L’edificio nella sua veste formale rielabora stilemi classici e locali attraverso la collaborazione fra materiali e tecniche antiche e moderne. Antiche come il mattone lasciato a vista per i paramenti murari, interrotti dagli archi di portico tipici della tradizione bolognese e da finestre per le cui dimensioni è stata utilizzata la sezione aurea, cara agli antichi costruttori.
Le membrature sono in pietra di Montovolo, mentre i pilastri, in cemento armato, presentano una sagoma stellare che offre interessanti effetti di luci e ombre. Il lato verso via Belle Arti è stato articolato in modo più libero e moderno: i vuoti vetrati sopravanzano il pieno delle murature con il caratteristico andamento obliquo che segue la pendenza del piano di calpestio delle aule ad anfiteatro. Sulla parete cieca di questo corpo, la cosiddetta torre delle aule, affacciata sul collegamento carrabile, è collocato un bassorilievo dello scultore Quinto Ghermandi che raffigura la città universitaria.
Si ricorda infine che parte degli arredi interni, le sedute fisse delle aule, poltrone e divani negli studi dei docenti, fu fornita da un Dino Gavina agli esordi della sua fortunata carriera di imprenditore creativo e illuminato.
Fonti
Università di Bologna. Palazzi e luoghi del sapere, a cura di Andrea Bacchi e Marta Forlai, Bologna, BUP, 2019.
Carte e pensieri per costruire la città. Eccellenze dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna, a cura di M.B. Bettazzi, G. Gresleri, P.Lipparini e F. Talò, Bologna, Clueb, 2016
Luigi Vignali, a cura di S. Zironi e F. Branchetta, Sala Bolognese, A. Forni, 1992, pp. 41-44
foto: 1Cinquantesimo