di San Luca e della Certosa e porta Saragozza: un sistema costruito per la città e il territorio, in La Madonna di San Luca in Bologna. Otto secoli di storia, di arte e di fede, a cura di Mario Fanti e Giancarlo Roversi, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1993, pp. 175-184
Guida al Portico di San Luca. Dal Meloncello al Santuario, a cura di Alessandra Cleri, Bologna, Editrice compositori, 2008 

Foto: Wildlab per Bologna Welcome

“Uno degli aspetti più singolari della chiesa di San Luca è la molteplicità di visuali che essa offre a seconda del variare della distanza. Mentre in un contatto ravvicinato è quasi esclusiva la presenza dell’articolato porticato, ad una vista allontanata il grande volume diventa l'elemento emergente. La potenza di questo corpo è data dalla sua purezza: liscio, appena scandito da fasce per nulla aggettanti, nulla turba il suo valore stereometrico, non l’applicazione di un ordine architettonico, né di una decorazione. Qui Dotti, profondamente laico, inserendosi in [… un] filone razionalistico, sembra anticipare conclusioni di portata ‘rivoluzionaria’ quasi il vago anticipo di un Boullée o di un Ledoux”.

(A.M. Matteucci, 1968).