Il mito nel genere epico

L'ILIADE

L’Iliade è uno dei due grandi poemi epici attribuiti dalla tradizione ad Omero.

E’ composta da 24 libri e narra un episodio della guerra decennale che una coalizione di principi greci, sotto la giuda di Agamennone, avrebbe condotto contro la città di Troia, per vendicare l’offesa fatta da Paride, figlio del re troiano Priamo, a Menelao col rapimento della moglie Elena.

Nel proemio il poeta invoca la Musa, affinché lo aiuti a cantare gli effetti rovinosi causati dal ritiro di Achille da combattimento durante l’assedio di Troia.

Il poema si apre proprio con lo scoppio dell’ "ira d’Achille", l’appassionato e impetuoso eroe greco e si chiude con il rogo del cadavere di Ettore, il più forte combattente troiano. Le vicende narrate prendono inizio dall’offesa che il comandante greco Agamennone fa a Crise, sacerdote di Apollo, rifiutando il riscatto della figlia Criseide; da questo sprezzante rifiuto dipendono la pestilenza e, in seguito, il ritiro di Achille dal combattimento e tutte le sventure dei Greci.

 

Con l’assalto dei Troiani alle navi greche e la morte di Patroclo per mano di Ettore, la situazione si rovescia e il poema diventa la narrazione delle imprese di Achille, fino al supremo sacrificio del suo principale avversario.

Pur schierato formalmente dalla parte dei Greci, il poeta non nutre né disprezzo né odio religioso verso i Troiani e sa mettere pienamente in risalto il valore e la nobiltà dei vincitori come dei vinti.

I poemi omerici rispecchiano gli ideali di una società aristocratica di proprietari terrieri, che praticavano la guerra e la caccia e organizzavano grandi sacrifici e banchetti.

Si ritiene che la struttura dell’Iliade, in una forma pressappoco identica a quella in cui ci è pervenuta, debba risalire circa all’VIII secolo a.C.

 


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