DEFINIZIONI E SCOPI DEL MITO
Il termine "mito", dal greco "mythos", inizialmente significava parola, discorso e con queste accezione venne usata da Omero. Nel corso dei secoli il suo significato lentamente si trasformò e al tempo di Platone, nel IV sec. a.C, acquisì il valore di discorso irrazionale, cioè leggenda, in contrapposizione al "logos", discorso razionale.
In filosofia, il mito è stato considerato da Platone come un prodotto inferiore della attività intellettuale, mera apparenza della realtà e non realtà stessa. Tuttavia Platone riconosce al mito la capacità di preparare il cammino al raggiungimento di alcune verità, alle quali la ragione non riesce a pervenire.Molte divinità coinvolte nei vari miti divennero costellazioni, altre furono trasformate in piante, altre ancora dettero il nome a mari e pianeti. Per molti secoli costituirono il punto di riferimento privilegiato per l'immaginario della gente e una miniera inesauribile per gli artisti.
Oggi si definisce comunemente "mito" la narrazione di eventi fantastici e leggendari, in qualche modo legati a credenze religiose, su divinità e antichi eroi, o sui rapporti tra luomo, la natura e ciò che è soprannaturale. I miti nacquero forse dallesigenza di fornire una risposta universale alle domande umane sui misteri del cosmo e della vita, incarnando fenomeni naturali, avvenimenti storici, stati danimo in figure concrete e palpabili che fossero lo specchio della condizione umana. Il mito, insieme con la favola, è stato interpretato come la creazione di un'umanità primitiva e dotata, al pari di un fanciullo, di una fervida immaginazione.
Il racconto mitico, sulla base della tematica che affronta si distingue in: naturalistico, cosmogonico, teogonico, eziologico e storico.
Il mito naturalistico nasce come riposta allimpotenza delluomo primitivo nei confronti della natura; così tutti gli eventi naturali vengono considerati come effetti e conseguenze di azioni divine. Ad un certo punto il mito però non serve più a comprendere un mondo misterioso e incontrollabile, bensì a giustificare il dominio e lintervento delluomo sulla natura.
Il mito cosmogonico, collegato a quello naturalistico, spiega le origini delluniverso e narra il passaggio dalleternità al tempo, dal nulla oscuro alle diverse generazioni di esseri divini.
Il mito teogonico è il complesso dei miti riguardanti le generazioni degli dei, la loro nascita, le loro ascendenze e discendenze.
Il mito eziologico è il racconto mitico che spiega le origini di una città, di un rito o di un culto particolari.
Il mito storico è la rielaborazione leggendaria e metaforica di eventi avvenuti in epoca pre-storica e il cui ricordo si è tramandato oralmente.
Linterpretazione storicistica di alcuni miti, ovvero la pretesa di trovare un nucleo di verità storica nelle antiche leggende, ha dato spesso esiti fortunati: basti pensare che sulla base degli indizi geografici forniti dallIliade si è riuscita a localizzare Troia.
Avvicinarsi ai miti della cultura greco-latina significa avvicinarsi alla mentalità degli antichi, affrontando un viaggio alla scoperta delle nostre radici.
Questo viaggio, all'interno del testo letterario, noi lo compiremo soprattutto attraverso l'esame di poemi epici, quindi l'Iliade, l'Odissea e l'Eneide.
Col termine "epico" i Greci indicavano un particolare genere di poesia narrativa, distinta dalla poesia accompagnata dalla musica, definita "melos".
L'epica aveva per argomento le imprese di dei e di eroi, cioè il mito. Per i propri contenuti mitici la poesia epica è presente nelle fasi originarie di formazione di molti popoli, che su essa hanno rappresentato la propria visione della vita e la sintesi della propria cultura e per mezzo di essa hanno definito la propria identità.
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