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Museo Capellini

Nel 1860 giunge a Bologna dalla natia Spezia il giovanissimo Giovanni Capellini con una laurea in Geologia e molta voglia di fare. Al suo arrivo le collezioni scientifiche dell’Ateneo risultano disperse a causa di incuria e di inopportuni smembramenti: suo obiettivo diviene allora la creazione di un grande museo destinato allo studio della Geologia e della Paleontologia. Nel 1868 si liberano, in fondo a via Zamboni, alcuni locali fino ad allora destinati alle cliniche universitarie, a loro volta trasferite nel costruendo policlinico del Sant’Orsola. E’ lì che, oltre alla sede dell’Istituto di Geologia, gradualmente prende corpo il Museo con una prima esposizione allestita nel 1871.
La vera e propria inaugurazione del Museo, però, avverrà nel 1881, anno cruciale per Capellini che organizza e ospita il II Congresso Geologico Internazionale, occasione anche per acquisire numerosi nuovi esemplari, dono dei convenuti per l’incremento delle collezioni.
L’indissolubile legame fra Capellini e il ‘suo’ museo viene confermato ancora nel 1911 quando, in occasione dei 50 anni dall’avvio del suo insegnamento a Bologna, viene inaugurata la nuova facciata.
Rispetto al modesto fronte originario, l’attuale è connotato stilisticamente da un marcato storicismo neorinascimentale. È scandito da un ordine gigante di lesene corinzie che ritmano il complesso partito decorativo dei due piani di cui si compone il museo (vi è un ulteriore livello superiore adibito a locali di servizio). Il piano terra si contraddistingue per un bugnato a fasce, mentre il piano superiore è forato da una serie quasi continua di aperture, talvolta evocanti una serliana, talaltra invece semplicemente architravate.
vista frontale dell'edificio del museo capellini

All’inizio degli anni Ottanta del Novecento, l’edificio, ha mostrato preoccupanti lesioni alla struttura ed è stato oggetto di un profondo restauro in occasione delle celebrazioni per il IX Centenario dell’Università di Bologna, come risulta dal sigillum magnum commemorativo in bronzo posto in facciata. L’occasione fornita dai lavori di consolidamento, ha consentito di restituire agli interni, soprattutto del piano terra, un assetto più fedele alla configurazione planimetrica originale, riportando altresì alla luce le volte a crociera, prima nascoste.
Oggi il museo ospita una fra le più importanti collezioni di geologia e paleontologia in Italia.

 


Fonti

Università di Bologna. Palazzi e luoghi del sapere, a cura di Andrea Bacchi e Marta Forlai, Bologna, BUP, 2019.
Lo sviluppo urbano ed edilizio dell’Ateneo bolognese, 1986-1995, a cura dell’Associazione ingegneri e architetti della Provincia di Bologna, Bologna, Inarcos, 1995, pp. 64 e ss.
La casa dell’Università, Lo sviluppo edilizio dell’Ateneo di Bologna dal 1986 al 2000, Bologna, CLUEB, 2000, pp. 114-115.
Gian Battista Vai, Museo Geologico Capellini. Guida breve per immagini, Bologna, SMA, 2009.

Foto: 1Cinquantesimo