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Piazza Verdi

Il toponimo Piazza Verdi è relativamente recente, risale infatti al 1951.
Lo spazio nasce come slargo antistante la Domus Magna dei Bentivoglio, lo sfarzoso palazzo costruito a partire dal 1460. Giovanni II Bentivoglio (1443-1508) è responsabile della realizzazione di una piazza dove il portico diventa elemento ordinatore che connota uno spazio urbano decoroso e di prestigio.
Degli assetti bentivoleschi, attualmente rimane leggibile solo l’edificio relativo alle Scuderie dei Bentivoglio adibito a bar.
Nel 1586 i Padri Agostiniani di San Giacomo chiedono di poter costruire un portico a ridosso della parete nord-est della chiesa di Santa Cecilia, ai tempi parrocchia, in modo da completare l’assetto porticato della Piazza da cui rimane escluso solo il lato di palazzo Paleotti, essendo Palazzo Bentivoglio anch’esso porticato. Nel 1906, lavori coordinati da Alfonso Rubbiani, al fine di riportare alla luce un tratto delle mura dei Torresotti, demoliscono il portico contiguo a Santa Cecilia.
Dopo la distruzione e spoliazione del Palazzo dei Bentivoglio (1506-1507) sul suo sedime chiamato dai bolognesi ‘Guasto’, non viene costruito più nulla fino alla decisione di ergervi, nella parte verso strada San Donato, l'attuale via Zamboni, il Teatro Comunale, la cui edificazione risale al 1756.
Nel 1977 la piazza viene arricchita da tre elementi cilindrici opera di Arnaldo Pomodoro ben presto coperti da graffiti e manifesti, motivo per cui sono spostati presso l’allora Galleria d’Arte Moderna presso il Fiera District e recentemente ricollocati nell’area del Cavaticcio.
piazza verdi vista da sud con palazzo paleotti sullo sfondo

E. Castelli, G. Scandurra, L. Tancredi, A. Tolomelli, Memorie di uno spazio pubblico. Piazza Verdi a Bologna, Bologna, Clueb, 2011

Foto: 1Cinquantesimo